mercoledì 18 settembre 2013

Respinto ricorso Fininvest 'Anche Berlusconi corruttore'.



Confermato il risarcimento di 541 milioni alla Cir, cioe' con un ritocco al ribasso. Un taglio di 23 milioni circa.

Roma - La Cassazione ha respinto il ricorso della Fininvest contro la Cir per il risarcimento del Lodo Mondadori, che rimane confermato con un ritocco al ribasso, un taglio di circa 23 milioni di euro sulla cifra liquidata dai giudici e pari a 564,2 milioni di euro. Lo scrive la Cassazione.
In particolare, la Suprema Corte, nella decisione appena depositata dalla terza sezione civile e relativa all'udienza svoltasi lo scorso giugno, ha accolto solo, e in parte, uno dei motivi della difesa Fininvest,  il reclamo sull'eccessiva valutazione delle azioni del gruppo L'Espresso. Sul punto i supremi giudici hanno "cassato senza rinvio il capo della sentenza di appello contenente la liquidazione del danno in via equitativa, come stimata nella misura del 15% del danno patrimoniale già liquidato". Sentenza monstre: 185 pagine
Cassazione, anche Cav responsabile di corruzione  E' imputabile anche a Berlusconi a fini civilistici - "La valutazione complessiva" degli "elementi ed argomenti di prova, condotta ai soli fini civilistici, di ricondurre alla societa' Fininvest la responsabilità del fatto corruttivo imputabile anche al dott. Berlusconi", risulta "correttamente motivata". Lo scrive la Cassazione nella sentenza sul Lodo. La Suprema Corte sottolinea inoltre che la vicenda penale del Lodo Mondadori si è ormai "irrevocabilmente" conclusa per Silvio Berlusconi, che è stato prosciolto per prescrizione.
'Da Fininvest inganno e corruzione' - La condotta di Fininvest "non si è dipanata soltanto lungo il sentiero dell'inganno avente ad oggetto gli elementi strutturali della transazione, ma si è soprattutto attestata sulla soglia della corruzione del giudice Metta al fine di ottenere una sentenza ingiustamente favorevole ai propri interessi da cui consequenzialmente sono scaturite le condizioni sfavorevoli accettate dal danneggiato (Cir) in sede transattiva". Lo sottolinea il verdetto sul Lodo.
Marina Berlusconi, è schiaffo a giustizia - ''Questa sentenza non è giustizia, è un altro schiaffo alla giustizia. Rappresenta la conferma di un accanimento sempre più evidente. E la sua gravità lascia sgomenti''. Così Marina Berlusconi, presidente di Fininvest, commenta l
A favore della Cir, la Cassazione ha anche liquidato 900.200 euro per le spese del giudizio innanzi alla Suprema Corte - E la cifra poteva essere pari al doppio se la Suprema Corte non avesse deciso di dimezzarle per ''la complessità e la novità delle questioni trattate (che emergono anche dalla operata correzione della motivazione della sentenza di appello) e l'accoglimento di uno dei 15 motivi di ricorso'' della Fininvest. Queste le ragioni che hanno indotto il collegio a disporre ''la compensazione per la metà'' delle spese del giudizio liquidando a Cir ''la somma di euro 900.200''. Il verdetto è firmato dal presidente del collegio della Terza sezione civile, Francesco Trifone, e dal consigliere Giacomo Travaglino. L'udienza si era svolta lo scorso 27 giugno
De Benedetti, acclarata gravità scippo subito - "Prendo atto con soddisfazione che dopo più di 20 anni viene definitivamente acclarata la gravità dello scippo che la CIR subì a seguito della accertata corruzione di un giudice da parte della Fininvest di Berlusconi, il quale, a quel tempo, era ancora ben lontano dall'impegnarsi in politica". Lo afferma Carlo De Benedetti. "La spartizione del Gruppo Mondadori-Espresso - sottolinea De Benedetti - avvenne a condizioni per me molto sfavorevoli per un grave motivo che all'epoca nessuno conosceva. Ci sono voluti sei gradi di giudizio, tre penali e tre civili, per arrivare a questa inappellabile decisione". "La cifra definita - aggiunge - è importante, ma occorre tener conto che essa è composta per meno di un terzo dal danno riconosciuto e per più dei due terzi dal semplice meccanismo di interessi e inflazione dovuto ai vent'anni trascorsi. Questo percorso l'ho compiuto in solitaria e desidero ringraziare gli avvocati e i consulenti che a suo tempo ho scelto per la collaborazione che mi hanno sempre fornito. Questa cifra - prosegue De Benedetti - è destinata alla CIR e non a me, neanche indirettamente, avendo recentemente donato ai miei tre figli il controllo del Gruppo". "A me - conclude - rimane la grande amarezza di essere stato impedito, attraverso la corruzione, di sviluppare quel grande gruppo editoriale che avevo progettato e realizzato. Avrò modo di ritornare sull'argomento"
Cassazione, Previti 'delegato' a corruzione toghe - E' "corretta", ad avviso della Cassazione, la "conclusione in diritto" cui è arrivata la corte d'appello", alla luce della quale "l'avvocato Previti doveva ritenersi organicamente inserito nella struttura aziendale" della Fininvest "e non occasionalmente investito di incarichi legali conseguenti alle incombenze demandategli". Tra queste rientravano "anche l'attività di corruzione di alcuni magistrati, allo scopo di conseguire illeciti vantaggi" per la Fininvest.  Questi alcuni dei passaggi che la Suprema Corte nella decisione  sul Lodo dedica nel 'capitolo' sulla "responsabilità di Fininvest per l'illecito di Previti ex art.2049 Cc". In proposito, i supremi giudici bocciano come inconferente la tesi della difesa Fininvest sulla "pretesa impredicabilità del necessario rischio tipico connaturato al conferimento di incarichi legali, con riferimento all'attività di corruzione", in quanto - prosegue il verdetto della terza sezione civile - "ben altro" è risultato "il rischio tipico cui volontariamente e consapevolmente" Previti "si era andato esponendo nello svolgere tale illecita attività, nell'evidente e non dubitabile interesse della Fininvest".
Metta corrotto per verdetto pro Fininvest  - "La prova dell'ingiustizia 'ex corrupto' della sentenza Metta non può non trarre un suo primo fondamento da una 'praesumptio facti' secondo la quale la corruzione di un giudice finalizzata all'emanazione di una sentenza favorevole al corruttore postula che un giudice non corrotto avrebbe pronunciato una sentenza (non corrotta) di segno opposto a quella emanata". Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni sul Lodo "ad integrazione" del verdetto di secondo grado che ha condannato Fininvest.
Metta corrotto ha tolto giustizia a Cir - La corruzione da parte della Fininvest del giudice romano Vittorio Metta, nella vicenda del Lodo Mondadori, ha privato la Cir di Carlo De Benedetti "non tanto della chance di una sentenza favorevole, ma, senz'altro, della sentenza favorevole, nel senso che, con Metta non corrotto, l'impugnazione del Lodo sarebbe stata respinta". Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni sul Lodo, aggiungendo che questa tesi, già espressa nella sentenza di appello, "risulta conforme a diritto" .
Bondi, Cassazione conferma nessuno sicuro della sua libertà - "La sentenza della Cassazione conferma che nessuno in Italia può sentirsi più al sicuro: nessuno può sentirsi sicuro della propria libertà personale, sicuro dei propri beni, sicuro dei propri diritti". Lo dice il coordinatore del Pdl Sandro Bondi commentando la cassazione che ha respinto il ricorso Fininvest sul lodo Mondadori.
Lodo Mondadori: chiusa partita durata 20 anni  - Con la sentenza di oggi la Cassazione ha messo la parola fine a una partita aperta più di vent'anni fa con al centro la cosiddetta 'Guerra di Segrate', ossia lo scontro, avvenuto tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta, tra Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti per assicurarsi il controllo di uno dei maggiori gruppi editoriali italiani, soprattutto dopo che nel 1989 la Mondadori aveva acquistato l'Editoriale L'Espresso e il controllo di Repubblica, di una catena di quotidiani locali e di importanti settimanali come Panorama, L'Espresso, Epoca. Il lodo arbitrale sul contratto Cir-Formenton è del 20 giugno 1990. La decisione fu presa dai tre arbitri, Carlo Maria Pratis (Presidente), Natalino Irti (per Cir) e Pietro Rescigno (per la famiglia Formenton), incaricati di dirimere la controversia tra De Benedetti e Formenton per la vendita alla Cir della quota di controllo della Mondadori, promessa a De Benedetti e poi venduta all'asse Silvio Berlusconi/Leonardo Mondadori. Il lodo era favorevole alla Cir e dava a De Benedetti il controllo del 50,3% del capitale ordinario Mondadori e del 79% delle privilegiate. Berlusconi perse la presidenza, da poco conquistata, e al suo posto si insediò il commercialista Giacinto Spizzico, uno dei quattro consiglieri espressi dal Tribunale come gestore delle azioni contestate. Nel luglio del '90 la famiglia Formenton fece ricorso. Il 24 gennaio 1991, la Corte d'Appello di Roma, presieduta da Arnaldo Valente e composta dai magistrati Vittorio Metta e Giovanni Paolini, dichiarò che, dato che una parte dei patti dell'accordo del 1988 tra i Formenton e la Cir era in contrasto con la disciplina delle società per azioni, era da considerarsi nullo l'intero accordo e, quindi, anche il lodo arbitrale. La Mondadori sembrò così tornare nelle mani di Berlusconi. Dopo alterne vicende di carattere legale e dopo l'approvazione della legge Mammì, nell'aprile 1991, con la mediazione di Giuseppe Ciarrapico, Fininvest e Cir-De Benedetti raggiunsero un accordo: la transazione in sostanza attribuì la casa editrice Mondadori, Panorama ed Epoca alla Fininvest di Berlusconi, che ricevette anche 365 miliardi di conguaglio, mentre il quotidiano La Repubblica, il settimanale l'Espresso e alcune testate locali a Cir-De Benedetti. Questa transazione è al centro del risarcimento chiesto in sede civile (complessivamente un miliardo) dalla holding della famiglia De Benedetti alla luce della sentenza penale con cui nel 2007 il giudice Vittorio Metta, l'avvocato di Fininvest Cesare Previti e gli altri due legali Giovanni Acampora e Attilio Pacifico sono stati condannati definitivamente per corruzione in atti giudiziari. La Cassazione sei anni fa aveva confermato l'ipotesi delle indagini avviate dalla Procura di Milano: la sentenza del 1991 della Corte d' Appello di Roma sfavorevole a De Benedetti fu in realtà comprata corrompendo il giudice estensore Metta con 400 milioni provenienti da Fininvest. Tesi quest'ultima contestata dalla società di Berlusconi secondo la quale dei tre giudici che annullarono il Lodo Mondadori nel 1991 due ''avevano condiviso'' la sentenza di annullamento ''in piena autonomia''. In primo grado il giudice civile Raimondo Mesiano, il 3 ottobre 2009, aveva condannato Fininvest a versare alla controparte quasi 750 milioni di euro per danni patrimoniali ''da perdita di chance'' per un ''giudizio imparziale''. Il 9 luglio 2011 la conferma della condanna da parte della Corte d'Appello di Milano che aveva però ridotto l'entità del risarcimento a 564,2 milioni di euro. Oggi la Suprema Corte ha confermato la condanna di due anni fa con ancora un lieve ritocco al risarcimento: circa 23 milioni in meno.
Alfano, sentenza spropositata in dimensione - "E' una sentenza spropositata nella sua dimensione. Penso che l'azienda ricorrerà nelle più alte sedi, anche internazionali". Così il vicepremier Angelino Alfano a 'Porta a Porta' sulla sentenza sul Lodo Mondadori.
Schifani, su Berlusconi attacco concentrico  - ''La sentenza della Corte di Cassazione sul lodo Mondadori conferma che contro Silvio Berlusconi è in atto un vero e proprio attacco concentrico. Un'operazione di accerchiamento che, dopo la sentenza Mediaset e la conseguente interdizione, mira a colpirlo anche da un punto di vista patrimoniale''. Lo dice il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani che sottolinea come ''chi ha condiviso le battaglie politiche con il presidente Berlusconi, e i milioni di italiani che continuano a sostenerlo nelle urne, sanno però qual è la verità''. ''Al di là di valutazioni processuali che pagano il prezzo del pregiudizio'' conclude Schifani.
Brunetta, magistratura colpisce ancora - "Con una ormai ricorrente chirurgica tempestività, a ventiquattrore da un delicatissimo dibattito parlamentare sulla discutibile applicabilità della legge Severino al senatore Berlusconi, la magistratura colpisce ancora. Ed emana una sentenza in cui traveste di certezza quelle che erano e rimangono delle congetture". Lo afferma Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl. "Se qualcuno avesse avuto bisogno di un'ulteriore conferma della necessità di una riforma radicale della giustizia, oggi non può avere più dubbi. La domanda è sempre la stessa: perché i magistrati sono gli unici cittadini a non essere mai responsabili dei propri atti?", conclude.

sabato 14 settembre 2013

Pubblicità intelligente.

Stanley Meyer.


Stanley Meyer

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Il micidiale "sinistro" della canocchia pavone. - Elisabetta Intini

Predatrice a riposo. La canocchia pavone è osservabile preferibilmente di notte, quando esce allo scoperto per andare a caccia di crostacei, piccoli pesci e molluschi. Photo credit: © Dave Fleetham/Design Pics/Corbis

Predatrice a riposo. La canocchia pavone è osservabile preferibilmente di notte, quando esce allo scoperto per andare a caccia di crostacei, piccoli pesci e molluschi. Photo credit: © Dave Fleetham/Design Pics/Corbis


Con i colpi spacca-gusci degli arti raptatori può arrivare a sfondare anche il vetro di un acquario. Ma come fa questo crostaceo tropicale a non automutilarsi? Una ricerca lo svela.

La livrea multicolore e gli occhi fuori dalle orbite potrebbero far pensare a un simpatico e innocuo gamberetto. Invece imbattersi in una canocchia pavone (Odontodactylus scyllarus) è un'esperienza tutt'altro che piacevole, soprattutto se hai un guscio come casa e vivi sui fondali marini. ll temibile crostaceo d'acqua salata - anche noto come "spacca pollici" - diffuso nelle scogliere coralline indopacifiche, ha infatti una strategia predatoria piuttosto "manesca": per rompere i gusci delle sue vittime utilizza gli arti raptatori come fossero clave, con le quali sferrare ganci mortali.

Vetri in frantumi

Il piccolo stomatopode (dai 3 ai 18 centimetri di lunghezza) è provvisto di appendici a martello lunghe appena 5 millimetri, ma che possono sferrare colpi alla velocità di 23 metri al secondo e generare una forza di 500 Newton: quanto basta per rompere il vetro di un acquario, e per mandare ko molluschi, crostacei, lumache di mare e pesci di taglia superiore alla sua.
Come è possibile che la canocchia sferri attacchi così micidiali senza rimetterci gli arti? Un articolo appena pubblicato su Science analizza le caratteristiche delle sue infallibili armi.

Dalla canocchia-pugile al gambero pistolero: guarda il video

Non perderti la fotogallery sulle creature più buffe degli abissi

Un'arma a tre strati

Un team di ricercatori del Wyss Institute for Biologically Inspired Engineering dell'Università di Harvard ha analizzato le appendici al microscopio elettronico, scoprendo che la loro efficacia dipende non solo dal materiale che le costituisce, ma anche dalla sapiente disposizione dei vari strati che le compongono. Lo strato più esterno, quello più a rischio fratture, è formato da cristalli di idossiapatite, un minerale che è anche tra i componenti principali delle ossa. Lo strato intermedio prevede invece un'alternanza di fibre di chitosano, un polisaccaride tipico dell'esoscheletro dei crostacei, disposte a strati alternati per attutire i colpi ed evitare a eventuali fratture di estendersi. Lo strato più interno, a minore contenuto di minerali, è più soffice e ha la funzione di assorbire l'energia liberata dai colpi.

Sapevi che esiste un crostaceo "peloso"? E un calamaro che sorride?

Altre ventimila creature sotto i mari

Possibili applicazioni

Lo studio di questi materiali potrebbe servire a ideare, con l'aiuto delle nanotecnologie, nuove superfici altamente resistenti in grado di subire forti urti senza rompersi. Del resto, anche gli antichi Romani utilizzavano, per difendersi dai nemici, scudi lignei multistratificati, con fibre disposte secondo orientamenti alternati. Gli arti a guantone da box, comunque, non sono l'unica arma della canocchia pavone, che vanta anche una vista in grado di percepire la luce polarizzata circolarmente (leggi per approfondire) e chemorecettori nelle antenne che individuano le prede con estrema facilità.
Guarda anche la canocchia ripresa mentre si lancia all'attacco... di un coltello.

La canocchia pavone.

venerdì 13 settembre 2013

I raccomandati.



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Allume di Rocca.

Allume di Rocca
Allume di Rocca

Allume di rocca, allume crudo e allume di potassa sono tre termini elementari, dall'eguale significato, che semplificano una più complessa espressione scientifica "solfato doppio di alluminio e potassio dodecaidrato" (formula chimica: KAl(SO4)2): stiamo parlando di un sale, composto con alluminio e potassio, dell'acido solforico. Il termine allume di rocca deriva dal luogo in cui gli antichi greci estraevano il minerale (Rochka).
Da pochi anni a questa parte, l'allume di rocca ha preso piede nelle erboristerie e nelle profumerie come eccellente rimedio naturale al sudore, nonostante il suo potere deodorante fosse noto sin dall'antichità.
In questa breve disquisizione analizzeremo la composizione dell'allume di rocca, i suoi impieghi cosmetici e le sue proprietà benefiche.

Composizione e caratteristiche.

L'allume di rocca è comunemente estratto dalla pietra di allume (o allumite); tuttavia, la materia prima può essere anche la bauxite, l'argilla o la creolite.
Chimicamente parlando, l'allume di rocca è - ricordiamolo ancora una volta - solfato di potassio e di alluminio con 12 molecole di acqua di cristallizzazione: solubile in acqua ed insolubile in alcool, l'allume di rocca presenta un elevato potere astringente, un sapore dolciastro o lievemente acido, e cristallizza in ottaedri regolari, monometrici ed incolori.
Il sale di rocca fonde a 92°C nella propria acqua di cristallizzazione. Portando la temperatura tra 93 e 200°C, l'allume di rocca viene precisamente chiamato allume calcinato o usto, un sale privato delle 12 molecole iniziali di acqua di cristallizzazione: per ottenere questo risultato, la temperatura elevata, facendo evaporare l'acqua, favorisce il rigonfiamento del minerale, che si trasforma in una massa porosa e spugnosa.

Proprietà ed impieghi

Il suo potere astringente e deodorante è sfruttato astutamente dall'industria profumiera, cosmetica, chimica e naturale, per la preparazione di prodotti anallergici, emostatici e deodoranti; le proprietà eccezionali dell'allume di rocca sono state persino sfruttate per rendere ignifughi alcuni tessuti, per sbiancare la pelle (nell'antico XVI secolo) e, attualmente, per purificare le acque.
Ma andiamo per ordine.
Nel settore cosmetico-profumiero e naturale, l'allume di rocca viene utilizzato come eccellente sostituto al classico deodorante ascellare: applicato più volte su pelle accuratamente detersa, ancora umida, l'allume di rocca esercita ottime proprietà deodoranti ed antibatteriche. Per il medesimo scopo, l'applicazione dell'allume di rocca è consigliata anche per ridurre il sudore ai piedi, riducendo - entro certi limiti - il cattivo odore.
Il potere deodorante dell'allume di rocca viene utilizzato anche per assorbire i cattivi odori del frigorifero: reperibile sottoforma di polvere finissima (proprio come il comune sale da cucina), si consiglia di riporre in frigorifero una tazzina o un bicchierino da caffè riempito con la polvere di allume.

Come può un sale esercitare un'azione deodorante?
In caso di sudorazione abbondante, l'allume di rocca riduce l'odore esalato dal corpo esercitando un effetto antitraspirante: l'azione astringente che il minerale espleta (eccellentemente) sulla pelle determina il blocco (temporaneo) delle ghiandole sudoripare. L'elevato potere osmotico, inoltre, induce la morte delle cellule batteriche.

L'industria profumiera sfrutta anche le proprietà lenitive dell'allume di rocca: non a caso, alcune cerette depilatorie utilizzate nell'estetica vengono formulate proprio con le polveri dell'allume di rocca. Anche alcune creme lenitive sono prodotte con le polveri di questo sale.
I cristalli di questo importantissimo minerale sono utilizzati anche nella composizione di alcune polveri per estintori (foamite); per questo motivo, le proprietà ignifughe dell'allume di rocca sono sfruttate anche per la preparazione di materiali resistenti al fuoco.
Tra gli altri impieghi terapeutici, l'allume di rocca viene utilizzato per il suo potere astringente, come blando emostatico (reperibile in apposite penne), da applicare sulla pelle dopo la rasatura per prevenire le emorragie da eventuali taglietti. Le proprietà astringenti del minerale, associate a quelle disinfettati, vengono utilizzate anche come rimedio naturale alle afte, e come blando emostatico per arginare il sanguinamento provocato da un morso di un animale.
Per rimediare al sanguinamento nasale, è consigliato tamponare la zona con un panno imbevuto di una soluzione di allume: le proprietà astringenti del materiale, ancora una volta, sono utilizzate per bloccare il sanguinamento. Ancora, le straordinarie capacità astringenti dell'allume di rocca sono sfruttate per la preparazione di creme propagandate come "miracolose" per la cura delle emorroidi e per prevenire il sanguinamento delle gengive.
Anche in campo medico l'allume di rocca riveste il suo ruolo di prestigio: molti vaccini, infatti, sono formulati proprio con le polveri di questo minerale, come coadiuvante per incrementare la risposta dell'organismo agli immunogeni (sostanze estranee all'organismo, in grado di suscitare una risposta immunitaria specifica). L'allume di rocca trova, in questo caso, applicazione nei vaccini anti epatite A e anti epatite B.
Tra le proprietà più impensabili, spicca anche il potere spermicida del minerale: sembra, infatti, che una soluzione allo 0,5-1% di allume di rocca possa uccidere, in qualche modo, gli spermatozoi.

Cosa fare in caso di ingestione involontaria di Sali di allume di rocca

L'ingestione di particelle di allume di rocca può provocare diarreavomito, crampi addominali ed altri disturbi di natura gastrointestinale: in simili circostanze, si raccomanda di assumere liquidi emollienti (es. latte) associati ad un antiacido. Nel caso la quantità ingerita di allume di rocca fosse importante, si raccomanda di rivolgersi immediatamente al medico, che provvederà a somministrare un antidoto.



http://www.my-personaltrainer.it/benessere/allume-di-roccia.html