giovedì 28 giugno 2012

Droga, trafficanti infiltrati in Mediaset Maxi operazione nella notte, 22 arresti. - Gianni Santucci



MILANO - L’albanese si presenta con mezzo chilo di cocaina e un kalashnikov modificato sul sedile della macchina, una Golf. Dice: «Sai, oggi è un po’ movimentata la zona». Succede in pieno giorno, periferia di Milano. L’acquirente è un grosso trafficante, arrestato nella notte tra mercoledì e 
Uno dei 22 arrestati (Fotogramma)Uno dei 22 arrestati (Fotogramma)
giovedì su ordine della Procura di Milano (pm Antonio Sangermano, ordinanza del Gip Fabrizio D’Arcangelo). Marco Damiolini, 35 anni: era lui che riforniva di droga tre dipendenti di Mediaset che si facevano consegnare la cocaina e in parte la spacciavano all’interno degli uffici di Cologno Monzese, bloccati insieme ad altre nove persone lo scorso novembre, nella prima tranche dell’inchiesta. Con i nuovi arresti (22), giovedì i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano sono risaliti al livello superiore dei trafficanti, gruppi in grado di importare a Milano quintali di droga.
Droga a Mediaset, l'operazione dei carabinieriDroga a Mediaset, l'operazione dei carabinieri     Droga a Mediaset, l'operazione dei carabinieri     Droga a Mediaset, l'operazione dei carabinieri     Droga a Mediaset, l'operazione dei carabinieri     Droga a Mediaset, l'operazione dei carabinieri
L'INTERCETTAZIONE - In una conversazione un capo rimprovera il suo braccio destro perché sta smerciando cocaina troppo pura. E l’altro si giustifica: “Ma non posso dargli neanche la merda a quelli di Mediaset... io lo so già come son fatti quelli... quelli mi portano via trenta grammi a botta…”. In un passo dell'ordinanza, Marco Damiolini parla con Raffaele Laudano: «Mò ti dico una cosa, guarda che Mediaset.... se ti blindano se la cantano. È normale. Lo rivelano... Non gli puoi neanche dare dell'infame. L'amico mio ha preso 12 anni di galera perché lavorava con Maurizio Costanzo. Davide Caffa, lui gli dava la barella... (cocaina) alla Barale, a Costanzo, ad ogni Buona Domenica... gli dava due etti e mezzo. gliela pagavano profumata proprio... è successo... e ha preso dodici anni». La Procura, in assenza di riscontri, non ha ritenuto di dover sentire i personaggi citati. E il pm Sangermano spiega: «Mediaset è completamente estranea alle indagini».
LA REPLICA DI COSTANZO - «Non so di cosa si stia parlando, le cose non mi riguardano in nessun modo, di tutte le persone citate conosco solo Paola Barale. Ancora una volta devo dire "un colpo del sole africano!"». Maurizio Costanzo smentisce così le frasi intercettate.
I CONTAINER - Le indagini hanno individuato un gruppo di ecuadoriani che ha fatto arrivare la cocaina via mare (su container), per via aerea (grazie a corrieri) e con spedizioni postali, recapitate direttamente in una pizzeria di via Gaudenzio Ferrari, vicino ai Navigli milanesi.
Tre dei trafficanti arrestati: da sinistra, Wilmer Alfonzo Aufiero, Marco Damiolini e Raffaele LaudaTre dei trafficanti arrestati: da sinistra, Wilmer Alfonzo Aufiero, Marco Damiolini e Raffaele Lauda
LE COSCHE - E poi i fornitori albanesi. Al centro della trama, il trafficante italiano che aveva una «fame» continua di cocaina: perché il mercato del capoluogo lombardo «assorbe» droga senza fine e allora Marco Damiolini è arrivato prima a mandare un suo corriere direttamente in Bolivia, e poi ha progettato di entrare «in società» con un finanziatore per acquistare alcuni chili di cocaina, per poi uccidere l’uomo e tenere per sé tutti i guadagni. E se qualcuno nella malavita avesse collegato l’episodio, la giustificazione (che il trafficante ha confidato a un suo complice) sarebbe stata: «Cosa ci posso fare io... se lo hanno ammazzato è colpa mia?». Se era un fornitore per ambienti della Tv e dello spettacolo (i vertici Mediaset sono sempre stati ignari, parte lesa), il trafficante ha parlato a lungo anche di affari con la ’ndrangheta: per i «paesani», diceva in un’intercettazione, «me ne prendo cinque, dieci chili a settimana». E poi spiegava la delicatezza degli affari: «Tu devi capire che i calabresi sono gente particolare. Loro ti dicono... "voglio pagarla a 36 e 5 per dire"... se tu gli fai 36 e 51, un centesimo... ti dice.... "no, non la voglio"... perché c’è quel centesimo in più».
CONTROLLI DOGANALI - Indagato anche un dipendente della Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi, che «nella sua qualità di... responsabile del "Reparto Security" dell’aeroporto di Linate... — come scrive il gip D’Arcangelo — si adoperava per garantire l’elusione dei controlli doganali sui bagagli in arrivo presso il suddetto scalo, all’interno dei quali era celata la sostanza stupefacente». Immediata la reazione di Sea: «In riferimento alle notizie di stampa, per le quali risulta che un dipendente di Sea, G.A., sarebbe indagato per un’operazione anti droga condotta oggi dai carabinieri, Sea ha provveduto immediatamente a sospendere a titolo cautelare il dipendente sollevandolo da qualsiasi incarico aziendale».

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