Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
giovedì 17 novembre 2011
Governo Monti giura al Quirinale Sedici ministri, nessun politico.
Roma - (Adnkronos/Ign) - Il neo presidente del Consiglio - che mantiene la delega all'Economia - annuncia i nomi dei nuovi ministri: tutti tecnici, tre donne (VIDEO).Passera allo Sviluppo e Infrastrutture. "L'assenza di politici non ostacolerà ma agevolerà". Ecco la nuova squadra (LISTA). Il giuramento (FOTO). Il capo dello Stato: "Dalla Ue segnali positivi". Juncker: "Buona notizia per Italia e Eurozona". Il programma di Monti. Berlusconi: "Siamo in buone mani".Bersani: "La svolta c'è stata". Fini: "Scelta dei ministri per competenza e valore". Annarella in trasferta al Quirinale: "A chi tocca nun s'engrugna". Il professore riservato ma intransigente dallo humour anglosassone.Monti giura al Quirinale e Piazza Affari prende quota.
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Governo-Monti-giura-al-Quirinale-Sedici-ministri-nessun-politico_312650210740.html
LA LISTA DEI MINISTRI.
Ecco la squadra di governo Monti, neo presidente del Consiglio con delega all'Economia. Antonio Catricalà sarà proposto come sottosegretario alla Presidenza.
Mario Monti, neo presidente del Consiglio, presenta la squadra di governo. Antonio Catricalà sarà proposto come sottosegretario alla Presidenza.
MINISTRI CON PORTAFOGLIO:
Mario Monti, neo presidente del Consiglio, tiene l'interim all'Economia
Giulio Terzi di Sant'Agata, ambasciatore a Washington, agli Esteri
Anna Maria Cancellieri, la donna prefetto, agli Interni
Paola Severino, vice rettore dell'Università Luiss 'Guido Carli' di Roma, alla Giustizia
Corrado Passera, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, allo Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti
Gianpaolo di Paola, presidente del comitato militare della Nato, alla Difesa
Elsa Fornero, vicepresidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa SanPaolo, al Lavoro e politiche sociali
Lorenzo Ornaghi, rettore della Cattolica, alla Cultura
Francesco Profumo, presidente del Cnr, all'Università e Istruzione
Renato Balduzzi, presidente dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), alla Salute
Mario Catania, capo del Dipartimento delle politiche europee e internazionali del Mipaaf, all'Agricoltura
Corrado Clini, direttore generale del dicastero di Via Cristoforo Colombo, all'AmbienteMINISTRI SENZA PORTAFOGLIO:Enzo Moavero Milanesi ministro degli affari europei; Piero Gnudi ministro del Turismo; Fabrizio Barca ministro per la Coesione territoriale; Piero Giarda ministro per i Rapporti con Parlamento e Andrea Riccardi ministro della Cooperazione.
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/LA-LISTA-DEI-MINISTRI_312650846446.html
mercoledì 16 novembre 2011
Ran Raffaele, in corso perquisizioni. Un fermo. Don Verzè indagato per bancarotta.
L’inchiesta sulle vicende del San Raffaelegiunge a un punto di svolta. Dalle prime luci dell’alba sono in corso perquisizioni in una ventina di uffici, anche della presidenza, di alcuni degli indagati nell’inchiesta milanese sullabancarotta di oltre un miliardo che coinvolge i vertici dell’ospedale fondato da don Luigi Verzè. Le toghe puntano a fare luce sull’esistenza di presunti fondi neri e anche il prete-manager è finito sotto la lente degli investigatori per concorso in bancarotta.
Gli uomini della Guardia di Finanza sono al lavoro per acquisire materiale e documenti utili alle indagini che, nelle ultime ore, hanno portato ad allungare la lista degli indagati e a far scattare le manette per Piero Daccò, l’intermediario per consulenze e rapporti d’affari dell’ospedale, accreditato come molto vicino a Comunione e Liberazione. Il suo fermo è stato trasformato nella notte in arresto per pericolo di fuga. Anche lui, come don Verzè e gli altri è indagato di concorso in bancarotta. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire i movimenti che hanno portato alla voragine finanziaria di oltre un anno e mezzo, a a partire dai movimenti di denaro ritenuti sospetti. Come svela il Corriere della Sera, ciò che per il momento è chiaro alla procura di Milano è il meccanismo: la Fondazione San Raffaele paga (molto) più del dovuto i suoi fornitori che in un secondo momento restituiscono parte della somma in contanti. Così la Fondazione si sarebbe procurata enormi somme di denaro nero che l’ex barccio destro di don Verzè Mario Cal (il vicepresidente che il 18 luglio, durante i giorni della bufera giudiziaria, si è suicidato) avrebbe consegnato proprio a Daccò. Per destinazioni ancora sconosciute alla stampa.
Tra gli indagati, sempre per il meccanismo delle restituzioni in nero al San Raffaele, figurano anche i due costruttori Pierino e Giovanni Luca Zammarchi (padre e figlio) che hanno avuto lavori in appalto dalla struttura sanitaria per decine di milioni di euro. I due sono stati interrogati a lungo ieri dai titolari delle indagini.
Così, dopo circa sette mesi da quel 23 marzo, quando venne dichiarata la crisi finanziaria dell’istituto, le indagini sembrano arrivare a un punto di svolta dopo la decisione del Tribunale di Milano che il 28 ottobre, al posto del fallimento del colosso finanziario, ha optato per il concordato preventivo accettando (seppure con molti distinguo) il piano di risanamento presentato dallo Ior(la banca del Vaticano) e dall’imprenditore genovese Vittorio Malacanza.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/16/raffaele-corso-perquisizioni-fermo-verze-indagato-bancarotta/171050/
La Calunnia The Barber of Seville. - Simone Alaimo.
GRANDISSIMO SIMONE!
Il brano sembra composto per lui.
martedì 15 novembre 2011
Napolitano: su lavoro alt raccomandazioni e favoritismi.
'Assunzioni siano trasparenti, Italia offra a giovani opportunita''.
ROMA - L'Italia ''deve diventare il piu' rapidamente possibile un Paese aperto ai giovani, deve offrire opportunita' non viziate da favoritismi e creare per il lavoro sistemi assunzione trasparenti'' che smentiscano ''la convinzione che le raccomandazioni servano piu' dell'impegno personale''. Lo ha detto il presidente Napolitano.
Bisogna ''creare per il lavoro - ha detto Napolitano - sistemi assunzione trasparenti che creino un vero ascensore sociale smentendo cosi' la convinzione che le raccomandazioni servano piu' dell'impegno personale''. Bisogna, ha concluso, ''smontare la convinzione secondo cui le occasioni siano riservate a certi ambienti''.
Mettere al bando le raccomandazioni, riconosce l'impegno personale, mettere ''al centro delle politiche il riconoscimento del merito e' necessario, non significa solo proporre equita', significa crescita'', ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano incontrando i ''nuovi cittadini italiani''. Occorre dare ai giovani ''opportunita' non viziate da favoritismi'', da raccomandazioni, far vedere che le buone occasioni non sono riservate ''a certi ambienti''.
Bisogna ''creare per il lavoro - ha detto Napolitano - sistemi assunzione trasparenti che creino un vero ascensore sociale smentendo cosi' la convinzione che le raccomandazioni servano piu' dell'impegno personale''. Bisogna, ha concluso, ''smontare la convinzione secondo cui le occasioni siano riservate a certi ambienti''.
Mettere al bando le raccomandazioni, riconosce l'impegno personale, mettere ''al centro delle politiche il riconoscimento del merito e' necessario, non significa solo proporre equita', significa crescita'', ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano incontrando i ''nuovi cittadini italiani''. Occorre dare ai giovani ''opportunita' non viziate da favoritismi'', da raccomandazioni, far vedere che le buone occasioni non sono riservate ''a certi ambienti''.
IMMIGRATI CI AIUTANO A PORTARE FARDELLO DEBITO - Gli immigrati, i loro figli che diventano italiani aiutano l'Italia a "portare il fardello del debito pubblico, che senza di loro sarebbe ancora più difficile sostenere", ha detto Giorgio Napolitano in una cerimonia al Quirinale. Il presidente della Repubblica ha ricordato che senza di loro l'Italia oltre ad essere più vecchia "avrebbe meno potenzialità di sviluppo". I figli di immigrati nati in Italia sono oltre mezzo milione, quelli che studiano nelle nostre scuole sono 700 mila, ma ancora pochi ottengono la cittadinanza.
Giorgio Napolitano ha chiesto più comprensione per "I bambini nati in Italia che fino ai 18 anni si trovano privi della cittadinanza di un paese al quale ritengono di appartenere, e se ne dispiacciono, se ne meravigliano, perché si sentono italiani come i loro coetanei. Lo stesso sentimento - aggiunge il capo dello Stato - provano coloro che sono arrivati in Italia da piccoli: ritengono di avere diritto ad un trattamento che riconosca il loro percorso di vita ed educativo". C'é ormai, fa osservare, un'ampia disponibilità dell'opinione pubblica a fare questo passo. "Questa dei bambini e dei ragazzi è la principale questione che rimane aperta all'interno dei vari progetti di riforma della legge sulla cittadinanza" ha detto Napolitano al Quirinale durante la cerimonia annuale riservata ai 'nuovi cittadini''. Negli ultimi venti anni, ha detto, il numero di stranieri residenti in Italia è aumentato di dodici volte, ma gli immigrati che hanno ottenuto la cittadinanza sono rimasti "relativamente pochi", anche se negli ultimi dieci anni il ritmo è aumentato. Per fortuna ormai nella comunità nazionale "i figli degli immigrati non contano solo per il numero, ma anche per le capacità che esprimono". Erano già pochi e sono sempre meno coloro che considerano negativa la presenza dei figli degli immigrati a scuola con i loro figli. Quasi tutti, ha concluso Napolitano, hanno compreso che in realtà "si tratta di una sfida e di una fonte di stimoli fruttuosi".
Spread a quota 530, Btp al 7% Piazza Affari giù in picchiata.
Si alza la tensione sul debito sovrano italiano. Il rendimento dei titoli di Stato decennali vicino alla soglia del 7%. Il differenziale con la Germania torna sopra il livello di guardia.
In Germania, però, l'indice Zew che misura le aspettative per l'andamento dell'economia per i sei mesi a venire è sceso a novembre a -55,2 punti, con un calo di 6,0 punti a novembre. Si tratta del livello più basso dall'ottobre 2008. Gli analisti si aspettavano un calo più limitato a -52,8.
Le tensioni si sono abbattute anche su Wall Street: ieri sera la Borsa americana ha chiuso in calo con il Dow Jones che ha perso lo 0,6%, lo S&P 500 lo -0,9%, il Nasdaq lo -0,8%. Andamento debole stamattina anche per le Borse asiatiche 1: Tokyo ha chiuso in calo dello 0,7%.
Il nervosismo dei mercati si riflette anche sull'euro che si è indebolito nei confronti del dollaro ed è scambiato a 1,35. Poco mosso il petrolio, è in calo l'oro a 1.769 dollari all'oncia.
Mario Monti, incaricato dal presidente della Repubblica di formare un nuovo governo, incontrerà in mattinata gli esponenti dei due principali partiti italiani, Pd e Pdl, mentre il pomeriggio verrà dedicato alle parti sociali. Al termine degli incontri Monti, che ieri sera ha detto di vedere necessario per le riforme un arco temporale fino a fine legislatura (primavera 2013), potrebbe sciogliere la riserva e presentare la lista dei ministri a Napolitano.
Tra i titoli sotto osservazione Finmeccanica 2 che ha annunciato un rosso, nei primi nove mesi dell'anno, di 767 milioni di euro: il titolo è stato sospeso per eccesso ribasso, per poi tornare in contrattazione.
http://www.repubblica.it/economia/finanza/2011/11/15/news/vola_lo_spread_con_i_btp_al_6_8_piazza_affari_apre_in_picchiata-25022888/?ref=HREA-1
Ricordando Lillo l'ispettore rivela: ''quelle pallottole erano per me''.
di Pippo Giordano*
Oggi ricorre l'anniversario della morte di Lillo ed io voglio ricordare gli ultimi istanti che lo vidi in vita.
I ricordi li sintetizzo in due immagini che sono rimasti scolpiti nella mia mente, oltre che nel cuore. La prima, è l'immagine di un ragazzo disteso e privo di vita su una lastra di marmo: giovane, troppo giovane per morire. La seconda che ha il sopravvento sulla prima è l'ultima volta che lo vidi in vita, euforico e sorridente.
Era felice, raggiante, oserei dire esultante quel sabato, quando innanzi al portone della Mobile di Palermo nel salutarci gli avevo detto: “Lillo, lunedì vediamoci prima, perché dobbiamo iniziare le indagini “pi pigghiare u Papa” (Michele Greco). Stessa cosa avevo detto all'altro componente la mia pattuglia. Già, la mia pattuglia che aveva osato profanare il santuario di Ciaculli; che si era intrufolata in quel territorio di esclusivo predominio dei Greco e della più potente squadra di killers di Cosa nostra, capitanata da Scarpuzzedda.
Il lunedì mattina del 15 novembre '82 avevo l'appuntamento con Lillo, ma la domenica 14 la tragedia. Lillo fu barbaramente assassinato da killers di Cosa nostra.
Il periodo trascorso con Lillo, fu relativamente breve: poco più di due mesi. Due mesi di intensa attività per catturare un capo famiglia. Lillo ed io eravamo poco loquaci e durante il nostro appostamento le ore scorrevano in silenzio, riempite solo dalla dolce visione della Conca d'Oro. Oggi, riflettendo, concludo che eravamo Davide contro Golia rappresentato dalla furia omicida di Cosa nostra. E fu in quei prolungati silenzi che nacque la nostra amicizia. Il là lo diede Lillo facendomi una confidenza davvero sconcertante, che riguardava il nostro ambiente di lavoro. Da quel giorno ci dicemmo tanto senza nemmeno profferire parola. I nostri sguardi erano colmi di tristezza per la “confidenza”: tristezza che sparì allorquando vedemmo il latitante, uscire da quella villa. La nostra testardaggine di non mollare, era stata premiata; erano giorni e giorni, addirittura settimane, che eravamo lì appostati.
Lillo, era un ragazzo eccezionale, portatore di sani principi e di rispetto per la divisa che indossava: credeva ciecamente che fare il proprio dovere non era un obbligo ma una necessitate virtutem: la confidenza era la prova del nove.
Ed io, oggi, non perdo occasione, durante gli incontri con ragazzi delle scuole o nei pubblici dibattiti, di far risaltare le doti morali di Lillo. Non mostrò mai paura Lillo, nemmeno quando lo intercettarono. Eppure, io stesso tentai di convincerlo a non partecipare la blitz per la cattura del mafioso. Lillo era un giovane Siciliano con una bagaglio di onestà da far invidia ai colleghi anziani: era stimatissimo dal dirigente Ninni Cassarà e dell'intera Mobile palermitana.
La decisione di assassinare Lillo fu un infausto errore di Cosa nostra, perché gli fu addebitata una colpa non sua, se di colpa possiamo parlare. L'errore scaturì sol perché incontrò tre latitanti di Cosa nostra nell'agro di Ciaculli, mentre faceva il sopralluogo insieme a Cassarà: i tre latitanti conoscevano molto bene Lillo. Da quell'incontro, i mafiosi di Ciaculli si convinsero che l'arresto del capo famiglia di Villabate, avvenuto qualche giorno dopo dal sopralluogo, fosse stato originato da Lillo. Ed invece, Lillo non c'entrava affatto. Il promotore della complessa indagine ero io. Infatti, fui io che insistetti per sdoganare quel territorio teatro della mia crescita giovanile e fui io che raccolsi le notizie per avviare le investigazioni. Le pallottole che colpirono a morte Lillo Zucchetto, dovevano essere indirizzate a me: se avessero saputo la verità, i killers avrebbero cambiato bersaglio.
Cosa nostra, dopo l'agguato, fece circolare la voce che Lillo fu eliminato per una storia di donne. Falso! Io stessi accertai l'infondatezza della “voce” compiendo un'indagine riservatissima.
Nel concludere, esprimo un desiderio, Ossia, che il comune di Sutera, paese natio di Lillo, nel trentennale della morte, organizzi un evento pubblico in ricordo di Lillo, affinchè io possa essere presente e ricordare la figura esemplare e morale di Lillo. Mi piacerebbe, anche, andare nelle scuole di Sutera, per poter raccontare ad alunni e studenti, il sacrificio di un giovane Siciliano, immolatosi per la legalità. Sinora ho “raccontato” di Lillo, ai giovani delle scuole del nord, di Palermo e Catania e continuerò a farlo: Lillo, deve vivere attraverso le mie parole. Lui avrebbe fatto lo stesso.
*ex ispettore della Dia e della Squadra Mobile di Palermo
http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=746
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