In leggera flessione invece il dato globale: il tasso s'attesta al 10,1%
In Italia la disoccupazione a maggio fa un piccolo passo indietro, fermandosi al 10,1%. Ma per i giovani è un bagno di sangue: e il tasso degli under 25 alla ricerca di un posto supera il 36%, il livello più alto mai registrato. Un record definito dal ministro del Lavoro Elsa Fornero «non accettabile dalla società» e contro cui occorre «mettere in campo tutte le energie disponibili». Intanto il mercato perde pezzi anche nel Vecchio Continente, con il tasso di disoccupazione che nella zona euro raggiunge il valore più alto dalla nascita della moneta unica (11,1%).
La tensione sul fronte lavoro resta alta sia in Italia che in Europa. D’altra parte nella Penisola i miglioramenti rilevati dall’Istat nelle stime provvisorie reggono solo a confronto con aprile, mentre rispetto a un anno prima il deterioramento resta evidente. Nel dettaglio, se su base mensile i disoccupati scendono di 18 mila unità, in termini tendenziali salgono di oltre mezzo milione, con un esercito che complessivamente nelle sue fila conta quasi 2,6 milioni di persone. Lo stesso vale per il tasso dei senza lavoro, in discesa di 0,1 punti percentuali su aprile ma in crescita di 1,9 punti su 12 mesi prima. Le stime dell’Istat descrivono quindi, come spiegano i tecnici dell’Istituto, un quadro «sostanzialmente stazionario», con la disoccupazione che resta su «valori molto elevati». Passando a osservare gli occupati, il loro numero è in rialzo sia a livello congiunturale (+60 mila) sia su base annua (+98 mila). Ma il miglioramento probabilmente è frutto della stretta sui pensionamenti, con i più adulti obbligati a restare a lavoro. Un contributo all’allargamento della disoccupazione arriva invece dal calo degli inattivi.
Con la crisi sempre meno persone possono permettersi di stare a casa e a maggio i non interessati a cercare un posto scendono di 598 mila su base annua. Ma spesso trovare un lavoro risulta impossibile, e così molti ex inattivi si ritrovano disoccupati. Anche a maggio sono i ragazzi a soffrire di più: tra loro è in cerca di un posto il 36,2% delle forze lavoro under 25. Un dato in crescita di 0,9 punti in un solo mese, che tocca il valore più elevato mai comparso sia nelle serie storiche mensili dell’Istat, iniziate nel 2004, sia in quelle trimestrali, cominciate nel 1992. Si tratta quindi di un record assoluto, il tasso più alto almeno da venti anni. Non stupisce così che l’Italia si trovi tra il gruppo di Paesi con la quota più ampia di ragazzi a caccia di un posto. Una classifica comunque ancora capeggiata da Spagna e Grecia (52,1%). Invece il tasso complessivo dei senza lavoro si mantiene sotto sia alla media della zona euro, pari all’11,1%, sia a quella dell’intera Ue, salita al 10,3% (entrambi tassi record). Tutti numeri che suscitano timori su ogni fronte.
Per la Cgil le cifre sugli under 25 rappresentano «una drammatica emergenza nazionale». Sulla stessa linea la Uil: «I giovani sono le prime vittime della mancata crescita». E anche la Cisl parla di una situazione che resta «negativa», nonostante il primo calo congiunturale della disoccupazione complessiva dopo un anno e mezzo. Sulla quota record di senza lavoro sotto i 25 anni arriva anche il commento del presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi: «È gravissimo», «è la cosa che mi preoccupa di più». Un dato definito «allarmante» pure dall’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema. Dello stesso parere il responsabile Economia e Lavoro Pd Stefano Fassina che definisce «drammatici» i numeri dell’Istat. Per il senatore Pdl ed ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, i dati suscitano «angoscia». Mentre il leader Idv, Antonio Di Pietro, chiama in causa l’esecutivo, «il peggior nemico dei giovani».
Quello che i giornali non dicono è che la percentuale è di gran lunga maggiore. Sono infatti tantissimi a non cercare più un lavoro perchè stanchi di aspettare e di girare a vuoto: sono i senza vita e senza un futuro, i futuri accattoni..