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giovedì 8 maggio 2025

Sacred Symbologies - Tiziana Fenu

 


Nella prima immagine, ornamento in oro della Micene del 1600 a.C, nella quale, l'iconografia del polpo, era particolarmente diffusa, specialmente in ambito funerario.
Un polpo particolare, con 8 tentacoli e una forma centrale, che ricorda la forma di una vulva, enfatizzata dai tentacoli a forma di spirale, che richiamano l'eterno divenire e la ciclicità della riproduzione uterina, nelle cui volute labirintiche e spiralizzate, si snoda il destino degli uomini, inteso come evoluzione ma anche come ritorno a sé stessi, a quell'utero cosmico dentro il quale, ci si perde per ritrovarsi.
Otto tentacoli come le estremità della stella a otto punte, simbolo del Sacro Femminino (https://maldalchimia.blogspot.com/.../la-simbologia-della...), poiche è legato, ancestralmente e astronomicamente, al percorso della durata di 8 anni, del pianeta Venere, che traccia un pentacolo nel cielo durante il suo percorso.
La stella a 8 punte, simbolo della dea mesopotamica Ishtar, erede della dea sumeria Inanna.
Ad Ishtar, dea dell'amore, era dedicata una delle 8 porte di Babilonia.
Un numero otto che indica anche l'infinito, la corrispondenza degli Opposti, e che corrisponde al Sacro Archetipo Ebraico Het, con funzione "riparo", e che simboleggia l'ordine, l'armonia, la Natura che tende al suo equilibrio, simbolo della Creazione.
Archetipo otto, che graficamente è rappresentato dalla lettera H.
Lettera H che nasce, graficamente, come rappresentazione della dea Tanit
Nell'Antica Civiltà Sarda, nell'antica scrittura ideografica, la Dea Tanit è sempre rappresentata, con svariate varianti, a rappresentanza di quella H, che rappresenta, simbolicamente, l'equilibrio delle due polarità, maschile e Femminile, così come è rappresentata la stessa Tanit, con le braccia distese, e tutti i Sacri Femminini che rappresenteranno questo equilibrio, Inanna, Astarte, la dea Minoica dei Serpenti, e tutte le divinità, comprese quelle maschili, Custodi di questa "chiave della creazione", l'equilibrio e la dialettica mercuriale (Hermes, ancora un'altra H), tra i due opposti.
Come il nucleo centrale della Vesica Piscis, la "mandorla mistica", esemplificata in modo fedele da questa splendida rappresentazione, in questo ornamento minoico.
Ma ho trovato anche un'altra rappresentazione del polpo ad otto tentacoli, perché si ritrova in ogni civiltà e in ogni periodo.
Si ritrova anche sulle monete, come questa proveniente dalla Lidia del 500 a.C, nella seconda immagine.
Qui, oltre ad avere sempre gli otto tentacoli, abbiamo un simbolo di cui ho parlato ultimamente(https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/552022.html?m=0), a proposito del legame mercuriale, dialettico, che lega Apollo alla sua controparte energetica, Dionisio.
Si tratta del simbolo della "E".
"La religione delfica aveva degli oggetti di culto, e la E, era tra i Sacri simboli di Delfi, considerata una "Sacra offerta al Dio".
Appare tra le colonne del tempio, e in alcune monete di età imperiale.
Numericamente, la E, rappresenta il numero 5(cinque come il percorso pentacolare in 5 anni, di Venere), come gli Antichi Sapienti.
Plutarco considera questo numero al di sopra di ogni altro.
di ogni altro.
Gli si dà una valenza nominale di Invocazione del Dio Apollo, un ideogramma con vari significati rituali, simbolo della terra, del tempio stesso, della chiave Sacra, a tre denti, con la quale Apollo apre e chiude le porte del cielo.
Simbolo delle porte della scienza oracolare, del sapere supremo.
La E con tre stanghette, come il tripode oracolare, quindi simbolo di una particella fondamentale nella dialettica, che unisce, non solo parti del discorso, ma anche dimensioni.
La dialettica, che era così importante per accedere alla dimensione divina, perché implica uno scambio, un flusso continuo da entrambe le parti, come le dita di ogni mano, in continua specularita', dialogo.
[...] Apollo e Dionisio insieme, comunicanti.
Uniti da quella "E", che è il simbolo di questo dialogo continuo.
[...] rappresenta la divinità Apollo nelle invocazioni. "Tu sei - Ei", in un ciclo, in una corrispondenza continua, dove la morte del fuoco, è nascita per l'aria, e la morte dell'aria, è nascita per l'acqua.
Il contingente, i sensi, cambiano, ci si rinnova sempre, diversi dal prima.
E a se stessi si ritorna, a quel "tu s-ei", a quel "conosci te stesso", fulcro di ogni intima speculazione filosofica.
In un percorso, a spirale, appunto, legato all'ottavo chakra, quello di Madre Arc, che accende lo Spirito Santo interiore chiamato la "Fiamma dell'Amore".
A forma ottagonale, sono anche le fonti battesimali, il cui ottagono, ha una valenza cosmica di mediazione tra cielo e terra, dove si può rinascere, dove ci si può rigenerare, dove tutto ritrova il suo equilibrio, come nell'Arcano Maggiore VIII, la Giustizia.
Di questa simbologia dell'ottagono come simbolo di rinascita, ne avevo parlato a proposito del Chi Rho(https://maldalchimia.blogspot.com/.../fonte-battesimale...) che è formato dalle stesse diagonali dell'ottagono, e anche dell'esagono, è che indica la via di rinascita lungo la via Lattea.
Il polpo, quindi, simbolo dell'acqua, dell'elemento amniotico, della forza riproduttiva.
Ma anche simbolo di quel Sacro Femminino oscuro, misterioso, degli abissi, scaltro, veloce, mimetico, simbolo di un intelletto sopraffino (i polpi, infatti sono intelligentissimi), capace, come il Femminino, di autorigenerarsi, di praticare la partenogenesi, che è fattibile, scientificamente, ma non è accettata eticamente e moralmente.
Un simbolo, quello del polpo/piovra, che con il tempo, come capita per molti simboli, perde la sua valenza Sacra e positiva originaria, declinando in aspetti che ne sviliscono la Bellezza e l'Armonia, presente, come icona simbolica di enorme potenza energetica, riproduttiva ed equilibrante, in ogni civiltà, con forti valenze apotropaiche di psicopompo nel regno dei morti, proprio per la sua capacità di vivere negli abissi marini.
Abissi marini, di cui era re Poseidone, la cui "E", mercuriale e dialettica, di Apollo/Dionisio, delle due polarità, ricorda anche il tridente di Poseidone, che era ritenuto uno dei Custodi dell'oracolo di Delfi, prima che Apollo ne prendesse la custodia, ma il cui tempio, ancora precedente, che si trovava dietro il tempio di Apollo, era dedicato invece, a Madre Terra.
E al Sacro Femminino, si ritorna, a spirale.
Proprio da dove siamo partiti.
Tiziana Fenu
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(Condiviso su gentile concessione degli autori del gruppo ANTIKITERA.NET)

martedì 6 maggio 2025

PERCHÉ ALCUNI ANIMALI SONO DIVENTATI FOSSILI MENTRE ALTRI SONO SEMPLICEMENTE SCOMPARSI? - Guillermo Carvajal

 

Perché alcuni animali dell'antichità sono diventati fossili mentre altri sono semplicemente scomparsi senza lasciare traccia? Secondo uno studio dell'Università di Losanna (UNIL) pubblicato su Nature Communications , la risposta, almeno in parte, potrebbe risiedere nel nostro corpo.
I ricercatori hanno scoperto che le dimensioni e la composizione chimica di un organismo influenzano in modo decisivo la sua capacità di sopravvivere per milioni di anni o, al contrario, di perdersi nell'oblio del tempo geologico.
Non solo le ossa si fossilizzano, ma in rari casi si conservano anche i tessuti molli come muscoli, intestini e, perfino, il cervello . Gli scienziati si chiedono da tempo perché solo determinati animali e organi riescano a fossilizzarsi in queste condizioni.
Per risolvere l'enigma, un team di ricercatori dell'UNIL ha condotto esperimenti di decomposizione controllata , analizzando il modo in cui organismi come gamberetti, lumache, stelle marine e planarie (vermi) si degradano in ambienti attentamente monitorati.
Sono stati utilizzati microsensori per misurare i cambiamenti chimici nei corpi degli animali, prestando particolare attenzione alla fluttuazione tra condizioni ossigenate (ossidanti) e povere di ossigeno (riducenti). I risultati hanno mostrato che gli animali più grandi e quelli con un contenuto proteico più elevato generavano rapidamente ambienti riducenti, fondamentali per rallentare la decomposizione e attivare processi come la mineralizzazione o la sostituzione dei tessuti con minerali più resistenti.
In natura, due organismi sepolti insieme possono avere destini completamente diversi come fossili, semplicemente a causa delle differenze nelle loro dimensioni o nella chimica interna , spiega Nora Corthésy, dottoranda presso l'UNIL e autrice principale dello studio.
Uno potrebbe scomparire completamente, mentre l'altro resterebbe immortalato nella pietra , aggiunge Farid Saleh, ricercatore principale e coautore dello studio. Secondo i dati, i grandi artropodi , come alcuni crostacei, hanno maggiori probabilità di conservarsi rispetto ai piccoli vermi acquatici o alle planarie, il che potrebbe spiegare perché i fossili del Cambriano e dell'Ordoviciano (circa 500 milioni di anni fa) siano dominati dagli artropodi.
Assenze fuorvianti nei registri fossili
Lo studio aiuta anche a interpretare le lacune nei registri fossili . Simulando la decomposizione in laboratorio, possiamo distinguere tra assenze ecologiche (quando un animale non ha mai abitato un ecosistema) e assenze di conservazione (quando l'animale esisteva ma non si è fossilizzato) , osserva Corthésy. Gli organismi piccoli e poveri di proteine, non generando condizioni riducenti, hanno minori possibilità di preservarsi, quindi alcuni gruppi antichi potrebbero essere scomparsi senza lasciare traccia per questo motivo.
Tuttavia, anche fattori esterni come il clima, la salinità e il tipo di sedimento influenzano la fossilizzazione, ma riprodurre queste variabili in laboratorio è complesso. Sappiamo che gli ambienti salini o freddi rallentano la degradazione, ma il nostro studio si concentra sul ruolo della materia organica e delle dimensioni del corpo , spiega Corthésy. È un altro tassello del puzzle, ma c'è ancora molto da esplorare .
La ricerca, finanziata dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica, rafforza l'idea che la documentazione fossile sia un archivio distorto, in cui ciò che vediamo non sempre riflette la vera diversità del passato. Comprendere questi pregiudizi ci avvicina un po' di più alla ricostruzione della vita antica così com'era, non semplicemente come l'abbiamo trovata , conclude Saleh.
di Guillermo Carvajal

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giovedì 3 ottobre 2024

Che odore avevano i ricchi romani?

 

Nel 2019 un residente della città spagnola di Carmona stava scavando una piscina quando ha sfondato una camera sotterranea. Gli archeologi di Siviglia furono chiamati a indagare e, salendo nella buca, trovarono una tomba di famiglia romana intatta del I secolo d.C. con sei urne sepolcrali ancora in posizione.
Tra le offerte funerarie ad una donna morta intorno ai 40 anni c'era una delicata bottiglia ricavata in cristallo di quarzo, sigillata con un tappo di bitume e con al suo interno il contenuto coagulato. Utilizzando tecniche di scansione all'avanguardia come la diffrazione dei raggi X, la spettroscopia a raggi X a dispersione e la microscopia elettronica a scansione, gli esperti sono riusciti a determinare l'esatta composizione della sostanza all'interno del recipiente senza aprirla.
Che la bottiglia contenesse olio profumato - offerta comune nelle tombe romane - non era di per sé una sorpresa ma l'essenza precisa era di grande interesse. L'analisi ha rivelato che il profumo era composto da due ingredienti: primo, una base o un legante di olio d'oliva che avrebbe aiutato a facilitare l'applicazione e la conservazione dell'aroma. Quanto all'essenza, è stato identificato come pogostemon cablin, altrimenti noto come patchouli.
Quasi sicuramente importato dall'India, il patchouli sarebbe stato un bene raro e costoso in epoca romana e - insieme al suo prezioso vascello - attesta l'elevato status sociale del defunto. I ricercatori hanno precedentemente rilevato accenni di estratti floreali in bottiglie usate per conservare cosmetici, conosciuti come unguentaria, ma è la prima volta che viene individuata la fonte di un aroma.

venerdì 17 giugno 2022

ESCLUSIVO: “Tesoro alieno” di 7.000 anni trovato in Messico.


Un antico tesoro scoperto in una grotta in Messico confermerebbe che una civiltà aliena ha vissuto sulla Terra per migliaia di anni.

Nel video (sotto), Klaus Dona mostra un certo numero di artefatti , risalenti a oltre 7.000 anni fa, che raffigurano figure come alieni con musi lunghi con occhi rotondi accanto ad UFO che volano sopra la terra.

Il video è stato realizzato in Messico e pubblicato sul canale UFOmania …

Una persona ha commentato nel video:

“Non ho mai visto questi artefatti prima, ma nessuno di loro mi sorprende. C’è molto altro in arrivo.”

Un altro aggiunto:

“Prove incredibili per sostenere che gli extraterrestri hanno vissuto sulla Terra per molto tempo.”

Un terzo scriveva ancora:

“Hanno vissuto sulla Terra per oltre 7.000 anni e hanno creato l’uomo.”

Naturalmente vi terremo informati su questa vicenda, sempre che non sia un falso…..

https://www.hackthematrix.it/?p=18793&feed_id=126415&_unique_id=62ab0da9dae7e&fbclid=IwAR1t1juUXrqmRIkO8WPb1Qxborfb_HjrxcfRFrkC9SfHEsxLfA6F6bsiD_o