A Salvini non fregava nulla dell’Emilia-Romagna. Voleva solo usarla per prendersi Roma. Lo ha ammesso lui stesso. Vittoria e poi a casa il governo Conte. Ed invece a casa ci torna lui, a citofonarsi sta fava. Pur di vincere Salvini ha battuto la pianura padana palmo a palmo riducendo la Borgonzoni ad una triste comparsa e quella regione ad uno zerbino verso la sua ascesa personale. Si è trasferito lungo le rive del Po e si è messo ad annusare prosciutti e salami e a sciacallare sullo scibile pur di raccattare qualche voto. La solita caciara, settimane buttate via a zonzo a sparar minchiate. La sua specialità. La sua vita. Arroganza, superficialità, volgarità. Salvini era sicuro di vincere anche questa volta. Sicurissimo. Ed invece incassa una sonora sconfitta che politicamente vale doppio. L’Emilia-Romagna dimostra che la deriva politica e culturale del salvinismo si può ancora fermare. Con serietà e sobrietà. Quella che doveva essere l’ennesimo colpo di mano, potrebbe rivelarsi l’inizio del suo declino. Quando i cittadini vanno a votare, il sovranismo nero è minoranza nel paese. L’Italia è molto meglio di Salvini, non è così retrograda e becera. È solo sfiduciata e sfiancata da decenni di malapolitica e di crisi. È solo stanca ed ha smesso di combattere permettendo all’ennesimo clown di farsi largo. Il giorno dopo i vincitori fanno a gara ad attestarsi la vittoria e celebrare il solito funerale al Movimento, ma se ha vinto Bonaccini è perché ha governato bene, è una persona capace e rispettabile e l’unico candidato che potesse spuntarla. Gli elettori usano la testa e le elezioni politiche sono tutt’altro film. Nemmeno Salvini lo ha capito. La sua presenza in Emilia-Romagna si è rivelata un boomerang, ha compattato i suoi oppositori e convinto molti cittadini a reagire. Altro segnale di appannamento di una leadership che dopo le sbornie estive di mojito sembra aver perso irrimediabilmente lucidità e smalto. Non solo penose gaffe, ma anche il retrogusto di uno spot venuto a noia. Ma inutile illudersi. Salvini ci riproverà e anche presto. Vuole il potere e lo vuole subito. Prima che scemi l’isterismo di massa che lo ha portato a percentuali elettorali impressionanti. Prima che gli italiani capiscano che bluff di uomo sia e gli facciano fare la fine del suo fratello-gemello Renzi. Quella del virus stagionale. Prima che gli italiani capiscano che non si scherza non certe derive ultraconservatrici. Dopo la vittoria emiliano romagnola e con tre anni di governo davanti, per Salvini sarà più difficile farcela. Dipenderà tutto dal rilancio dell’azione del governo Conte e anche dal rilancio di tutti coloro che si oppongono al sovranismo nero e alla deriva politica e culturale che rappresenta. Salvini era sicuro di vincere in Emilia-Romagna. Sicurissimo. Ed invece se ne torna a casa a citofonarsi sta fava. Driiiing. Casa Salvini? Lo spacciatore di paure e di minchiate?
https://infosannio.wordpress.com/2020/01/27/citofonati-sta-fava/