In carcere per bancarotta un assessore di Cuorgnè, Giovanni Jaria, e due avvocati
La Stampa, 23.02.1979
Dietro i raggiri della falsa cooperativa l'ombra del delitto di Vauda Canavese?
La Stampa, 03.05.1980
La cooperativa-truffa a Borgaro Rinviate a giudizio 11 persone
La Stampa, 18.12.1993
«On. Borghezio, lasci l'Antimafia»
La Stampa, 22.02.1979
In carcere per bancarotta un assessore di Cuorgnè, Giovanni Jaria, e due avvocati
(…) Esaminando i libri contabili della fallita cooperativa «Aurora» sarebbe emerso che un «buco» di 90 milioni avrebbe avuto la copertura fasulla di fatture emesse dallo Jaria, o meglio dall'impresa «Ice» di cui Jaria era amministratore. Perché? L' Ammassari, factotum della «Aurora», con quelle fatture fittizie avrebbe dimostrato ai soci che la contabilità societaria era perfetta e che i lavori sarebbero cominciati presto. Tanto è vero che sarebbe riuscito grazie a quelle «credenziali» a far versare altre somme ai soci, soldi finiti poi non si sa bene dove. L'«operazione fatture» sarebbe un'iniziativa dell'Ammassari, conclusa con l'aiuto degli avvocati Borghezio e Frullano che gli avrebbero presentato Giovanni Jaria.
CNEL – Osservatorio socio-economico sulla criminalita, L’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia di alcune regioni del Nord Italia, 23 febbraio 2010
(…) Si può cominciare da Cuorgnè, in provincia di Ivrea,che è un esempio di come sia stato possibile realizzare un determinato inserimento in quelle realtà. Protagonista della vicenda fu Giovanni Iaria che protestò sempre la sua innocenza di fronte alle accuse dei magistrati che in tempi diversi s’occuparono di lui. Era amico di Mario Mesiani Mazzacuva, capobastone di Bova che aveva interessi economici nel canavese e in Val d’Aosta, e di un altro mafioso di spicco della ‘ndrangheta di quegli anni originario di Marina di Gioiosa Jonica e operante a Torino, Francesco Mazzaferro. Quando verrà battezzata la figlia di costui, Iaria era presente, anche se dirà di aver partecipato a quel battesimo per l’amicizia che lo legava al cantante Mino Reitano ingaggiato per allietare la festa. Iaria era un imprenditore edile. Sui suoi cantieri, a quanto pare, lavoravano “pregiudicati calabresi” che avevano ottenuto il beneficio della semilibertà “grazie a richieste nominative di imprese legate a Iaria”. Insieme ad un altro socio aveva il controllo della manodopera locale di origine calabrese e con essa riusciva ad inserirsi in vari lavori. E’ significativo il fatto che un grosso imprenditore di Cuorgnè “quando aveva bisogno di manodopera si rivolgeva allo Iaria” e questi, d’altra parte, “era in grado di praticare prezzi enormemente vantaggiosi rispetto a quelli che potevano praticare altre ditte esecutrici dei lavori”. Il che può spiegarsi solo con il fatto che Iaria “disponeva di manodopera meno costosa e, cioè, sottopagata o in ‘nero’”. Giovanni Iaria cominciò a tessere relazioni con vari ambienti. Non sorprende allora trovarlo in rapporto “con quei personaggi che rappresentavano le istituzioni la cui frequentazione è in grado di conferire prestigio ed immagine e, al tempo stesso, aggiungere potere”. Il rapporto con il procuratore della Repubblica di Ivrea costò caro al magistrato che si dimise dall’ordine giudiziario. Né può sorprendere il fatto che lo stesso Iaria si sia dato attivamente a fare politica: “Già nel 1975 era in grado di controllare una buona fetta dei voti degli immigrati”, 500 a suo dire. Con quei voti fu eletto consigliere comunale di Cuorgnè e divenne subito assessore. (…)
http://piste.blogspot.com/2011/01/mario-borghezio-quello-che-wikipedia-il_22.html
E da wikipedia:
L'11 luglio 1976 viene fermato dalle autorità a Ponte San Luigi, valico di confine nei pressi di Ventimiglia, e trovato in possesso di una cartolina firmata "Ordine Nuovo" ed indirizzata "al bastardo Luciano Violante" (magistrato allora impegnato in inchieste contro l'eversione di matrice neofascista). Il testo del messaggio, accompagnato da alcune svastiche e da un "Viva Hitler", era il seguente: "1, 10, 100, 1000 Occorsio". Vittorio Occorsio, anch'egli giudice protagonista della lotta contro il terrorismo nero, era stato ucciso appena due giorni prima in un agguato.[4]
Nel 1979 nel corso delle indagini per "truffe e strane operazioni finanziarie che hanno per sfondo la fantomatica cooperativa «Aurora» di Borgaro...il giudice istruttore Accordon ha emesso sei mandati di cattura eseguiti dai carabinieri del reparto operativo, tra i quali Mario Borghezio". «La Stampa 22 febbraio 1979»
Nel 1993 è stato condannato a pagare una multa di 750.000 lire per violenza privata su un minore in relazione ad un episodio risalente al 1991, quando aveva trattenuto per un braccio un venditore ambulante marocchino di 12 anni, illegalmente in Italia, per consegnarlo ai carabinieri.[5]
Nel 1998 fonda insieme a Max Bastoni, Omar Tonani ed Enrico Pau i Volontari Verdi, associazione vicina alla Lega Nord passata alla storia per le famosissime ronde, che presero il via proprio da quella fondazione.
Il 1º luglio 2000, al termine di una fiaccolata antidroga del «Coordinamento Piemonte dei volontari verdi», Borghezio viene ritenuto responsabile insieme ad altri sette leghisti dell'incendio scoppiato presso i pagliericci di alcuni immigrati che dormivano sotto il ponte Principessa Clotilde a Torino. Per questo gesto verrà rinviato a giudizio e condannato in via definitiva dalla Cassazione nel luglio 2005a due mesi e venti giorni di reclusione, commutati poi in una multa di 3.040 euro per concorso nel reato di danneggiamento seguito da incendio[6][7][8][9]. Secondo quanto riferito dallo stesso Borghezio l'incendio sarebbe stato invece causato accidentalmente da una torcia caduta di mano ad un militante leghista durante la ronda.[10]
Il 19 gennaio 2001 è stato aggredito su un tram in centro a Torino e colpito da uno sconosciuto, che poi è fuggito a piedi[11].
Nel luglio del 2005, durante un intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi al Parlamento Europeo si è reso protagonista, insieme ad altri parlamentari della Lega Nord, di una vivace contestazione contro l'introduzione dell'euro, da lui considerata colpevole dello stato di crisi dell'economia italiana. Per questo motivo è stato fatto allontanare dall'aula[12].
La sera del 17 dicembre del 2005 balza alle cronache per un pestaggio subìto in treno sulla tratta Torino-Milano. Riconosciuto il parlamentare europeo in uno scompartimento, un gruppo di no-global[13]lo ha raggiunto e ha iniziato a percuoterlo minacciando di gettarlo dal treno in corsa. La tragedia è stata evitata dall'intervento di due agenti in borghese della Polizia Ferroviaria che nello scontro hanno riportato gravi contusioni.[14] Il referto medico per l'esponente leghista, emesso al momento del ricovero all'ospedale di Chivasso, riportava di una "frattura ossea nasale e trauma cervicale distrattivo" con trenta giorni di prognosi. Borghezio e i no-global avevano preso parte a due distinte manifestazioni NO-TAV in Val di Susa. I Carabinieri avevano sconsigliato in precedenza a Borghezio di salire su quel treno, considerandolo, vista la situazione, poco sicuro[2][15][16].
A febbraio 2006 la situazione si ripete a Livorno, dove Borghezio stava tenendo un comizio organizzato dalla Lega Nord Toscana; fuori dalla sala civica si raccoglie una manifestazione di un centinaio dino global e di frange estremiste degli ultrà livornesi, dispersa dalla forze dell'ordine[2][17].
Il giorno 11 settembre 2007, 6º anniversario dell'attentato alle Torri Gemelle, l'eurodeputato leghista è stato fermato dalla polizia prima di una manifestazione contro l'islamizzazione dell'Europa aBruxelles. Borghezio racconta di essere stato malmenato, prima di essere fermato insieme a un'altra ventina di persone. In realtà i fermati sono oltre 150, compresi il leghista, il leader e il presidente del partito fiammingo di estrema destra, il Vlaams Belang, Filip Dewinter e Frank Vanhecke. Tutti i fermati sono stati caricati su furgoni con i vetri oscurati e portati al Palazzo di Giustizia. Poco dopo le 18 Borghezio ha lasciato il palazzo di giustizia di Bruxelles. La manifestazione anti-Islam era stata vietata dal comune di Bruxelles, nonostante ciò gli organizzatori (riuniti dalla sigla Stop the islamization of Europe) avevano annunciato che l'avrebbero comunque attuata.[18] Il 21 marzo 2008 ha partecipato al "Congresso contro l'islamizzazione" a Colonia indetto dal movimento locale di destra Pro Köln. Il sindaco di Colonia, Fritz Schramm, definì i manifestanti dei non benvenuti "facinorosi camuffati da benpensanti, razzisti in abiti civili". La polizia tedesca sciolse la manifestazione per ragioni di ordine pubblico, trascinado via a forza Borghezio dal palco. Roberto Calderoli e Roberto Castelli presero le distanze sostenendo che la partecipazione di Borghezio era avvenuta "a titolo personale".[19]
Nel 2009 è apparso in una videoinchiesta di Canal+ dal titolo Europe: ascenseur pour les fachos (Europa: ascensore per i fascisti). Invitato nella sua veste di parlamentare europeo della Lega Nord ad un «incontro di formazione» del movimento nizzardo identitario francese 'Nissa Rebela' (considerato di estrema destra dai media francesi[20]), lo si nota al termine del suo accorato intervento mentre si ferma a parlare con alcune persone dando loro dei consigli per conquistare il potere gradualmente, penetrando nelle istituzioni, senza però essere etichettati come fascisti. L'operatore riesce ad avvicinare Borghezio, che dice ad alcuni militanti:
« Bisogna rientrare nelle amministrazioni dei piccoli comuni. Dovete insistere molto sull'aspetto regionalista del movimento. Ci sono delle buone maniere per non essere etichettati come fascistinostalgici, ma come un nuovo movimento regionale, cattolico, eccetera, ma sotto sotto rimanere gli stessi. » | |
(Mario Borghezio) |
In Italia, il video non è stato notato dai media, salvo un comunicato stampa di Jacopo Venier (Comunisti Italiani)[21] e una citazione sul quotidiano l'Unità[22] e su La7[23]. Il video appare anche all'interno del sito dell'MpS di Nichi Vendola[24].
Il 27 maggio 2011, commentando l'arresto del generale serbo Ratko Mladić, accusato di genocidio e presunto responsabile del massacro di Srebrenica in cui persero la vita oltre 8.000 civili, ha dichiarato: "Non ho visto le prove, i patrioti sono patrioti e per me Mladić è un patriota. Quelle che gli rivolgono sono accuse politiche" [25].
Il 9 giugno 2011 viene malmenato dagli uomini della sicurezza della riunione del Gruppo Bilderberg a St. Moritz in Svizzera [26].
Borghezio, non invitato, voleva partecipare come uditore in veste di europarlamentare, ha perciò mostrato il suo tesserino ma è stato allontanato e trattenuto da guardie che si sono presentate come polizia elvetica. Non ha ricevuto assistenza medica di alcun tipo, hanno svolto un'accurata perquisizione della macchina dove viaggiava e delle sue carte. L'ambasciata italiana ha garantito per Mario Borghezio ma le autorità svizzere a tutela dello svolgimento della riunione hanno decretato l'allontanamento entro 6 ore dal suolo Svizzero per tutta la durata del meeting del gruppo Bilderberg[27].
http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Borghezio
Bell'esempio di personaggio istituzionale made in Lega padana.
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