Paolo Cipriani, indicato nel memoriale di Ettore Gotti Tedeschi come il suo nemico numero uno, non si spiega queste accuse e racconta una versione dei fatti diversa da quella narrata nel documento dell’ex presidente dello Ior. Cipriani allarga le braccia e spiega che non sa i motivi di queste incomprensioni, che sarebbero iniziate proprio nel momento in cui Gotti Tedeschi ha chiesto dei nomi dei politici che avevano i conti bancari, delle informazioni che, secondo Cipriani, Gotti Tedeschi sosteneva di aver sentito in Italia.
Il direttore generale spiega in modo molto preciso: “Le domande le fanno sempre in Italia, ma qui ci sono le risposte, e conti cifrati e conti di politici non ci sono. Noi abbiamo fin dall’inizio voluto fargli capire e vedere, ma anche quando gli abbiamo portato tutti i tabulati, chiedendogli di guardare, di farci domande, di fare chiarezza, Gotti non ha mai voluto neanche visionarli. Ma ripeteva lo stesso “non voglio sapere, meglio non sapere”.”
Ettore Gotti Tedeschi aveva affidato il memoriale alla sua segretaria. Il documento doveva essere consegnato a tre persone, tra le quali c’era anche il Pontefice, se fosse successo qualcosa a Gotti Tedeschi, come da lui richiesto espressamente. In questo memoriale si fanno dei nomi, relativi a personaggi di rilievo ai quali erano intestati dei conti in banca. Si tratta di faccendieri, costruttori, politici, funzionari dello Stato, probabili prestanome della criminalità. Quando Gotti Tedeschi ha chiesto delucidazioni su questi casi avrebbe incontrato, secondo il memoriale, delle forti resistenze.
E tra i nomi che vengono fatti per quanto riguarda i suoi principali nemici ci sono Paolo Cipriani, direttore generale proprio dello Ior, e Marco Simeon, direttore di Rai Vaticano e responsabile delle relazioni istituzionali e internazionali alla Rai.
P2, P3, tangenti, Protezione Civile, San Raffaele, P4, interessi immobiliari.
Sono tutte delle parole legate in qualche modo ai misteri del Vaticano, che riaffiorano in seguito allo scandalo di questi ultimi giorni, relativo innanzi tutto alla questione dello Ior e poi anche al “corvo” che ha trafugato dei documenti riservati per farli uscire all’esterno dello Stato della Chiesa. Ripercorrendo le vicende, anche non troppo antiche, relative all’Italia e ai misteri del Vaticano, viene giustamente da chiedersi, come fa don Paolo Farinella, perché “il Vaticano appoggia sempre i corrotti, i corruttori, i ladri e i manipolatori di coscienze?“.
Don Farinella si chiede anche come mai la Chiesa preferisce affidarsi a “Gianni Letta, coordinatore della rete di corruttela“. Poteri, affari e misteri si intrecciano in giri anche abbastanza contorti, che fanno venire alla luce perfino inquietanti giri di prostituzione maschile.
I magistrati riuscirono ad intercettare una telefonata con la quale il corista del Vaticano parlava con Angelo Balducci, procurandogli la “merce” tra i seminaristi: “Angelo, non ti dico altro: è alto due metri per 97 chili, 33 anni, completamente attivo“, “Ho un tedesco appena arrivato o vuoi stare col norvegese?“.
Non solo. Il Vaticano è collegato a don Piero Vergari, il priore della Basilica di Sant’Apollinare, fra gli indagati per il sequestro di Emanuela Orlandi, e a don Evaldo Biasini, gestore della cassaforte nera di Balducci e Anemone.
Ma nell’elenco potremmo aggiungere anche gli appalti del G8 della Maddalena o la corruzione di Finmeccanica. E delle voci parlano anche di una proposta, effettuata dalla seconda autorità dopo il Papa al Governo Monti, di assegnare la carica di sottosegretario ad un giovanotto che conosceva da tempo.
Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior (Istituto Opere Religiose), ha lasciato la presidenza dell’organismo. La decisione è arrivata dopo il voto di sfiducia ottenuto all’unanimità dall’assemblea dei votanti. Il motivo è relativo al fatto che il Presidente non avrebbe “svolto varie funzioni di primaria importanza per il suo ufficio“. La Santa Sede ha comunicato la novità nella sala stampa, dopo la riunione del Consiglio di Sovrintendenza dell’Istituto, riunito in sessione ordinaria.
Una nota del Consiglio spiega: “I membri del Consiglio sono rattristati per gli avvenimenti che hanno condotto al voto di sfiducia, ma considerano che quest’azione sia importante per mantenere la vitalità dell’Istituto. Il Consiglio adesso guarda avanti, al processo di ricerca di un nuovo ed eccellente Presidente, che aiuterà l’Istituto a ripristinare efficaci ed ampie relazioni fra l’Istituto e la comunità finanziaria, basate sul mutuo rispetto di standards bancari internazionalmente accettati“.
Attualmente il nuovo presidente è Ronald Hermann Schmitz, fino a ieri vicepresidente dell’Istituto. Gotti Tedeschi però si difende dalle accuse mosse nei suoi confronti, con delle dichiarazioni ben precise: “Sono dibattuto tra l’ansia di spiegare la verità e il non voler turbare il Santo Padre“.
Gotti Tedeschi poi ha continuato: “Il mio amore per il Papa prevale anche sulla difesa della mia reputazione vilmente messa in discussione“. In pratica il banchiere cattolico non vuole spiegare quelle che ritiene siano le reali motivazioni della sfiducia nei suoi confronti, perché il Papa potrebbe rimanere turbato.
Si tratta anche di un modo per far capire chiaramente che Benedetto XVI non è intervenuto sulla questione e quindi non è responsabile della rottura con il Consiglio. Quel che è certo è che non ci sono stati rapporti di stretta amicizia tra Gotti Tedeschi e diverse persone, come il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone.
Non si sanno le reali cause, ma potrebbero aver influito le lettere di Gotti Tedeschi pubblicate sul libro “Sua Santità” di Gianluigi Nuzzi o anche la scelta di non rilanciare nell’asta per la rilevazione dell’ospedale San Raffaele.