Con una pioggia di missili è scattata nella notte l'offensiva iraniana contro le forze Usa in Iraq, in risposta all'uccisione del generale Qassem Soleimani. "L'Iran ha lanciato più di una dozzina di missili balistici contro le forze militari statunitensi e di coalizione in Iraq" ha comunicato il Pentagono. I missili "hanno preso di mira almeno due basi militari irachene che ospitano il personale militare degli Stati Uniti e della coalizione ad Al-Assad e Irbil".
LE BASI COLPITE - Le basi americane in Iraq, a quanto apprende l’Adnkronos da fonti di intelligence, sarebbero state colpite da una quindicina di missili. In particolare, due o tre sarebbero caduti sulla base di Taji, a nord di Baghdad, 13 sulla base aerea di Al-Assad, a ovest della capitale, mentre uno sarebbe caduto a 30 chilometri a nord di Erbil. Il personale militare resta ancora in allarme nei bunker.
Secondo quanto riporta la televisione di Stato irachena, due missili iraniani sono atterrati nel villaggio di Sidan, nella provincia settentrionale di Erbil, e un terzo ha colpito il distretto di Bardah Rashsh nella vicina provincia di Dohuk. Sidan si trova a circa 16 chilometri a nordovest della città di Erbil, mentre Bardah Rashsh è a 47 chilometri a nordovest. L'esercito di Baghdad ha spiegato che sono cinque i missili sparati verso la base militare di Erbil dove si trovano le forze della coalizione militare a guida Usa.
MILITARI ITALIANI AL SICURO - I militari italiani in Iraq, a Baghdad e a Erbil, "sono tutti al sicuro". Lo dicono all’Adnkronos fonti nella capitale irachena. I militari italiani, presenti tra le forze nella base di Erbil, sono rimasti illesi. "Nessun militare italiano è rimasto coinvolto e i mezzi e le infrastrutture in uso al contingente militare italiano non hanno subito danni" ha confermato lo Stato Maggiore della Difesa. "Al momento dell’attacco sono state messe in atto tutte le procedure di contingenza tese alla salvaguardia della sicurezza del contingente dislocato nell’area di Erbil", ha spiegato lo Stato Maggiore della Difesa.
Dopo il raid Usa in Iraq che ha provocato la morte del generale iraniano Qassem Soleimani, erano state innalzate le misure di sicurezza per le forze impegnate nella coalizione internazionale. Proprio in questa ottica ieri era avvenuta una parziale ridislocazione dei militari italiani al di fuori di Baghdad.
PASDARAN: UCCISI 80 MILITARI USA - Secondo la televisione iraniana gli attacchi hanno provocato 80 morti. Stando all'emittente di Teheran sono stati lanciati 15 missili e nessun missile è stato intercettato. La tv ha parlato di "80 terroristi americani" che sono stati uccisi. Ottanta morti tra i militari americani, il bilancio secondo i Guardiani della Rivoluzione iraniana (i Pasdaran). ''Sono stati identificati almeno 140 obiettivi statunitensi e dei loro alleati nella regione. E se gli americani commetteranno un altro errore, queste posizioni saranno attaccate'', ha detto un alto responsabile dei Pasdaran citato dalle agenzia di stampa iraniane. La fonte ha quindi aggiunto che l'attacco ha provocato gravi danni ai droni e agli elicotteri degli Stati Uniti.
Nel corso dell'attacco missilistico, riferisce l'agenzia di stampa Irna citando proprie fonti 'ben informate', alcuni caccia americani sarebbero stati colpiti a terra. L'attacco ha mostrato solo ''una minima parte delle capacità delle forze armate'' dell'Iran, ha dichiarato all'agenzia di stampa Irna il capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane, il generale Mohammad Hossein Baqeri. ''La risposta iraniana a qualsiasi cattiveria commessa dagli Stati Uniti sarà ancora più forte e più violenta'', ha aggiunto.
L'ufficio del primo ministro iracheno ha reso noto che nessun militare iracheno è rimasto colpito, precisando che il lancio di missili è iniziato all'una e 45 di notte ed è durato 30 minuti. Il governo regionale del Kurdistan iracheno in una nota ha confermato che non si sono registrate vittime, né danni materiali nell'attacco contro la base militare di Erbil. Anche canadesi, svedesi, norvegesi e francesi hanno annunciato di non aver registrato vittime negli attacchi.
AMBASCIATORE USA IN ISRAELE: STIME POSITIVE DOPO ATTACCHI - "Le prime stime sono positive e noi preghiamo che questi rapporti siano veri" ha dichiarato, secondo quanto si legge sul sito del Guardian, l'ambasciatore Usa in Israele, David Friedman, riguardo all'assenza di vittime americane. Subito dopo gli attacchi, fonti americane hanno detto alla Cnn che non vi sono state vittime americane perché i missili hanno colpito aeree dove non vi erano militari Usa che avevano avuto il tempo di mettersi al riparo nei bunker.
TRUMP - "Va tutto bene! - ha twittato il presidente americano Donald Trump dopo il raid iraniano - In corso valutazione dei danni e delle vittime. Fin qui tutto bene! Abbiamo di gran lunga le truppe più forti e meglio equipaggiate al mondo! Farò una dichiarazione in mattinata".
Il segretario di Stato Mike Pompeo ha parlato con il primo ministro del governo regionale del Kurdistan, Masrour Barzani, subito dopo gli attacchi missilistici iraniani. Lo ha reso noto la portavoce del dipartimento di Stato, Morgan Ortagus. "Il segretario e il primo ministro Barzani hanno deciso di stare in stretto contatto mentre evolve la situazione", ha dichiarato la portavoce. Anche Barzani ha reso noto su Twitter che con Pompeo hanno "convenuto sull'importanza di abbassare le tensioni in Iraq attraverso la moderazione e il dialogo".
IRAN - "Noi non vogliamo l'escalation verso la guerra, ma ci difenderemo contro l'aggressione" ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, che ha definito l'attacco missilistico contro le basi Usa in Iraq una "misura proporzionata di autodifesa".
ROHANI - Se gli Stati Uniti hanno ''tagliano la mano'' al generale Qassem Soleimani, l'Iran risponderà tagliando loro ''le gambe'' ha dichiarato il presidente iraniano Hassan Rohani commentando il lancio di missili. Lo riporta l'agenzia di stampa Fars.
KHAMENEI - E' ''riuscito l'attacco'' sferrato dai Guardiani della Rivoluzione iraniana (Pasdaran) contro le basi militari americane in Iraq. Lo ha affermato la Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, nel discorso di commemorazione della protesta del 1978 di Qom trasmesso in diretta. ''La presenza degli americani nella regione deve finire - ha detto Ali Khamenei - Gli americani diffondono distruzione e corruzione nella regione e per questo motivo la loro presenza deve finire''.
Con l'attacco alle basi militari americane in Iraq, l'Iran ha dato ''uno schiaffo in faccia'' agli Stati Uniti, ha scandito l'ayatollah. ''La notte scorsa, li abbiamo schiaffeggiati'', ''quando si arriva a un confronto, l'azione militare di questo tipo non è sufficiente'', ha aggiunto. Di fronte alla folla che scandiva lo slogan "morte all'America" Khamenei ha affermato che il "martirio" di Qassem Soleimani "mostra che la rivoluzione è viva". "Il generale Soleimani era un uomo che usava la logica nella sua azione ed era prudente non sul campo di battaglia ma nell'area della politica - ha continuato - alcuni sono coraggiosi ma non saggi e prudenti abbastanza come il generale Soleimani nel mostrare il loro coraggio".
KUWAIT - Intanto, dopo l’attacco iraniano, in tutte le basi e le sedi diplomatiche in Kuwait è stato innalzato il livello di allarme e sono state messe in stato di allerta le batterie di Patriot antimissile per possibili attacchi con droni o di gruppi armati proveniente dall’Iraq. Lo dicono all’Adnkronos fonti di intelligence, che al momento definiscono stabile la situazione.
NETANYAHU - "Chiunque dovesse attaccarci riceverebbe una risposta ancora più dura" ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu. "Manteniamo forza e determinazione", ha aggiunto Netanyahu in un discorso a Gerusalemme ripreso dai media locali. "L'America non ha amico migliore di Israele - ha detto ancora - E Israele non ha amico migliore degli Stati Uniti".