L'Italia deiValori ha presentato, in una conferenza stampa alla Camera dei deputati, la sua contromanovra economica. Un piano da 40 miliardi, ha detto il presidente del partito Antonio Di Pietro, “necessario” e pensato per rimettere a posto i conti pubblici. Ce lo chiede l’Europa, ma ancor prima “la matematica”.
Una manovra, quella illustrata da Di Pietro, che prevede l'azzeramento del deficit italiano entro il 2014 ma supportata con una crescente riduzione dei carichi fiscali concepiti per equilibrare i tagli.
La proposta dell’Italia dei valori, si concentra su tre settori di intervento per ridurre la spesa delle pubbliche amministrazioni e per recuperare i finanziamenti necessari al fine di ridurre il carico fiscale che grave sulle imprese e, soprattutto, sulle famiglie. Primo, la riduzione dei costi della politica; secondo, la riduzione delle spese ordinarie della pubblica amministrazione; terzo, le misure fiscali.
Interventi decisi ed efficaci, quelli dell’Idv, studiati per non far pesare tutto lo sforzo sulle solite categorie di cittadini. Ovvero dipendenti, pensionati, famiglie numerose.
Obiettivo, l'azzeramento del deficit con una scala di importi che va dai 20mld nel 2012 ai 26 per il 2013, 40mld per il 2014 e altrettanti nel 2015. La riduzione dei carichi fiscali su imprese e famiglie è prevista in 8.285 milioni per il 2012, 12.274 per il 2013, 13.204 per il 2014 e 18.054 per il 2015.
Secondo il piano dell’Italia dei valori, queste somme dovranno essere utilizzate in due direzioni: 1) sopprimere dall'imponibile Irap il costo del lavoro; 2) introdurre il 'fattore famiglia' per elevare la No tax area per i contribuenti che hanno coniuge e figli a carico, prevedendo inoltre un incremento degli assegni familiari per i contribuenti con carichi familiari ma fiscalmente incapienti.
Tra le misure per la riduzione dei costi della politica, l'eliminazione del vitalizio per i parlamentari nazionali e regionali, il dimezzamento del numero dei parlamentari, l'eliminazione dei rimborsi parlamentari ai partiti, eliminazione dei contributi all'editoria, abolizione delle province, riduzione delle auto blu e dei voli di stato.
Per la riduzione della spesa della pubblica amministrazione, il piano Idv prevede, la razionalizzazione della spesa sanitaria, la soppressione dei finanziamenti per il ponte sullo stretto di Messina, la riduzione delle spese militari e delle missioni all’estero, la riduzione delle spese per i sistemi d'arma.
Sul fronte delle tasse, la manovra si concentra anzitutto su un deciso contrasto all'evasione fiscale e all’elusione: nuovo redditometro, sanatoria per gli immigrati, tassazione del 20% per le rendite finanziare (esclusi i titolo di Stato), riduzione della deducibilità per le banche, aumento dei canoni di concessione, aliquota unica per il prelievo erariale unico (Preu) pari al 15%, riduzione delle agevolazioni fiscali con l'esclusione di quelle relative a casa, famiglia, lavoro e pensioni.
La manovra Idv non trascura le liberalizzazioni, prevedendo un piano che si ispira alla relazione annuale svolta dal presidente antitrust Catricalà. Auspicando, in sostanza, liberalizzazioni nel campo degli ordini professionali, dei servizi postali, fino all’apertura del trasporto ferroviario passeggeri, alle gestioni autostradali e servizi aeroportuali, ai servizi bancari e finanziari.
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