lunedì 14 maggio 2012

L'iniziativa: a Corigliano d'Otranto uno sportello filosofico contro la crisi. - Claudia Persicce




LECCE - In un piccolo paesino del Sud con un grande antico castello fiabesco, in una stagione di smarrimento e ottundimento delle menti, nasce uno “sportello di consulenza filosofica” per portare il conforto della filosofia e far esercitare la ragione. 
Non è l’incipit di una favola contemporanea, ma l’ultimo atto del solido progetto “Salento che pensa” che negli ultimi sette mesi ha sottoposto ad un’intensa pratica filosofica Corigliano d’Otranto. Da oggi la cittadina, per la prima volta nel Salento, e per tutti (salentini e non), ospiterà negli uffici comunali un consulente filosofico, Graziella Lupo, al quale rivolgersi, previo appuntamento, per affrontare le difficoltà generate dalla scarsa consapevolezza di se stessi, conflittualità interiori, disagi comportamentali non patologici, necessità di confrontarsi. La filosofia è già entrata nelle vite degli abitanti di Corigliano, perché il loro sindaco, Ada Fiore, non ha mai smesso di fare il suo primo lavoro, l’insegnante di filosofia, e dal laboratorio “Salento che pensa” allo sportello filosofico il passo è stato breve.

«Un consulente filosofico serve a creare dinamiche comportamentali nuove – spiega il sindaco Fiore – a far capire che ognuno può ricominciare ripartendo da se stesso. In un momento di grande sfiducia, di scarse risposte esterne, è fondamentale imparare a cercare dentro di sé, guardarsi dentro per raggiungere consapevolezze nuove. La filosofia aiuta a vedere quello che è evidente, la verità che è dentro di noi come ci ha insegnato Socrate, per capire chi sei, cosa sei, cosa vuoi». Lavorerà in sinergia con i servizi sociali, ma non farà psicoterapia.
«Il consulente filosofico utilizza gli strumenti della filosofia, i riferimenti della formazione filosofica – spiega Graziella Lupo, specializzata alla Ca’ Foscari di Venezia nell’ambito della scuola di Umberto Galimberti – e l’approccio è differente rispetto alla pratica psicoanalitica. Intanto crea una dinamica di reciprocità tra consultato e consultante: il primo mette a disposizione il suo bagaglio, ma poi insieme fanno un viaggio di ricerca. Poi non presuppone una cura, una terapia. Chi si rivolge ad un consulente filosofico mette a fuoco le idee che muovono il suo comportamento e il suo stare al mondo: questo è il primo processo, la consapevolezza della propria visione del mondo e a volte è proprio questa che provoca disagio. Nell’esercizio della libertà e insieme al consulente si sceglie di cambiare».

La pratica ricorda un po’ i dialoghi socratici, confronti dialettici in cui il maestro mette a disposizione i suoi strumenti. «Assolutamente sì – continua la consulente – il riferimento socratico nella nostra esperienza è fondamentale e tutto il percorso si sviluppa nella dinamica dialogica. Usiamo testi filosofici, e non solo, ma il processo è sempre di apertura delle domande e attivazione della ricerca, maieutico, di chiarificazione di quello che abbiamo già dentro in forma oscura».
«Nelle altre città in cui esiste è solitamente abbinato alla biblioteca – conclude – noi lo mettiamo nel palazzo municipale, come elemento fortemente istituzionale, ma voluto dalla città come maturazione del laboratorio filosofico».



http://www.quotidianodipuglia.it/articolo.php?id=195568

1 commento:

  1. Questa è un'ottima iniziativa che andrebbe utilizzata e copiata. La folosofia è la base della ragione e del pensiero.

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