sabato 26 maggio 2012

Riciclaggio mobile


Bernd Kopacek, Direttore della SAT:
“Abbiamo sviluppato una macchina mobile che puo’ essere destinata a diversi tipi di riciclaggio ed è in grado di estrarre sostanze rare o pregiate da apprecchi elettronici vetusti, principalmente metallici; puo’ estrarre oro, argento, ittrio, litio e simili”.
Il macchinario è interno a questo container attualmente posizionato alla periferia di Belgrado.
L’idea è dotare piccole aziende di nuove tecnologie per estrarre metalli preziosi da resti elettronici.
Francesco Veglio, Professore di Chimica all’Università dell’Aquila:
“Questa a titolo di esempio e’ una polvere che si trova nei tubi catodici, ma questa parte di rifiuto, che contiene una grande quantita’ di ittrio, circa il 10%, e’ stata generalmente inviata in discarica”.
Anche i tubi catodici non si sprecano, vengono polverizzati e purificati.
Francesco Veglio:
“I nostri processi possiamo immaginarli come quando alla mattina facciamo il caffe’. E’ un’operazione cosiddetta di lisciviazione: l’acqua che passa in questo solido e quindi solubilizza il caffe’. Ovviamente per aiutare il recupero di questo elemento quale per esempio l’ittrio, che si trova in questa polvere, aggiungiamo dei reagenti chimici che permettono questo recupero”.
I resti assomigliano a questa morchia in cui di fatto l’ittrio è un elemento capitale per fabbricare i led.
Ma quali altri rottami sono ricchi di metalli preziosi?
Bernd Kopacek, Managing Director, SAT:
“I PC, i notebooks, i lettori DVD, di adattatori, le luci fluorescenti, le lampadine, gli schermi i monitor tv, le batterie, gli schermi LCD e on solo.”
La SET Reciklaza a Belgrado è partner europeo per sviluppare questo sistema.
Obiettivo dell’azienda nell’Europa dell’Est è raggiungere gli stessi standard di riciclaggio dei concorrenti occidentali.
Bernd Kopacek, Direttore della SAT
“Si puo’ immaginare che la nostra attività qui duri un mese, poi ci trasferiamo da un altro riciclatore piu’ grande, poi passiamo due mesi in Romania e cosi’ via”.

Stop a discarica a villa Adriana Clini: «Non si farà più».

Corcolle, no alla discarica


La discarica vicino a Villa Adriana non si farà. L'ipotesi dei rifiuti Corcolle, presso Tivoli, è «archiviata». Lo dice il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, lasciando Palazzo Chigi: VIDEO 

«Cercheremo di lavorare sulle opzioni già in campo, poi vedremo», spiega il ministro a proposito del nuovo sito che dovrà individuare il nuovo commissario per l'emergenza rifiuti per la provincia di Roma. Sono servite le proteste dei cittadini, infine ieri la minaccia di dimissioni del ministro per i beni culturali Lorenzo Ornaghi. Tivoli, l'Unesco, gli abitanti e le associazioni artistiche e ambientaliste e coloro che hanno a cuore quel luogo meraviglioso tirano un sospiro di sollievo. 

Il sito che era destinato alla discarica: VIDEO

L'ipotesi di aprire a Corcolle la nuova discarica di Roma si può considerare archiviata, ha risposto Clini ai giornalisti, dopo la nomina del nuovo commissario, Goffredo Sottile, che ha sostituito Giuseppe Pecoraro. «Direi che nella riunione di oggi - ha precisato Clini - il Consiglio dei ministri ha preso atto che le controindicazioni sul sito di Corcolle sono prevalenti rispetto agli aspetti positivi». 

L'emergenza rifiuti e la vicenda di Corcolle sono «il risultato di una gestione sbagliata, contraria alle leggi e alle direttive europee, da parte della amministrazioni: Comune, Provincia e Regione», ha aggiunto il ministro dell'Ambiente. «Non è una situazione di oggi, ma di anni. Roma e il Lazio avrebbero potuto attrezzarsi per tempo e questo elemento è importante per cercare le responsabilità, che non possono essere scaricate solo sul prefetto Pecoraro, che è arrivato per ultimo». 



http://www.unita.it/ambiente/stop-a-discarica-a-villa-adriana-br-clini-non-si-fara-piu-1.414571

Spagna, inaugurata la prima centrale solare a concentrazione.


Un imponente torre centrale, un sistema di specchi solari a concentrazione e 2600 eliostati in un raggio di 185 ettari: a Fuentes de Andalusia, a pochi chilometri da Siviglia, è nata la piu’ grande centrale spagnola per la produzione di energia solare, frutto della cooperazione tra Spagna e Abu Dabhi.
“La produzione – dice il direttore tecnico – è molto piu’ alta in estate che in inverno, ma certamente questa struttura dara’ da lavorare tutto l’anno”.
All’inaugurazione, il re di Spagna Juan Carlos e il Principe di Abu Dabi Mohammed bin Zayed Al Nahyan.
L’impianto “Gemasolar”, attivo anche di notte, sviluppando la tecnologia a sali fusi, consentirà di abbattere 30.000 tonnellate di emissioni di CO2, creando circa 1.500 posti di lavoro e generando, secondo le previsioni, 110 GWh all’anno di elettricità, che coprono il fabbisogno di 25.000 abitazioni. Grazie ai serbatoi il calore accumulato durante il giorno potrà essere rilasciato nelle successive 15 ore. Un’innovazione che permetterà di garantire la produzione di energia per 270 giorni l’anno, cioè tre volte lo standard minimo di un impianto solare tradizionale.

Expo 2015: primo appalto, prima indagine.



Milano - La procura di Milano ha aperto un’indagine per turbativa d’asta in relazione alla gara d’appalto per l’affidamento dei lavori inerenti la rimozione delle interferenze nel sito che ospiterà Expo 2015. La gara d’appalto, aggiudicata secondo il criterio del massimo ribasso, è stata vinta lo scorso ottobre dalla società CMC di Ravenna.
L’inchiesta, aperta dal secondo dipartimento della Procura di Milano, quello che indaga sui reati nella pubblica amministrazione, vede al centro la prima gara di lavori per l’evento, l’unica al momento assegnata, e che riguarda la “rimozione delle interferenze dal sito espositivo” di Expo 2015.
Il 20 ottobre scorso, la società Cmc di Ravenna ha vinto la gara d’appalto, il cui valore era di circa 97 milioni di euro, presentando un’offerta di circa 65 milioni di euro, con un ribasso dunque di circa il 42%. I militari della Gdf milanese stamattina si sono recati in via del Vecchio Policlinico nella sede di Metropolitana milanese spa, la società che ha elaborato il bando di gara definitivo. I finanzieri hanno presentato un ordine di esibizione per avere tutta una serie di documenti riguardanti l’appalto e l’elaborazione del progetto.
Metropolitana milanese Spa ha precisato che per quanto riguarda l’appalto si è limitata a formire un supporto tecnico ad Expo. La stazione appaltante è Expo spa.
Nell’ambito delle indagini, ci sarebbero sospetti anche su un “cartello” di imprese che potrebbe averne influenzato la regolarità. L’inchiesta, nella quale sono indagati anche funzionari pubblici, è nata dal filone che ha portato in carcere l’ex assessore regionale lombardo Franco Nicoli Cristiani e l’imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli. Proprio le dichiarazioni di quest’ultimo hanno fornito lo spunto investigativo.
«Mi auguro non corrisponda a verità». È il commento del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, sull’inchiesta per turbativa d’asta aperta dalla Procura di Milano in relazione a una gara d’appalto per l’affidamento di lavori nel sito di Expo 2015, nella quale non risulta coinvolta Regione Lombardia.

 Expo 2015: primo appalto, prima indagine | italia | Il SecoloXIX 

venerdì 25 maggio 2012

IL più accogliente albergo dell'universo conosciuto.



Voglio provare a farvi immaginare l’albergo più bello,più accogliente, mai visto e sognato,che va al di là di ogni immaginazione.
Eccoci arrivati,e subito restiamo a bocca aperta:i nostri occhi non riescono a contenere la sua grandezza e vastità,nonostante,allunghiamo il collo un po’ a destra,un po’ a sinistra. Superiamo,il nostro sbigottimento,ed entriamo,varcato l’ingresso,rimaniamo contemporaneamente,tutti paralizzati per lo stupore di ciò che vediamo:un atrio infinito,e al suo interno,vediamo fiumi,laghi,montagne,prati sconfinati,foreste,cascate,alberi da frutto di ogni genere. Non sappiamo esattamente, quanto tempo siamo rimasti a bocca aperta,ma usciamo dallo stupore, perché delle persone toccandoci sulle spalle, ci dicono:ben arrivati ecco le chiavi delle vostre camere, andate pure e felice soggiorno. Ancora, increduli,ci guardiamo tra noi, e tutti abbiamo la stessa domanda stampata negli occhi:ma ciò che vediamo è vero o stiamo sognando? Poi notiamo, che ognuno di noi ha una chiave in mano e decidiamo di avviarci verso le nostre camere. Cominciamo a camminare,e facciamo fatica,tra stupore e meraviglia,a catalogare ciò che vediamo:a ovest,tramonti mozzafiato,su spiagge di straordinaria bellezza,al punto opposto: aurore e albe spettacolari,in mezzo,savane con superbi leoni,mastodontici elefanti,agilissime gazzelle,e tutta una serie infinita di altri animali,e poi,deserti,con carovane di cammelli,e poi ancora,foreste tropicali e fluviali dai mille suoni e colori. Siamo in apnea,ci manca il respiro,dobbiamo sostare per comprendere. Comprendere quello che vediamo, è difficile,forse perché,lo stupore misto alla meraviglia,dinanzi a tanta bellezza,ci limita le capacità di raziocinio,neanche un attimo per questo pensiero,che uno di noi,dice: guardate là,tutti di scatto volgiamo lo sguardo là. Là,già, là,un fiume che sembra un mare tanto è grande,che viene, chissà da dove,dalle cui rive partono, foreste lussureggianti,piene di vita,di suoni e colori, lo stesso fiume,forma cascate di inaudita bellezza,le cascate,a loro volta formano,un lago a specchio, cristallino,che con i giochi di luci e ombre,ti invita a sederti e a fantasticare,ma non c’è tempo,perché da una parte del lago, riparte il fiume,ansioso di arrivare alla sua meta:l’oceano!,dove tutto ebbe inizio,e li si perde in un abbraccio senza fine,tra gli spruzzi delle balene. La nostra anima,il nostro cuore,i nostri occhi sono cosi stracolmi di pura bellezza,che stentiamo a stare in piedi. Ma non è ancora finita,da un’altra parte,prima prati assolati,pieni di farfalle dai colori stupendi,poi prati in balia di operose api immerse nel loro eterno lavoro di impollinazione,ancora,greggi e armenti al pascolo,più avanti frutteti. Poi le colline,i boschi ricchissimi di frutti,poi i monti con le foreste piene di vita:caprioli,camosci,alci, stambecchi,lepri conigli volpi,orsi,lupi e tante altre specie,e infine spettacolari montagne, altissime che sfidano il cielo,in una spettacolare notte stellata,dove la via Lattea la fà da padrona.
Solo cosi,con il naso all’insù,a guardare la profondità del cielo,abbiamo acquisito coscienza. Non eravamo da nessuna parte,eravamo si ospiti dell’albergo più accogliente dell’universo,ma era casa nostra, il nostro meraviglioso pianeta Terra. Ah! Dimenticavo,lungo il cammino abbiamo notato un cartello,non invasivo,ma sempre identico recitava cosi: gentili ospiti,felice soggiorno,tutto dipenderà da voi,prendete e raccogliete il necessario,non sciupate,e soprattutto,mantenetelo,in
ordine e pulito,aspettiamo dopo di voi molti altri ospiti,grazie.
Alla prossima by Navajo 50





I segreti del Vaticano: arrestato il maggiordomo del Papa. Ecco i documenti top-secret divulgati.



È il maggiordomo del Papa il "corvo" che ha fatto uscire dal Vaticano le carte segrete. Si tratta, secondo l'Ansa, di Paolo Gabriele, aiutante di camera della famiglia pontificia, in sostanza il cameriere del Pontefice. Questa mattina Gabriele sarebbe stato ascoltato in un interrogatorio dal promotore di giustizia vaticano, Nicola Picardi. Le autorità vaticane avevano dato notizia del fermo di una persona «in possesso illecito di documenti riservati». Almeno così aveva riferito in mattinata il responsabile della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, senza però rivelare il nome del "corvo".  
Ecco una sintesi dei documenti riservati che il maggiordomo del Papa ha fatto uscire.


«Beatissimo Padre, un mio trasferimento in questo momento provocherebbe smarrimento e scoramento in quanti hanno creduto fosse possibile risanare tante situazioni di corruzione e prevaricazione da tempo radicate nella gestione delle diverse Direzioni (del governatorato, l’amministrazione vaticana, nda)». È il 27 marzo del 2011. A rivolgersi in termini così drammatici direttamente a Benedetto XVI,  denunciando privilegi, corrutele e zone opache Oltretevere, è un sacerdote di primo piano. Carlo Maria Viganò, un monsignore che viene incaricato nell’estate del 2009 su fiducia del Santo Padre a controllare tutti gli appalti e le forniture del Vaticano. La sua opera di tagli e pulizia dà fastidio. Tanto che finisce vittima  di una congiura per bloccare l’opera di pulizia che aveva avviato. Da novembre Viganò è stato rimosso. È diventando nunzio apostolico a Washington negli Stati Uniti, andando a ricoprire la più prestigiosa rappresentanza diplomatica della Santa Sede nel mondo.È una vicenda inquietante quella denunciata da Viganò al Papa, che riporta indietro le lancette in Vaticano agli anni dei silenzi, delle omissioni, delle denunce silenziate, della rimozione di chi cercava di colpire privilegi, di chi voleva allontanare i mercanti dal Tempio finendo invece lui allontanato, vittima delle sue denunce. Stavolta però Viganò non tace, reagisce a certe logiche della Curia Romana e scrive al Papa e al segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone. Di più, chiede ai sensi del diritto canonico che sia aperta una commissione di inchiesta su questa vicenda. Si lavora così nelle segrete stanze dei Sacri Palazzi. Chi viene sentito non deve farne parola con nessuno. Tanto che diverse delle persone contattate, come Ettore Gotti Tedeschi, il presidente dello Ior, la banca del Papa, fa esplicito riferimento all’imposizione del segreto pontificio che vincola le persone che vengono ascoltate. Un segreto che violato prevede sino alla scomunica, un  segreto - giusto per avere un paragone - che venne posto sullo scandalo dei preti pedofili. 
«Quando accettai l’incarico al Governatorato il 16 luglio 2009 - scrive Viganò il 4 aprile 2011 al Papa - ero ben conscio dei rischi a cui andavo incontro, ma non avrei mai pensato di trovarmi di fronte ad una situazione così disastrosa. Ne feci parola in più occasioni al Cardinale Segretario di Stato, facendogli presente che non ce l’avrei fatta con le sole mie forze: avevo bisogno del suo costante appoggio». Appoggio che Viganò fa capire non esserci stato. Le finanze sono in uno stato disastroso:  «La situazione finanziaria del Governatorato -prosegue -, già gravemente debilitata per la crisi mondiale, aveva subito perdite di oltre il 50/60%, anche per imperizia di chi l’aveva amministrata. Per porvi rimedio, il cardinale presidente aveva affidato di fatto la gestione dei due fondi dello Stato ad un Comitato finanza e gestione, composto da alcuni grandi banchieri, i quali sono risultati fare più il loro interesse che i nostri. Ad esempio, nel dicembre 2009, in una sola operazione ci fecero perdere 2 milioni e mezzo di dollari. Segnalai la cosa al Segretario di Stato e alla Prefettura degli Affari Economici, la quale, del resto, considera illegale l’esistenza di detto Comitato. Con la mia costante partecipazione alle sue riunioni ho cercato di arginare l’operato di detti banchieri, dai quali necessariamente ho dovuto spesso dissentire». In effetti questo gruppo di banchieri opera senza riconoscimento legale e amministra quasi 300 milioni di investimenti ogni anno. Un portafoglio che si è ridotto - per le perdite - negli ultimi anni.
Chi sono questi banchieri? Volti noti della finanza cattolica. A presiedere il comitato c’è Pellegrino Capaldo, banchiere schivo, già presidente della banca di Roma. Era nella commissione segreta vaticana che concordò il «contributo volontario» per sollevare lo Ior da qualsiasi responsabilità nel crac dell’Ambrosiano con Paul Casimir Marcinkus che portò a Ginevra il 25 maggio 1984 insieme a monsignor Donato de Bonis (quello che dieci anni dopo riciclerà la tangente Enimont ricevuta da Luigi Bisignani sempre allo Ior) l’assegno del silenzio da 242 milioni di dollari. Troviamo poi Gotti Tedeschi, nel comitato fino a quando non è andato al vertice della banca del Papa,  Massimo Ponzellini, già numero uno della Popolare di Milano, indagato per associazione a delinquere dalla procura di Milano nell’inchiesta sui finanziamenti Bpm al gruppo dei videogiochi Atlantis, e Carlo Fratta Pasini, scupoloso presidente della popolare di Verona. 
Viganò taglia i costi e dà sempre più fastidio: «La Direzione dei Servizi Tecnici era quella più compromessa - prosegue -, da evidenti situazioni di corruzione: i lavori affidati sempre alle stesse ditte, a costi almeno doppi di quelli praticati fuori del Vaticano».  La lista dei tagli è infinita, sempre documentata al Papa: «I costi dei lavori sono stati quasi dimezzati». Insomma Viganò taglia del 50% medio ogni lavoro nel piccolo Stato. Un caso su tutti? «Il presepe di piazza S. Pietro del 2009 era costato 550.000 euro, quello del 2010 300 mila euro». E anche il bilancio  ne guadagna passando dal passivo  -7,8 milioni a un attivo di oltre 34 in dodici mesi. Ma l’opera viene «spesso apertamente contrastata, a volte chiaramente boicottata». Tanto che passano pochi mesi e parte «una campagna stampa contro di me e azioni per screditarmi presso i superiori, per impedire la mia successione al cardinale presidente Lajolo, tanto che ormai è stata data per scontata la mia fine». Nel mirino di Viganò degli articoli ritenuti diffamatori usciti su Il Giornale che sarebbero stati confezionati ad hoc  per delegittimarlo. Articoli non riconosciuti dal vaticanista del quotidiano dell’epoca, Andrea Tornielli. Articoli non firmati ma Alessandro Sallusti, il direttore, respinge che si tratti di una manovra denigratoria: “Avevamo all’interno del Vaticano  un insider che scriveva per noi». Quegli articoli sarebbero uno degli strumenti della congiura denunciata dal monsignore. Nel carteggio, Viganò indica anche i nomi e cognomi dei congiurati. Monsignori e laici che avrebbero tramato per interrompere la pulizia su appalti e forniture. Tra questi Viganò indica anche un nome ormai noto alle cronache, il giovanissimo Marco Simeon, amico del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, direttore dei rapporti istituzionali della Rai, consigliere in una fondazione in Vaticano. Simeon batte ogni record in una carriera folgorante: da Genova viene proiettato da giovanissimo all’ombra di Cesare Geronzi prima in Capitalia poi in Mediobanca, tanto da diventare uno dei pontieri da Santa Sede e istituzioni italiane. Non da ultimo persino al professor Mario Monti - ricorda il nostro vicedirettore Franco Bechis durante la puntata - viene raccomandato per incarichi nell’attuale governo.  Simeon smentisce, Viganò rimane vittima dell’antico detto «promoveatur ut amoveatur» ed è diplomatico a Washington ma la storia - è questa l’impressione - è solo all’inizio.



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Cui prodest?




Deduzioni logiche, perchè cogito, ergo: sum.


Il 12 novembre 2011, Berlusconi rassegna le dimissioni da Presidente del Consiglio.
Il 16 novembre 2011, Napolitano nomina un governo tecnico d'emergenza" o, come preferisce definirlo il neo presidente Monti, "governo di impegno nazionale".
Il 15 marzo 2012, "Servizio pubblico" trasmette un'intervista del figlio trentaseienne del boss che chiede un trattamento più soft per il padre.
Il 6 e 7 maggio in Italia si procede alle elezioni comunali in ben 941 comuni.
Nel comune di Parma, al primo turno della tornata elettorale, si delinea un ballottaggio tra Pizzarotti del M5s e Bernazzoli del PD.
Intanto la disfatta della destra di Berlusconi e dei suoi alleati salta subito agli occhi già alla prima tornata in quasi tutti i comuni, vuoi per i trascorsi di Berlusconi, vuoi per le beghe della Lega con il caso Belsito.
Il 9 maggio Provenzano, rinchiuso nel carcere di Parma dove era stato trasferito da un anno, compie un gesto plateale e clamoroso, ne parlano infatti tutti i giornali: finge il suicidio calandosi sulla testa un sacchetto di plastica; tentativo naturalmente fallito poichè effettuato sotto gli occhi vigili degli agenti penitenziari a lui assegnati. 
Un altro fatto eclatante è il silenzio assordante di Berlusconi; lui che non ha mai disdegnato il presenzialismo, lui che amava mostrarsi in pubblico ad ogni piè sospinto a raccontare barzellette, il 7 maggio, mentre si sta procedendo alle elezioni amministrative in 941 comuni, decide di recarsi in Russia per assistere all'insediamento di Putin al Cremlino.
Come mai, e perchè?
Cosa temeva che potesse accadere?
Quello che è poi accaduto!
Il 19 maggio scoppia una bomba alla scuola "Francesca Laura Morvillo Falcone" di Brindisi.
Una ragazza di 16 anni,  Melissa Bassi, perde la vita, una sua compagna ridotta fin di vita, altri 5 compagni feriti.
Quel giorno nella cittadina era attesa la "Carovana Anti Mafia"; altra coincidenza?
Oggi, 25 maggio, rispunta Berlusconi con le sue dichiarazioni oltremodo shoccanti. 


Io, da osservatrice esterna, ma attenta, un'idea me la sono già fatta.


Cetta.