venerdì 17 giugno 2016

L'operaio antincendio brucia la riserva. - Alfonso Contrera

L'operaio antincendio brucia la riserva

Si era assentato dalla sua squadra. Ma gli agenti lo hanno scoperto mentre appiccava le fiamme all'oasi di Vendicari. L'ultimo caso che alimenta i sospetti sull'industria dei roghi.


L'hanno visto con l'accendino in mano, mentre appiccava il fuoco nella riserva di Vendicari, un'oasi di macchia mediterranea nella Sicilia orientale. E sono bastati pochi minuti per capire che il piromane era un operaio antincendio, ingaggiato per fronteggiare la stagione delle fiamme. L'unico che si era assentato dal posto di lavoro per “motivi di famiglia”.

L'arresto di Giovanni Conforto sembra confermare i peggiori sospetti sulla fabbrica dei roghi: gli incendi scatenati solo per giustificare il rinnovo dei contratti alle squadre destinati a spegnerli. Lui è stato particolarmente sfortunato. Una pattuglia del Corpo forestale di Siracusa stava controllando proprio l'attività della squadra di operai che doveva difendere il tesoro verde di Vendicari, una riserva che unisce lo splendore del mare siciliano al patrimonio di vestigia archeologiche e di animali rari. Il capoturno ha spiegato agli agenti che uno dei suoi uomini era rimasto a casa. Ma poco distante i forestali hanno notato un automobile parcheggiata, con una persona chinata a terra che stava accendendo il fuoco. Quando ha capito di essere stato scoperto, Conforto è salito sulla sua vettura e ha cercato di fuggire. L'hanno bloccato nel giro di pochi minuti: un arresto in flagranza di reato, con l'aggravante di avere colpito nella riserva.

«È inammissibile che chi deve tutelare il nostro patrimonio boschivo, lo danneggi», ha dichiarato il presidente della Regione Rosario Crocetta: «Il licenziamento deve essere immediato, per fare comprendere che su queste cose non ci possono essere sconti per nessuno». Solo il 31 luglio l'amministrazione siciliana ha varato un accordo per dare lavoro a 1400 operai stagionali, destinati alla lotta contro le fiamme.

Sull'efficacia di queste misure non mancano le critiche. La scorsa settimana sul Monte di Erice, uno degli angoli più belli del Trapanese, il fuoco ha divorato boschi per ventiquattro ore di fila. E da anni si ripetono le accuse sul ruolo degli operai stagionali.

Nel 2012 l'allora assessore siciliano Andrea Vecchio fece accuse esplicite: «C’è un rumor: che appicchino loro gli incendi. Com’è possibile che in Sicilia ci siano più incendi che nelle altre regioni? È solo un sospetto, ma credo che il numero degli incendi sia direttamente proporzionale al numero dei forestali, precari o da stabilizzare. Loro vengono impiegati, e dico impiegati perché lavorare è un termine troppo importante per utilizzarlo in questi casi. Parole dure? È quello che penso, io dico di me che la parola precede il pensiero, non ho veli. E mi assumo le mie responsabilità». Queste dichiarazioni provocarono l'uscita di Vecchio dalla giunta Lombardo. Ma il politico e imprenditore, oggi parlamentare di Scelta Civica, non ha mai rinunciato a sostenere la sua visione del problema. Anche quando nel 2013 un altro operaio antincendio è stato bloccato mentre creava un rogo a Sciacca, usando addirittura una fiamma ossidrica.  


giovedì 16 giugno 2016

Incendi Sicilia, fiamme a Palermo. Case evacuate e autostrade chiuse, vento blocca i soccorsi: “Manca regia per emergenza”.




Bloccati dal vento i Canadair. I vigili del comando provinciale sono in azione con una ventina di mezzi e 85 uomini, ma soccorsi stanno arrivando da tutta l’isola. Stanno bene i bambini dell'asilo "Il girasole" di Monreale evacuato stamattina, in ospedale solo per precauzione. Crocetta: "Non credo all’incendio casuale"

Le fiamme che per tutta la notte hanno bruciato ettari ed ettari di macchia mediterranea del litorale palermitano, in Sicilia, sono arrivate anche dentro Palermo, dove intorno alle 14 si sono registrati 46 gradi di temperatura. Un incendio è divampato anche sul Monte Pellegrino che sovrasta la città: le fiamme, alimentate dal forte vento di scirocco che da ieri sera sferza il capoluogo siciliano, stanno abbracciando l’intera montagna. Il rogo lambisce anche il cimitero dei Rotoli e minaccia il Santuario di Santa Rosalia, che è stato evacuato. Un incendio è divampato in via Sperone nella periferia est di Palermo. In un appartamento c’è stato un boato, forse provocato dallo scoppio di una bombola di gas. Dentro c’era un anziano che è stato soccorso dalla polizia e dal 118. Incendi anche nel rione Brancaccio, con diversi palazzi evacuati. In fiamme anche diverse auto e alcuni pali della luce. La Prefettura ha istituito l’unità di crisi. I vigili del comando provinciale sono in azione con una ventina di mezzi e 85 uomini, ma soccorsi stanno arrivando da tutta l’isola. Intanto è polemica sui soccorsi: “In Sicilia non c’è una regia in caso di incendi per cui Protezione civile, vigili del fuoco e Corpo forestale operano senza raccordo, è un problema serio” dice l’assessore all’Ambiente della Regione siciliana, Maurizio Croce. “Ognuno di questi operatori – spiega – lavora su piattaforme informatiche diverse, per cui non c’è dialogo tra loro”.
Più di 100 persone sono state evacuate fra LascariCefalùMadonie e sul litorale palermitano, a causa dei tanti incendi, che lambiscono gli hotel e i resort della zona, divampati nella serata di ieri e che il vento di scirocco ha alimentato nella notte. È pronto all’evacuazione l’ospedale di Cefalù. A causa di un incendio partito da Monte Caputo, a Monreale è stato evacuato l’asilo nido “Il Girasole”. Una cinquantina di bambini sono rimasti intossicati dal fumo e sono stati trasportati all’ospedale Ingrassia. Le loro condizioni non sono gravi. Anche diverse abitazioni sono state danneggiate dal fuoco. “Stanno tutti bene”, dice il sindaco di Monreale, Piero Capizzi. “La struttura è distante dal fronte del fuoco, ma si è deciso a scopo precauzionale di evacuarla e trasportare i bimbi in ospedale per un controllo. Le operazioni di spegnimento del rogo sono rese difficoltose dalle forti raffiche di vento – aggiunge il primo cittadino -, ma la situazione è sotto controllo”. Sulla natura dell’incendio Capizzi non ha dubbi. “È di matrice dolosa, spiega, l’area non è stata scelta a caso perché nella zona c’è una fitta vegetazione. È il gesto vigliacco di incivili, che vanno assicurati alla giustizia”.
Ma numerosi incendi si sono sviluppati anche in provincia di Messina nei comuni che ricadono all’interno del Parco dei Nebrodi, come Santo Stefano di Camastra, Capo d’Orlando e Torrenova. “Certo, è una strana coincidenza che gli incendi siano iniziati esattamente 24 ore prima dall’avvio della campagna antincendio della Regione. E quando si sapeva che ci sarebbe stato un forte vento di scirocco. Insomma, non ci credo all’incendio casuale. Tutto questo ci lascia tristi, indignati e sgomenti”. Lo ha detto il Governatore siciliano, Rosario Crocetta commentando l’emergenza incendi nella Sicilia occidentale.
Chiusa in entrambe le carreggiate l’autostrada A20 Palermo-Messina tra gli svincoli di Buonfornello e Castelbuono, come anche la statale 113 tra Lascari e Cefalù. Le squadre di soccorritori sono intervenute anche all’interno della galleria Battaglia dell’autostrada, per aiutare alcuni automobilisti che erano rimasti bloccati a causa del fumo dell’incendio boschivo che aveva invaso il tunnel. L’Anas è stata costretta a chiudere anche la strada statale 116 Randazzo-Capo d’Orlando a causa di un incendio divampato in località Cresta, tra Naso e Capo d’Orlando, nel messinese. Per un incendio ai margini dell’autostrada, tra gli svincoli di Carini e Cinisi, chiusa in entrambe le direzioni l’autostrada A29 Palermo-Mazara del Vallo. Roghi anche nella zona dell’Agrigentino, nel territorio di Favara, dove i vigili del fuoco sono impegnati dalla mattinata con 4 squadre nella zona industriale, e dove è coinvolto un capannone.
Il forte vento di scirocco, che dalla notte soffia sul palermitano, ha bloccato i due Canadair in azione dall’alba di oggi per tentare di spegnere alcuni degli incendi scoppiati ieri sera. “Purtroppo – spiega il Comandante dei Vigili del fuoco di Palermo, Giampiero Boscaino – il vento non ci permette di proseguire con i lanci dei Canadair, quindi al momento siamo stati costretti a fermare i voli”. La situazione più critica riguarda Collesano, nella zona limitrofa del Parco della Madonie, in cui stanno andando in fumo centinaia di ettari di macchia mediterranea. A Lascari invece sono state evacuate le scuole, alcune abitazioni e una casa di riposo. Gli altri comuni colpiti sono BisacquinoTerrasini e Gratteri
“Il sistema è mobilitato, ora bisogna lavorare e sperare che il vento cali un po’, perché questo aiuterebbe le operazioni di spegnimento. E faccio un appello a tutte le persone ad avere un comportamento di attenzione al territorio”, ha detto il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. “Non sono in grado di dire se si tratti di incendi dolosi o meno, ma di per sè gli incendi non si creano da soli e soprattutto se nascono in più luoghi diversi”, ha aggiunto.

lunedì 13 giugno 2016

IL CASTELLO DI MONTEBELLO E LA LEGGENDA DI AZZURRINA. - Dominella Trunfio



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Un tempo la rocca di Montebello fu teatro di numerose battaglie, oggi è un antico monumento mozzafiato, che racchiude una storia millenaria ornata di una buona dose di antiche leggende.
Il castello di Montebello si trova a Rimini, in Emilia Romagna nella valle del Marecchia e dell'Uso, dove arte, storia e natura si fondono armoniosamente.
La vera protagonista di questo castello è Azzurrina, la figlia di Ugolinuccio di Montebello, nata nel 1370 e scomparsa appena cinque anni dopo. Si narra che la piccola fosse albina. Ed è per questo diventata la protagonista di una leggenda popolare medievale, molto conosciuta in Romagna, dal momento che la superstizione popolare collegava l’albinismo a eventi di natura diabolica.
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LA STORIA DI AZZURRINA

Per evitare che Azzurrina fosse vittima delle antiche credenze, la madre le tingeva periodicamente i capelli di nero con pigmenti di natura vegetale che, perdendo la tonalità, donavano alla piccola dei riflessi azzurri. Da qui il nome di Azzurrina.
La povera bambina era tenuta comunque relegata in casa, vigilata da due guardie per garantirne l'incolumità. Si racconta che il 21 giugno del 1375, mentre giocava con una palla di stracci durante un brutto temporale, accadde un terribile incidente.
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La palla di Azzurrina cadde all’interno della ghiacciaia sotterranea e la bimba corse a recuperarla. Si udì forte urlo e subito dopo della bambina e della palla non vi fu più traccia. 
La leggenda narra che da allora il fantasma di Azzurrina viva ancora oggi nel Castello di Montebello, manifestandosi ogni cinque anni il 21 giugno, durante il solstizio d’estate, in corrispondenza della data della sua scomparsa. 
"...Anno dopo anno, i colori di quel mondo e di quella storia iniziarono a spegnersi. I ricordi divennero polvere nella mente dei posteri ed il tempo ne approfittò per continuare indisturbato il suo corso. Passò un secolo. Montebello cambiò i propri signori regnanti. I nuovi castellani vennero a conoscenza,dalle voci dei più anziani, di una vecchissima leggenda legata alla rocca. Parlava di una strana bimba dalla pelle pallida ed i capelli azzurri. Durante certi giorni, all'imbrunire, un flebile lamento sembrava provenire dal nevaio. Era appena percettibile e bisognava essere molto attenti per udirlo. Passò quasi un altro secolo e tutti, proprio tutti si dimenticarono di Deline. La sua vicenda pareva essere definitivamente sepolta nel passato. Poi, un giorno, uno strano giorno, incominciarono improvvise le apparizioni...", si legge sul sito del castello di Montebello.

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Oggi ai turisti in visita alla Rocca vengono fatte ascoltare diverse registrazioni effettuate nel castello. In esse alcuni riconoscono il pianto di bambina, altri una risata, molti dicono di sentirci una voce, di distinguerci una parola, tanti altri sostengono di non sentirci né più né meno che vento e pioggia nel temporale. 

Lasciando libera l’interpretazione, il Castello resta un luogo affascinante, che merita una visita almeno una volta nella vita.
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Il Castello di Montebello è visitabile e aperto al pubblico, consulta qui orari e prezzi del biglietto d'ingresso. E' possibile portare con sè il proprio cane. 

Un bacio al volo....

Fiori di zafferano.


Fiori di zafferano - ©Ph.Lucio Topiano


Imbeccata.


©Ph.Robert

Banche, la platea si allarga e più tempo per i rimborsi. - D. Colombo e M. Mobili




Più tempo prima che scatti il cosiddetto “patto marciano” (l’accordo che consente al creditore di acquisire un bene di proprietà del debitore, con l’obbligo di versargli l’eventuale differenza tra importo del credito e valore) stipulato tra una banca e un imprenditore e platea più ampia degli obbligazionisti subordinati di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CariChieti che potranno accedere ai rimborsi automatici e forfettari all’80 per cento.

“Palazzo Madama ha licenziato il decreto con il 55esimo voto di fiducia. La parola adesso passa alla Camera”.

Queste le due novità principali introdotte nel testo del Dl banche dal Senato, che ieri ha licenziato il decreto con il voto di fiducia al governo. Il provvedimento passa ora alla Camera e dovrà essere approvato in via definitiva entro la fine del mese. La fiducia sul maxiemendamento firmato dalla ministra per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi è la 55esima: 169 sì e 70 no. 

Cambia, anche se solo leggermente, la parte del Dl dedicata agli indennizzi. Rimangono i paletti, concordati con l’Europa, che prevedono l’accesso ai rimborsi forfettari all’80% per i clienti delle 4 banche fallite che hanno acquistato obbligazioni subordinate prima del 12 giugno 2014 e abbiano un reddito Irpef sotto i 35mila euro o un patrimonio mobiliare inferiore a 100mila euro. 

Per tutti gli altri si prevede invece la possibilità di procedere con l’arbitrato, con cui si potrebbe ottenere anche un risarcimento al 100 per cento.

Per il relatore al Dl e presidente della Commissione Finanze Mauro Maria Marino (Pd) l’atteso Dpcm sugli arbitrati «dovrebbe arrivare in tempi brevi soprattutto per consentire ai soggetti che richiedono l’indennizzo di poter scegliere la strada da intraprendere tra forfait e arbitrato conoscendo le regole del gioco». 

Le risorse verranno reperite da un fondo di solidarietà alimentato dalle banche, che attualmente non prevede più un tetto massimo come inizialmente fissato in 100 milioni di euro dalla stabilità 2016. Il Governo, inoltre,si è impegnato al Senato affinché i rimborsi erogati agli obbligazionisti delle 4 banche fallite «non siano soggetti ad alcuna imposizione fiscale».

Oltre al capitolo degli indennizzi il provvedimento contiene misure a sostegno delle imprese e per l’accelerazione del recupero dei crediti e le modifiche alle procedure fallimentari, l’ampliamento del Fondo di solidarietà per la riconversione e riqualificazione dei dipendenti bancari e disposizioni in materia di imposte differite attive (Dta). 
Mentre non è stato modificato l’articolo 7 che dispone il ritorno al Mef delle quote della “Sga”, la società di gestione creata nel 1997 per il salvataggio del Banco di Napoli e che ora potrebbe essere usata all’interno del Fondo Atlante in quanto specializzata nel recupero dei crediti deteriorati. Ipotesi confermata dallo stesso ministro Pier Carlo Padoan in un’intervista all’agenzia Rueters. 
Si tratta di norme molto attese dal settore bancario che, grazie alle misure varate, dovrebbe riuscire a far ripartire il mercato dei crediti deteriorati aumentando il potenziale di recupero di risorse dalle cartolarizzazione e rendendo così i portafogli da cedere più “appetibili” agli investitori nazionali e stranieri. 
L’abbattimento dei tempi (anche attraverso il patto marciano che trasmette alla banca il bene in garanzia senza passare per il tribunale in caso di inadempienza) è già compreso nei piani che stanno mettendo a punto sia il fondo Atlante che altri operatori del settore.

Durante l’esame del provvedimento non sono mancati momenti di tensione a palazzo Madama, l’ultimo dei quali ieri, quando sul testo del maxiemendamento sono sorti diversi problemi in commissione Bilancio. 
Uno, sollevato dalla Ragioneria dello Stato, ha portato allo stralcio della misura, precedentemente approvata dalla commissione Finanze, che permetteva di cedere il credito d’imposta del 65% sui lavori di efficientamento energetico nei condomini (ecobonus) alle banche e non solo ai fornitori. 
Per la Ragioneria la misura, poi stralciata dalla Bilancio, avrebbe aumentato il debito e il deficit. Altre due norme presentate dai relatori Marino e Karl Zeller (Aut) ma poi ritirate, prevedevano la possibilità di pignorare l’intero saldo del conto (nella parte eccedente le tre volte l’assegno minimo) e la regolamentazione del leasing finanziario. Dalla maggioranza si esprime soddisfazione con il relatore della commissione finanze Marino che parla di «un decreto molto atteso» mentre secondo il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, è importante aver centrato l’obiettivo del Governo, «ossia quello di allargare le tutele delle imprese e delle persone fisiche rispetto alle difficoltà nei rapporti con il sistema bancario».

Critiche le opposizioni.Per Marco Marin (Fi) il decreto «crea distinzioni» negli indennizzi mentre per Anna Cinzia Bonfrisco (Conservatori e Riformisti) «con questo decreto il Governo non si è preso la cura di affrontare il vero problema, risolvere lo stock delle sofferenze. Per Renzi, «le banche sono vittime delle imprese e degli artigiani che non pagano i debiti contratti e delle famiglie che non pagano puntualmente le rate dei mutui». L’ex ministro Giulio Tremonti (Grandi Autonomie e Libertà) ha criticato il voto di fiducia e chiesto una commissione interparlamentare avvisando che per il settore bancario italiano arriveranno nuovi problemi dagli stress test: «A luglio usciranno gli stress test europei - ha affermato - ed è certo che sarà negativo per alcune banche italiane».

http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2016-06-09/banche-platea-si-allarga-e-piu-tempo-i-rimborsi-225312.shtml?uuid=ADVqPMZ&fromSearch