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martedì 27 agosto 2024

Captato sulla Terra segnale radio di 8 miliardi di anni fa proveniente dallo spazio profondo. - Pasquale D'Anna

 

Questo “lampo radio veloce” (FRB) è tra i più distanti mai rilevato ed ha rilasciato l’equivalente dell’intera emissione del nostro Sole in 30 anni in meno di un millisecondo.

Un’equipe internazionale ha individuato un’esplosione molto distante di onde cosmiche della durata di meno di un millisecondo. Questo “lampo radio veloce” (FRB dall’inglese fast radio burst) è uno dei più distanti mai rilevato. La sua origine è stata individuata dal VLT (Very Large Telescope) dell’ESO in una galassia così lontana che la sua luce ha impiegato otto miliardi di anni per raggiungerci. Questo FRB è anche uno dei più energetici mai osservati: in una minuta frazione di secondo ha rilasciato l’equivalente dell’intera emissione del nostro Sole in 30 anni.

FRB 20220610A.

La scoperta dell’esplosione, chiamata FRB 20220610A, è stata effettuata nel giugno dello scorso anno dal radiotelescopio ASKAP in Australia e ha superato del 50% il precedente record di distanza stabilito dallo stesso gruppo. La scoperta conferma che gli FRB possono essere utilizzati per misurare la materia “mancante” tra le galassie, fornendo un nuovo modo di “pesare” l’Universo. Gli attuali metodi di stima della massa dell’Universo danno risposte contrastanti e sfidano il modello standard della cosmologia.

Segnale radio
Rappresentazione artistica di un lampo radio veloce (FRB). Credit: ESO / M. Kornmesser

L’importanza della rilevazione.
Trovare FRB distanti è fondamentale per misurare con precisione la materia mancante dell’Universo, come dimostrato dall’astronomo australiano Jean-Pierre (“J-P”) Macquart, deceduto nel 2020. Il risultato rappresenta il limite di ciò che è ottenibile oggi con i telescopi, anche se gli astronomi avranno presto gli strumenti per rilevare lampi ancora più vecchi e distanti, individuarne le  sorgenti e misurare la materia mancante dell’Universo. L’organizzazione SKAO (Square Kilometre Array Observatory) sta attualmente costruendo due radiotelescopi in Sud Africa e Australia che saranno in grado di trovare migliaia di FRB, compresi quelli molto distanti che non possono essere rilevati con gli strumenti attuali. L’ELT (Extremely Large Telescope) dell’ESO, un telescopio di 39 metri in costruzione nel deserto cileno di Atacama, sarà uno dei pochi telescopi in grado di studiare le galassie in cui si originano lampi ancora più lontani di FRB 20220610A.

immagine di copertina credit Jingchuan Yu / Beijing Planetarium

https://www.passioneastronomia.it/captato-sulla-terra-segnale-radio-di-8-miliardi-di-anni-fa-proveniente-dallo-spazio-profondo/?fbclid=IwY2xjawE66t1leHRuA2FlbQIxMQABHXq4SCi49io8lfqIT16qYsvZJ1xFF6TYRZ6G-fsKyXc6cg3SZUrAdASZlw_aem_q4cH30w66a3HXVKy0rKtsw

venerdì 25 dicembre 2020

Captato un misterioso segnale radio da una stella: gli alieni vogliono dirci qualcosa? - Nadia Drake

 

Il radiotelescopio di Parkes nel Nuovo Galles del Sud, in Australia, gestito dalla Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO, Organizzazione della ricerca scientifica e industriale del Commonwealth) ha recentemente captato un misterioso segnale radio proveniente da Proxima Centauri, la stella più vicina al sole.


Gli astronomi che lavorano alla ricerca di segni di vita extraterrestre hanno rilevato qualcosa di strano: un segnale radio non ancora decifrato sembra provenire dalla stella più vicina al sole, una stella nana rossa lontana circa 4,2 anni luce, denominata Proxima Centauri. All’entusiasmo per questa scoperta si aggiunge il fatto che almeno due pianeti orbitano intorno a questa stella, uno dei quali potrebbe essere roccioso e avere un clima temperato come la Terra.

Breakthrough Listen, un programma decennale di ricerca di trasmissioni aliene da un milione di stelle vicine, stava usando l’osservatorio di Parkes in Australia per studiare Proxima Centauri, quando il team ha captato il forte segnale, che è stato denominato BLC-1. Le onde radio sono state rilevate tra aprile e maggio 2019.

“Di tanto in tanto si rileva qualcosa di strano, ma questo segnale è interessante perché è così particolare da far pensare di dare un seguito al suo studio”, afferma Sofia Sheikh, studentessa laureata presso la Pennsylvania State University e membro del team di Breakthrough che dirige le analisi del segnale.

Sebbene Sheikh e altri sospettino fortemente che il segnale sia in effetti di origine umana, BLC-1 è il rilevamento più stimolante che il programma Breakthrough abbia fatto fino a questo momento nella sua ricerca di una vita intelligente extraterrestre (attività denominata SETI, dall’inglese: Search for Extra-Terrestrial Intelligence). Il team sta preparando due articoli che descrivono il segnale e una relativa analisi, che non è stata ancora completata (la notizia del rilevamento è trapelata al The Guardian prima che la ricerca fosse pronta per la pubblicazione).

Mentre i ricercatori continuano ad analizzare il segnale, e gli esperti avvertono che quasi sicuramente ha un’ordinaria spiegazione terrestre, questo remoto indizio di vita oltre la Terra ha acceso gli animi.

“Si parla molto di sensazionalismo in merito a SETI,” afferma Andrew Siemion, responsabile scientifico del programma Breakthrough Listen. “Il motivo per cui siamo così entusiasti della ricerca SETI, e per cui gli stiamo dedicando la nostra carriera, è lo stesso che fa entusiasmare il pubblico: si tratta di alieni! È fantastico!”.

Sessanta anni di ricerca di vita extraterrestre.

Da 60 anni gli scienziati scansionano il cielo alla ricerca di segnali radio che potrebbero essere di origine artificiale, a partire dal progetto Ozma, una ricerca condotta da mio padre, Frank Drake, nel 1960.

A differenza delle onde radio che il cosmo produce naturalmente, si ipotizza che i “bisbigli” extraterrestri siano molto simili alle trasmissioni che l’uomo usa per comunicare. Tali segnali rientrerebbero in una gamma molto ristretta di frequenze radio, e avrebbero anche una caratteristica “deriva” che indicherebbe che la fonte del segnale si sta avvicinando o allontanando dalla Terra, ovvero che la fonte radio proviene da un oggetto cosmico distante, come un pianeta in orbita intorno a una stella.

“Solo la tecnologia umana sembra produrre segnali di questo tipo”, afferma Sheikh, “il nostro Wi-Fi, i nostri ripetitori, il nostro GPS, la nostra radio satellitare, questi segnali sono esattamente come quelli che stiamo cercando, il che rende molto difficile capire se qualcosa proviene dallo spazio o è frutto di tecnologia umana”.

Nel corso dei decenni, gli astronomi hanno captato numerosi segnali candidati. Alcuni si sono rivelati provenire da fonti astronomiche precedentemente sconosciute come pulsar, resti di stelle implose in rapida rotazione che irradiano il cosmo di onde radio. I primi rapidi impulsi radio conosciuti – brevi esplosioni di onde radio che restano ancora in qualche modo misteriose – inizialmente sembrava potessero essere segnali artificiali. Anche i segnali chiamati pèriti, impulsi di radio emissioni meno potenti, hanno destato l’attenzione, fino a che gli scienziati ne determinarono l’origine: un forno a microonde.

BLC-1 potrebbe provenire da un oggetto che non sta trasmettendo come previsto: un satellite non ancora identificato, un aereo in volo, un trasmettitore di terra vicino alla linea di vista del telescopio, o persino qualcosa di più banale, come dispositivi elettronici difettosi in un edificio vicino o in un’auto di passaggio.

“Tutti i nostri esperimenti SETI vengono condotti letteralmente in un mare di interferenze. Ci sono miriadi di segnali”, afferma Siemion “alla fine si tratta di riuscire a distinguere tra firme tecnologiche molto distanti e la nostra stessa tecnologia”.

E poi ci sono i segnali che gli astronomi non sono stati in grado di attribuire con certezza a una fonte naturale, come il famoso segnale “WOW!” captato nel 1977 dall’Ohio State University Radio Observatory, comunemente conosciuto come “Big Ear” (il grande orecchio, NdT). Questa raffica di onde radio estremamente luminose inizialmente sembrava un rilevamento SETI, ma nessuno è stato in grado di verificarlo o ritrovarlo.

Uno strano segnale.

Nel 2015, Breakthrough Listen ha dato il via a un progetto di ricerca decennale finanziato da Yuri Milner, investitore della Silicon Valley, e fino a oggi, il team non ha trovato niente di definitivo nella sua attività di scansione del cielo.

A partire da aprile 2019, Breakthrough ha orientato il telescopio di Parkes verso Proxima Centauri, non tanto in cerca di alieni, bensì per studiare meglio i giganteschi bagliori di luce che stelle nane rosse come Proxima emettono frequentemente. Durante l’elaborazione di queste osservazioni nel corso dell'estate 2020, Shane Smith, studente universitario dell’Hillsdale College nel Michigan che collabora con Breakthrough, ha individuato BLC-1, apparentemente proveniente da quella stella.

Nonostante il segnale debole, BLC-1 ha superato tutti i test che il team di Breakthrough utilizza per filtrare i milioni di segnali generati dall’uomo: aveva una ridotta larghezza di banda, sembrava avere una deriva di frequenza, ed è scomparso quando il telescopio è stato puntato verso un altro oggetto cosmico. Nei giorni successivi, sono apparsi quattro segnali simili, ma alcuni sono stati scartati in quanto interferenze radio.

“Il nostro algoritmo è molto ottimistico in merito a come possa essere la tecnologia aliena”, afferma Sheikh. “Ma questo è veramente entusiasmante perché non eravamo mai arrivati al punto in cui l’algoritmo trovasse qualcosa su cui valesse la pena continuare a investigare”.

Se BLC-1 fosse, contro ogni previsione, una “cartolina” dal sistema stellare vicino, allora statisticamente parlando, la Via Lattea dovrebbe essere incredibilmente piena di civiltà comunicanti, afferma Seth Shostak dell’istituto SETI. “In questo caso, ci sarebbero più di mezzo miliardo di società nella nostra stessa galassia, il che sembra un po’ eccessivo”.

La fase di verifica.

Dal momento del rilevamento, il team di ricerca si è messo nuovamente in osservazione di Proxima Centauri, senza trovare niente. Gli scienziati stanno lavorando sullo sviluppo di nuovi test che potrebbero localizzare con esattezza l’origine del segnale, tenendo il telescopio di Parkes puntato su Proxima.

“Per poter fare affermazioni di validità scientifica, è necessario essere in grado di riesaminare e replicare il fenomeno”, afferma Sheikh “è così che funziona il metodo scientifico”.

All’inizio di quest’anno, Jill Tarter dell’Istituto SETI mi ha detto che il processo di creazione di nuovi test e di conferma dell’origine dei segnali è normale prassi del programma SETI, da cui tutti possono imparare e trarre beneficio.

“Stiamo cercando qualcos’altro, qualcun altro, là fuori”, disse Tarter al tempo. “Rilevare improvvisamente un’interferenza, e pensare che potrebbe essere quello che stiamo cercando, e poi riflettere su cosa dobbiamo fare per essere in grado di confermarlo ed essere sicuri dei risultati a cui potremmo arrivare: questo è il processo giusto”.

Siemion afferma che la valutazione di BLC-1 ha già insegnato molto al team in merito all’analisi dei dati. Le osservazioni di verifica di Proxima Centauri saranno preziose per capire il comportamento di tali stelle, così come per realizzare una ricerca SETI completa di un sistema stellare vicino con pianeti noti, anche se non fosse abitato da alieni tecnologicamente avanzati.

“Alla fine, credo che riusciremo a convincerci che [BLC-1] è un’interferenza”, afferma Siemion. “Ma il risultato finale sarà sicuramente che questa esperienza renderà i nostri esperimenti futuri molto più efficaci”.

(FOTO DI A. CHERNEY, CSIRO)

https://www.nationalgeographic.it/spazio/2020/12/captato-un-misterioso-segnale-radio-da-una-vicina-stella?fbclid=IwAR1_YywqhSbRFJ7ZbnKuiCHLGc5CRd38DFV1xAsmdHejPidzakBwCaTAKzM

giovedì 1 settembre 2016

Captato un segnale “anomalo” dallo spazio da una stella simile al Sole.



Gli astronomi sono scettici sulla sua origine.

Un segnale “anomalo”, che ancora non trova spiegazione, è stato captato dal radiotelescopio russo Ratan-600 di Zelenchukskaya, nel Caucaso: è arrivato dalla stella HD 164595, distante 95 anni luce e un po’ più vecchia del Sole, ma simile per dimensioni e luminosità. Si trova nella costellazione di Ercole e nella sua orbita ha almeno un pianeta delle dimensioni di Nettuno, e forse altri non identificati. C’è chi parla di un segnale inviato da una civiltà extraterrestre, ma i ricercatori del Seti (Search for Extraterrestrial Intelligence), che lo segnalano sul loro sito, si mostrano piuttosto scettici. 

Il segnale infatti è stato raccolto nel maggio 2015, ma è stato reso noto solo recentemente a livello internazionale dall’italiano Claudio Maccone, che ha assistito a una conferenza degli astronomi russi. Come rileva il Seti, il segnale è stato captato quell’unica volta su 39 tentativi fatti e, contrariamente a quanto prevede la procedura, non c’è stata alcuna segnalazione alla comunità del Seti. «Se un segnale sembra essere di origine extraterrestre - scrive il Seti - una delle prime cose da fare è procedere con altri tentativi per confermare l’osservazione, il che non si è verificato in questo caso». 

Quella di un segnale inviato da un’altra civiltà è una possibilità, ma secondo gli esperti ci sono altre spiegazioni plausibili: da una banale interferenza a un satellite militare. Di certo, senza ulteriori conferme «possiamo solo dire che è interessante», aggiunge il Seti. Come chiarisce Stelio Montebugnoli, direttore della sezione italiana del Seti e responsabile del Radiotelescopio di Medicina (Bo), «prima di essere divulgato, un segnale va riverificato seguendo le procedure previste», che prevedono più conferme da parte dello stesso radiotelescopio che l’ha osservato e da tutti i radiotelescopi allertati dal Seti nel mondo. Lo stesso astronauta Umberto Guidoni, che lo aveva segnalato su Facebook, ammette che «finchè non c’è una conferma forte, rimane il dubbio. Ma almeno si sa in quale direzione puntare i radiotelescopi per cercare».