domenica 8 maggio 2011

Sicilia, il paradosso dei forestali 841 ufficiali e solo 14 agenti.


PALERMO - È il corpo di polizia più pazzo d' Italia, dove tutti comandano ma non c' è nessuno che possa obbedire. È quello della forestale della Regione Siciliana, composto da ben 841 tra commissari e ispettori, cioè ufficiali e sottufficiali, che sulla carta dovrebbero coordinare una truppa di 14 agenti. Qui tutti hanno i gradi e le stellette, e nessuno è soldato semplice. Il risultato? Non solo in Sicilia non è rimasto più nessuno da "comandare", ma ci sono più commissari e ispettori che in tutto il corpo forestale dello Stato, dove gli ufficiali sono 428 a fronte di 7111 agenti. Un paradosso tutto siciliano, che la Regione guidata da Raffaele Lombardo ha appena scoperto facendo una ricognizione della pianta organica. E adesso, per metterci una pezza, si cerca disperatamente una truppa da far comandare ai tanti ufficiali, con l' amministrazione che vorrebbe riqualificare del personale interno, visto che la Regione ha appena assunto nei ruoli 5400 precari, chiaramente senza alcun concorso. «Per fortuna una norma prevede in questi casi l' assegnazione di mansioni anche inferiori ai graduati, in caso contrario avrei dovuto già chiudere il corpo, rischio che rimane tale perché in tutto ho un organico di 848 persone e ne ho bisogno di almeno 1.300», dice il neo direttore della Forestale, Pietro Tolomeo, che si è trovato sul tavolo i dati che hanno messo nero su bianco questa assurdità, iniziata durante gli anni dall' ex governo Cuffaro: precisamente il 20 aprile 2007, quando è stato consentito l' avvio di promozioni automatiche con la semplice anzianità di servizio. Il paradosso però adesso è sotto gli occhi di tutti. Nel dettaglio il direttore Tolomeo guida un comando nel quale ci sono 148 commissari che guadagnano circa 2.400 euro netti al mese (in organico dovrebbero essere solo 80), 693 ispettori con stipendio da 2.100 euro al mese (in organico dovrebbero essere 200) e solo 14 tra sovrintendenti e agenti con stipendio da 1.400 euro. Secondo la pianta organica, che sempre sulla scia dei paradossi siciliani è stata fissata con lo stesso decreto che promuoveva tutti, gli agenti in ruolo dovrebbero essere 1.100. Ed è proprio su quest' ultimo numero che l' amministrazione e perfino i sindacati si appigliano ora per incrementare l' organico. Gli ufficiali e i sotto ufficiali, infatti, si lamentano perché svolgono mansioni che non sono di loro competenza: «Io ho 50 anni è sono costretto da solo a fare il lavoro dell' agente e del sovrintendente - dice l' ispettore Gerlando Mazzà, del Cobas-Codir - Qui in passato sono stati fatti sprechi ed errori, ma le conseguenze le stiamo pagando noi, perché con un organico ridotto e così squilibrato nessuno può avere ambizioni di carriera». Numeri alla mano, comunque, anche con un organico "ridotto" a 848 unità, la Sicilia non si può lamentare rispetto ad altre regioni d' Italia che hanno una densità boschiva certamente superiore rispetto a quella dell' isola: a esempio, in Veneto i berretti verdi sono 425, tra graduati e agenti, in Toscana 630. Per non parlare della Valle d' Aosta o del Friuli Venezia Giulia, che nonostante le Alpi hanno corpi di polizia forestale composti rispettivamente da 157 e 298 unità.

- ANTONIO FRASCHILLA



BROOKER fa a pezzi BERLUSCONI (versione italiana)




Libia, naufraga barcone con a bordo 600 immigrati.



Un barcone con oltre 600 migranti è naufragato all'alba di ieri mattina davanti alle coste libiche, nei pressi di Tripoli. Nell'incidente sarebbero morti decine e decine di migranti; altri si sarebbero salvati raggiungendo a nuoto la riva. L'imbarcazione sarebbe infatti colata a picco subito dopo la partenza, a poche decine di metri dalla spiaggia, perchè sovraccarica.

Secondo le testimonianze raccolte dal giornalista somalo Aden Sabrie, che collabora con la Bbc, sarebbero stati recuperati 16 cadaveri di suoi connazionali, tra cui alcune donne e tre neonati, mentre altri 32 risultano ancora dispersi.

Ma il numero complessivo delle vittime, provenienti anche da altri paesi dell'area sub sahariana, sarebbe di gran lunga superiore.

La notizia del naufragio è stata confermata al giornalista della Bbc anche dall'ambasciatore somalo in Libia, Mohamed Abdiqani. Secondo una prima ricostruzione, attraverso le testimonianze di alcuni sopravvissuti, il barcone con oltre 600 migranti sarebbe partito un'ora dopo un'altra «carretta» che aveva un numero analogo di persone a bordo.
Quasi certamente si tratta dell'imbarcazione con 655 profughi approdata in nottata a Lampedusa dopo essere stata soccorsa a circa venti miglia dall'isola dalle motovedette della Guardia Costiera. La notizia si è subito diffusa nel centro di prima accoglienza di Lampedusa, provocando commozione e sgomento. Una donna somala giunta ieri sta piangendo dopo avere appreso telefonicamente da alcuni parenti che il figlio, partito con il secondo barcone, sarebbe tra le vittime.

Gli sbarchi di massa non si fermano. A Lampedusa in nottata sono approdati 842 migranti su due barconi provenienti dalla Libia. Li hanno soccorsi le motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Sull'imbarcazione più grande c'erano 655 profughi, tra i quali 82 donne e 21 ragazzi e bambini; l'altra «carretta» trasportava 187 persone, tra cui 19 donne e un minorenne. Tutti sono stati accompagnati nel centro di prima accoglienza. Ieri erano stati trasferiti dall'isola a Taranto e alla tendopoli di Manduria, con la nave Excelsior, oltre mille migranti sbarcati negli ultimi due giorni.

Le donne, uomini e bambini sbarcati nella notte sono tutti di orgine sub-sahariana. Un'altra imbarcazione con un centinaio di immigrati è stato fermato in acque tunisine e riportato indietro dalle motovedette di Tunisi.




L'insostenibile leggerezza dell'essere: Stefania Prestigiacomo


Romani le dà della matta, i Radicali presentano un'interpellanza su un presento conflitto d'interessi. E ritorna la polemica col suo arcinemico, Raffaele Lombardo.
di Andrea Turco

Stefania PrestigiacomoNon è certo un periodo felice per Stefania Prestigiacomo. Il ministro dell’Ambiente, nonostante l’approvazione del decreto interministeriale che determina una nuova disciplina delle modalità di incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici, ha parecchi grattacapi. Dopo i ritardi nell’approvazione di un decreto pronto già da aprile, la 44enne siracusana mostra segni di nervosismo. Alle giornate del Ppe è andata fuori tema, dichiarando che “con il Governo regionale siciliano ci sono problemi su tutti i fronti, non solo sulle rinnovabili. Non voglio fare polemica ma il governo regionale tarda su tutte le decisioni – ha aggiunto – spero che anche la Sicilia riparta come il Nord e spero che la Sicilia riparta con un governo più attento alla necessità di fare investire capitali privati”. Quando può, una stoccata a Lombardo la Prestigiacomo non se la fa mai mancare.

Inoltre il ddl approvato ieri al Consiglio dei Ministri è sembrata una soluzione di comodo, più che una scelta politica di ampie vedute. Sembra confermarlo lo stesso ministro ai microfoni palermitani: “nel ddl abbiamo inserito una riforma importantissima nel settore delle acque, importante perché in Italia incombe il referendum”.

Altra questione: a causa delle modifiche del quadro normativo sull’energia rinnovabile, un gruppo di operatori esteri del fotovoltaico ha chiesto allo Stato italiano il risarcimento dei danni subiti per un valore stimato di 500 milioni di euro. “Il decreto firmato dai ministri Prestigiacomo e Romani si rivela del tutto penalizzante – hanno dichiarato in una nota congiunta le aziende coinvolte – per chi, facendo affidamento sul Terzo Conto Energiaha intrapreso investimenti da realizzarsi entro il 2011 e il primo trimestre del 2012”.

I guai però per la bionda ex ministro delle Pari opportunità non si esauriscono certo qui. In un’interpellanza depositata ieri, la deputata dei Radicali (eletta nel Pd) Elisabetta Zamparutti ha chiesto di verificare il conflitto d’interessi del ministro Prestigiacomo nel fotovoltaico. Riprendendo un articolo del Corriere della Sera, nel testo si legge che “la società Coemi, attiva nel settore degli impianti elettrici ed amministrata dalla sorella del ministro Maria Prestigiacomo, ha come cliente l’Electricitè de France impegnata a costruire un polo fotovoltaico di 13,5 mw a Priolo Gargallo, nella Sicilia orientale”. Il ministro smentisce e annuncia querele, ma rimane il fatto che dall’esecutivo non si è alzata una sola voce a favore del ministro dell’ambiente. Solo una settimana fa il ministro per le Attività produttive Paolo Romani aveva confessato ad una platea di imprenditori lobardi “quella matta della Prestigiacomo mi fa incazzare”, in merito al sistema di finanziamento per gli incentivi al fotovoltaico.

http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=269


I ribelli libici: armi dall'Italia La Farnesina smentisce.



Il consiglio nazionale di transizione (cnt), braccio politico della ribellione libica, ha detto che l'italia ha accettato di fornire «molto presto» delle armi per contribuire a combattere le forze fedeli al leader muammar gheddafi.

«Ci daranno le armi e le riceveremo molto presto», ha detto ai giornalisti il vice presidente del cnt, Abdel Hafiz Ghoga, spiegando che alcuni ufficiali militari avevano firmato un accordo in tal senso con dei funzionari italiani. Ad annunciare il presunto accordo per la fornitura di armanenti, è stato il vice presidente del Consiglio Transitorio, Abdel-Hafiz Ghoga, nel corso di una conferenza stampa tenuta a Bengasi.

A detta di Ghoga, le autorità italiane «ci forniranno armi, che riceveremo molto presto». Il numero due del governo-ombra libico non ha specificato di quali armamenti si tratterebbe, limitandosi ad affermare che l'intesa riguarderebbe qualsiasi tipo di equipaggiamento fosse necessario. A suo dire, esponenti militari degli insorti si sarebbero recati proprio a tale scopo in Italia. Una delegazione del Consiglio era presente alla seconda riunione del cosiddetto Gruppo di Contatto sulla Libia, tenutasi l'altroieri a Roma.

Fonti della Farnesina hanno seccamente smentto che presto l'Italia fornirà armi agli insorti, come annunciato dal Cnt. Le stesse fonti ricordano che l'Italia fornisce «materiali per l'autodifesa» secondo gli accordi Doha nel quadro della risoluzione 1973, ma nessun materiale d'attacco.



sabato 7 maggio 2011

Scoperto l'archivio segreto di Ciancimino tutti i pizzini del padre in uno sgabuzzino.


E' stato lo stesso Ciancimino a rivelare l'esistenza della stanza segreta ai magistrati che questa mattina l'hanno interrogato per quattro ore nel carcere di Pagliarelli. Lo stanzino si trova nella palazzina di via Torrearsa dove abita il supertestimone

di SALVO PALAZZOLO

L'archivio segreto di Massimo Ciancimino era dieci gradini oltre la porta d’ingresso della sua casa palermitana. Fra il piano terra e il primo piano della palazzina di via Torrearsa c’è una porticina che nessun investigatore, nessun magistrato ha mai varcato fino a questo pomeriggio. Quella porticina ha nascosto per anni uno sgabuzzino pieno zeppo di carte e appunti dell’ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino. Questa mattina, è stato Massimo Ciancimino a svelare ai magistrati della Procura di Palermo l’esistenza della stanza segreta. E subito, gli investigatori della Dia sono tornati in via Torrearsa, come già era accaduto nel corso del primo interrogatorio di Ciancimino dopo l’arresto: quella volta, furono trovati 13 candelotti di esplosivo sotterrati nel giardino. Oggi pomeriggio, la Dia ha sequestrato cinque scatoloni di documenti.

Si tratta di appunti manoscritti di Vito Ciancimino e di dattiloscritti molto simili a quelli già consegnati da Ciancimino junior nel corso delle sue audizioni in Procura. Saranno presto consegnati agli esperti della polizia scientifica, per gli gli esami necessari.

Questa mattina, Massimo Ciancimino era rimasto con i pm Ingroia, Di Matteo e Guido per ben quattro ore, all’interno della sala interrogatori del carcere di Pagliarelli. Il contenuto delle sue dichiarazioni è stato secretato, segno che potrebbero essere arrivate nuove rivelazioni, adesso al vaglio della magistratura.
Di certo, durante questo secondo interrogatorio, Massimo Ciancimino non si sarebbe solo difeso dall’accusa di aver calunniato l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, ma avrebbe anche offerto altri spunti d’indagine. Il primo, quello della misteriosa stanza.

Dopo gli ultimi colpi di scena - prima l’esplosivo, adesso l’archivio segreto del padre - Ciancimino si prepara all’audizione di martedì, al processo che vede imputato l’ex ufficiale del Ros Mario Mori di aver favorito la latitanza del boss Provenzano. Ciancimino è ancora teste d’accusa, la Procura non ha mai avuto intenzione di rinunciare. In più di una occasione i pm hanno ribadito: "Riscontriamo caso per caso le dichiarazioni del teste".

Ma adesso sorgono altri interrogativi. Perché Ciancimino non ha mai parlato di quell'archivio segreto in tre anni di collaborazione? Perché non ha mai consegnato quei cinque scatoloni pieni di documenti del padre? Cosa c’è scritto negli altri biglietti ritrovati oggi?

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/05/07/news/scoperto_l_archivio_segreto_di_massimo_ciancimino_tutti_i_pizzini_del_padre_nascosti_in_uno_sgabuzzino-15927880/?ref=HREC1-5



L’uso della scorta secondo Razzi farsi portare le racchette da tennis. - di Davide Vecchi



E’ arrivato a Fiumicino giovedì pomeriggio per imbarcarsi sul volo Swiss Air delle 14.50 diretto a Zurigo, dove risiede. Raggiunto il gate, si è fatto consegnare il trolley e le racchette da tennis dai due uomini della scorta che gli sono stati assegnati a marzo. Sotto gli sguardi esterrefatti degli altri passeggeri e degli addetti della compagnia aerea che però sono abituati ad assistere alla scena che, pare, si ripeta ogni settimana. Del resto l’onorevole Antonio Razzi, ex dipietrista passato nella maggioranza il 14 dicembre per sostenere il governo Berlusconi, a Zurigo ci vive. Nato nella provincia di Chieti, Razzi è stato eletto alla Camera nella circoscrizione estero Europa ed è per “i miei elettori”, ha spiegato nei giorni scorsi, che ha proposto l’abolizione dell’Ici per gli italiani all’estero. “Lasciare l’Ici sulla prima casa sfitta a carico degli italiani residenti all’estero è una spiacevole e incomprensibile discriminazione”, ha detto. Omettendo però che lui è proprietario di un immobile in Abruzzo che è diventato il simbolo nei mesi scorsi della compravendita parlamentare: il Pdl, infatti, gli offrì di pagargli il mutuo acceso per pagare quella abitazione in cambio della sua fiducia al governo. E lo raccontò lui stesso (guarda il video).

Ma nel cambiar casacca per Razzi ci sono state anche conseguenze negative. Come le minacce che ha denunciato di aver ricevuto proprio per aver sostenuto il governo Berlusconi il 14 dicembre. Minacce che sono state prese sul serio, ovviamente, e hanno portato il Viminale ad assegnare a Razzi due uomini di scorta per la sua sicurezza e incolumità personale. Il Consap, sindacato di Polizia, ha reagito protestando davanti al ministero. Ma non c’è stato nulla da fare. Così, dal 15 marzo scorso, Razzi gira accompagnato con due body guard. Che però non potrebbero portare nulla, oltre agli “strumenti del mestiere”. E invece, secondo quanto raccontano passeggeri e stuart della Swiss air, Razzi li usa come portaborse, porta trolley, porta racchette da tennis, porta tutto insomma.

Testimone “involontario e indignato” anche Franco Narducci, deputato del Pd e, come Razzi, residente in Svizzera. “Io mi vergogno per lui”, ha detto Narducci. “Il contribuente italiano paga per quei due poliziotti che poveretti sono costretti a un’umiliazione simile. Razzi – secondo il deputato del Pd – non ha ricevuto minacce credibili, è più uno status symbol per lui avere la scorta. Come dice Curzio Malaparte l’Italia ‘è la terra del diritto e del rovescio”.

Del resto il tennis è tra le passioni di Razzi. Non l’unica per sua stessa ammissione. Mercoledì, appena nominato consigliere personale per la contraffazione del ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Saverio Romano, a chi gli chiedeva quali conoscenze ed esperienze avesse nel settore, Razzi ha risposto: “Sono un buongustaio, mi piace cucinare e spesso aiuto mia moglie ai fornelli”. Infatti l’onorevole è stato promotore della targa “ottimo ristorante italiano di qualità” che sarà garanzia della provenienza dei prodotti made in Italy e del rispetto della tradizione enogastronomica della cucina italiana.