Lo scoop che non c'era
La telefonata di un informatore: "Ho roba per te...". Nasce così, nell'ottobre 2002, il caso del presunto traffico di uranio tra il Niger e l'Iraq che oggi imbarazza la Casa Bianca. Storia di una notizia che si è rivelata una bufala dopo un attento lavoro investigativo di verifica tra l'Italia e l'Africa
di Elisabetta Burba
24/7/2003
URL: http://archivio.panorama.it/home/articolo/idA020001020115
Venti milioni delle vecchie lire. Tanto valeva la patacca che sta facendo vacillare l'amministrazione Bush. Poco più di 10 mila euro: è la cifra richiesta a Panorama in cambio del dossier sul (falso) traffico di uranio dal Niger all'Iraq. Somma che il nostro giornale s'è ben guardato dallo sborsare... È una storia in cui i soldi non c'entrano proprio, quella dello scoop cestinato prima ancora di essere nato. Si svolge nell'ottobre 2002. In quei giorni mi trovo nei Balcani, per un'inchiesta sull'Uck. Dalla segreteria del giornale, mi chiamano sul cellulare: "Elisabetta, c'è una persona che ti sta cercando". Telefono. Mi risponde un'eco del passato. "Ti ricordi di me?". Certo che sì: grazie a quest'uomo a Epoca ho fatto due scoop internazionali. "Ho qualcosa per te..." dice. Coniugando frasi brevi con allusioni carbonare, mi presenta la sua merce: le prove che "l'amico coi baffi" ha acquisito uranio in un paese africano. Dice di avere le pezze d'appoggio: contratti, lettere, protocolli d'intesa... Tutti transitati dall'Ambasciata romana del paese. Ma qual è? Non vuole citarlo: riesco solo a scucirgli che è islamico. "Troppo bello per essere vero" penso mentre riattacco. Sono i giorni in cui gli Stati Uniti cercano disperatamente le prove che l'Iraq possiede armi di distruzioni di massa. Non solo. Tony Blair ha appena dichiarato che "l'Iraq ha cercato di procurarsi significativi quantitativi di uranio in Africa". E uranio, in un paese senza programma nucleare civile come l'Iraq, può significare solo armi nucleari. Ossia "pistola fumante", la prova provata della colpevolezza di Saddam Hussein. E mi arriva su un piatto d'argento? Se fosse invece una polpetta avvelenata?In redazione, vado da Giorgio Mulè, il vicedirettore che segue l'attualità. Gli racconto tutto. Rivelando anche il nome della fonte. Sorpresa: la conosce. Anche se per tutt'altri canali... (Giorgio è l'unica persona che, a tutt'oggi, sa chi è la mia fonte: per tutti gli altri è solo Mister Patacca). "Andiamo a vedere se c'è ciccia" mi dice. L'incontro avviene il 7 ottobre in un bar. A parte qualche capello grigio in più, è sempre lo stesso personaggio che mi ha sganciato uno scoop sui Balcani e una dritta sulle relazioni pericolose fra terrorismo e Islam. Elegante (quasi) come un lord, Mister Patacca non è riuscito a togliersi di dosso i modi popolani. Cosa che lo rende simpatico. Ci trasferiamo in un ristorante di sua scelta, al tempo stesso ruspante e pretenzioso. A tavola, tira fuori "la roba". Sono 17 pagine di documenti per lo più in francese tappezzati di timbri e ammonizioni: "Confidentiel", "Urgent", "Discrétion". "Vengono dall'ambasciata del Niger, a cui ho accesso attraverso una persona che vi lavora" spiega Mister Patacca. "Li ho scoperti mentre lavoravo su un'altra pista: la vendita di uranio alla Cina". È il Niger, dunque, il terzo produttore al mondo di uranio. Passiamo ai soldi. Vuole 10 mila euro a scatola chiusa. Io, categorica: "Prima verificare, poi pagare". E se le carte risultano false, non si paga. Un gentlemen's agreement che il mio informatore fa fatica a mandar giù, ma che accetta. Guardiamo i documenti. Il primo è datato 1 febbraio 1999. È una lettera dell'ambasciata irachena presso il Vaticano indirizzata all'ambasciata del Niger a Roma. E annuncia che "Sua Eccellenza Signor Wissam Al Zahawie, Ambasciatore della Repubblica dell'Iraq presso la Santa Sede si recherà alla capitale del Niger in qualità di Rappresentante di Sua Eccellenza Saddam Hussein". Però... Ma come mai è in italiano? "Gli iracheni parlano l'inglese, i nigerini il francese. L'italiano è la lingua franca" spiega Mister Patacca.
Continua nell'URL
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
mercoledì 6 maggio 2009
martedì 5 maggio 2009
conflitto d'interessi
E perchè non dire che qui da noi va tutto a rotoli perchè c'è solo una mente che ha le mani un po' su tutto?
GiornaliCalcio SportTelevisioni
se poi, a questa stessa persona consegnamo anche lo scettro del comando, la frittata è bell'è fatta.
I giornali scriveranno soltanto ciò che lui vuole che si dica, e non solo perchè sono di sua proprietà, ma soprattutto perchè è ipocritamente ritenuto disdicevole (scusa maldestra e stupida) scrivere fatti "sconvenienti" inerenti la sua "prestigiosa" persona, chi scrive, infatti, vuole solo mantenere il suo posto di lavoro, quindi accetta "supinamente" di fare la parte dello scribacchino di gossip, piuttosto che il giornalista.Per le televisioni succede la stessa cosa, chi sta dalla parte di chi comanda va avanti, si assicura un lavoro stabile e duraturo, ed anche, se molto accondiscendente, la possibilità di vincere la lotteria entrando a far parte esso stesso della casta della politica.
Il calcio? Io ritengo che il calcio italiano sia tra i più malati al mondo, perchè oltre agli interessi economici che girano intorno a questo mondo cancrenoso, ci sono le valutazioni arbitrali che mai si sognerebbero di ostacolare la squadra del presidente del consiglio! Anzi, il contrario!
Conflitto di interessi?
Io dico di si, ci sarebbero le leggi, se venissero applicate, ad imperdire che ciò accada.
Ma qui va tutto a rotoli, ed anche le leggi si fanno per superare gli ostacoli "ingombranti", imbastardendo, così, la giustizia.
Dopotutto siamo italiani, pizza e mandolino, restiamo e subiamo; forse perchè in passato abbiamo sprecato troppe energie a conquistare e civilizzare altri popoli; siamo un popolo stanco, avvilito, non amiamo più combattere: una "raccomandazione" e via, vita facile, senza pensieri, senza preoccupazione, senza responsabilità, basta una croce su un simbolo senza alcun significato!
Alla faccia dell'etica!!!!!!!
GiornaliCalcio SportTelevisioni
se poi, a questa stessa persona consegnamo anche lo scettro del comando, la frittata è bell'è fatta.
I giornali scriveranno soltanto ciò che lui vuole che si dica, e non solo perchè sono di sua proprietà, ma soprattutto perchè è ipocritamente ritenuto disdicevole (scusa maldestra e stupida) scrivere fatti "sconvenienti" inerenti la sua "prestigiosa" persona, chi scrive, infatti, vuole solo mantenere il suo posto di lavoro, quindi accetta "supinamente" di fare la parte dello scribacchino di gossip, piuttosto che il giornalista.Per le televisioni succede la stessa cosa, chi sta dalla parte di chi comanda va avanti, si assicura un lavoro stabile e duraturo, ed anche, se molto accondiscendente, la possibilità di vincere la lotteria entrando a far parte esso stesso della casta della politica.
Il calcio? Io ritengo che il calcio italiano sia tra i più malati al mondo, perchè oltre agli interessi economici che girano intorno a questo mondo cancrenoso, ci sono le valutazioni arbitrali che mai si sognerebbero di ostacolare la squadra del presidente del consiglio! Anzi, il contrario!
Conflitto di interessi?
Io dico di si, ci sarebbero le leggi, se venissero applicate, ad imperdire che ciò accada.
Ma qui va tutto a rotoli, ed anche le leggi si fanno per superare gli ostacoli "ingombranti", imbastardendo, così, la giustizia.
Dopotutto siamo italiani, pizza e mandolino, restiamo e subiamo; forse perchè in passato abbiamo sprecato troppe energie a conquistare e civilizzare altri popoli; siamo un popolo stanco, avvilito, non amiamo più combattere: una "raccomandazione" e via, vita facile, senza pensieri, senza preoccupazione, senza responsabilità, basta una croce su un simbolo senza alcun significato!
Alla faccia dell'etica!!!!!!!
domenica 3 maggio 2009
Appunti sull'anticomunismo.
Luigi Cipriani. Appunti sull'anticomunismo dal dopoguerra ad oggi.
GLADIO.LE DATE. Andreotti.
Il Sifar pose allo studio fin dal 1951 la realizzazione di una organizzazione clandestina di resistenza per uniformare e collegare in un'unico omogeneo contesto operativo e difensivo le strutture militari italiane e quelle dei paesi alleati. Risultava ai servizi segreti italiani che analoghe organizzazioni Usa stessero predisponendo nel nord Italia gruppi clandestini. Nota del gen.Musco 8 dicembre 1951.
Mentre la struttura italiana clandestina di resistenza era in fase di avanzata costituzione, venne sottoscritto in data 26 novembre 1956 dal Sifar e dal servizio Usa un accordo relativo alla organizzazione e all'attività della rete clandestina denominato Stay behind, con il quale furono confermati tutti i precedenti impegni intervenuti nella materia fra Italia e Usa e vennero poste le basi per la realizzazione dell'operazione Gladio.
Una volta costituita Gladio, su richiesta della Francia, l'Italia fu chiamata nel 1959 ai lavori del Ccp (Comitato clandestino di pianificazione) operante nell'ambito dello Shape (Supreme head quarters allied powers Europe). Tale organo aveva il compito di studiare l'attività informativa offensiva in caso di guerra, con particolare riferimento ai territori di possibile occupazione da parte del nemico.
Nel 1964 il nostro servizio venne invitato ad entrare nel Cca (Comitato clandestino alleato) destinato a studiare i problemi di collaborazione tra i diversi paesi per il funzionamento delle reti di evasione e fuga. Vi facevano parte Usa, Belgio, Gran Bretagna, Francia, Olanda, Lussemburgo, Germania ovest.
Nel 1956 venne costituita nell'ambito dell'ufficio R del Sifar una sezione addestramento denominata Sad attraverso la quale, per la prima volta nella sua storia, il Sifar attua il comando delle forze speciali e dell'apparato organizzativo, didattico e logistico necessario al loro funzionamento. La struttura fu coperta da massima segretezza e, per tale ragione, suddivisa in un 'ordinamento cellulare' così da ridurre al minimo ogni danno derivante da defezioni, incidenti o sfasamento della rete.
GLADIO.LE DATE. Andreotti.
Il Sifar pose allo studio fin dal 1951 la realizzazione di una organizzazione clandestina di resistenza per uniformare e collegare in un'unico omogeneo contesto operativo e difensivo le strutture militari italiane e quelle dei paesi alleati. Risultava ai servizi segreti italiani che analoghe organizzazioni Usa stessero predisponendo nel nord Italia gruppi clandestini. Nota del gen.Musco 8 dicembre 1951.
Mentre la struttura italiana clandestina di resistenza era in fase di avanzata costituzione, venne sottoscritto in data 26 novembre 1956 dal Sifar e dal servizio Usa un accordo relativo alla organizzazione e all'attività della rete clandestina denominato Stay behind, con il quale furono confermati tutti i precedenti impegni intervenuti nella materia fra Italia e Usa e vennero poste le basi per la realizzazione dell'operazione Gladio.
Una volta costituita Gladio, su richiesta della Francia, l'Italia fu chiamata nel 1959 ai lavori del Ccp (Comitato clandestino di pianificazione) operante nell'ambito dello Shape (Supreme head quarters allied powers Europe). Tale organo aveva il compito di studiare l'attività informativa offensiva in caso di guerra, con particolare riferimento ai territori di possibile occupazione da parte del nemico.
Nel 1964 il nostro servizio venne invitato ad entrare nel Cca (Comitato clandestino alleato) destinato a studiare i problemi di collaborazione tra i diversi paesi per il funzionamento delle reti di evasione e fuga. Vi facevano parte Usa, Belgio, Gran Bretagna, Francia, Olanda, Lussemburgo, Germania ovest.
Nel 1956 venne costituita nell'ambito dell'ufficio R del Sifar una sezione addestramento denominata Sad attraverso la quale, per la prima volta nella sua storia, il Sifar attua il comando delle forze speciali e dell'apparato organizzativo, didattico e logistico necessario al loro funzionamento. La struttura fu coperta da massima segretezza e, per tale ragione, suddivisa in un 'ordinamento cellulare' così da ridurre al minimo ogni danno derivante da defezioni, incidenti o sfasamento della rete.
Continua nel link:
http://www.fondazionecipriani.it/Scritti/appunti.html
effetto serra - surriscaldamento globale
L'effetto serra, già naturale per effetto dei raggi del sole, viene intensificato dall'attività umana tramite:
1) il disboscamentohttp://it.wikipedia.org/wiki/Disboscamento
2) l'utilizzo dei combustibili fossilihttp://it.wikipedia.org/wiki/Combustibili_fossili
3) l'utilizzo dell'energia nuclearehttp://it.wikipedia.org/wiki/Energia_nucleare
4) utilizzo della geotermiahttp://it.wikipedia.org/wiki/Geotermia
5) l'utilizzo del petroliohttp://it.wikipedia.org/wiki/Petrolio
6) l'utilizzo del gas naturalehttp://it.wikipedia.org/wiki/Gas_naturale
Si stima che da quando l'uomo misura la temperatura, circa 150 anni fa (già nell'epoca industriale), essa è aumentata di 0,5 °C e si prevede un aumento di 1 °C nel 2020 e di 2 °C nel 2050.
Anche se dovessimo decidere oggi di passare ad altre fonti energetiche rinnovabili e non inquinanti si stima che ci vorrebbrero cento anni per ottenere un abbassamento della temperatura terrestre o, come cita Wikipedia:
"Forse il meccanismo di compensazione della CO2 funzionerà; fra cento anni, magari il Sole sarà a un nuovo minimo; fra mille anni, magari ci salverà la prossima glaciazione."
Dovremmo rifletterci su e correre ai ripari.
Le energie rinnovabili sono il futuro, oltre che essere la nostra salvezza.
2) l'utilizzo dei combustibili fossilihttp://it.wikipedia.org/wiki/Combustibili_fossili
3) l'utilizzo dell'energia nuclearehttp://it.wikipedia.org/wiki/Energia_nucleare
4) utilizzo della geotermiahttp://it.wikipedia.org/wiki/Geotermia
5) l'utilizzo del petroliohttp://it.wikipedia.org/wiki/Petrolio
6) l'utilizzo del gas naturalehttp://it.wikipedia.org/wiki/Gas_naturale
Si stima che da quando l'uomo misura la temperatura, circa 150 anni fa (già nell'epoca industriale), essa è aumentata di 0,5 °C e si prevede un aumento di 1 °C nel 2020 e di 2 °C nel 2050.
Anche se dovessimo decidere oggi di passare ad altre fonti energetiche rinnovabili e non inquinanti si stima che ci vorrebbrero cento anni per ottenere un abbassamento della temperatura terrestre o, come cita Wikipedia:
"Forse il meccanismo di compensazione della CO2 funzionerà; fra cento anni, magari il Sole sarà a un nuovo minimo; fra mille anni, magari ci salverà la prossima glaciazione."
Dovremmo rifletterci su e correre ai ripari.
Le energie rinnovabili sono il futuro, oltre che essere la nostra salvezza.
mercoledì 29 aprile 2009
dalai lama
Abbiamo grandi case ma piccole famiglie
piu' convenienze ma meno tempo
abbiamo piu' lauree ma meno senso
piu' conoscenza ma meno giudizio
piu' esperti ma piu' problemi
piu' medicine ma meno salubri
siamo andati sulla Luna e tornati ma abbiamo difficolta' ad attraversare la strada ad incontrare il nostro nuovo vicino
abbiamo costruito piu' computer per contenere piu informazioni e produrre piu' copie che mai
ma abbiamo meno comunicazioni
siamo diventati abbondanti in quantita' ma scarsi in qualita'
Questi sono tempi di cibo cucinato veloce ma di lenta digestione
Gli uomini sono alti ma corti in carattere
Profitti vertiginosi ma relazioni scialbe
Questi sono tempi c'e' molto mostrare alla finestra ma la stanza e' vuota
H.H. the 14 Dalai Lama
piu' convenienze ma meno tempo
abbiamo piu' lauree ma meno senso
piu' conoscenza ma meno giudizio
piu' esperti ma piu' problemi
piu' medicine ma meno salubri
siamo andati sulla Luna e tornati ma abbiamo difficolta' ad attraversare la strada ad incontrare il nostro nuovo vicino
abbiamo costruito piu' computer per contenere piu informazioni e produrre piu' copie che mai
ma abbiamo meno comunicazioni
siamo diventati abbondanti in quantita' ma scarsi in qualita'
Questi sono tempi di cibo cucinato veloce ma di lenta digestione
Gli uomini sono alti ma corti in carattere
Profitti vertiginosi ma relazioni scialbe
Questi sono tempi c'e' molto mostrare alla finestra ma la stanza e' vuota
H.H. the 14 Dalai Lama
martedì 28 aprile 2009
Buone nuove -
Salerno: De Magistris prosciolto dalle accuse di abuso d'ufficio e rivelazione di segreto istruttorio
Il giudice delle indagini preliminari di Salerno Maria Teresa Belmonte ha disposto l'archiviazione dell'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris nell'ambito dell'inchiesta Toghe Lucane con un provvedimento che sottolinea come sia stata "provata l'assoluta correttezza e gli ostacoli posti alle sue inchieste".
Si chiude quindi una parte importante dei rilievi e delle contestazioni mosse dal mondo politico e dall'informazione politicizzata all'ex sostituto procuratore di Catanzaro, Luigi De Magistris, costretto ad abbandonare la sua Procura a causa delle sue inchieste scottanti per trovare rifugio nell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro dove è candidato per le prossime europee assieme a Sonia Alfano e Carlo Vulpio.
Rivelazione di segreti d'ufficio e abuso d'ufficio erano le accuse, scardinate dal gip. Ma a mettere ancora benzina sul fuoco è l'Idv che in una nota ha denunciato il lato più grave della vicenda: "le gravi interferenze subite dal pm nel condurre le sue indagini".
Ma la Giustizia continua a fare il suo corso. E' stata fissata infatti per il 16 giugno l'udienza pubblica davanti alle sezioni unite della Cassazione, nella quale i Supremi giudici dovranno decidere se confermare o meno i provvedimenti, inflitti in via cautelare dal Csm, ai magistrati protagonisti del finto scontro tra le Procure di Salerno e Catanzaro, legato alle inchieste avocate al Pm calabrese Luigi De Magistris. Il 19 gennaio scorso la sezione disciplinare del Csm aveva sospeso dalle funzioni il procuratore di Salerno, Luigi Apicella, e trasferito d'ufficio il Pg di Catanzaro Enzo Jannelli, il sostituto Alfredo Garbati e i due Pm di Salerno, Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani.
Si chiude quindi una parte importante dei rilievi e delle contestazioni mosse dal mondo politico e dall'informazione politicizzata all'ex sostituto procuratore di Catanzaro, Luigi De Magistris, costretto ad abbandonare la sua Procura a causa delle sue inchieste scottanti per trovare rifugio nell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro dove è candidato per le prossime europee assieme a Sonia Alfano e Carlo Vulpio.
Rivelazione di segreti d'ufficio e abuso d'ufficio erano le accuse, scardinate dal gip. Ma a mettere ancora benzina sul fuoco è l'Idv che in una nota ha denunciato il lato più grave della vicenda: "le gravi interferenze subite dal pm nel condurre le sue indagini".
Ma la Giustizia continua a fare il suo corso. E' stata fissata infatti per il 16 giugno l'udienza pubblica davanti alle sezioni unite della Cassazione, nella quale i Supremi giudici dovranno decidere se confermare o meno i provvedimenti, inflitti in via cautelare dal Csm, ai magistrati protagonisti del finto scontro tra le Procure di Salerno e Catanzaro, legato alle inchieste avocate al Pm calabrese Luigi De Magistris. Il 19 gennaio scorso la sezione disciplinare del Csm aveva sospeso dalle funzioni il procuratore di Salerno, Luigi Apicella, e trasferito d'ufficio il Pg di Catanzaro Enzo Jannelli, il sostituto Alfredo Garbati e i due Pm di Salerno, Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani.
Che fosse tutta una montatura lo si sapeva già, lo scopo iniziale era quello di bloccare le indagini che coinvolgevavno illustri, ma tristi personaggi politici. Si temeva che potesse scoppiare un nuovo scandalo di immani proporzioni come quello di mani pulite.
Tanto rumore per nulla?
No, tanto rumore per allontanare dalle procure persone integerrime sostituendole con persone più approcciabili.
E' l'Italia che arranca, l'Italia divisa tra parte buona e parte cattiva del paese.
Come dice Grillo, loro non si arrendono, ma gli conviene?, noi nemmeno.
G8 in Abruzzo.
Terremoto, Abruzzo/ Lontano dai riflettori, il G8 all’Aquila: esibizione e umiliazione
di Luigi Zanda
L’idea di Silvio Berlusconi, il nostro primo ministro, di non tenere più la riunione del G8 in Sardegna, alla Maddalena, ma a l’Aquila, è certamente affascinante e suggestiva, è quel che si dice un colpo di genio. Porta i potenti del mondo dove l’Italia ha più sofferto negli ultimi tempi. Il messaggio, sotto elezioni, è forte e chiaro: I care, sembra voler dire. Tradotto, Berlusconi dice: ora che ci sono io, qualcuno si occupa di voi.
Gli abruzzesi sanno bene come stanno le cose, specie quei terremotati che vivono nelle tende, dimenticati da tutti. Ma il resto degli italiani, per i quali il terremoto è ormai un lontano ricordo, provano sollievo nel pensare che ora loro non si devono più preoccupare, perchè c’è lui che provvede.
Ma se vogliamo ragionare in termini non di colpi di teatro e di campagne elettorali ma di buona e sana amministrazione del paese, allora servono spiegazioni precise, perché i conti non tornano.
Fino all’altro ieri governo e protezione civile invitavano tutti - parlamentari compresi - a non andare in Abruzzo per non intralciare i soccorsi e la risistemazione provvisoria del territorio dopo il disastro. Adesso sappiamo che tra qualche settimana arriveranno alla periferia dell’Aquila otto capi di stato e di governo, tremila delegati, tremila giornalisti e sedicimila uomini delle forze dell’ordine.
In questa decisione, c’è qualcosa che non quadra.
Intanto sul piano dei costi, perché è difficile credere che garantire la sicurezza di tutta quella gente sia più facile e meno costoso tra le tendopoli che non su un’isola, dove peraltro, molto di quel denaro che si asserisce di volere risparmiare è stato nel frattempo speso.
Poi sul piano dell’immagine e della solidarietà. Gli abruzzesi sono gente seria e orgogliosa, come i sardi. Non amano mettere in piazza i loro sentimenti. Sono riservati e misurati. Hanno creduto nelle promesse del governo e aspettano che Berlusconi ora le mantenga. Non si aspettavano certo di essere esibiti, nel disagio che vivono ogni giorno, nelle tante piccole umiliazioni che subisce chi vive in modo precario e provvisorio.
Molto di quel che dice Berlusconi è pura immagine, perché lontano dai riflettori della tv la cose stanno diversamente e la gente sta male, c’è da chiedersi cosa proveranno gli abruzzesi quando vedranno che il frenetico vai e vieni di capi di stato e ministri e attendenti comporterà un ulteriore aggravio del ritardo e dell’abbandono.
25 aprile 2009 17:53
di Luigi Zanda
L’idea di Silvio Berlusconi, il nostro primo ministro, di non tenere più la riunione del G8 in Sardegna, alla Maddalena, ma a l’Aquila, è certamente affascinante e suggestiva, è quel che si dice un colpo di genio. Porta i potenti del mondo dove l’Italia ha più sofferto negli ultimi tempi. Il messaggio, sotto elezioni, è forte e chiaro: I care, sembra voler dire. Tradotto, Berlusconi dice: ora che ci sono io, qualcuno si occupa di voi.
Gli abruzzesi sanno bene come stanno le cose, specie quei terremotati che vivono nelle tende, dimenticati da tutti. Ma il resto degli italiani, per i quali il terremoto è ormai un lontano ricordo, provano sollievo nel pensare che ora loro non si devono più preoccupare, perchè c’è lui che provvede.
Ma se vogliamo ragionare in termini non di colpi di teatro e di campagne elettorali ma di buona e sana amministrazione del paese, allora servono spiegazioni precise, perché i conti non tornano.
Fino all’altro ieri governo e protezione civile invitavano tutti - parlamentari compresi - a non andare in Abruzzo per non intralciare i soccorsi e la risistemazione provvisoria del territorio dopo il disastro. Adesso sappiamo che tra qualche settimana arriveranno alla periferia dell’Aquila otto capi di stato e di governo, tremila delegati, tremila giornalisti e sedicimila uomini delle forze dell’ordine.
In questa decisione, c’è qualcosa che non quadra.
Intanto sul piano dei costi, perché è difficile credere che garantire la sicurezza di tutta quella gente sia più facile e meno costoso tra le tendopoli che non su un’isola, dove peraltro, molto di quel denaro che si asserisce di volere risparmiare è stato nel frattempo speso.
Poi sul piano dell’immagine e della solidarietà. Gli abruzzesi sono gente seria e orgogliosa, come i sardi. Non amano mettere in piazza i loro sentimenti. Sono riservati e misurati. Hanno creduto nelle promesse del governo e aspettano che Berlusconi ora le mantenga. Non si aspettavano certo di essere esibiti, nel disagio che vivono ogni giorno, nelle tante piccole umiliazioni che subisce chi vive in modo precario e provvisorio.
Molto di quel che dice Berlusconi è pura immagine, perché lontano dai riflettori della tv la cose stanno diversamente e la gente sta male, c’è da chiedersi cosa proveranno gli abruzzesi quando vedranno che il frenetico vai e vieni di capi di stato e ministri e attendenti comporterà un ulteriore aggravio del ritardo e dell’abbandono.
25 aprile 2009 17:53
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