Diciamolo chiaramente: la decisione di aprire “un fascicolo contro ignoti” per valutare l’eventuale "offesa all'onore e al prestigio del Presidente della Repubblica italiana" (art. 278 c.p.), è un chiarissimo segnale intimidatorio nei confronti del Movimento 5 Stelle e di quella parte di cittadinanza italiana esasperata da figure istituzionali effettivamente troppo distanti dal popolo che dovrebbero rappresentare.
La decisione del Procuratore di Nocera di “individuare quegli amministratori di siti internet, blog, o semplici bloggers, che hanno permesso di pubblicare, o pubblicato loro stessi, commenti e dichiarazioni che vanno a gravare l'immagine del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano”, è difatti chiaramente rivolta alla querelle esplosa proprio tra il capo del Quirinale ed il movimento di Beppe Grillo sul boom registrato dal 5S nelle appena trascorse elezioni. In effetti, sul web, si è letto di tutto e qualche insulto pesante rivolto a Napolitano è scappato.
Ora sarà anche giusto individuare e punire chi è trasceso (e il procuratore di Nocera si prepari ad un’operazione titanica e molto costosa, oltre che probabilmente infruttuosa) ma fa sorridere amaramente questa rinnovata attenzione per il rispetto sacrale di determinate figure istituzionali. Le stesse, giusto per ricordarlo a queste autorità dalla memoria evidentemente corta, che giornalmente e per anni abbiamo visto insultate, oltraggiate e delegittimate da partiti politici come la Lega Nord (anti-italiana per statuto e quindi anticostituzionale, ma pronta a prendere da Roma ladrona lauti stipendi e generosi rimborsi elettorali).
Dal “con la bandiera italiana mi ci pulisco il cu...” al “Napoletani colerosi”, il Carroccio ce ne ha fatte leggere e sentire di ogni tipo. Eppure mai nessuno ha osato pensare di aprire fascicoli per chiudere bocche sguaiate e spesso deliranti e razziste. Nessuno si è preoccupato di portare avanti misure decise per difendere l’onore non di una singola persona ma di milioni e milioni di cittadini italiani meridionali. Che poi la parte che parla di responsabilità imputabili a “siti internet, blog, o semplici bloggers, che hanno permesso di pubblicare, o pubblicato loro stessi, commenti” poco gentili nei confronti del Presidente della Repubblica, riporta in mente le misure censorie di stampo fascio-comunista. Non vorremmo ritrovarci querelabili, ad esempio, solo per aver messo in dubbio la reale utilità politica di Napolitano e delle sue spesso ridicole affermazioni.
Non vorremmo vederci oscurati o purgati poiché, tra le migliaia e migliaia di commenti che riceviamo ogni giorno (e che ovviamente non possiamo sempre filtrare in maniera perfetta o censurare preventivamente), sul nostro blog o sito d’informazione, se ne trova qualcuno effettivamente troppo becero ed offensivo nei confronti del Presidente Napolitano. Anche perché, non vivendo di fondi pubblici, le testate indipendenti non hanno la forza economica per poter assumere figure professionali che si occupino esclusivamente di “limare” i commenti poco felici. Che poi, a voler essere così pignoli ed istericamente permalosi, anche ignorare una forza politica crescente e gli oramai MILIONI di elettori che la rappresentano, caro Presidente, offende in maniera intollerabilmente odiosa ed arrogante la dignità di quelle persone.