Il mercato è il colpevole della crisi che sta travolgendo l’Occidente. L’Occidente però, invece di porsi il problema di come imbrigliare il mercato, e riformarlo, e imporgli delle regole, ha deciso di affidare al mercato la soluzione della crisi. Lo ha fatto prima sconfiggendo Obama negli Stati Uniti e poi estendendo a tutta l’Europa la sua idea paradossale, e cioè quella di affidare all’assassino le indagini sull’omicidio.
In Italia tutto questo si è tradotto in una iniziativa di esautoramento del governo e del parlamento e nel trasferimento della sovranità nazionale in sede europea (in sede di finanza europea). La nuova autorità ha deciso misure severissime di taglio del welfare, in particolare delle pensioni delle donne e dei meno ricchi, e di aiuti alle imprese. L’idea è quella di accentuare le diseguaglianze sociali e concentrare ulteriormente la ricchezza (fino a misure odiose come quella, un po’ nazista, di togliere le pensioni di reversibilità alla vedove senza reddito).
Poi si è andati un passo avanti: con la richiesta di abolire l’articolo 41 della Costituzione (quello che pone un limite alla sregolatezza dell’iniziativa privata) e di introdurre, sempre in Costituzione, un articolo che imponga il pareggio di Bilancio; si è deciso in questo modo di rendere stabile il “disarmo della politica”, togliendogli, definitivamente, ogni diritto di influenzare o disciplinare l’economia. L’obbligo del pareggio di Bilancio significa impedire alla politica di governare le risorse necessarie per la propria iniziativa sociale. Quindi escludere la politica dall’iniziativa sociale. E dunque porre fine al compromesso socialdemocratico sul quale, dopo la seconda guerra mondiale, era stata costruita l’Europa. La Costituzione perde tutto il suo spirito originario e diventa una specie di gabbia che certifica la sospensione della democrazia, o comunque il suo essere un fatto accessorio e non più indispensabile nel governo delle nostre società.
L’aspetto più drammatico di tutto questo è che il nostro centrosinistra brancola nel buio. In parte addirittura sembra soddisfatto di questa drastica svolta autoritaria e reazionaria, e speranzoso di poter essere chiamato a partecipare al governo di questa stretta, in sostituzione dei gruppi dirigenti “riottosi” del berlusconismo. Per ora, comunque, il comando è stato assegnato a una piccola lobby che ha sede in via Solferino. Il Corriere della Sera ha preso il posto del Parlamento ed esercita la sua nuova funzione – bisogna ammetterlo – con molta liberalità.
http://www.glialtrionline.it/home/2011/08/13/in-pasto-ai-cannibali-del-mercato/
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