sabato 2 dicembre 2023

L'incredibile libreria di Dujiangyan, in Cina.

 

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"E se dicessimo alle donne la verità sul parto?



E se dicessimo alle donne la verità sul parto?

Dovremmo dire loro che le contrazioni saranno probabilmente ben più di "onde" o "sensazioni".
Che probabilmente scuoteranno il tuo mondo e ti ritroverai ad implorare la salvezza mentre afferri il bordo della vasca o le lenzuola dell'ospedale.
Che i tuoi delicati esercizi di respirazione e la tua colonna sonora di Spotify rimarranno nella polvere mentre sudi, ansimi, ondeggi e imprechi.
Che farai un viaggio più profondo di qualsiasi fungo tu abbia mai preso al college, che vomiterai con la stessa ferocia e viaggerai in luoghi nel profondo di te stessa che non sapevi esistessero.
Che fluttuerai sopra il tuo corpo e contemporaneamente sarai intrappolata in esso con un'intensità che non hai mai assaporato.
E con quell'intensità,
nel sudore e nelle imprecazioni,
ondeggiando e vomitando,
e le infinite ore di contrazioni che si abbattono su di te...
Troverai la tua forza.
Troverai una resilienza che non hai mai conosciuto.
Troverai il potere di cui hai bisogno per il viaggio nella Maternità che ti aspetta.
Nella disordinata umanità di tutto ciò,
scoprirai di essere benedetta.
Un portale per il divino.
Capace di miracoli indescrivibili.
Un contenitore di vita sacra.
E se dicessimo alle donne la verità sulla nascita?
Dovremmo dire loro che sono capaci di tutto.
Meritevoli di essere trattate come divinità.
Create per camminare tra le fiamme,
surfare le onde,
tuffarsi negli inferi
E vienirne fuori vive.
Non illese.
Non invariate.
Ma intere
e guarite
e pronte a conquistare il mondo.
Se dicessimo alle donne la verità sulla nascita,
dovremmo ammettere che abbiamo mentito su tutto il resto,
e che sono più potenti,
più feroci,
più capaci,
più belle,
di quanto abbiamo mai lasciato intendere.
Se dicessimo la verità sulla nascita?
Manderemmo in frantumi il mondo."

venerdì 1 dicembre 2023

Oggi vi parlo del fisico FEDERICO FAGGIN. - Simone Terreni

 

Ecco 5 cose da sapere su di lui:

1️⃣ Nato a Vicenza nel 1941, diventa perito industriale e a 19 anni comincia subito ad occuparsi di calcolatori elettronici presso la Olivetti. Poi si iscrive alla facoltà di Fisica di Padova dove si laureerà summa cum laude. Fisico!

2️⃣ Nel 1968, a 27 anni, parte per la Silicon Valley per fare uno stage di sei mesi. Non tornerà mai più in Italia. A Palo Alto, nei suoi primi anni americani affinerà la nuova tecnologia MOS SILICON GATE applicandola al primo circuito integrato. Il processo per produrlo è ancora oggi alla base della realizzazione del 90% dei circuiti integrati. America!

3️⃣ Nel 1974 approda ad Intel, che a quei tempi era una Start Up. L’azienda americana ha promesso di fornire un nuovo Micro Processore Monolitico in Silicio all’azienda giapponese Busicom. Ma il progetto langue fino a che l’arrivo di Faggin cambia tutto: in soli 9 mesi, lavorando giorno e notte, realizza l’INTEL 4004, il primo microprocessore della storia. Genio!

4️⃣ Il Processore 4004 era destinato solo al Calcolatore della Busicom. Ma Faggin intuendo le possibilità della nuova tecnologia convince l’Intel a svincolare il chip dal cliente giapponese e a metterlo in commercio. Intel pochi mesi dopo lo mette sul mercato con questo slogan: Annuncing a new era of integrated electronics. Innovatore!

5️⃣ Faggin prima di andarsene dalla Intel realizzò le architetture dei microprocessori 8008, 4040 e 8080. Quest’ultimo è il progenitore dei processori usati ancora oggi. Fondò e diresse poi varie aziende tra cui la Synaptics, che inventò i primi Touchpad e Touch Screen. Imprenditore!

Non troverete il fisico Federico Faggin sui libri di storia o in tv. Ma grazie a lui, il Padre dei Microprocessori, è nata l’era digitale.

Un italiano immenso!
__________
🎧 È uscito il mio ultimo podcast.
Proprio dedicato a Faggin
https://open.spotify.com/episode/37D2CV72EA38N4UoTykZMR

#MentiVisionari 

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giovedì 30 novembre 2023

Incisioni di giraffa. - David Attenborough

 

Incisioni di giraffa di 7.000 anni nel deserto del Sahara 🦒
Più sulle fantastiche giraffe Dabous, i più grandi petroglifi animali conosciuti:

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PHILADELPHIA 1 DI 5. - Minerva Elidi Wolf

La vicenda dell'esperimento Philadelphia affonda le sue origini nel lontano 1955. Nell'ottobre di quell'anno il dott. Morris K. Jessup , residente a Coral Gables , Florida, ricevette una strana lettera proveniente dalla Pennsylvania. Jessup, che era un astrofisico dai molteplici interessi, aveva da poco pubblicato un libro" The Case For The UFO", in cui metteva a confronto gli enigmi del passato con i più recenti avvistamenti di UFO , coniugando così i suoi studi in astronomia e la passione per le civiltà scomparse. La lettera, scritta a mano in uno stile bizzarro e irrispettoso dell'uso corretto della punteggiatura e delle maiuscole, proveniva da un tale che si firmava " Carlos Miguel Allende". Costui sosteneva di essere stato testimone oculare di uno straordinario esperimento, condotto dalla marina statunitense nel porto di Philadelphia nel 1943, finalizzato ad ottenere la completa invisibilità di una nave da guerra e del suo equipaggio. L'esperimento si basava sulla teoria del "Campo Unificato" di Albert Einstein, che metteva in relazione i campi magnetici e gravitazionali con altri fenomeni subatomici. Secondo una libera interpretazione di questa teoria, applicando un violentissimo campo magnetico ad un corpo se ne provocherebbe la sparizione. In base a quanto sostenuto da Allende , la nave scomparve gradualmente dal molo di Philadelphia, circondata da una nebbiolina verdastra, ricomparendo instantaneamente a migliaia miglia di distanza, nel porto di Norfolk, Virginia. Dopo appena qualche minuto la nave scomparve di nuovo per poi rimaterializzarsi a Philadelphia, nello stesso punto di partenza. Tuttavia , aggiungeva Allende nella sua nota, l'esperimento ebbe degli imprevisti quanto devastanti effetti collaterali sull'equippagio. Alcuni marinai scomparvero totalmente, altri impazzirono, mentre altri ancora furono ritrovati parzialmente fusi con il metallo, della struttura della nave. Gli uomini che riuscirono a sopravvivere non furono più gli stessi, avendo riportato danni irreparabili al sistema nervoso centrale. Jessup , incuriosito dalla vicenda, chiese ulteriori dettagli al suo misterioso interlocutore. Dopo molti mesi Allende si fece vivo con una lettera nuova( firmata questa volta Carl Allen), dichiarandosi disposto a sottoporsi all'ipnosi, per ricordare meglio i dettagli della sua storia. Solo in un secondo tempo il cacciatorpediniere "invisibile " venne identificato dal ricercatore William Moore nell' USS Eldridge , codice DE 173. IN SEGUITO Jessup sembrò dimenticare lo strano episodio e non vi diede più peso. 

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2 di 5 https://www.facebook.com/photo?fbid=122122230350051537&set=a.122100098678051537

3 di 5 https://www.facebook.com/minerva.elidi.wolf/posts/pfbid0DoEgvPo168THeenzQiKrnRzsKmu4yaSkxDEfwNzo4b9UyXHPE7BSLNHaRj4TeHiWl

4 di 5 https://www.facebook.com/minerva.elidi.wolf/posts/pfbid0hku2BorST4Ki9AdnwwfpzX4Qea9HhVu3ZQK381kyxpFF9uCrphjqGCKoLm2PqA3Pl

5 di 5 https://www.facebook.com/minerva.elidi.wolf/posts/pfbid02ANN5N7XF6aDMffZgjPU2bFbShRkaCCvCj3Ey1q3Zxinm5tunvUEmjYP6VENU2X97l

Questo è il DAVID di MICHELANGELO! - Simone Terreni

 

Cari genitori americani,
che avete licenziato la preside che aveva mostrato ai suoi allievi questa statua e avete definito il David di Michelangelo “Pornografia”, certo il David mostra al mondo da 500 anni le sue grazie. Quindi avete pensato che fosse osceno e non adatto ai vostri figli minorenni.
Invece secondo me non avete ben chiaro né il significato del David, nè perché il David è nudo. Ascoltate la sua storia.
Un pezzo di marmo enorme se ne stava chiuso da anni dietro il Duomo di Firenze. Nessuno voleva scolpirlo perché era fragile e poroso. Finché un giovane di 25 anni, con il naso rotto e le mani callose, di nome Michelangelo Buonarroti, accettò la sfida.
Scolpì il David!
Divenne il simbolo della piccola Repubblica Fiorentina che sfida i grandi nemici come il Papato e l’Impero (il Gigante Golia). Lo sguardo fiero e concentrato, guarda il nemico senza paura, prima di colpirlo.
Il David è FIRENZE!
E come Firenze non ha paura!
Per questo la statua DOVEVA essere nuda! Ma non non lo capite? David è nudo perché è vestito solamente della Grazia di Dio! Non ha bisogno di nulla per sconfiggere i suoi nemici perché Dio lo protegge.
Non solo doveva essere nudo ma doveva anche essere BELLO! A Firenze nel 500 c’era in atto il RINASCIMENTO. Artisti, pittori, scultori, eruditi riscoprirono la bellezza e l’armonia classica della cultura greca, liberarono l’uomo dalle superstizioni del Medio Evo, lo rimisero al centro (nudo!) e lo portarono nella modernità. Il David era figlio di Policleto, di Fidia, del Canone Greco, del Classicismo, del Verrochio e di Donatello. Altro che Pornografia!
Michelangelo lo finì nel 1504, dopo tre anni di lavoro. Quando i fiorentini lo videro, capirono subito che era la statua più bella del mondo. Sapevano che sarebbe stato il simbolo eterno della bellezza maschile, come la Venere di Botticelli (nuda!) di quella femminile. Nacque subito una disputa su dove collocarlo. Fu creata addirittura una commissione di esperti di cui facevano parte Botticelli e Leonardo da Vinci. Il problema per i fiorentini di allora NON era nascondere le nudità ma trovare il luogo migliore per mostrare il David al mondo!! Mica come voi bigotti americani di oggi.
Alla fine fu scelto Palazzo Vecchio.
Per portarlo dal Duomo a Piazza della Signoria ci misero 4 giorni. Il David per quattro giorni “camminò” per Firenze. E per i Fiorentini fu una festa! Se potessi scegliere un giorno, un solo giorno, per tornare indietro nel tempo, sceglierei proprio quel momento là. Quando il David, nudo, camminò per le strade di Firenze.
Anche oggi il David cammina.
E ci ricorda che il mondo va riempito di Bellezza e Armonia. Siete voi, voi americani, voi Golia, che avete inventato l’industria pornografica, che avete inondato di immagini oscene tv, cinema, pubblicità e web. Noi invece abbiamo inventato il Rinascimento! E sfideremo sempre, senza paura, chi come voi, vuole tenere l’uomo nell’ignoranza e nelle tenebre.

mercoledì 29 novembre 2023

Auto ad idrogeno - Luciano Atzeni

Mentre da noi si cercano le ultime gocce di petrolio, in Australia viene commercializzata la prima auto ad idrogeno, con tanto di stazioni per la ricarica in soli 5 minuti.

L’auto percorre 900 chilometri con un pieno e mentre si muove purifica l’aria.

Per la prima volta la tecnologia del fuel cell ad idrogeno viene applicata di serie su un’autovettura commercializzata e che soprattutto permette di avere un’autonomia così significativa, con tempi di ricarica bassissimi.
Si tratta della Hyundai Nexo un auto di piccola cilindrata che batte tutti i produttori di auto mondiali e stabilisce un record di sostenibilità, con un carico di 6,27 chilogrammi di idrogeno purifica 449.100 litri di aria durante il tragitto (quanto il consumo del respiro di 33 persone per un giorno intero) e dal suo tubo di scarico emette solo acqua. Questa automobile non produce CO2, nè altre emissioni inquinanti; basti pensare che un veicolo equivalente, con motore a combustione tradizionale, sulla stessa distanza emette circa 126 kg di CO2.

Il motore ad idrogeno entra così nel mercato delle auto e punta ad affiancarsi a quello elettrico tra le soluzioni di mobilità sostenibile che il mondo sta adottando. La Hyunday diventa così la prima casa automobilistica mondiale a produrre un veicolo a celle a combustibile a idrogeno per il mercato.
L’auto monta un sistema di celle a combustibile a idrogeno che per generare elettricità fa passare il gas attraverso una struttura membranosa dove incontra l'aria presa dall’ambiente esterno, un processo che alimenta un motore elettrico. L'elettricità generata in eccesso, compresa l'energia accumulata durante la frenata, viene immagazzinata in una batteria agli ioni di litio. Il rifornimento della Nexo impiega 5 minuti.

La prima nazione dove l’auto è stata messa in vendita è l’Australia, dove sono state costruite anche le prime stazioni di rifornimento.
Una vera visione di futuro sostenibile.

#autoidrogeno #idrogeno #savetheplanet 

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