lunedì 18 ottobre 2010

Ecco il Report sulla villa ad Antigua di Berlusconi e Banca Arner - di Giovanni Percolla


La Gabanelli manda in onda il servizio sulle residenze di Berlusconi e le società offshore e Banca Arner, nonostante le parole dell’avvocato del premier, Niccolò Ghedini. E la storia somiglia tanto a quella di Montecarlo…


4846715154 b59b890842 o Ecco il Report sulla villa ad Antigua di Berlusconi e Banca ArnerEmerald Cove, la Baia di Smeraldo, ad Antigua. I pubblici ministeri non sanno chi sia il padrone di Flat Point Development, ma si sa che Silvio Berlusconi ha messo un cip da venti milioni. Il 20 settembre 2007 Silvio ha comprato quattro acri di terreno, pagati un milione e settecentomila euro. E che sia stato lui non c’è dubbio: nel servizio di Report si vede la sua carta d’identità, che avrà consegnato in fotocopia, dalla quale risulta che non abita più ad Arcore, ma a casa della madre a San Gimignano. Milena Gabanelli lancia il servizio nel promo all’inizio e poi lo manda per ultimo: una scelta editoriale azzeccattissima.

AFFINITA’ E DIFFERENZE - E’ la storia di una villa (e non una casa) e di una società offshore (ma non a Santo Domingo né a Santa Lucia), quella che racconta Report e che avevano anticipato Repubblica e Corriere stamattina. Quella villa in cui Silvio Berlusconi voleva passare qualche giorno di relax nel giugno/luglio scorso, in “un tripudio di palme, sabbia bianchissima, acqua cristallina. Colore dello smeraldo, per l’esattezza“, scriveva stamattina ilCorriere, aggiungendo poi maligno che il piccolo stato è uno dei 38 inseriti dall’Ocse nella “lista grigia” dei paesi che pur avendo sottoscritto gli standard388351 UJTKD7L6Z2RNRBKX7EF813TN6VB8QE antigua 1 H210945 L Ecco il Report sulla villa ad Antigua di Berlusconi e Banca Arnerfiscali internazionali non li avrebbero “sostanzialmente” rispettati. La storia però è un po’ più complessa di così. E comincia nel novembre scorso, quando Bankitalia arriva a commissariare la Arner con il dottor Alessandro Marcheselli, in seguito indagato per favoreggiamento e riciclaggio dalla procura di Milano. Tra le società con il conto alla Arner, la Flat Point Developement, che ha ricevuto una serie di versamenti per l’acquisto di immobili e terreni adAntigua.

VACANZE D’AFFARIBerlusconi, si diceva, ha speso un milione e settecentomila euro per gli acri. Dandoli a chi? Impossibile saperlo, visto che la società Flat Point è a sua volta di proprietà di un’altra società, con base alle Antille Olandesi. Ma la Flat Point ha anche una sede italiana, aTorino, amministrata da Giuseppe Cappanera. La controllata Emerald Cove International, invece, ha come amministratore Flavio De Paulis, che è anche vicedirettore di Banca Arner aLugano. E perché la Arner è nota? Per una brutta storia in cui c’entra Bankitalia. La storia risale almaggio scorso e parla di 34 milioni di euro transitati dai conti di Banca Arner per arrivare alla società offshore Flat Point costituita ad Antigua. Il motivo, ufficiale, è quello di non ben precisate operazioni immobiliari. La notizia, come scrsse all’epoca Luigi Ferrarella, è che di questi 34 milioni, 20 sono riconducibili a conti correnti intestati a Silvio Berlusconi.

ANT 01 672 458 resize Ecco il Report sulla villa ad Antigua di Berlusconi e Banca Arner

La villa ad Antigua di Berlusconi (dal Corriere della Sera)

BANCA ARNER E I SOLITI NOTI – Le operazioni che vedono coinvolto il premier con la Arner erano note soltanto per un bonifico di 3,4 milioni di euro già messo in luce da Report. Ad oggi risultano indagati l’ex presidente e l’ex ad della banca, NicolaBravetti e Davide Jarach, sulla base del rapporto di Bankitalia che ha rilevato “gravi e diffuse irregolarità sulla base della normativa anti-riciclaggio“. La banca aveva come clienti Marina e Piersilvio e alcune holding Fininvest, oltre ai 10 milioni in giacenza del conto del Premier, e l’onnipresente Ennio Doris di Mediolanum. Ma soprattutto, c’è Paolo Del Bue: imputato nel processo sui diritti tv proprio come responsabile dellaArner SA, scriveva il Corriere, e fiduciario della famiglia Berlusconi. Oltre che già citato nella sentenza Mills, dove si metteva in luce il suo ruolo nello spostamento di 103 miliardi di lire tra le società offshore riconducibili a Mediaset. In più, aggiunge Report, c’è anche Stefano Previti, il figlio di Cesare.

RIVELA REPORT – “Tutti i futuri proprietari di queste ville milionarie”, spiega Paolo Mondani, l’autore del servizio , “inviano i soldi all’ufficio di Torino della Flat Point, che deposita ad Arner Milano, che a sua volta invia i soldi ad Arner Lugano”. E la Gabanelli non resiste, deve proprio chiederselo: con tutto il casino che si è fatto durante l’estate per la casa affittata da Giancarlo Tulliani aantigua Ecco il Report sulla villa ad Antigua di Berlusconi e Banca ArnerMontecarlo, e sul coinvolgimento di società offshore nella vendita effettuata dal partito allora presiedeuto dall’attuale presidente della CameraGianfranco Fini, “e lì giustamente è richiesta trasparenza”. Qui no? Ma la chiusura è riservata alPresDelCons: “Rimane aperta la domanda: i 22 milioni di euro portati dal nostro premier ad Antigua corrispondono al reale valore di mercato di ciò che ha acquistato? E a chi li ha versati e chi è il proprietario di mezza isola? Un imprenditore catanese? Lui medesimo? Un’opacità che il presidente del Consiglio avrebbe il dovere di dissipare”.

EMERALD COW – Le ville di Berlusconi sono cinque, come ha fatto sapere Ghedini. Chi le vende, la Flat Point è stato definito “di assoluta opacità” da Bankitalia, perché non è possibile sapere chi sia il reale proprietario della società, a meno che i paradisi fiscali dove risiede non decidano di aprire ai loro segreti. Il proprietario ha preso una ventina di milioni da Berlusconi. Che viene qui con il suo jet privato e il suo yacht: il primo ministro Brian Lester Bird ha dato il permesso per costruire, e ne ha rimediata una anche lui (casualmente, dicono gli abitanti). Capomar Holding, società con sede a Curaçao controlla Flat Point Engineering, ma gestite da fiduciari, cioé prestanomi. “Non sappiamo chi ha costruito la villa ad Antigua”, dice Mondani. Sei chilometri di costa e tanti alberghi da costruire, come fa sapere un amministratore. Un’ottantina di ville, oltre a quelle già fatte sono in tutto un centinaio, per 170 ettari. Sembra la nostra Costa Smeralda prima della speculazione edilizia, con l’aggiunta del vantaggio dell’offshore. Intanto, il 16 settembre scorso il Club de Paris ha concesso la ristrutturazione dell’86% del debito di Antigua, come aveva promessoBerlusconi al premier. “Chi è il proprietario? Se il premier vuole dissipare i dubbi, noi siamo qui”, conclude la Gabanelli.

http://www.giornalettismo.com/archives/88903/ecco-report-sulla-villa-antigua/2/



Gabanelli: "Trasparenza come per Fini" Su Antigua il pressing di Ghedini -


Il deputato Pdl e legale del premier definisce "insussistenti e diffamatorie" le notizie su cui è costruita la puntata sull'acquisto di immobili ad Antigua da parte del presidente del Consiglio. La giornalista: "Il premier spieghi quanto ha pagato e come".


ROMA - Fabio Fazio ha lanciato così la trasmissione: "Diamo la linea alla prima puntata di Report, che sarà forse l'ultima". E in effetti per tutto il giorno la trasmissione Report di Milena Gabanelli è stata al centro di polemiche. Sotto accusa il servizio in cui si ricostruisce l'acquisto, da parte di Silvio Berlusconi, di una serie di immobili nell'isola caraibica di Antigua 1. Il parlamentare e avvocato del premier ha diffidato al trasmissione: "Non può andare in onda se non c'è un contradditorio". Interpellata dall'Ansa, la Gabanelli si è chiesta perché Ghedini ha parlato prima di vedere la puntata. E l'opposizione ha incalzato il legale, autore di una "arrogante intimidazione", sintetizza Dario Franceschini.

Gabanelli in apertura della puntata - "La trasparenza è d'obbligo. Se si è indagato per 3 mesi sulla proprietà di una casa di 55 mq a Montecarlo, attribuita ai familiari del presidente della Camera, Gianfranco Fini, è opportuno che si sappia da chi il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha comprato terreni e casa nell'isola caraibica di Antigua".

Prima di mandare in onda il servizio, la conduttrice fa un altro riferimento a Berlusconi, dopo aver mostrato un vecchio filmato in cui il premier invita a non pagare il canone: "Un uomo pubblico non dovrebbe parlare così: oltretutto è responsabile di aver messo dentro la Rai dei dirigenti incapaci. Speriamo invece che il servizio pubblico possa continuare a funzionare, anche grazie a programmi come questo".

Poi, intorno alle 23 il servizio. Preceduto da quello mandato in onda nel novembre dell'anno scorso. La Gabanelli ricorda che la procura sta indagando sulla banca svizzera Arner, dove ha un conto la Flat Point, proprietaria degli immobili del presidente del Consiglio ad Antigua. "Cosa possiede il premier ad Antigua, e a chi ha versato oltre venti milioni di euro?". Gli inquirenti parlano di "assoluta opacità" nella proprietà della Flat Point, che ad Antigua possiede due grandissime ville, cinque piscine.

Report ha citato decine di società offshore, dietro le quali si nascondono i veri proprietari della Flat Point e quindi della immensa proprietà di Antigua. Grottesche le risposte dei pochi responsabili legali che l'inviato è riuscito a contattare.

Leggi il servizio di Repubblica 2

In conclusione, la Gabanelli ha letto una breve nota di Ghedini per poi concludere così: "Abbiamo inseguito una cucina Scavolini (il riferimento all'appartamento di Tulliani a Montecarlo ndr) qui parliamo di ben altre cifre. I 22 milioni di euro pagati ad Antigua corrispondono al valore reale di mercato dell'immensa proprietà? Il presidente del Consiglio avrebbe il dovere di dissipare
questi dubbi. Ed è discutibile anche l'impegno preso dal Cavaliere per lo stato di Antigua, e cioè aiutarlo in sedi ufficiali a ridurre il debito. Ricordiamo che Antigua è sulla lista nera, è un paese considerato "non collaborativo" nelle operazioni finanziarie.

Ma prima, come dicevamo, è stata una lunga giornata di polemiche. Con la Rai, ancora una volta, al centro dello scontro.

Ghedini avverte la Rai. Nella sua nota il legale di Berlusconi attacca le notizie al centro del programma, da cui hanno preso spunto alcuni articoli apparsi sui quotidiani. "Articoli totalmente fuorvianti e palesemente diffamatori - ribatte Ghedini - poiché si basano su assunti già dimostratisi insussistenti. La vicenda è già stata ampiamente trattata dai giornali alcuni mesi or sono e tutte le delucidazioni e i documenti pertinenti erano stati ampiamente offerti ma negli articoli non se ne tiene minimamente conto".

"Come risulta dagli atti - spiega ancora Ghedini- il presidente Berlusconi ha regolarmente acquistato un terreno in Antigua pagandolo con regolare bonifico e indicandolo nella denuncia dei redditi. Negli anni successivi, con regolari fatture, assistite da stati di avanzamento lavori, bolle di accompagnamento e consegne nonché perizie, sono stati pagati i lavori di costruzioni e arredo con altrettanto regolari bonifici da banca italiana a banca italiana. Tale denaro è stato quindi versato in Italia alla società costruttrice dell'immobile".

"Come già detto in un precedente comunicato, tutta la documentazione è a disposizione per qualsiasi controllo in assoluta trasparenza. L'immobile - prosegue il legale - è attualmente e regolarmente intestato al presidente Berlusconi e non già a fantomatiche società offshore e non vi è nessuna indagine né in merito ai trasferimenti di denaro e né in merito all'immobile. E' evidente quindi la strumentalità delle ricostruzioni offerte che saranno perseguite nelle sedi opportune. Sarebbe davvero grave se la Rai mandasse in onda un programma con notizie così insussistenti e diffamatorie e senza alcun contraddittorio".

Gabanelli: "In onda, leggerò nota di Ghedini". "Ma l'avvocato Ghedini come fa a parlare se non l'ha ancora vista la puntata di stasera? Non capisco gli interventi prima di vedere i contenuti di un servizio". Così replica all'agenzia di stampa Ansa Milena Gabanelli, assicurando: "Non mi risulta che ci siano problemi, quindi io stasera andrò regolarmente in onda e darò puntualmente conto della posizione di Ghedini leggendo in trasmissione la sua nota. Ma quello che lui dice non risponde alla domanda fondamentale che viene posta nel pezzo che andrà in onda stasera. Io valuto il nostro pezzo che è corretto e ben scritto e anche lui dovrebbe prima vederlo". Ai microfoni di CnrMedia, Milena Gabanelli aggiunge. "Non ho ricevuto alcuna comunicazione o pressione dai vertici Rai". "Noi facciamo il nostro mestiere, dobbiamo cercare di raccontare i fatti con la documentazione che abbiamo e questo facciamo. Poi, che ogni puntata susciti qualche problema è tipico del giornalismo, non è che mi agiti".

Franceschini: "Arrogante intimidazione". "Una intimidazione arrogante e vergognosa e insieme un altro attacco alla libertà di informazione" è il commento di Dario Franceschini. Secondo il presidente dei deputati del Pd, Ghedini "come legale di Berlusconi ha diritto di difendere il suo cliente ma, a riprova della confusione inqualificabile di ruoli, inevitabilmente parla anche come parlamentare e autorevole esponente del Pdl. Parole che suonano come una pressione intollerabile e preventiva sulla Rai. Sono certo, in Rai nessuno prenderà in considerazione questo atto di arroganza".

Vita-Giulietti: "Inchieste solo su Fini?". La prima reazione alla nota di Ghedini è una dichiarazione congiunta firmata da Vincenzo Vita, del Pd, e Giuseppe Giulietti del gruppo misto. "A che titolo l'avvocato Ghedini chiede la censura preventiva contro Report? Ci auguriamo che a nessuno venga in mente di tappare la bocca a una giornalista seria autorevole e libera come Gabanelli anche perché sarebbe singolare che le inchieste si possano fare solo sul presidente Fini".

Beltrandi: "Garantire replica". Marco Beltrandi, radicale, componente della Commissione di vigilanza sulla Rai si dichiara "contrario da sempre a ogni forma di censura preventiva" ma, scrive in una nota, "devono essere garantiti sia la messa in onda" di Report "che un adeguato diritto di replica, fatto salvo ovviamente, nei casi peggiori, il diritto alla tutela giurisprudenziale dell'immagine ove ve ne fosse ragione. Con la censura si uccide qualsiasi giornalismo di inchiesta".

Di Pietro (Idv): "La censura sport preferito dalla maggioranza" - "La censura sta diventando lo sport preferito di maggioranza e governo: è stata attivata per Annozero, per il pubblico delle trasmissioni, per tutte le voci libere e, naturalmente, per l'Italia dei Valori che continua ad aleggiare come una fantasma senza voce soprattutto nel tg di Minzolini". Lo scrive sul suo blog il presidente dell'Italia dei Valori. "Ma i soliti noti ci vogliono provare con Report, il programma di Rai Tre, perchè ha preparato un servizio in cui si ricostruisce l'acquisto da parte di Silvio Berlusconi di una serie di immobili nell'isola caraibica di Antigua". "Il Governo - scrive ancora il leader di IdV - attacca solo il vero giornalismo. Quello che non rinuncia al compito di cane da guardia della democrazia".



Berlusconi, "Operazione Antigua" Le ville e quegli affari off-shore - di WALTER GALBIATI


Milano, Lugano, Caraibi: triangolo da 20 milioni, passati attraverso la Banca Arner. Ignorate le norme antiriciclaggio: L'istituto di credito svizzero è al centro di un'inchiesta delle procure di MIlano e Palermo.


ANTIGUA - È il 20 settembre 2007 quando al Land register di Saint John, la capitale di Antigua, si presenta il signor Silvio Berlusconi. Con una riga il funzionario di turno cancella dal registro la società Flat Point e trasferisce la proprietà di un terreno di poco più di quattro acri all'illustre cittadino italiano. L'appezzamento si trova dalla parte opposta dell'isola. È una porzione di collina che scende fino al mare dove si apre una spiaggia di sabbia bianca, finissima. Gli abitanti di Willikies, un paesino che sorge lì vicino, la chiamano Pastrum, perché lì portavano a pascolare i loro animali. Non ne mancano nemmeno di selvatici, soprattutto scimmie. Da almeno quindici anni quei posti sono recintati. "È da molto tempo che questa costa è al centro di un progetto immobiliare, ma i lavori sono iniziati solo negli ultimi anni" spiega Hugenes, un pescatore del luogo. La baia si chiama Nonsuch Bay e va da un lembo di terra che quasi tocca la vicina Green Island, un paradiso meta delle gite dei turisti, a Flat Point, una punta piatta coperta da vegetazione caraibica. E Flat Point Devolopment Limited si chiama la società che si è presa in carico i terreni con l'obiettivo di sviluppare un imponente progetto turistico. Qui sorgerà, e in parte è già nato, l'Emerald Cove, un resort che nel nome riecheggia la nostra Costa Smeralda, il tratto di Sardegna, patria dei vip, e disegnata in gran parte dall'architetto Gianni Gamondi, l'architetto di Villa Certosa, la residenza sarda di Silvio Berlusconi, lo stesso architetto che curerà lo sviluppo per Flat Point.

Qualche tempo fa, era stato il gruppo Maltauro, una famiglia di costruttori vicentini a mettere gli occhi su Nonsuch Bay, ma non se ne fece mai nulla. Poi improvvisamente è arrivata la Flat Point, nel 2005 la macchina si è messa in moto, le pratiche si sono sbloccate e le case sono iniziate a crescere come funghi, una dietro l'altra, l'obiettivo è arrivare ad averne un centinaio. I reali beneficiari economici, tuttavia, si celano dietro una ragnatela di società schermate, una cortina offshore, che forse qui nel paradiso fiscale di Antigua non appare certo tanto esotica, ma che diventa tale in Italia, dove la società raccoglie la maggior parte dei suoi capitali. La sede della Flat Point è al 26 di Cross Street a St. John, il capitale è interamente controllato dalla Emerald Cove Engineering Nv, una società di Curacao (nelle Antille Olandesi, poste poco più a Nord di Antigua), a sua volta controllata dalla Kappomar sempre di Curacao. L'amministratore della Flat Point è Giuseppe Cappanera, mentre i fiduciari delle holding sono Carlo Postizzi, Giuseppe Poggioli e Flavio De Paulis. I primi sono rispettivamente un avvocato e un fiduciario che si muovono tra la Svizzera e l'Italia, mentre il terzo è un dipendente di Banca Arner. Di chi facciano gli interessi è un mistero, ma il coinvolgimento della banca elvetica, già commissariata e al centro di un inchiesta per riciclaggio delle procure di Milano e Palermo, getta qualche spiraglio di luce almeno su chi abbia convogliato del gran denaro verso la Flat Point.

Dal bilancio 2005 della società, emerge che Banca Arner ha finanziato per 6 milioni di dollari caraibici (circa 1,6 milioni di euro al cambio attuale) l'operazione sulla costa di Nonsuch Bay, ma il principale sponsor della scatola offshore sembra essere, come ricostruito da Banca d'Italia, il premier Silvio Berlusconi, da sempre legato a Banca Arner, non solo attraverso uno dei suoi storici fondatori Paolo Del Bue, ma anche per i suoi depositi nella sede di Corso Venezia a Milano: il conto numero uno è suo, mentre altri fanno capo alle holding della sua famiglia (per un totale di 50 milioni di euro) o a uomini del suo entourage.
Dai conti personali di Berlusconi accesi presso Banca Intesa e Monte dei Paschi di Siena sono partiti ingenti bonifici verso un conto di Flat Point aperto proprio presso la sede milanese di Banca Arner, la quale a sua volta ha girato gli stessi corrispettivi alla sede di Lugano. Oltre 1,7 milioni nel 2005, altri 300mila nel 2006, ma è nel 2007, l'anno in cui avviene il passaggio di proprietà del terreno di Nonsuch Bay che i movimenti di denaro salgono alle stelle. In tutto oltre 13 milioni di euro: a ridosso del 20 settembre, la data dell'atto del Land register, esattamente il 10 di quel mese, passano da Milano a Lugano 1,7 milioni di euro e un mese dopo altri 3,6 milioni. Nel 2008 ancora più di 6 milioni prendono il volo per la Svizzera. Un mare di soldi che si muovono, però, senza una corrispondenza tra le somme scritte nei contratti ufficiali depositati dalla Flat Point in banca e i bonifici. Gli importi appaiono molto elevati rispetto a quanto vi è di ufficiale. Nel bilancio della Flat Point i 29 acri di terreno su cui sorge lo sviluppo immobiliare sono stati iscritti per un valore di 2,7 milioni di dollari caraibici (poco più di 700mila euro), così come attestato dalla perizia del 2004 di Oliver F. G. Davis, un esperto immobiliare. Molto meno di quanto versato dai conti del premier. Berlusconi da solo muove oltre 20 milioni di euro e dai registri risulta aver acquistato solo 4 acri di terreno.

Rimane ambiguo anche il motivo per cui l'istituto elvetico abbia fatto passare quei soldi da Milano a Lugano senza bollare come sospetto il traffico di valuta. La normativa antiriciclaggio di Banca di Italia impone di segnalare i movimenti di denaro verso l'estero, soprattutto verso i Paesi offshore come la Svizzera, ma Banca Arner non se ne è mai curata. Di certo, però, ad Antigua i soldi in qualche modo devono essere arrivati, visto che le ville ci sono. Quella di Silvio Berlusconi spunta in cima alla collina, i pescatori la chiamano "il Castello" per la sua imponenza e per come domina dall'alto la zona. A fianco si trova quella di Andrij Shevchenko, l'ex calciatore del Milan e pupillo del premier. Poco più in là sorge quella di Lester Bird, l'ex primo ministro di Antigua, in carica fino al 2004, citato l'anno successivo in una causa legale per aver svenduto dei terreni dello Stato a dei gruppi privati. Al suo successore, Baldwin Spencer, Berlusconi aveva promesso di impegnarsi personalmente per aiutare la piccola isola caraibica a ridurre il debito internazionale.


http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/17/news/antigua_report-8144528/?ref=HREA-1




venerdì 15 ottobre 2010

Il Pdl brucia. E si divide in mille pezzi - di Marco Palombi


Il Pdl brucia. E si divide in mille pezzi

Da Roma alla periferia, ogni giorno scoppia un nuovo caso. Anche Ignazio La Russa ha minacciato di formare gruppi autonomi

Il Pdl, il partito nato per rappresentare il centrodestra italiano nei prossimi decenni, all’età di un anno e mezzo è già preda d’una sorta di cupio dissolvi. Dei due fondatori, Gianfranco Finise n’è andato, mentre Silvio Berlusconi non lo ama più e preferisce flirtare coi Promotori della Libertà di Michela Vittoria Brambilla, nuovi sacerdoti del culto del capo. A nessuno piace più questo corpaccione impazzito, dentro il quale – al riparo del carisma del leader – si sviluppa e prospera ogni guerra di potere, ogni scontro fratricida, ogni genere d’odio e sospetto reciproco. Colonnelli, marescialli e caporali litigano sui posti di sottogoverno, la quota di caccia per gli ex An, gli appetiti dei cosiddetti quarantenni provenienti da Forza Italia.

Prendiamo i coordinatori nazionali: gli ex azzurri riuniti nell’associazione Liberamente (Frattini, Fitto, Gelmini, Carfagna, Prestigiacomo e Valducci) ne vogliono uno solo, meglio se dei loro,La Russa e Gasparri, con i berluscones un po’ più agée (Cicchitto, Bondi), preferirebbero che tutto restasse com’è, Denis Verdini vorrebbero farlo fuori tutti, ma è nel cuore del Cavaliere e non si può. Tutti contro tutti? Mica tanto. Lunedì gli ex forzisti d’ogni età hanno stretto una tregua di qualche settimana, il che ha fatto innervosire assai il ministro della Difesa. La Russa – come ha avuto modo di gridare allo stesso Cicchitto martedì notte in un albergo romano – non ci sta a farsi cannibalizzare da Forza Italia: “Piuttosto facciamo i gruppi autonomi”, ha urlato mentre Maurizio Gasparri lo guardava con faccia più che perplessa. Riassunto: gli ex An vogliono un Congresso vero per far pesare la loro maggiore perizia con le tessere nell’elezione dei dirigenti locali, Cicchitto e gli altri anziani vogliono le tessere ma sempre con l’ultima parola a Berlusconi, Frattini e i suoi vogliono comandare loro. Berlusconi invece non vuole più il PdL, ma una riedizione italica dei Tea party con la ministra rossa al posto della Palin.

Questo a Roma, sul territorio è anche peggio. I dossier sul tavolo del Cavaliere ormai non si contano più. Il caso più delicato quello siciliano. A Palermo non solo c’è un’altissima percentuale di gente passata con Fini, ma quel che è rimasto nel Pdl è dilaniato nella guerra tra Gianfranco Micciché da una parte, e Renato Schifani e Angelino Alfano dall’altra. Il primo, com’è noto, adesso ha deciso di uscire dal partito: in regione ha fondato il gruppo “Forza del Sud” e il relativo partito, l’ennesimo scimmiottamento meridionale della Lega, nascerà ufficialmente il 30 ottobre. Anche in Lombardia, altro feudo berlusconiano, è ormai battaglia senza quartiere. All’ingrosso i contendenti fanno riferimento a tre aree: i ciellini del governatore Formigoni, i berlusconiani (spesso laici e liberali) che s’appoggiano a Mariastella Gelmini e gli ex An egemonizzati da La Russa. Il partito lombardo è allo sfascio: il presidente del consiglio comunale di Milano, Manfredi Palmeri, è in odore di passaggio a Fli, mentre nella provincia di Como sei consiglieri e tre assessori superberlusconiani se ne sono andati fondando il gruppo “Autonomia comasca” in odio al ras di zona, Alessio Butti, uomo di La Russa. In Toscana ha fatto scalpore la fronda organizzata da cinque parlamentari – la più nota è Deborah Bergamini – contro Denis Verdini: a Lucca il PdL s’è spaccato addirittura in tre gruppi.

Pure al centrosud il partito del predellino traballa assai. Nel Lazio, Cicchitto, Tajani e il sottosegretario Giro stanno costruendo una corrente di ex Fi: sostengono che la destra capitolina(Polverini, Alemanno, Piso, Augello, anch’essi in lotta tra loro) sta facendo carne di porco del partito e dei posti di sottogoverno. Situazione a cui va aggiunto almeno il bailamme di Latina: l’ex sindaco Zaccheo contro il senatore Fazzone, grande elettore basato a Fondi, che si ritrova contro anche Ciarrapico e i suoi giornali privi di kippah. In Campania c’è la faida tra Cosentinoda una parte – che continua ad attaccare il presidente Caldoro (da ultimo perché favorisce i finiani) – e Carfagna e Nunzia Di Girolamo dall’altra, quest’ultima beatificata alla sua festa di Pietrelcina da una telefonata di Berlusconi.

In Puglia c’è un rancore sordo tra i seguaci di Raffaele Fitto, ritenuto responsabile della vittoria diVendola, e le poche truppe di Gaetano Quagliariello. In Calabria gli ex forzisti accusano il neogovernatore Scopelliti di averli cancellati dalla mappa del potere. In Sardegna i reduci della Prima Repubblica come i senatori Pisanu e Massidda (che s’è pure presentato contro il Pdl alle ultime provinciali) flirtano col governo tecnico. Mentre in Piemonte e Veneto temono tutti di essere fagocitati dalla Lega per colpa dello strapotere di Bossi a Roma. Qualcuno nel Pdl continua a sorridere, è l’allegria dei naufragi.