Drammatica lettera dell'ex imprenditore Luigi Orsino:
lo Stato tradisce le vittime della camorra, la faccio finita.
Luigi Orsino
NAPOLI - «Davanti all’ultimo insulto mi cospargerò di benzina e mi darò fuoco». La minaccia di Luigi Orsino va purtroppo presa molto seriamente. L'ex imprenditore che si dice «tradito dallo Stato» dopo aver denunciato la camorra, domani, mercoledì 29, verrà sfrattato dalla sua abitazione di viale delle Acacie a San Sebastiano al Vesuvio. L'insano proposito di farla finita è affidato ad una lettera. Si legge: «Cari amici, purtroppo devo dire che la burocrazia di questo Stato malato ha deciso di recarmi l’estrema offesa. Domani (mercoledì 29, ndr) alle ore 9 l’ufficiale giudiziario accompagnato dalla forza pubblica mi getterà in strada. Non avendo dove andare - prosegue - e non avendo disponibilità economiche dovrò restare per strada».
PIGNORAMENTO - Orsino fa riferimento al corto circuito burocratico in base al quale non essendosi ancora chiuse le indagini sul suo caso, in atto da circa due anni, ora si procede al pignoramento della casa, più volte rimandato nel corso degli ultimi mesi. Immobile che sarà messo all'asta per debiti che Orsino non riesce a ripianare dopo il dissanguamento del patrimonio causato proprio - racconta - dalle richieste estorsive.
CONTO ALLA ROVESCIA - La missiva innesca un disperato conto alla rovescia fino all'arrivo dell'ufficiale giudiziario, domattina. Si conclude così: «Si sequestrano i beni dei camorristi non quelli delle vittime che a rischio della vita hanno denunciato i malavitosi. Siete tutti invitati ad assistere alla mia fine, senza nuocere a nessuno se non a me stesso, davanti all’ultimo insulto mi cospargerò di benzina e mi darò fuoco».
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