sabato 13 agosto 2011

Non sono un'economista, ma...


Premetto di non essere un'economista, ma semplicemente una persona che ama ragionare con la propria testa.
E proprio perchè ragiono con la mia testa, in base all'esperienza vissuta e utilizzando la logica, mi sorge spontanea una domanda: la manovra varata dal governo che manovra è?
E' una manovra che cerca solo di recuperare e racimolare soldini e che non ha nulla a che fare con la tanto agognata crescita economica del paese.
Se si vuole far crescere un paese bisogna mettere soldi nelle tasche dei cittadini e dar loro la possibilità di spenderli per comprare ciò che viene prodotto.
Se si tolgono i soldi dalle tasche dei cittadini, ciò che viene prodotto resta invenduto, le fabbriche si fermano, il lavoro diminuisce, la crisi aumenta.
Che senso ha, allora, accorpare le festività alle domeniche? Noi non abbiamo, allo stato attuale, bisogno di aumentare le produzioni, abbiamo bisogno di venderle, di farle comprare per poi continuare a produrle.
E che senso ha legalizzare i licenziamenti? E con quali criteri?
Rendere legale un licenziamento è un'arma a doppio taglio; sappiamo, noi che abbiamo lavorato, quali criteri adottano i capi per premiare o per punire i lavoratori, non certo un criterio correlato alla meritocrazia, ma, piuttosto, alla simpatia o antipatia, alla raccomandazione, al servilismo.
Dobbiamo pensare, allora, che si vuole mandare tutto a puttane?
O dobbiamo pensare che il governo che ci amministra è composto da persone incapaci di pensare e di amministrare?
E se chi ci amministra è incapace, perchè continuare a tenerlo in carica senza ribellarci?
Ripeto, non sono un'econimista, ma seguendo la logica di amministratrice di una casa, di una famiglia, mi rendo conto che non è così come fa il governo che si amministra una nazione.

Cettina de Giosa.


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