I punti chiave
- Basilicata, Molise e Bolzano: mai usato J&J
- Medici di base e farmacisti
- Lazio: dal medico J&J per chi ha meno di 50 anni
È il quarto vaccino anti-Covid,
ultimo a essere approvato e ad arrivare alle Regioni ma finora con un ruolo
marginale nella campagna di vaccinazione, nonostante abbia il
vantaggio di essere monodose: non serve il richiamo. Di Janssen,
vaccino Johnson&Johnson a vettore virale (come
AstraZeneca), sono state consegnate 342.800 dosi, pari all’1,25% dei
vaccini distribuiti in Italia. Il piano vaccinale anti-Covid presentato dal
commissario Paolo Figliuolo prevede per questo prodotto
approvvigionamenti nel secondo trimestre del 2021 (quindi entro il 30 giugno)
per 7,31 milioni di dosi. Al momento siamo al 4,7%.
Percentuale destinata a salire - anche se di poco - da giovedì 13 maggio,
quando è previsto l’arrivo di oltre 170mila dosi di Janssen all’hub nazionale
vaccini della Difesa.
Basilicata, Molise e Bolzano: mai usato
J&J.
Finora sono state iniettate 195mila dosi di Janssen,
il 57% di quanto disponibile. Benché in leggero aumento nelle ultime ore, resta
di gran lunga la percentuale più bassa tra i quattro vaccini (Pfizer è al 88%,
AstraZeneca all’82%, Moderna al 79%). La Basilicata, il Molise e la provincia
autonoma di Bolzano non hanno usato neanche una dose Johnson&Johnson di
quelle ricevute: nel complesso una scorta di 7.600 ancora intatta. Ma anche la
Calabria si è limitata a utilizzare appena il 10% delle 10.500 dosi a sua
disposizione. Di contro la Puglia e la Toscana hanno quasi esaurito le proprie
scorte (sono entrambe al 95% di utilizzo).
Partenza ritardata.
Per il vaccino Janssen il ministero della Salute ha raccomandato
le stesse condizioni di utilizzo di AstraZeneca: da somministrare
«preferenzialmente» a persone di età superiore ai 60 anni. Una comunicazione
arrivata dopo la pausa imposta al vaccino monodose dalle autorità statunitense
a seguito dei casi di sei donne che hanno sviluppato una malattia rara che
coinvolge coaguli di sangue nelle due settimane successive alla vaccinazione
(una delle sei è morta dopo il vaccino). Il 12 maggio la Norvegia ha annunciato
la sospensione dell’uso del vaccino Johnson&Johnson nella propria campagna
di immunizzazione (e AstraZeneca è stato escluso).
La distribuzione in Italia è cominciata il 21 aprile
con le prime 184mila dosi. Il giorno successivo il commissario per l’emergenza
coronavirus Figliuolo assicurò: «Ho appena parlato con il presidente di
Johnson&Johnson che mi ha assicurato che entro fine aprile arriverà una
fornitura di altre 380mila dosi». Alla vigilia di nuovi arrivi il totale al
momento è fermo a quota 342.800. Appena 188mila quelle utilizzate. La media è
stata di 9.900 iniezioni al giorno. Un esordio non fologrante per l’unico
preparato monodose disponibile per la vaccinazione.
L’utilizzo nella prima fase.
Finora Johnson&Johnson è stato destinato
all’immunizzazione della popolazione carceraria, alla copertura vaccinale delle
isole minori (per esempio l’arcipelago toscano) e a quella a domicilio (come in
Emilia-Romagna, 38% di sfruttamento). In altri casi, per esempio il Veneto
(dosi usate al 68%), come scorta per compensare eventuali ritardi di forniture
di altri vaccini.
I nuovi vaccinatori: medici di base e
farmacisti.
La situazione dovrebbe cambiare con la nuova fase
della campagna vaccinale che vedrà farmacie e medici di base partire con la
somministrazione del vaccino anti-covid. Un esercito di 46mila vaccinatori:
circa 70mila farmacisti, per un totale di oltre 11mila farmacie in tutta
Italia, e oltre 35mila medici di famiglia. Il Lazio ha annunciato che dalla
fine del mese di maggio potranno vaccinarsi sfruttando questo canale le persone
nella fascia d’eta under 50. A loro verrà destinato solo AstraZeneca e
Johnson&Johnson. L’alternativa è attendere l’apertura della vaccinazione
alla propria fascia di età. L’assessore laziale alla Sanità D’Amato aveva già
fatto sapere che Johnson&Johnson verrà destinato «in maniera massiva» a
medici e farmacisti sfruttando la sua caratteristica di vaccino monodose che
«agevola le operazioni organizzative». Il Lazio ha utilizzato il 73% delle
proprie scorte di J&J.
La stessa possibilità si avrà in Molise: a partire da
lunedì 10 maggio alcuni medici di medicina generale possono procedere alle
vaccinazioni per i loro pazienti over 60 con il vaccino Johnson&Johnson. La
Regione non ha somministrato nessuna dose di questo vaccino.
IlSole24Ore