martedì 12 febbraio 2013

Scandalo Ior, Paolo Cipriani: “Gotti Tedeschi non voleva sapere”

ettore gotti tedeschi memoriale

Paolo Cipriani, indicato nel memoriale di Ettore Gotti Tedeschi come il suo nemico numero uno, non si spiega queste accuse e racconta una versione dei fatti diversa da quella narrata nel documento dell’ex presidente dello Ior. Cipriani allarga le braccia e spiega che non sa i motivi di queste incomprensioni, che sarebbero iniziate proprio nel momento in cui Gotti Tedeschi ha chiesto dei nomi dei politici che avevano i conti bancari, delle informazioni che, secondo Cipriani, Gotti Tedeschi sosteneva di aver sentito in Italia.

Il direttore generale spiega in modo molto preciso: “Le domande le fanno sempre in Italia, ma qui ci sono le risposte, e conti cifrati e conti di politici non ci sono. Noi abbiamo fin dall’inizio voluto fargli capire e vedere, ma anche quando gli abbiamo portato tutti i tabulati, chiedendogli di guardare, di farci domande, di fare chiarezza, Gotti non ha mai voluto neanche visionarli. Ma ripeteva lo stesso “non voglio sapere, meglio non sapere”.”
Il memoriale di Gotti Tedeschi: “Tutto iniziò quando chiesi dei conti dei politici”

Ettore Gotti Tedeschi aveva affidato il memoriale alla sua segretaria. Il documento doveva essere consegnato a tre persone, tra le quali c’era anche il Pontefice, se fosse successo qualcosa a Gotti Tedeschi, come da lui richiesto espressamente. In questo memoriale si fanno dei nomi, relativi a personaggi di rilievo ai quali erano intestati dei conti in banca. Si tratta di faccendieri, costruttori, politici, funzionari dello Stato, probabili prestanome della criminalità. Quando Gotti Tedeschi ha chiesto delucidazioni su questi casi avrebbe incontrato, secondo il memoriale, delle forti resistenze.
E tra i nomi che vengono fatti per quanto riguarda i suoi principali nemici ci sono Paolo Cipriani, direttore generale proprio dello Ior, e Marco Simeon, direttore di Rai Vaticano e responsabile delle relazioni istituzionali e internazionali alla Rai.
La Chiesa dalla P2 agli appalti del G8

Papa Benedetto XVI, Udienza Generale

P2, P3, tangenti, Protezione Civile, San Raffaele, P4, interessi immobiliari. 
Sono tutte delle parole legate in qualche modo ai misteri del Vaticano, che riaffiorano in seguito allo scandalo di questi ultimi giorni, relativo innanzi tutto alla questione dello Ior e poi anche al “corvo” che ha trafugato dei documenti riservati per farli uscire all’esterno dello Stato della Chiesa. Ripercorrendo le vicende, anche non troppo antiche, relative all’Italia e ai misteri del Vaticano, viene giustamente da chiedersi, come fa don Paolo Farinella, perché “il Vaticano appoggia sempre i corrotti, i corruttori, i ladri e i manipolatori di coscienze?“.
Don Farinella si chiede anche come mai la Chiesa preferisce affidarsi a “Gianni Letta, coordinatore della rete di corruttela“. Poteri, affari e misteri si intrecciano in giri anche abbastanza contorti, che fanno venire alla luce perfino inquietanti giri di prostituzione maschile.
I magistrati riuscirono ad intercettare una telefonata con la quale il corista del Vaticano parlava con Angelo Balducci, procurandogli la “merce” tra i seminaristi: “Angelo, non ti dico altro: è alto due metri per 97 chili, 33 anni, completamente attivo“, “Ho un tedesco appena arrivato o vuoi stare col norvegese?“.
Non solo. Il Vaticano è collegato a don Piero Vergari, il priore della Basilica di Sant’Apollinare, fra gli indagati per il sequestro di Emanuela Orlandi, e a don Evaldo Biasini, gestore della cassaforte nera di Balducci e Anemone.
Ma nell’elenco potremmo aggiungere anche gli appalti del G8 della Maddalena o la corruzione di Finmeccanica. E delle voci parlano anche di una proposta, effettuata dalla seconda autorità dopo il Papa al Governo Monti, di assegnare la carica di sottosegretario ad un giovanotto che conosceva da tempo.
Ior, Gotti Tedeschi indagato: “Non parlo per rispetto del Papa”

Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior (Istituto Opere Religiose), ha lasciato la presidenza dell’organismo. La decisione è arrivata dopo il voto di sfiducia ottenuto all’unanimità dall’assemblea dei votanti. Il motivo è relativo al fatto che il Presidente non avrebbe “svolto varie funzioni di primaria importanza per il suo ufficio“. La Santa Sede ha comunicato la novità nella sala stampa, dopo la riunione del Consiglio di Sovrintendenza dell’Istituto, riunito in sessione ordinaria.
Una nota del Consiglio spiega: “I membri del Consiglio sono rattristati per gli avvenimenti che hanno condotto al voto di sfiducia, ma considerano che quest’azione sia importante per mantenere la vitalità dell’Istituto. Il Consiglio adesso guarda avanti, al processo di ricerca di un nuovo ed eccellente Presidente, che aiuterà l’Istituto a ripristinare efficaci ed ampie relazioni fra l’Istituto e la comunità finanziaria, basate sul mutuo rispetto di standards bancari internazionalmente accettati“.
Attualmente il nuovo presidente è Ronald Hermann Schmitz, fino a ieri vicepresidente dell’Istituto. Gotti Tedeschi però si difende dalle accuse mosse nei suoi confronti, con delle dichiarazioni ben precise: “Sono dibattuto tra l’ansia di spiegare la verità e il non voler turbare il Santo Padre“.
Gotti Tedeschi poi ha continuato: “Il mio amore per il Papa prevale anche sulla difesa della mia reputazione vilmente messa in discussione“. In pratica il banchiere cattolico non vuole spiegare quelle che ritiene siano le reali motivazioni della sfiducia nei suoi confronti, perché il Papa potrebbe rimanere turbato.
Si tratta anche di un modo per far capire chiaramente che Benedetto XVI non è intervenuto sulla questione e quindi non è responsabile della rottura con il Consiglio. Quel che è certo è che non ci sono stati rapporti di stretta amicizia tra Gotti Tedeschi e diverse persone, come il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone.
Non si sanno le reali cause, ma potrebbero aver influito le lettere di Gotti Tedeschi pubblicate sul libro “Sua Santità” di Gianluigi Nuzzi o anche la scelta di non rilanciare nell’asta per la rilevazione dell’ospedale San Raffaele.

Ior: scandalo in Vaticano. Il silenzio del Papa e l’omertà dei cattolici. Giorgio Bongiovanni


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Da diversi anni mi sono assunto la responsabilità di criticare severamente sul nostro giornale Antimafia Duemila l’operato di alcuni esponenti degli alti vertici del Vaticano. Allo stesso modo ho criticato pesantemente la gestione dello Ior, la Banca del Vaticano. Facendo questo sono stato tacciato di essere un eretico, un folle e financo un fanatico. Grazie alla ricostruzione degli ultimi eventi legati al Vaticano emersa grazie al lavoro di colleghi che hanno fatto solo il loro mestiere al servizio dell’opinione pubblica (tra questi va ricordato il grande lavoro fatto da Gianluigi Nuzzi con i suoi libri “Vaticano Spa” e “Sua Santità”), così come grazie alla documentazione sequestrata all’ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi (il cui memoriale lasciato ad amici fidati in quanto temeva “di essere ucciso” è altamente significativo) ritengo di avere la dimostrazione di non essermi sbagliato.
Le opere ambigue e oscure che hanno coinvolto questo istituto già contrassegnato dagli scandali legati a mons. Marcinkus, all’omicidio Calvi, al Banco Ambrosiano e a Cosa Nostra non sono mai state chiarite del tutto. 
Questa è la dimostrazione che il potere  criminale di questo ente continua imperterrito ad essere protetto da una coltre di impunità secolare. Dalle notizie che stanno uscendo (vedi allegato) emerge chiaramente che il prof. Gotti Tedeschi è stato defenestrato perché stava intraprendendo una campagna di trasparenza. 
E’ ragionevolmente logico pensare che il suo timore di essere ucciso derivi dalla sua percezione che attraverso i codici cifrati di alcuni conti dello Ior per i quali lui stesso aveva chiesto di conoscere i reali intestatari (ricevendo un totale diniego da parte dei vertici del Vaticano e dallo stesso direttore generale dello Ior Paolo Cipriani) fosse possibile risalire non solo a Bernardo Provenzano, ma anche a Matteo Messina Denaro (la Procura di Trapani sta propriamente indagando sul punto). Di fronte a questo orrore mi stupisce il silenzio e l’ipocrisia di noi cattolici – cristiani. Mi stupiscono i continui applausi al Papa in piazza San Pietro quando invece sarebbe più coerente una mobilitazione, pacifica ma determinata, con striscioni e cori inneggianti alla “vergogna” unita alla pretesa della verità su quello che sta accadendo. 
Di fronte a questi scenari resto sempre più convinto che anche i cattolici sono complici di questa omertà! 
Non si può tacere di fronte alla pedofilia perpetrata da religiosi che in certi casi sono stati protetti dai loro stessi superiori con la piena consapevolezza dei livelli più alti dello Stato del Vaticano. 
E soprattutto non si può tacere di fronte ad esponenti dei vertici del Vaticano che sono soci in affari degli assassini di Falcone e Borsellino, o di quelli che hanno sciolto nell’acido il piccolo Giuseppe Di Matteo. 
Bisogna scendere in piazza e chiedere al Papa a gran voce di fare luce su questi misfatti. Ma se così non farà la debolezza del pontefice si trasformerà in vigliaccheria o addirittura in complicità con gli assassini della vita. E di questo, il Papa e tutti coloro che si sono resi strumento di questi atti criminali, se non saranno colpiti dalla giustizia terrena, certamente non potranno sfuggire dalla giustizia divina del figlio di Dio, Gesù Cristo.

lunedì 11 febbraio 2013

MA GUARDA UN PO’ C’È CHI TIRA I FILI AI BURATTINAI CHE TIRANO I FILI DEI NOSTRI BURATTINI! - Stefano Davidson


In questo articolo non troverete nulla che non sia già stato detto, ma di questi tempi credo che certi concetti vadano rimarcati il più possibile. Credo infatti che sia venuto il momento che tutti ci diamo una bella lavata di faccia con l’acqua fredda, o ancora meglio che infiliamo la testa sotto il rubinetto e ci diamo una bella svegliata.
Il teatrino dei burattini che ci stanno propinando con questa campagna elettorale non è altro che un modo per far sì che l’attenzione di tutti gli italiani sia concentrata sui soliti noti e qualche nuovo alla ribalta, per permettere al “sistema”, quello vero, quello “GROSSO” di continuare a fare quel che sta facendo da centinaia di anni (in modi e maniere di volta in volta consone ai tempi) senza che nessuno muova un dito per fermarlo o ragionarci sopra. Inutile dire che qui con il giochino Monti, Bersani, Berlusconi, Grillo etc… noi stiamo osservando un granello di sabbia senza renderci conto che siamo in mezzo al deserto, o se preferite una goccia d’acqua senza vedere che siamo in pieno oceano. È la solita storia del Divide et Impera (su cui ho già scritto tempo fa e che potete trovare a questo link http://www.informarexresistere.fr/2012/10/01/divide-et-impera-3/#axzz2Jyw6P7gW ) e noi, polli, come sempre ci ricadiamo. E via ognuno a seguire il proprio “vate” (o vater?), il proprio “leader” (che in dialetto romagnolo, guarda un po’ a volte le sorprese della vita, significa… “ladro”), qualcuno insegue il proprio “duce” o il proprio “comandante” e si continua la lotta del tifo, come tra Inter e Milan, Roma e Lazio senza che ci si renda conto che tutto questo, all’interno del disegno del”sistema” di cui sopra, NON CONTA REALMENTE UN CAZZO! (Perdonate la crudezza del linguaggio ma penso che a volte serva).
Bene per dimostrare quanto detto mi servirò, come a scuola di due “prove”, una scritta e una orale.
Lo “scritto” sarà una breve analisi che, grazie a un articolo di Giovanni Passali, mi consentirà di riportarvi alcuni dati riguardo a quel che ci accade intorno senza che nessuno se ne renda conto (oddio, qualcuno certamente sì, ma in proporzione molti, ma mooolti meno dei certamente no).
Poi, a fondo post, vi lascio con un link di un video molto esplicativo di quel che accade lontano dal nostro teatro dei burattini, addirittura sopra le teste dei burattinai che tirano i fili. Vi troverete, sintetizzato in maniera accessibile a tutti, quanto riportato dal sottoscritto in decine di articoli (purtroppo alle volte molto complessi dal punto di vista della quantità di informazioni e dei dati necessari per dare un’informazione che fosse la più completa possibile. Il ché, di conseguenza, ha spesso portato a pezzi molto lunghi, che in tanti non avranno seguito sino in fondo – delle volte forse nemmeno io! -). In questo video, che rappresenterà quindi la parte “orale” di questo post, sarà possibile intuire quindi chi tira i fili ai burattinai e come tutto quanto sia un’immensa pazzia nella quale ci hanno portato e che stiamo vivendo senza renderci conto di quanto tutto sia assolutamente artefatto, inesistente, un castello di sabbia sulla spiaggia di Patong il 23 Agosto 2006.
Allora, cominciamo con “lo scritto”:
La catastrofe economica si avvicina a grandi passi,  e a noi italiani se non si troverà una maggioranza vera e forte (e, soprattutto, non coinvolta col “sistema” di cui sopra) molto probabilmente ci verrà ridato dalla mummia che vive (mah?!) al Quirinale, un altro governo tecnico per impedire che la si possa sfuggire, riprendendoci la sovranità monetaria.  I segnali di quanto asserito arrivano già dall’estate dello scorso anno, infatti il clima sul mercato del Forex, cioè il mercato dei cambi valutari, è radicalmente cambiato. L’euro ha iniziato ad apprezzarsi verso tutte le maggiori valute mondiali, con una spinta verso l’alto che nelle ultime settimane è divenuta impetuosa. Valutiamo qualche dato . Il primo in esame è il cambio euro-dollaro che ha avuto una strana curva ovvero partito da ben oltre l’ 1,440 dollari per euro di Agosto 2011 è sceso in picchiata sino a 1,199 nel Luglio 2012 per poi re-involarsi sino all’1,365 dei primi di Gennaio scorso,  Il secondo il cambio euro-franco svizzero. Questo dato merita un commento particolare, poiché ad Agosto 2011 il rapporto a 1, 219 risente della decisione della banca centrale svizzera di non permettere che il cambio scendesse oltre la soglia di 1,20 per difendere la propria economia reale. E questo è quello che dovrebbe fare ogni banca centrale, difendere la propria economia realeQuando la banca centrale svizzera annunciò questo intervento, parlò chiaramente di interventi monetari “senza limiti”. Ovviamente, un franco svizzero troppo caro avrebbe reso cari i prezzi in Svizzera per i turisti. Quindi la banca centrale ha fronteggiato la speculazione con la forza del suo potere di stampare moneta dal nulla. Poi improvvisamente da metà Agosto 2012 banca centrale e speculazione si sono messi sono d’accordo e nonostante i diversi paesi in crisi, l’euro si è impennato rivalutandosi pure sul franco svizzero raggiungendo in poche settimane l’1,258 . Consideriamo poi il cambio dell’euro con una moneta vicina, la sterlina. Qui, la salita è impressionante dallo 0.772 di Giugno 2012 allo 0,869 del Natale scorso. E ciò nonostante, ed è cosa nota, in Gran Bretagna, per fronteggiare la durissima crisi che attanaglia pure lo Stato e il sistema bancario, la banca centrale abbia offerto fiumi di moneta fresca. Infine , un quarto dato molto sensibile è quello relativo al cambio euro-yen. Anche qui c’è stata un ‘impennata mostruosa dal Giugno 2012, quando per un euro ci volevano 93,47 yen, a Natale ce ne volevano 126,80.  Come noto, il Giappone ha un debito pari al 220% del Pil per cui come ha fronteggiato la questione? Semplice, ha sostenuto il suo debito stampando moneta, non con la crescita. Infatti, in Giappone si sono arresi all’evidenza che la crescita non c’è, la crescita non se la possono dare da soli.
Qui in Europa invece noi siamo sotto quei potentati economici, evidentemente molto interessati, che sostengono quell’ideologia che professa la sostenibilità del debito tramite una crescita impossibile (in questa struttura finanziaria, in questa struttura monetaria).
Non avremo la crescita, ma avremo con buona probabilità la nostra Grande Depressione, iniziata e accentuata dal comportamento delle banche centrali, la cui moneta finisce regolarmente nei mercati finanziari (i soli a crescere in questo periodo di crisi profonda) e non verso l’economia reale. Questo è il risultato di una politica monetaria secondo la quale, usando le parole di Draghi, “faremo di tutto per sostenere l’euro e, credetemi, è abbastanza”.
Je vou ai compris? Did you understand ? Avete capito bene?
Vogliono sostenere l’euro, non i popoli. Vogliono rendere l’euro forte, sempre più forte, lasciando intendere che questa forza dell’euro è una benedizione, invece di essere la distruzione delle esportazioni, la distruzione di quei paesi pieni di inventiva, capacità imprenditoriale e qualità produttiva, come il nostro, che puntano tanto sull’esportazione. La distruzione di quei paesi che, come il nostro, possono puntare tanto sul turismo e sull’afflusso di capitali stranieri. Invece, certi poteri, soprattutto tedeschi, vogliono distruggere la nostra economia reale per poter esportare qui da noi senza una concorrenza fastidiosa. E per fare questo ci caleranno nell’inferno di una Grande Depressione, che ormai è alle porte.
No, in questa architettura monetaria, questa moneta non potrà mai sostenere la nostra economia, non è stata concepita per questo. Dobbiamo puntare necessariamente su un’altra moneta. Dobbiamo riprenderci la sovranità monetaria!
E intanto che proviamo a svincolarci dall’euro e tornare alla nostra lira e soprattutto, intanto che cerchiamo di emanciparci dall’UE e dall’FMI (cosa abbastanza lunga e complessa, ma possibile come hanno già dimostrato in America Latina e, più vicino a noi, in Islanda) potremmo provare ad imporre, almeno a casa nostra, un modello completamente diverso di sistema monetario, non basato su un sistema di banche centrali. Ciò è fattibile istituendo sistemi di Moneta Complementare.
Pensate che in Germania, nonostante ci strozzino con l’euro, già lo fanno da decenni con il Regiongeld, in Svizzera il famoso Wir  è in piedi da ormai 80 anni e funziona perfettamente.  Ora anche in Spagna, vista la crisi, stanno avendo una grande diffusione sistemi monetari alternativi.  In Italia?  Ne parla qualcuno, Passali (da cui, come anticipato, questo articolo ha saccheggiato gran parte del suo contenuto) lo sbandiera da anni, Domenico De Simone coadiuvato da Mauro Munari cercano spazio per la F.A.Z .
E allora cosa aspettiamo a rendere a larga diffusione territoriale questi sistemi monetari? Queste autonomie economiche? Queste oasi di sovranità?
Siamo italiani santiddio e anche in questo campo, come abbiamo già dimostrato in tante occasioni, possiamo e sappiamo fare le cose come e meglio degli altri.
E allora basta stare a sentire i burattini nel loro teatrino, giriamoci altrove, mandiamoli una buona volta a quel Paese TUTTI QUANTI e accettiamo solo chi (dei non coinvolti nelle precedenti scellerate 60 e passa legislature) ci garantisce il pieno recupero della sovranità monetaria e soprattutto della nostra dignità, della nostra italianità. Poi una volta fuori dai sistemi speculativi se davvero sarà necessario fare un’ Europa la si rifarà, ma questa volta costruendola come va fatto, lasciando banche d’affari,  fondi monetari e “produttori” di “denaro inesistente” fuori dal progetto. Facciamo un Europa fatta di persone e di cultura, facciamo un Europa fatta di valori prendendo da ciascun popolo quanto di meglio ha da dare, ma prima di farla chiariamo subito un punto: noi siamo l’Italia e quello che siamo stati in grado di dare nei secoli e tutt’ora è ben noto, per cui se ci deve essere un Europa è da noi che deve partire ed è sulla cultura prodotta sul nostro suolo da almeno 2000 anni che deve gettare le sue fondamenta.
Ed ora ecco la prova orale. Buona visione e soprattutto buon ascolto.

domenica 10 febbraio 2013

SIENA Mps, scoperto un nuovo tesoretto. - Tommaso Strambi



E spunta l’immobiliarista Proto.

Siena, 10  febbraio 2013 - QUASI un confronto. In una stanza della procura di Siena, l’ex direttore generale Mps, Antonio Vigni (assistito dai suoi legali di fiducia: Enrico De Martino, Franco Coppi e Roberto Borgogno). In un’altra, invece, seduto davanti ai magistrati, l’ex funzionario di Rothschild, Alessandro Daffina. Due ruoli differenti (Vigni indagato, Daffina persona informata sui fatti), ma un unico copione: l’acquisizione di banca Antonveneta da parte di Mps e la ‘mina’ derivati (con il patto segreto con la banca d’affari giapponese Nomura per l’operazione Alexandria). Nel mezzo, il contratto nascosto nell’ex cassaforte di Vigni a Rocca Salimbeni e rinvenuto dal nuovo management.

Daffina è entrato, da solo, zainetto in spalla, nel palazzo di Giustizia di Siena poco dopo le 8,30 (per uscirne alle 13), Vigni qualche minuto prima delle 11,30 (per uscirne alle 19,30). Il primo non si è tirato indietro e, carte e documenti alla mano, ha spiegato quanto avvenuto nel 2007. A cominciare dalla mail che suggerì all’ex presidente Mps, Giuseppe Mussari, di scrivere al patron del Santander, Emilio Botin. Ma anche Vigni ha parlato e ha risposto al fuoco di fila delle domande dei pm (Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso). Lo aveva già fatto nel primo interrogatorio. Anche se, a differenza di mercoledì scorso, ieri c’è stata una breve pausa in cui Vigni con i legali si è recato in una trattoria di via Camollia per un rapido pranzo. Mentre i pm si confrontavano su quanto appena finito di verbalizzare da Daffina, in modo da formulare nuove domande alla ripresa dell’interrogatorio di Vigni. 
L’EX DG ha ribattuto punto su punto, mentre i suoi avvocati cercavano di interrompere il bombardamento dei quesiti chiedendo ai pm di «riformulare le domande». Ancora una volta Vigni ha spiegato che «il mio compito era quello di occuparmi della parte commerciale, tutto quello che riguarda gli aspetti finanziari erano altri a seguirlo». Insomma, l’ex direttore generale di Mps continua a ripetere che non è lui il «responsabile di quanto è accaduto». Mentre il suo avvocato Coppi, poco prima di salire su un taxi (insieme ai due colleghi e allo stesso Vigni) afferma: «È tutto secretato, non possiamo dire niente». Non è escluso che anche la prossima settimana i pm tornino a risentire Vigni. Quel che è certo è che martedì a Siena è atteso l’ex presidente dei revisori dei conti Tommaso Di Tanno, mentre nei giorni successivi dovrebbero essere interrogati l’ex capo della area finanza Mps Gianluca Baldassarri e il suo vice Alessandro Toccafondi. Mentre nel fine settimana dovrebbe esserci l’atteso faccia a faccia tra Giuseppe Mussari e i pm. 
INTANTO il filone d’inchiesta relativo alle spericolate operazioni dei manager dell’area finanza riporta ancora una volta a Lugano. Una prima pista ha svelato quanto avveniva attraverso la Lutifin Services utilizzata dalla «banda del 5 per cento» e dove, a sorpresa, è spuntato anche il nome di Alessandro Proto. Il noto finanziere-immobiliarista è indagato a Lugano per aver fatto affari con la Lutifin movimentando prodotti Mps. Ma a Lugano aveva sede, in via Clemente Maraini, pure l’Aston Bank. Anche in questo caso ci sono operazioni sospette da parte di tre manager Mps. 
A denunciarlo, nel marzo 2011 l’audit del Monte. Aston Bank acquistava titoli alle condizioni migliori del mercato (cosa che, però, avrebbe potuto fare direttamente Mps) e otteneva un utile gonfiato che poi veniva suddiviso tra i complici nella banca senese. Gli audit interni di Mps svelano che tra il 2006 e il 2007 vengono effettuate, ad esempio, 79 operazioni in lire turche per un nominale di quasi 142 milioni, più altre migliaia di operazioni dell’importo variabile da 9 a 20 milioni di euro ciascuna. Insomma, il fronte dei manager infedeli appare molto più ampio di quello della «banda del 5 per cento». A Rocca Salimbeni, quindi, in questi anni in molti si sono arricchiti proprio alle spalle della banca.

ALUNNA ELEMENTARI DA' UN CALCIO AL SUO INSEGNANTE.



In Russia giovane studentessa molla un calcio all'insegnante che l'ha umiliata davanti ai compagni. Finisce in rete il video ripreso da un telefonino.

Italia delle truffe, 300 milioni di danni.



Dai ponti scivolosi alle merendine.

Dal ponte di Venezia 'scivoloso' al maestro marchigiano che mette in tasca alimenti destinati agli alunni, passando per casi malasanità, corruzione, frode. E' l'Italia degli sprechi e delle frodi fotografata in un dossier messo a punto dalla procura generale della Corte dei Conti che ha messo insieme le iniziative più rilevanti dei procuratori regionali. Casi che nel 2012 hanno comportato un pregiudizio economico che "in base ad un calcolo necessariamente provvisorio si valuta in oltre 293,632 milioni di euro".

La Corte dei Conti ha scandagliato l'attività condotta lo scorso anno da tutte le procure regionali e ha messo insieme "le fattispecie di particolare interesse, anche sociale, rilevanti per il singolo contenuto e per il pregiudizio economico spesso ingente". Dal parcheggio messo sotto sequestro a Genova perché insisteva in un sito sottoposto a vincolo storico-paessaggistico al giro di mazzette nelle camere mortuarie dei nosocomi di Milano, dalle consulenze "inutili" (così le definisce la stessa magistratura contabile) della provincia di Napoli o della "erronea" utilizzazione del tariffario da parte delle Asl calabresi per le prestazioni specialistiche e di laboratorio, la casistica delle truffe e dei danni allo Stato è ampia. Nei faldoni finiti nel mirino dei magistrati contabili anche consulenze non lecite, "imprudenza nella stipulazione di contratti di finanza derivata", omessa riscossione delle imposte.

Calcio, Paul Gascoigne ricoverato in terapia intensiva: “E’ in fin di vita”.


Calcio, Paul Gascoigne ricoverato in terapia intensiva: “E’ in fin di vita”


L'ex centrocampista inglese, secondo il tabloid britannico Sun, è stato colpito da una crisi cardiocircolatoria mentre si trovava in Arizona per iniziare una cura di disintossicazione dall'alcol.

Paul Gascoigne è stato ricoverato in terapia intensiva in Arizona, negli Stati Uniti, per una crisi cardiocircolatoria che lo ha colpito mentre stava per iniziare una cura di disintossicazione dall’alcol. A lanciare l’allarme, con un titolo in prima pagina, è il tabloid britannico Sun che cita una fonte vicina all’ex star del calcio.
Le condizioni di Gascoigne sarebbero peggiorate drasticamente da quando, sei giorni fa, è stato ricoverato al Meadows Rehabilitation Centre di Phoenix, Arizona, per curare i suoi problemi con l’alcol. L’ex fantasista del Tottenham, della Lazio e della nazionale inglese, che soffre di depressione da diversi anni, è riuscito ad andare negli Stati Uniti grazie alla colletta di un gruppo di amici, tra cui l’ex compagno di nazionale Gary Lineker e il presentatore tv della Cnn Piers Morgan, che avevano raccolto 25.000 sterline.
Un aiuto nato spontaneamente dopo che il Sun aveva pubblicato un video-shock dove Gascoigne appariva in pessime condizioni di salute, nuovamente schiavo della bottiglia. L’ex centrocampista era stato fotografato con una pinta di birra anche al suo arrivo in Arizona.