Ecco perché erano tutti d’accordo, ecco perché dentro questa finanziaria c’è qualcosa che rende coesa la maggioranza e mette fine addirittura alla proverbiale arroganza di Tremonti. Nelle ultime venti pagine della bozza della manovra economica, che il consiglio dei ministri si appresta ad approvare entro giovedì, c’è qualcosa di molto caro al Caimano: il processo breve. Ovvero la legge che cancella non solo la maggior parte dei processi del presidente del Consiglio, ma anche altri 100 mila, secondo i dati di Csm e Anm dei mesi scorsi.
Nella bozza, che ricalca la norma ad personam già approvata dal Senato e alla Camera in attesa di ultima lettura, c’è scritto che il count down per evitare l’annullamento dei processi scatta dalla richiesta di rinvio a giudizio. I dibattimenti, nella stragrande maggioranza dei casi, devono durare, in ciascuno grado, due anni. Ma, tra le pieghe della manovra economica è inserito anche un nuovo cavillo a cui probabilmente hanno contribuito gli avvocati di Silvio Berlusconi. In caso di provvedimenti giudiziari che, secondo una parte coinvolta, sono frutto di violazioni, o in caso di ritardo nella conclusione di un processo, è previsto un indennizzo pagato dal ministero competente (Giustizia, Difesa, Economia). C’ è anche una precisa scansione: “Per ciascun giorno di ritardo è liquidato un indennizzo di euro 2,50, che può essere equitativamente ridotto fino a euro 2,00 o elevato fino a euro 3,00; l’indennizzo può essere ridotto fino a euro 0,50 quando il procedimento cui l’istanza di equa riparazione si riferisce è stato definito con il rigetto delle richieste del ricorrente, ovvero quando ne è evidente l’infondatezza”. La questione economica, legata alla giustizia, è stata inserita per rendere organica una legge (il processo breve) incompatibile con un provvedimento finanziario. Ma il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, firmerà una manovra che contiene una furbata nella furbata?
Nella bozza, che ricalca la norma ad personam già approvata dal Senato e alla Camera in attesa di ultima lettura, c’è scritto che il count down per evitare l’annullamento dei processi scatta dalla richiesta di rinvio a giudizio. I dibattimenti, nella stragrande maggioranza dei casi, devono durare, in ciascuno grado, due anni. Ma, tra le pieghe della manovra economica è inserito anche un nuovo cavillo a cui probabilmente hanno contribuito gli avvocati di Silvio Berlusconi. In caso di provvedimenti giudiziari che, secondo una parte coinvolta, sono frutto di violazioni, o in caso di ritardo nella conclusione di un processo, è previsto un indennizzo pagato dal ministero competente (Giustizia, Difesa, Economia). C’ è anche una precisa scansione: “Per ciascun giorno di ritardo è liquidato un indennizzo di euro 2,50, che può essere equitativamente ridotto fino a euro 2,00 o elevato fino a euro 3,00; l’indennizzo può essere ridotto fino a euro 0,50 quando il procedimento cui l’istanza di equa riparazione si riferisce è stato definito con il rigetto delle richieste del ricorrente, ovvero quando ne è evidente l’infondatezza”. La questione economica, legata alla giustizia, è stata inserita per rendere organica una legge (il processo breve) incompatibile con un provvedimento finanziario. Ma il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, firmerà una manovra che contiene una furbata nella furbata?
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