venerdì 27 giugno 2014

LA FINE DELLO STIVALE ATOMICO. - Gianni Lannes



L'inquinamento radioattivo provocato dalle centrali nucleari perdura lungamente nel tempo ed immette nella biosfera radionuclidi che si concentrano in determinate parti  del corpo umano, causando la rottura di legami del Dna con possibili effetti cancerogenetici
Dosi infinitesimali di radioattività - documenta la letteratura scientifica - innescano su vasta scala processi di mutagenesi. Il cesio 137 nei muscoli e nelle ovaie, lo stronzio-90 nelle ossa, il rutenio-106 nelle ovaie, il trizio nel sangue, il plutonio-239 (che vanta 24 mila anni di emivita) principalmente nelle ovaie e nei polmoni. Alcuni di questi radionuclidi sono addirittura artificiali, vale a dire completamemte estranei alla storia dell'evoluzione biologica e della specie umana. Poiché entrano a far parte delle varie catene biologiche ed alimentari, arrecano conseguenze del tutto imprevedibili per le future generazioni.

Come attestano studi e ricerche ufficiali (Cnen, Enea, varie Università) già alla fine degli anni '60 in Italia, quindi decisamente molto tempo prima del fallout di Chernobyl del 26 aprile 1986, aria, suolo fiumi, laghi e mari risultavano contaminati dalla radioattività. E più recentemente la situazione non è migliorata, come attesta la contaminazione radioattiva del Mediterraneo, in particolare da plutonio 239/240 e cesio 137, addirittura del Tirreno (santuario cartaceo dei cetacei incluso).




Le telecomandate autorità statali che hanno causato questo disastro, evidentemente subordinate a perversioni coloniali, non vogliono rendersi conto della tragedia in atto, mentre regna la disinformazione pilotata anche dalla scienza asservita al sistema di potere dominante e agli interessi economici.

Per il folle uso delle risorse energetiche e per le miopi scelte tecnologiche e industriali della casta politica rischiamo di lasciare in eredità ai nostri figli un'Italia moribonda. Purtroppo, non si intravede alcun ravvedimento, né tantomeno scelte di semplice buon senso. Infatti, si continua a speculare in materia di "sicurezza nucleare", e a far finta di nulla, mettendo a repentaglio non solo la salute di milioni di ignare persone, ma anche la futura possibilità di vita.


Lasciar degradare ancora l'ambiente significa lasciare in eredità il deserto. I tempi esigono una nuova etica per un progetto che abbia rispetto della vita, e la conservazione dell'ambiente come parte fondamentale delle scelte economiche, politiche e sociali. L'essere umano è strettamente interrelato con tuttti gli elementi della Natura, ed è condannato ad estinguersi come specie se continua a distruggere la biosfera in cui vive, violando la legge dell'entropia.

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