Mattonelle rotte, tubature che perdono acqua e sistemi antisismici non brevettati. Sono solo alcuni dei problemi delle cosiddette “case di Berlusconi”, il progetto C.A.S.E., (complessi antisismici sostenibili ecocompatibili) le abitazioni costruite dopo il terremoto del 6 aprile 2009. “Siamo isolati, è come fossimo in un domicilio coatto”, dicono gli inquilini che dopo il sisma che sconvolse l’Abruzzo sono andati ad abitare in quei palazzi. E hanno ragione. Questi nuovi edifici sono a decine di chilometri dall’Aquila. Non ci sono bar né negozi né luoghi di ritrovo. “In questi luoghi, strappati dalla loro città, gli anziani rischiano di morire di noia”, dicono gli abitanti. Di Alberto Puliafito
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
mercoledì 6 aprile 2011
Il manifesto dei Responsabili firmato Scilipoti è copiato da quello fascista di Gentile.
Nonostante il manifesto di Gentile sia infatti legato al regime totalitario, il leader dei Responsabili sceglie di riprenderne alcune frasi, pensando, peraltro di passare inosservato. Ma la Rete lo smaschera. Su Facebook infatti Antonio Scalari ha pubblicato una nota in cui mette a confronto le frasi scelte dall’ex Italia dei Valori per il copia e incolla. Se Gentile scrive che “il Fascismo è un movimento recente ed antico dello spirito italiano, intimamente connesso alla storia della Nazione italiana, ma non privo di significato e interesse per tutte le altre”, a Scilipoti basta sostituire il nome del partito e riscrivere la frase così: “Responsabilità Nazionale è il movimento recente ed antico dello spirito italiano, internamente connesso alla storia della Nazione Italiana”. E il copia e incolla prosegue in tutto il manifesto. Scrive Scilipoti: “Responsabilità è politica morale. Una politica che sappia coinvolgere l’individuo a un’idea in cui esso possa trovare la sua ragione di vita, la sua libertà, il suo futuro e ogni suo diritto” mentre nel documento originale leggiamo “…. un’idea in cui l’individuo possa trovare la sua ragione di vita, la sua libertà e ogni suo diritto”.
Una chiosa anche sulla “Reponsabilità di Patria” che “è la riconsacrazione delle tradizioni e degli istituti che sono la costanza della civiltà” mentre per gli intellettuali fascisti “Codesta Patria è pure riconsacrazione delle tradizioni e degli istituti che sono la costanza della civiltà, nel flusso e nella perennità delle tradizioni”. E infine “Responsabilità è concezione austera della vita, non incline al compromesso, ma duro sforzo per esprimere i propri convincimenti facendo sì che alle parole seguano le azioni”, mentre nel 1925 lo Stato “è concezione austera della vita, è serietà religiosa [... ] ma è duro sforzo di idealizzare la vita ed esprimere i propri convincimenti nella stessa azione o con parole che siano esse stesse azioni”. Forse il problema è proprio nel concetto di “Responsabilità”.
Ma quanto ci costa l’azzardo, mercato in crescita e sempre più nel mirino delle mafie.
Nel 2010 è stato registrato un fatturato di 61 miliardi e 490 milioni di euro, oltre 3 punti percentuali del nostro prodotto interno lordo. La fetta di mercato fa sempre più gola alla camorra come dimostrano le ultime inchieste della Dda di Napoli
L’ultima frontiera è lo sportello postale. Da poche settimane tra una raccomandata e una lettera si può acquistare anche un gratta e vinci e inseguire la dea bendata. Tentare la fortuna costa caro agli italiani, l’azzardo è un mercato in crescita con un fatturato, nel 2010, di 61 miliardi e 490 milioni di euro, oltre 3 punti percentuali del nostro prodotto interno lordo, 5 mila le aziende e 120 mila persone a lavoro. Lo stato ci guadagna poco, le organizzazioni criminali, invece, si tuffano nel business.
Al gioco, nell’ultima relazione della direzione nazionale antimafia, è dedicato un capitolo, scritto dalla consigliera Diana De Martino, già pubblico ministero che ha scoperchiato le connivenze tra potere politico e mafia nel comune di Fondi. Il titolo è eloquente “Infiltrazioni della criminalità organizzata nel gioco (anche) lecito”. Negli ultimi anni c’è stato un repentino aumento del volume di affari in questo settore, dai 15 miliardi del 2003 ai 55 del 2009, grazie a interventi normativi che hanno allargato la gamma dei giochi per sottrarre risorse al mercato illegale.
Gli italiani giocano di più con le new-slot, le famigerate macchinette che ingoiano circa il 50% dell’intera spesa annua. Il crimine organizzato, nonostante i controlli, non si lascia scappare il business, visto il contenuto rischio in termini di sanzioni penali, e prova ad inserirsi nel mercato legale. Macchinette, case da gioco, false vincite al lotto sono gli strumenti più diffusi per controllare un settore fiorente e riciclare denaro sporco. Tra le tante inchieste citiamo quella Hermes della distrettuale antimafia di Napoli, al centro la figura di Renato Grasso “monopolista nel settore dei giochi” in tutta la Campania e non solo, legato al clan Vollaro e Grimaldi prima di passare sotto l’ombrello dei Casalesi. Un’inchiesta che vede coinvolto per associazione mafiosa anche il fratello di Grasso, Massimo, compagno di Eleonora De Vivo, una delle gemelline protagonista delle notti di Arcore. Ma non solo camorra, tutte le organizzazioni criminali usano il gioco come lavatrice per ripulire denaro sporco e per investire soldi in un mercato fiorente.
Il mercato del gioco è in crescita, la previsione per il 2011 parla di fatturato di 80 miliardi. “ Una cifra enorme – spiega Maurizio Fiasco, sociologo e componente della consulta nazionale antiusura – un decimo dell’ammontare complessivo della spesa degli italiani per consumi, dall’abitazione ai generi alimentari. L’altro dato trascurato è lo stretto collegamento tra il gioco e il fenomeno invisibile dell’usura”. Ma almeno lo stato ci guadagna con il prelievo fiscale? Per Maurizio Fiasco che spulcia i dati, la risposta è negativa. “Alcuni giochi sono tassati meno del pane. Basta guardare i dati, all’aumentare del consumo dell’intero comparto in questi anni sono diminuite le percentuali di entrate erariali. Nel 2004 i consumi ammontavano a 24 miliardi e 786 milioni di euro, il ricavato per l’erario era il 29,44%. Nel 2010 i consumi raggiungono la cifra di 61 miliardi e 449 milioni, la percentuale di ricavo per l’erario è del 14,77%”. Non solo il prelievo fiscale è già basso, ma le organizzazioni criminali mettendo le mani nel settore risucchiano ulteriori risorse. C’è un ultimo capitolo a destare preoccupazione: la tenuta economica del comparto. Nella relazione della direzione nazionale antimafia si denuncia la superficialità nell’affidamento delle concessioni “senza alcun approfondito esame dei soggetti che avevano presentato domanda, e che la complessiva gestione di AAMS ( Monopoli di stato,ndr) fu, nel periodo esaminato, a dir poco disattenta”.
Maurizio Fiasco, di recente ascoltato dal comitato antiriciclaggio della commissione antimafia, si sofferma sul rischio vulnerabilità del sistema, dovuto all’indebitamento contratto da alcuni concessionari che hanno chiesto alle banche di emettere bond per tamponare lo scoperto. “ Siamo vicini al limite fisico di crescita della spesa per giochi, nonostante il basso prelievo fiscale, il sistema può implodere oppure rientrare, in vari modi, anche con l’ingresso di capitali freschi. Il rischio è che possano essere di origine illegale”.
Al gioco, nell’ultima relazione della direzione nazionale antimafia, è dedicato un capitolo, scritto dalla consigliera Diana De Martino, già pubblico ministero che ha scoperchiato le connivenze tra potere politico e mafia nel comune di Fondi. Il titolo è eloquente “Infiltrazioni della criminalità organizzata nel gioco (anche) lecito”. Negli ultimi anni c’è stato un repentino aumento del volume di affari in questo settore, dai 15 miliardi del 2003 ai 55 del 2009, grazie a interventi normativi che hanno allargato la gamma dei giochi per sottrarre risorse al mercato illegale.
Gli italiani giocano di più con le new-slot, le famigerate macchinette che ingoiano circa il 50% dell’intera spesa annua. Il crimine organizzato, nonostante i controlli, non si lascia scappare il business, visto il contenuto rischio in termini di sanzioni penali, e prova ad inserirsi nel mercato legale. Macchinette, case da gioco, false vincite al lotto sono gli strumenti più diffusi per controllare un settore fiorente e riciclare denaro sporco. Tra le tante inchieste citiamo quella Hermes della distrettuale antimafia di Napoli, al centro la figura di Renato Grasso “monopolista nel settore dei giochi” in tutta la Campania e non solo, legato al clan Vollaro e Grimaldi prima di passare sotto l’ombrello dei Casalesi. Un’inchiesta che vede coinvolto per associazione mafiosa anche il fratello di Grasso, Massimo, compagno di Eleonora De Vivo, una delle gemelline protagonista delle notti di Arcore. Ma non solo camorra, tutte le organizzazioni criminali usano il gioco come lavatrice per ripulire denaro sporco e per investire soldi in un mercato fiorente.
Il mercato del gioco è in crescita, la previsione per il 2011 parla di fatturato di 80 miliardi. “ Una cifra enorme – spiega Maurizio Fiasco, sociologo e componente della consulta nazionale antiusura – un decimo dell’ammontare complessivo della spesa degli italiani per consumi, dall’abitazione ai generi alimentari. L’altro dato trascurato è lo stretto collegamento tra il gioco e il fenomeno invisibile dell’usura”. Ma almeno lo stato ci guadagna con il prelievo fiscale? Per Maurizio Fiasco che spulcia i dati, la risposta è negativa. “Alcuni giochi sono tassati meno del pane. Basta guardare i dati, all’aumentare del consumo dell’intero comparto in questi anni sono diminuite le percentuali di entrate erariali. Nel 2004 i consumi ammontavano a 24 miliardi e 786 milioni di euro, il ricavato per l’erario era il 29,44%. Nel 2010 i consumi raggiungono la cifra di 61 miliardi e 449 milioni, la percentuale di ricavo per l’erario è del 14,77%”. Non solo il prelievo fiscale è già basso, ma le organizzazioni criminali mettendo le mani nel settore risucchiano ulteriori risorse. C’è un ultimo capitolo a destare preoccupazione: la tenuta economica del comparto. Nella relazione della direzione nazionale antimafia si denuncia la superficialità nell’affidamento delle concessioni “senza alcun approfondito esame dei soggetti che avevano presentato domanda, e che la complessiva gestione di AAMS ( Monopoli di stato,ndr) fu, nel periodo esaminato, a dir poco disattenta”.
Maurizio Fiasco, di recente ascoltato dal comitato antiriciclaggio della commissione antimafia, si sofferma sul rischio vulnerabilità del sistema, dovuto all’indebitamento contratto da alcuni concessionari che hanno chiesto alle banche di emettere bond per tamponare lo scoperto. “ Siamo vicini al limite fisico di crescita della spesa per giochi, nonostante il basso prelievo fiscale, il sistema può implodere oppure rientrare, in vari modi, anche con l’ingresso di capitali freschi. Il rischio è che possano essere di origine illegale”.
Lampedusa, tragedia in mare. Centocinquanta i dispersi: 20 cadaveri recuperati.
11.03 – In porto naufraghi salvati
Sta entrando nel porto di Lampedusa la motovedette della guardia costiera con a bordo 48 extracomunitari salvati nel naufragio a Sud dell’isola.
10.37 – Barcone naufragato partito due giorni fa dalla Libia
Il barcone che ha fatto naufragio la scorsa notte nel Canale di Sicilia, sul quale vi erano più di 200 persone di nazionalità eritrea e somala (subsahriana), era lungo 13 metri circa ed era partito due giorni fa da Zuwarah (Libia). Lo ha reso noto la Guardia Costiera italiana, aggiungendo che proseguono le operazioni di ricerca in mare, dopo il salvataggio di 48 persone operato da due motovedette della stessa Guardia Costiera la scorsa notte a circa 40 miglia a sud di Lampedusa. In zona stanno operando un elicottero e una motovedetta della Guardia Costiera italiana, specializzate nelle operazioni di ricerca, oltre ad un aereo maltese. Coinvolto nelle ricerche anche il peschereccio che la scorsa notte era stato inviato in zona per partecipare alle operazioni di soccorso. In mattinata le Autorità maltesi hanno formalmente assunto il coordinamento delle operazioni di ricerca e soccorso. La Guardia Costiera italiana ha disposto l’invio in zona della Motonave Flaminia presente a Lampedusa, da utilizzare come ulteriore supporto per le ricerche. A bordo imbarcherà un ufficiale della Guardia Costiera.
10.36 – Vertice Sarkozy-Berlusconi fissato per il 26 aprile
Si terrà a Roma il prossimo 26 aprile il vertice intergovernativo Italia-Francia, che sarà presieduto dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e dal presidente francese Nicolas Sarkozy. Al centro dei colloqui l’emergenza immigrazione e la questione libica, oltre ai rapporti tra i due paesi.
10.33 – Creato gruppo di contatto con Tunisi
”E’ stata decisa l’istituzione di un gruppo di contatto interministeriale per il monitoraggio e l’applicazione dell’accordo siglato ieri a Tunisi dal ministro dell’Interno Roberto Maroni”. E’ quanto si legge in un comunicato diffuso da palazzo Chigi al termine della riunione interministeriale sulla Libia e il Nord Africa.
10.00 – I morti accertati salgano a venti
I mezzi della capitaneria di porto hanno avvistato altri 5 cadaveri oltre ai 15 di poco fa. Sale così a 20 il numero dei corpi nell’area del naufragio, dove il mare forza sei e il vento di nordovest che supera i 30 nodi rende particolarmente difficili le operazioni di recupero.
09.32 – Barcone forse partito dalla Libia
Sarebbe partito quasi certamente dalla Libia il barcone, con circa 200 profughi, naufragato la notte scorsa nel Canale di Sicilia. Alla Capitaneria di porto di Lampedusa questa ipotesi viene data “al 90 per cento”, anche sulla base della posizione in cui è avvenuta la tragedia, il tratto di mare tra Malta e Lampedusa. Si tratta di una rotta battuta dalle imbarcazioni provenienti dalle coste libiche rispetto a quella più a ovest seguita dai barconi partiti dalle coste tunisine. La conferma la potranno dare solo i 47 superstiti che stanno per giungere a Lampedusa a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera.
08.51 – Recuperata un’altra persona
E’ stata recuperata un’altra persona caduta in mare per il rovesciamento del barcone carico di immigrati al largo dell’isola di Lampedusa. Salgono così a 48, al momento, i salvataggi sui circa duecento uomini a bordo. Da Catania, intanto, si è alzato in volo un elicottero della Capitaneria di porto attrezzato per le ricerche in mare, con un raggio d’azione di 15 miglia.
08.48 – C’è burrasca, ma gli arrivi proseguono
Da ieri le condizioni meteomarine sono in peggioramento nel Canale di Sicilia. Ma durante la notte, circa tre ore prima del naufragio, si è registrato comunque uno sbarco. Sono 104 le persone arrivate intorno all’una su un’imbarcazione di provenienza tunisina. Un approdo registrato al termine di una giornata contrassegnata da continui arrivi: circa 1.300 in 24 ore. Precedentemente, dopo le 20, avevano fatto il loro ingresso in porto 247 persone, in prevalenza del Corno d’Africa, partiti dalla Libia. Ma nel complesso, a causa del maestrale e del mare agitato, oggi si prevede un frenata sul fronte degli sbarchi.
08.44 – I 47 superstiti tra poco in porto
Giungeranno tra circa un’ora a Lampedusa i 47 superstiti del naufragio avvenuto in nottata nel Canale di Sicilia. Nella zona della tragedia sono ancora in corso le ricerche dei circa 150 dispersi, rese difficili dal mare in burrasca che ha raggiunto Forza 6. Anche in considerazione del maltempo è stato deciso di far rientrare a Lampedusa i sopravvissuti, che si trovano su una motovedetta della Guardia Costiera. Tra di loro, secondo le prime informazioni, non vi sarebbero feriti gravi. Sul molo Favaloro, dove è atteso l’arrivo dell’unità, si stanno tuttavia predisponendo i mezzi di soccorso per eventuali emergenze.
08.30 – Tragedia avvenuta in acque maltesi
Il naufragio del barcone con circa 200 migranti, 150 dei quali risultano dispersi, è avvenuto in acque Sar (le operazioni di ricerche e soccorso ndr) di competenza maltese, a 39 miglia da Lampedusa. Sono state proprio le autorità della Valletta a segnalare il barcone in difficoltà alla centrale operativa delle Capitanerie di Porto di Roma, dopo avere ricevuto un Sos lanciato dal barcone attraverso un telefono satellitare. La Marina Militare maltese ha aggiunto di non essere in grado di intervenire. La Guardia Costiera ha subito inviato nella zona due motovedette partite da Lampedusa, le unità della Classe 300 impegnate in questi giorni per fronteggiare l’emergenza sbarchi.
08.29 – Le ricerche
Proseguono senza sosta le ricerche dei dispersi, circa 150, nel naufragio avvenuto la scorsa notte, 39 miglia da Lampedusa, durante le operazioni di soccorso. Sul posto motovedette della Guardia costiera e delle Fiamme gialle, nonché mezzi civili e aerei. I 47 dei 200 tratti in salvo hanno trovato posto su una motovedetta che ha fatto rotta a Lampedusa per le cure mediche. Tra loro, informano fonti della Guardia costiera, non ci sono feriti gravi. Le condizioni meteomarine restano difficili.
Ruby: udienza lampo, processo rinviato 31/5.
BERLUSCONI,VOGLIO ESSERE A PROCESSO, OGGI IMPEGNI - Silvio Berlusconi, attraverso una lettera depositata dal suo legale ai giudici, ha fatto sapere che avrebbe voluto "partecipare" all'udienza, ma fa presente di avere oggi "impegni istituzionali". Il premier ha consentito comunque lo svolgimento dell'udienza anche in sua assenza senza alcun legittimo impedimento.
RAGAZZA NON SI COSTITUIRA' PARTE CIVILE - Ruby Rubacuori ha deciso di non costituirsi parte civile al processo a carico del premier. Lo hanno fatto sapere i suoi legali in aula.
Ruby, dall’aula sì a conflitto attribuzione In piazza il Democrazia day.
21.06 – E’ iniziata la Notte Bianca della Democrazia
In piazza Santi Apostoli è iniziata la Notte Bianca della Democrazia, secondo atto delle manifestazioni di oggi contro le leggi ad personam del premier. Non a caso a fare da colonna sonora è il Dies Irae, che ha per tema il giorno del giudizio. ”Abbiamo voluto organizzare una notte bianca, simbolica, in uno dei periodi più bui della democrazia”, ha spiegato dal palco uno degli organizzatori. Oltre ai musicisti e ai comici, sul palco si alterneranno molti dei politici dell’opposizione che hanno aderito alla manifestazione: tra questi, Rosy Bindi, presidente dell’assemblea Pd, il leader dei Verdi Angelo Bonelli, Oliviero Diliberto, dirigente della Federazione della Sinistra, e Paola Concia del Pd.
La maggioranza alla Camera si ferma oggi, per il voto sul conflitto di attribuzione, a quota 314. La richiesta della maggioranza è stata approvata con dodici voti di scarto; i voti dell’opposizione sono stati 302. A votare con la maggioranza, oggi, l’esecutivo quasi al completo: mancavano infatti solo il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. In totale, gli assenti del Pdl sarebbero stati 7, alcuni (gli esponenti del governo) perché in missione, altri per malattia.
16.42 Verdini: “Siamo cresciuti, raggiunta quota 323″
“La maggioranza è cresciuta e salirà ancora. Siamo in continua crescita”. Il coordinatore del Pdl Denis Verdini commenta così il voto in Aula a Montecitorio sul conflitto di attribuzione in merito al processo Ruby. Dai calcoli fatti dal Pdl, infatti, al partito risulta che la maggioranza si attesta oggi a quota 323, compresi gli assenti durante il voto di oggi. Hanno votato con la maggioranza i due esponenti dei LibDem, Melchiorre e Tanoni. Quanto alle assenze nelle fila della maggioranza, oltre a quella di Silvio Berlusconi, risultano, tra le altre, quella del ministro Roberto Maroni, in missione in Tunisia, e dei deputati Angeli, Palumbo e Bonciani.
16.41 Lib Dem hanno votato con la maggioranza
I deputati Daniela Melchiorre, Italo Tanoni e Aurelio Misiti, hanno votato insieme alla maggioranza a favore del conflitto di attribuzione in aula alla Camera.
16.40 Granata: “Parlamento ostaggio dei problemi del premier”
“Il Parlamento è in ostaggio dei problemi giudiziari del premier. Ma le bandiere di Fli in piazza in segno di protesta e impegno civile sono un importante segnale di vita”. Fabio Granata commenta così il voto di oggi sul conflitto di attribuzioni per il caso Ruby. ”Torniamo così allo spirito antagonista alla deriva di illegalità che tiene bloccata l’Italia e costruiamo l’alternativa al Pdl e a questa maggioranza”.
16.38 Bossi: “12 voti di differenza? Bastano”
“Bastano”‘. Questa la risposta del ministro per le Riforme, Umberto Bossi, ai giornalisti che a Montecitorio gli domandavano un commento sullo scarto di soli 12 voti sul conflitto di attribuzioni sul caso Ruby.
16.11 Franceschini: “Berlusconi 330 deputati se li sogna la notte, oggi altra pagina vergognosa”
” “Mi pare che questa sia un’altra pagina davvero vergognosa”, ha detto Dario Franceschini, capogruppo del Pd riferendosi al conflitto di attribuzione sul caso Ruby, passato nell’aula della Camera per 12 voti di differenza tra il voto di maggioranza (314) contro quello delle opposizioni (302). “I 330 Berlusconi se li è sognati di notte. Sono arrivati a 314 e quindi i 330 sono un miraggio del premier che come tutti i miraggi si allontana”.
16.05 Conflitto di attribuzione votato con 314 sì e 302 no
L’aula della Camera ha approvato il conflitto di attribuzione per 314 voti a favore e 302 voti contrari.
16.02 Santanché esce da Montecitorio, i manifestanti intonano l’inno di Mameli
L’inno di Mameli scatta alla comparsa a piazza Montecitorio di Daniela Santanché. Le manifestanti presenti sulla piazza hanno prima invitato l’esponente Pdl “a parlare con le donne per capire che significa essere donna” e poi hanno intonato l’inno di Mameli. La Santanché, fermandosi a commentare con i cronisti ha detto: “Non è vero che il governo è fermo. Noi siamo impegnati sull’immigrazione, su Lampedusa che, come possono vedere tutti, e’ ormai svuotata. Tra le tante cose che il governo deve fare c’e’ la riforma della giustizia di cui il Paese ha bisogno”.
16.00 Banchi del governo pieni: La Russa e Meloni trovano posto tra i deputati
Banchi del governo al gran completo nell’Aula della Camera per la votazione sul conflitto di attribuzioni sul caso Ruby. In Aula c’erano praticamente tutti i ministri, assente il presidente del Consiglio: alla poltrona da lui usualmente occupata c’era il ministro Michela Vittoria Brambilla, tra i ministri Umberto Bossi e Franco Frattini. I banchi erano talmente pieni di ministri e sottosegretari che i ministri La Russa e Meloni non hanno trovato posto ed hanno dovuto accomodarsi ai banchi da deputato.
15.42 – Castagnetti: “Ad Arcore di tutto fuorché interesse di Stato”
“Non è vero che Silvio Berlusconi abbia agito nell’interesse dello Stato, quando organizzava le serate di Arcore dove c’era di tutto e di più, tranne l’interesse dello Stato”. E’ Pier Luigi Castagnetti, presidente della Giunta per le autorizzazioni alla Camera, a chiarirlo intervenendo a nome del Pd nel dibattito alla Camera sul conflitto d’attribuzioni sul caso Ruby. Per questi motivi, sottolinea, “non può configurarsi dunque alcun conflitto di attribuzione” mentre Castagnetti lamenta “violenza alle istituzioni” e “la volontà di creare un incidente per realizzare uno stato di conflitto permanente tra le istituzioni”.
15.40 – Berlusconi: “Contro di me in atto brigatismo giudiziario”
“Contro di me è in atto un verobrigatismo giudiziario”. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso della riunione con i capigruppo della maggioranza, commentando la pubblicazione delle intercettazioni a suo carico contenute negli atti di accusa dei pm nel processo Ruby.
15.40 – Consolo: “Votiamo contro”
”Fli alla luce delle norme della Costituzione ritiene la Camera di appartenenza l’unico giudice naturale precostituito per legge e insussistenti i presupposti per sollevare un conflitto di attribuzioni: per questo annuncia il voto contrario”. E’ la dichiarazione del deputato Vincenzo Consolo intervenuto alla Camera per Fli prima del voto sul conflitto di attribuzioni sul caso Ruby. “Noi di Fli, – ha aggiunto – prescindendo dalla gravità e dalla fondatezza dei reati contestati a Berlusconi e senza volere entrare nel merito, concentriamo l’attenzione sul diritto”.
15.31 – Moffa: “Sì a conflitto, per difendere parlamento”
”Iniziativa Responsabile ritiene fondata la richiesta della maggioranza di sollevare il conflitto di attribuzioni per dirimere una delicata e complessa questione. Abbiamo il dovere di farlo nell’interesse del Parlamento. L’opposizione non riesce a liberarsi di un antiberlusconismo di maniera agitando un gretto moralismo che niente ha a che fare con la moralita”. Lo ha dettoSilvano Moffa di Iniziativa responsabile intervenendo in aula. “I giudici di Milano – ha spiegato Moffa – hanno disatteso la decisione della Camera: a questo punto possiamo accettare passivamente che il nostro deliberato sia considerato nullo da altro potere dello Stato o reagire alla rottura della leale collaborazione tra i poteri”.
15.24 – Di Pietro: “Basta con gli abusi di funzioni”
“Denunciamo ancora una volta l’abuso delle funzioni che in questo Parlamento il governo sta portando avanti. I parlamentari utilizzano le loro funzioni per assicurare l’impunita’ a chi li ha mandati in Parlamento. Ormai nelle camere c’e’ chi chiede di conseguire l’impunita’ e chi, in cambio di una poltrona, si fa complice di questa situazione”. Lo ha detto il presidente dell’IdV,Antonio Di Pietro, tanto in Aula quanto partecipando al presidio permanente contro i ddl del governo sulla giustizia, organizzato a piazza Montecitorio in concomitanza con il voto sul caso Ruby.
15.00 – Comincia il Democrazia Day
Dietro le transenne cominciano ad assieparsi i manifestanti, controllati dai Carabinieri, che sono dislocati anche lungo il perimetro della piazza di fronte all’accesso principale della Camera. Mercoledì scorso l’apparato di sicurezza venne messo sotto accusa dall’opposizione, che non mancò di sottolineare il fatto che, malgrado il Pd e il Popolo Viola avessero annunciato già dalla mattina la convocazione di un presidio di protesa davanti a Montecitorio, ai manifestanti venne inspiegabilmente concesso di avanzare fino a pochi passi dal portone della Camera. Governo e maggioranza, attaccarono sia il Pd sia i manifestanti del Popolo Viola, accusandoli di aver deliberatamente cercato lo scontro. Oggi, quindi, l’apparato di sicurezza è stato rinforzato anche se per ora tutto è calmo. Dalle 20 in poi, l’iniziativa alla quale hanno aderito Articolo 21 e Libertà e Giustizia, Move On Italiano, Antonio Di Pietro e l’Idv, oltre a diversi parlamentari Pd e Fli, si trasferirà in piazza Sant’Apostoli dove parleranno rappresentati della società civile, dei partiti, del mondo delle associazioni. Sul palco saliranno anche Di Pietro, Rosy Bindi e Fabio Granata. Molti gli artisti e i rappresentanti del mondo della cultura che presenzieranno alla ‘Notte bianca per la democrazià: Giobbe Covatta, Moni Ovadia, Giuliano Montaldo, Dario Vergassola, Massimo Ghini e la Tavola della Pace. Il Pd ha deciso invece di organizzare una propria manifestazione al Pantheon, a partire dalle ore 18, alla quale parteciperà il segretario Pier Luigi Bersani.
16.42 Verdini: “Siamo cresciuti, raggiunta quota 323″
“La maggioranza è cresciuta e salirà ancora. Siamo in continua crescita”. Il coordinatore del Pdl Denis Verdini commenta così il voto in Aula a Montecitorio sul conflitto di attribuzione in merito al processo Ruby. Dai calcoli fatti dal Pdl, infatti, al partito risulta che la maggioranza si attesta oggi a quota 323, compresi gli assenti durante il voto di oggi. Hanno votato con la maggioranza i due esponenti dei LibDem, Melchiorre e Tanoni. Quanto alle assenze nelle fila della maggioranza, oltre a quella di Silvio Berlusconi, risultano, tra le altre, quella del ministro Roberto Maroni, in missione in Tunisia, e dei deputati Angeli, Palumbo e Bonciani.
16.41 Lib Dem hanno votato con la maggioranza
I deputati Daniela Melchiorre, Italo Tanoni e Aurelio Misiti, hanno votato insieme alla maggioranza a favore del conflitto di attribuzione in aula alla Camera.
16.40 Granata: “Parlamento ostaggio dei problemi del premier”
“Il Parlamento è in ostaggio dei problemi giudiziari del premier. Ma le bandiere di Fli in piazza in segno di protesta e impegno civile sono un importante segnale di vita”. Fabio Granata commenta così il voto di oggi sul conflitto di attribuzioni per il caso Ruby. ”Torniamo così allo spirito antagonista alla deriva di illegalità che tiene bloccata l’Italia e costruiamo l’alternativa al Pdl e a questa maggioranza”.
16.38 Bossi: “12 voti di differenza? Bastano”
“Bastano”‘. Questa la risposta del ministro per le Riforme, Umberto Bossi, ai giornalisti che a Montecitorio gli domandavano un commento sullo scarto di soli 12 voti sul conflitto di attribuzioni sul caso Ruby.
16.11 Franceschini: “Berlusconi 330 deputati se li sogna la notte, oggi altra pagina vergognosa”
” “Mi pare che questa sia un’altra pagina davvero vergognosa”, ha detto Dario Franceschini, capogruppo del Pd riferendosi al conflitto di attribuzione sul caso Ruby, passato nell’aula della Camera per 12 voti di differenza tra il voto di maggioranza (314) contro quello delle opposizioni (302). “I 330 Berlusconi se li è sognati di notte. Sono arrivati a 314 e quindi i 330 sono un miraggio del premier che come tutti i miraggi si allontana”.
16.05 Conflitto di attribuzione votato con 314 sì e 302 no
L’aula della Camera ha approvato il conflitto di attribuzione per 314 voti a favore e 302 voti contrari.
16.02 Santanché esce da Montecitorio, i manifestanti intonano l’inno di Mameli
L’inno di Mameli scatta alla comparsa a piazza Montecitorio di Daniela Santanché. Le manifestanti presenti sulla piazza hanno prima invitato l’esponente Pdl “a parlare con le donne per capire che significa essere donna” e poi hanno intonato l’inno di Mameli. La Santanché, fermandosi a commentare con i cronisti ha detto: “Non è vero che il governo è fermo. Noi siamo impegnati sull’immigrazione, su Lampedusa che, come possono vedere tutti, e’ ormai svuotata. Tra le tante cose che il governo deve fare c’e’ la riforma della giustizia di cui il Paese ha bisogno”.
16.00 Banchi del governo pieni: La Russa e Meloni trovano posto tra i deputati
Banchi del governo al gran completo nell’Aula della Camera per la votazione sul conflitto di attribuzioni sul caso Ruby. In Aula c’erano praticamente tutti i ministri, assente il presidente del Consiglio: alla poltrona da lui usualmente occupata c’era il ministro Michela Vittoria Brambilla, tra i ministri Umberto Bossi e Franco Frattini. I banchi erano talmente pieni di ministri e sottosegretari che i ministri La Russa e Meloni non hanno trovato posto ed hanno dovuto accomodarsi ai banchi da deputato.
15.42 – Castagnetti: “Ad Arcore di tutto fuorché interesse di Stato”
“Non è vero che Silvio Berlusconi abbia agito nell’interesse dello Stato, quando organizzava le serate di Arcore dove c’era di tutto e di più, tranne l’interesse dello Stato”. E’ Pier Luigi Castagnetti, presidente della Giunta per le autorizzazioni alla Camera, a chiarirlo intervenendo a nome del Pd nel dibattito alla Camera sul conflitto d’attribuzioni sul caso Ruby. Per questi motivi, sottolinea, “non può configurarsi dunque alcun conflitto di attribuzione” mentre Castagnetti lamenta “violenza alle istituzioni” e “la volontà di creare un incidente per realizzare uno stato di conflitto permanente tra le istituzioni”.
15.40 – Berlusconi: “Contro di me in atto brigatismo giudiziario”
“Contro di me è in atto un verobrigatismo giudiziario”. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso della riunione con i capigruppo della maggioranza, commentando la pubblicazione delle intercettazioni a suo carico contenute negli atti di accusa dei pm nel processo Ruby.
15.40 – Consolo: “Votiamo contro”
”Fli alla luce delle norme della Costituzione ritiene la Camera di appartenenza l’unico giudice naturale precostituito per legge e insussistenti i presupposti per sollevare un conflitto di attribuzioni: per questo annuncia il voto contrario”. E’ la dichiarazione del deputato Vincenzo Consolo intervenuto alla Camera per Fli prima del voto sul conflitto di attribuzioni sul caso Ruby. “Noi di Fli, – ha aggiunto – prescindendo dalla gravità e dalla fondatezza dei reati contestati a Berlusconi e senza volere entrare nel merito, concentriamo l’attenzione sul diritto”.
15.31 – Moffa: “Sì a conflitto, per difendere parlamento”
”Iniziativa Responsabile ritiene fondata la richiesta della maggioranza di sollevare il conflitto di attribuzioni per dirimere una delicata e complessa questione. Abbiamo il dovere di farlo nell’interesse del Parlamento. L’opposizione non riesce a liberarsi di un antiberlusconismo di maniera agitando un gretto moralismo che niente ha a che fare con la moralita”. Lo ha dettoSilvano Moffa di Iniziativa responsabile intervenendo in aula. “I giudici di Milano – ha spiegato Moffa – hanno disatteso la decisione della Camera: a questo punto possiamo accettare passivamente che il nostro deliberato sia considerato nullo da altro potere dello Stato o reagire alla rottura della leale collaborazione tra i poteri”.
15.24 – Di Pietro: “Basta con gli abusi di funzioni”
“Denunciamo ancora una volta l’abuso delle funzioni che in questo Parlamento il governo sta portando avanti. I parlamentari utilizzano le loro funzioni per assicurare l’impunita’ a chi li ha mandati in Parlamento. Ormai nelle camere c’e’ chi chiede di conseguire l’impunita’ e chi, in cambio di una poltrona, si fa complice di questa situazione”. Lo ha detto il presidente dell’IdV,Antonio Di Pietro, tanto in Aula quanto partecipando al presidio permanente contro i ddl del governo sulla giustizia, organizzato a piazza Montecitorio in concomitanza con il voto sul caso Ruby.
15.00 – Comincia il Democrazia Day
Dietro le transenne cominciano ad assieparsi i manifestanti, controllati dai Carabinieri, che sono dislocati anche lungo il perimetro della piazza di fronte all’accesso principale della Camera. Mercoledì scorso l’apparato di sicurezza venne messo sotto accusa dall’opposizione, che non mancò di sottolineare il fatto che, malgrado il Pd e il Popolo Viola avessero annunciato già dalla mattina la convocazione di un presidio di protesa davanti a Montecitorio, ai manifestanti venne inspiegabilmente concesso di avanzare fino a pochi passi dal portone della Camera. Governo e maggioranza, attaccarono sia il Pd sia i manifestanti del Popolo Viola, accusandoli di aver deliberatamente cercato lo scontro. Oggi, quindi, l’apparato di sicurezza è stato rinforzato anche se per ora tutto è calmo. Dalle 20 in poi, l’iniziativa alla quale hanno aderito Articolo 21 e Libertà e Giustizia, Move On Italiano, Antonio Di Pietro e l’Idv, oltre a diversi parlamentari Pd e Fli, si trasferirà in piazza Sant’Apostoli dove parleranno rappresentati della società civile, dei partiti, del mondo delle associazioni. Sul palco saliranno anche Di Pietro, Rosy Bindi e Fabio Granata. Molti gli artisti e i rappresentanti del mondo della cultura che presenzieranno alla ‘Notte bianca per la democrazià: Giobbe Covatta, Moni Ovadia, Giuliano Montaldo, Dario Vergassola, Massimo Ghini e la Tavola della Pace. Il Pd ha deciso invece di organizzare una propria manifestazione al Pantheon, a partire dalle ore 18, alla quale parteciperà il segretario Pier Luigi Bersani.
Così Giuliante, avvocato di Ruby, invitò un boss della ‘ndrangheta a cena da Berlusconi.
L'ex tesoriere del Pdl lombardo, già avvocato di Ruby, chiama l'uomo delle 'ndrine. Obiettivo: appoggi politici
Quindici maggio 2009: il cellulare di Paolo Martino inizia a squillare molto presto. Venti minuti dopo le otto, e il presunto boss della ‘ndrangheta, arrestato il 14 marzo scorso per associazione mafiosa, già passeggia nel salotto della sua casa di corso XXII Marzo a Milano. Da mesi ha il telefono sotto controllo. I carabinieri del Ros, infatti, lo considerano il principale referente delle cosche reggine in riva al Naviglio. Condannato a 9 anni per omicidio, col tempo Martino ha fatto carriera. Prima sicario. Poi trafficante. Quindi latitante. E ora, secondo i pm, top manager della mafia più influente del mondo. Dall’altra parte della cornetta c’è, invece, un avvocato milanese. Già nella segreteria regionale del Pdl, ex tesoriere del partito in Lombardia, Luca Giuliante è stato il primo legale di Ruby. Lui le ha fatto da tutor nei mesi successivi alla notte in questura del 27 maggio 2010.
I fondi per l’elezione di Podestà
In quella mattina di maggio, però, Karima El Mahroug non c’è ancora e Giuliante parla d’altro. L’uomo delle cosche ascolta. Gli investigatori del Ros registrano. Sono carabinieri esperti, abituati a seguire i discorsi a singhiozzo delle intercettazioni. Poi ecco le parole che non ti aspetti. In sequenza l’avvocato snocciola il nome dell’ad di Impregilo e presidente di Bpm Massimo Ponzellini, già assistente personale di Romano Prodi, quindi quello di Berlusconi. L’obiettivo è fare incontrare il banchiere, che piace alla Lega, con l’uomo dei clan. L’occasione, racconta l’avvocato nella telefonata depositata agli atti dell’indagine Caposaldo, sarà una raccolta fondi per la campagna elettorale di Guido Podestà programmata per il 18 maggio. Il tutto officiato nelle sale settecentesche di villa Gernetto a Lesmo, acquistata dal premier dopo il divorzio con Veronica Lario. Dice Giuliante: “Siccome tu mi avevi chiesto se era possibile creare delle condizioni per conoscerlo, forse questa è la volta buona”. All’appuntamento, riservatissimo, ci sarà anche il Cavaliere. E oltre a lui, il gotha della finanza lombarda: dall’imprenditrice Diana Bracco (già nel Cda della società che gestirà l’Expo) al presidente di Assimpredil Claudio De Albertis. Tutti iscritti nella lista dei sessanta, selezionatissimi, ospiti.
Insomma, l’invito è di quelli da non perdere, soprattutto per uno come Martino che sotto la Madonnina ci arriva in cerca di appoggi da spendere sui tavoli dei maxi-appalti lombardi. Anche per questo Giuliante mostra toni entusiasti. Con Martino si conoscono dal marzo 2009. Hanno confidenza. E poi in comune vantano amicizie di peso come quella con Lele Mora. “È stato proprio Mora – racconta Giuliante al Fatto – a presentarmi personalmente Martino”. Il manager della ‘ndrangheta, infatti, entra in contatto con l’imprenditore dei vip amico del Cavaliere grazie aStefano Trabucco, uno dei tanti factotum di Mora. Giuliante, invece, il Lele lo conosce da tempo. Per amicizia e per lavoro. È, infatti, il suo avvocato per la bancarotta della LG Management e ora lo difende anche nel processo sulle cene di Arcore. Nel 2009, però, i bunga bunga di villa San Martino non c’entrano. Qui si parla di mafia e affari. Politicamente, poi, Giuliante, che non risulta indagato, sta con il Pdl. Nel 2010, ha difeso il listino di Formigoni nell’affare delle firme false per le regionali. Nel 2009, invece, è a capo del comitato elettorale di Podestà che da lì a poche settimane diventerà il nuovo presidente della Provincia. E del resto, con il futuro inquilino di Palazzo Isimbardi, l’avvocato milanese condivide anche certi affari nel settore immobiliare. A Martino, invece, la politica interessa il giusto. Quello che vale è il business. Certo, il suo curriculum un po’ impressiona. Perché, oltre a quell’omicidio compiuto a 16 anni, sul tavolo può mettere parentele di peso, come quella con Paolino De Stefano, capo dei capi della mafia calabrese.
Nel 2009, dunque, il padrino va alla grande. In città gira a bordo di un suv bianco. Mentre sulla sua agenda sono segnati nomi di primo piano. C’è Vito Cardinale, uno dei proprietari della discoteca Hollywood, per anni covo prediletto di Mora. C’è il messinese Natale Sartori, già socio in affari con le figlie di Vittorio Mangano e amico del senatore Marcello Dell’Utri. C’è la cosca Flachi con la quale tratta l’ingresso nella Tnt e partecipa, il 14 maggio 2009, all’apertura del nuovo hub di Linate, alla cui inaugurazione ci sarà anche il sottosegretario alla presidenza di Regione Lombardia Angelo Giammario. L’attività di Martino è vorticosa.
Il fedelissimo di La Russa
E così lo ritroviamo vicino a piazza San Babila mentre presenta l’imprenditore calabrese Fabio Mucciola a un fedelissimo del ministro La Russa. Si tratta di Pasquale Guaglianone, ex terrorista nero, oggi nel cda di Ferrovie Nord. Insomma, annota il Ros, “Martino si muove in una sfera amplissima di conoscenze”.
La telefonata con Giuliante aggiunge particolari alla scena. Riguardo all’appuntamento del 18 maggio l’avvocato “informa Martino, che in qualità di presidente del comitato elettorale di Podestà, ha organizzato una cena a Lesmo, presso una villa del presidente del Consiglio con quota di partecipazione di 25 mila euro”. Tra gli ospiti ci sarà anche il padrone di casa. L’avvocato insiste: Martino ci deve essere “perché – si legge nell’informativa del Ros – a dire di Giuliante, tale occasione sarebbe favorevole per relazionarsi con l’ad di Impregilo, ufficialmente invitato alla cena”. Un’opportunità d’oro per il referente della ‘ndrangheta sotto la Madonnina che, però, alla fine declinerà l’invito. “Martino – chiosa Giuliante – non mi disse né sì né no. Ma alla fine non è venuto. E la cosa mi è dispiaciuta. Di lui conservo il ricordo di una persona garbata e simpatica”. La cena, invece, si farà. Mattatore della serata, naturalmente, il Cavaliere che, dopo aver magnificato le doti di Podestà (“Lui fa i fatti e non le parole”), a fine serata, omaggia gli ospiti con una interpretazione tutta personale di Malafemmena.
I fondi per l’elezione di Podestà
In quella mattina di maggio, però, Karima El Mahroug non c’è ancora e Giuliante parla d’altro. L’uomo delle cosche ascolta. Gli investigatori del Ros registrano. Sono carabinieri esperti, abituati a seguire i discorsi a singhiozzo delle intercettazioni. Poi ecco le parole che non ti aspetti. In sequenza l’avvocato snocciola il nome dell’ad di Impregilo e presidente di Bpm Massimo Ponzellini, già assistente personale di Romano Prodi, quindi quello di Berlusconi. L’obiettivo è fare incontrare il banchiere, che piace alla Lega, con l’uomo dei clan. L’occasione, racconta l’avvocato nella telefonata depositata agli atti dell’indagine Caposaldo, sarà una raccolta fondi per la campagna elettorale di Guido Podestà programmata per il 18 maggio. Il tutto officiato nelle sale settecentesche di villa Gernetto a Lesmo, acquistata dal premier dopo il divorzio con Veronica Lario. Dice Giuliante: “Siccome tu mi avevi chiesto se era possibile creare delle condizioni per conoscerlo, forse questa è la volta buona”. All’appuntamento, riservatissimo, ci sarà anche il Cavaliere. E oltre a lui, il gotha della finanza lombarda: dall’imprenditrice Diana Bracco (già nel Cda della società che gestirà l’Expo) al presidente di Assimpredil Claudio De Albertis. Tutti iscritti nella lista dei sessanta, selezionatissimi, ospiti.
Insomma, l’invito è di quelli da non perdere, soprattutto per uno come Martino che sotto la Madonnina ci arriva in cerca di appoggi da spendere sui tavoli dei maxi-appalti lombardi. Anche per questo Giuliante mostra toni entusiasti. Con Martino si conoscono dal marzo 2009. Hanno confidenza. E poi in comune vantano amicizie di peso come quella con Lele Mora. “È stato proprio Mora – racconta Giuliante al Fatto – a presentarmi personalmente Martino”. Il manager della ‘ndrangheta, infatti, entra in contatto con l’imprenditore dei vip amico del Cavaliere grazie aStefano Trabucco, uno dei tanti factotum di Mora. Giuliante, invece, il Lele lo conosce da tempo. Per amicizia e per lavoro. È, infatti, il suo avvocato per la bancarotta della LG Management e ora lo difende anche nel processo sulle cene di Arcore. Nel 2009, però, i bunga bunga di villa San Martino non c’entrano. Qui si parla di mafia e affari. Politicamente, poi, Giuliante, che non risulta indagato, sta con il Pdl. Nel 2010, ha difeso il listino di Formigoni nell’affare delle firme false per le regionali. Nel 2009, invece, è a capo del comitato elettorale di Podestà che da lì a poche settimane diventerà il nuovo presidente della Provincia. E del resto, con il futuro inquilino di Palazzo Isimbardi, l’avvocato milanese condivide anche certi affari nel settore immobiliare. A Martino, invece, la politica interessa il giusto. Quello che vale è il business. Certo, il suo curriculum un po’ impressiona. Perché, oltre a quell’omicidio compiuto a 16 anni, sul tavolo può mettere parentele di peso, come quella con Paolino De Stefano, capo dei capi della mafia calabrese.
Nel 2009, dunque, il padrino va alla grande. In città gira a bordo di un suv bianco. Mentre sulla sua agenda sono segnati nomi di primo piano. C’è Vito Cardinale, uno dei proprietari della discoteca Hollywood, per anni covo prediletto di Mora. C’è il messinese Natale Sartori, già socio in affari con le figlie di Vittorio Mangano e amico del senatore Marcello Dell’Utri. C’è la cosca Flachi con la quale tratta l’ingresso nella Tnt e partecipa, il 14 maggio 2009, all’apertura del nuovo hub di Linate, alla cui inaugurazione ci sarà anche il sottosegretario alla presidenza di Regione Lombardia Angelo Giammario. L’attività di Martino è vorticosa.
Il fedelissimo di La Russa
E così lo ritroviamo vicino a piazza San Babila mentre presenta l’imprenditore calabrese Fabio Mucciola a un fedelissimo del ministro La Russa. Si tratta di Pasquale Guaglianone, ex terrorista nero, oggi nel cda di Ferrovie Nord. Insomma, annota il Ros, “Martino si muove in una sfera amplissima di conoscenze”.
La telefonata con Giuliante aggiunge particolari alla scena. Riguardo all’appuntamento del 18 maggio l’avvocato “informa Martino, che in qualità di presidente del comitato elettorale di Podestà, ha organizzato una cena a Lesmo, presso una villa del presidente del Consiglio con quota di partecipazione di 25 mila euro”. Tra gli ospiti ci sarà anche il padrone di casa. L’avvocato insiste: Martino ci deve essere “perché – si legge nell’informativa del Ros – a dire di Giuliante, tale occasione sarebbe favorevole per relazionarsi con l’ad di Impregilo, ufficialmente invitato alla cena”. Un’opportunità d’oro per il referente della ‘ndrangheta sotto la Madonnina che, però, alla fine declinerà l’invito. “Martino – chiosa Giuliante – non mi disse né sì né no. Ma alla fine non è venuto. E la cosa mi è dispiaciuta. Di lui conservo il ricordo di una persona garbata e simpatica”. La cena, invece, si farà. Mattatore della serata, naturalmente, il Cavaliere che, dopo aver magnificato le doti di Podestà (“Lui fa i fatti e non le parole”), a fine serata, omaggia gli ospiti con una interpretazione tutta personale di Malafemmena.
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