È il metodo, antico, usato dai clan quando c’è da fare la voce grossa, quando c’è da ricattare il Palazzo: gli uomini in trincea, donne e bambini sul fronte. L’episodio più inquietante, tuttavia, è avvenuto poco prima della mezzanotte in via Montagna spaccata, tra Pianura e Quarto. Un gruppo di giovani, una ventina circa, è arrivato a bordo di scooter e motociclette di potente cilindrata: hanno ribaltato cassonetti, sparpagliato l’immondizia lungo la strada, creato una vera e propria discarica a cielo aperto per centinaia di metri chiudendo di fatto traffico una delle più importanti arterie che collegano la città alla provincia flegrea.
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
venerdì 24 giugno 2011
Napoli, la camorra “firma” la protesta contro l’emergenza rifiuti. - di Vito Laudadio
È il metodo, antico, usato dai clan quando c’è da fare la voce grossa, quando c’è da ricattare il Palazzo: gli uomini in trincea, donne e bambini sul fronte. L’episodio più inquietante, tuttavia, è avvenuto poco prima della mezzanotte in via Montagna spaccata, tra Pianura e Quarto. Un gruppo di giovani, una ventina circa, è arrivato a bordo di scooter e motociclette di potente cilindrata: hanno ribaltato cassonetti, sparpagliato l’immondizia lungo la strada, creato una vera e propria discarica a cielo aperto per centinaia di metri chiudendo di fatto traffico una delle più importanti arterie che collegano la città alla provincia flegrea.
Fusione fredda: prima centrale nucleare costruita in Grecia entro il 2011
Sarà costruita entro la fine del 2011 la prima centrale nucleare basata sul concetto di fusione fredda. L’annuncio è stato dato oggi in una conferenza stampa indetta dall’azienda greca Defkalion Green Technologies che commercializzerà la tecnologia inventata e brevettata dagli italiani Andrea Rossi e Sergio Focardi.
Ricordiamo che mentre la fusione calda, o meglio termonucleare, avviene in regime di altissime temperature e pressioni necessarie per fare avvicinare e fondere i nuclei di elementi leggeri carichi positivamente, la fusione fredda, più correttamente definita reazione nucleare a bassa energia, avviene invece a temperature di poco superiori a quelle ambiente, partendo dagli isotopi dell’idrogeno, e soprattutto ha una produzione di scorie pressoché nulla.
Il reattore per la fusione fredda, realizzato da Rossi con la collaborazione di Focardi e denominato E-Cat, da un’alimentazione di circa 400-450 W/h, è in grado di produrre una quantità d’energia pari a 12 KW/h, ossia circa 20 volte maggiore di quella utilizzata per la sua messa in funzione. Ed è questa enorme energia sprigionata rispetto a quella necessaria per innescare la reazione in condizioni stazionarie che rende eccezionale questa tecnologia.
Tale dispositivo utilizza la fusione tra nichel e idrogeno, che, grazie a dei catalizzatori, reagiscono in una camera poco più grande di una stufetta elettrica. Camera posta in contatto con un recipiente contenente acqua, che quindi si surriscalda e diventa vapore in grado di alimentare una turbina per la generazione di energia elettrica.
Rossi afferma che “l’apparecchiatura costa duemila dollari (1300-1400euro) per kilowatt di potenza installato mentre l’energia prodotta costerà meno di 1 centesimo a kilowattora.” Sarebbe dunque davvero l’inizio di una vera e propria rivoluzione energetica per il mondo.
Tuttavia la comunità scientifica è ancora scettica a causa della mancanza di una soddisfacente spiegazione teorica del processo realizzato da Rossi e Focardi ed anche per l’assenza delle radiazioni gamma che invece dovrebbero essere presenti nel caso di avvenuta reazione nucleare.
Nonostante tutto la Defkalion Green Technologies ha deciso di puntare su questa tecnologia, assicurandosi i diritti in esclusiva per la distribuzione in tutto il mondo, ad eccezione degli Stati Uniti e delle applicazioni militari ed entro la fine dell’anno realizzerà una centrale da 1 Mega Watt termico di potenza ad Atene. I primi prodotti verranno assemblati inizialmente nella fabbrica di Xanthi, per il mercato greco e balcanico.
Donato Fazio
http://www.dottortecnologia.info/?p=587
Donne in pensione come gli uomini? Sì, a una condizione: la parità sul lavoro. - di viviana dabusti
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Nell’ ultimo ventennio abbiamo assistito a numerose riforme del sistema previdenziale italiano col solo fine di individuare le strade percorribili per risolvere i problemi di stabilità e solvibilità nel lungo periodo del sistema stesso.Attualmente il welfare italiano ha come obiettivo, oltre a quello di allineare uomini e donne nel mercato del lavoro, quello di cercare di parificare il settore pubblico a quello privato sia nel sistema pensionistico sia in quello del lavoro. Negli ultimi anni, infatti, si è visto un forte avanzamento in questa direzione: prima i requisiti per l’accesso alla prestazione pensionistica e i metodi di calcolo erano fortemente diversificati, mentre adesso non sono evidenziabili differenze rilevanti in quest’ottica.
Ultimo passo in questa direzione è l’intenzione di parificare l’età di pensionamento delle donne del settore privato sia con quella degli uomini sia con quella delle donne del pubblico impiego (modificata quest’ultima nel luglio 2010).
Ma cosa comporterebbe questa modifica nell’età di pensionamento?
Attualmente l’età di pensionamento per VECCHIAIA è differenziata in base al sistema di calcolo e quindi all’anno di inizio lavoro; in sostanza le attuali regole sono:
- Sistema retributivo: spetta all’età di 65 anni per gli uomini e di 60 per le donne, con almeno 15 o 20 anni di contribuzione in base all’anzianità contributiva maturata al 31.12.1992.
- Sistema contributivo: si ottiene all’età di 65 anni per gli uomini e 60 anni per le donne con almeno 5 anni di contribuzione; oppure indipendentemente dall’età con 40 anni di contribuzione; o infine con il sistema delle “quote” (a somma del requisito contributivo minimo (35 anni) con l’età anagrafica).
In pratica la proposta è quella di posticipare l’età di vecchiaia dai 60 anni attuali a 65 anni dei maschi; si precisa però che rimarrebbero inalterate le altre possibilità di pensionamento oltre a quelle per anzianità (sistema delle quote).
La domanda che tutti si fanno riguarda la validità economica, previdenziale e sociale di tale operazione: nessuno mette in dubbio tale valenza (sicuramente dettata da studi volti a simulare la situazione previdenziale italiana el medio e lungo periodo), ma sicuramente un’azione di tale portata deve necessariamente essere accompagnata da azioni volte a sostenere le donne nel mondo del lavoro.
Al giorno d’oggi chiunque riconosce alle lavoratrici il ruolo fondamentale che hanno all’interno del proprio nucleo familiare e ci si rende spesso conto delle difficoltà che costoro hanno nel svolgere contemporaneamente le due mansioni: spesso o non sono previste condizioni lavorative o non sono presenti strutture adeguate, come scuole (siano esse asili, scuole materne o dell’obbligo) o servizi per genitori anziani non più autosufficienti , che permettano alle lavoratrici di gestire in modo efficace ed efficiente il proprio tempo.
Per questo motivo è necessario, se si vuole posticipare l’età di pensionamento, creare condizioni a contorno dell’attività lavorativa che possano permettere alle donne lavoratrici di svolgere al meglio la propria funzione sia familiare che lavorativa.
In conclusione, si precisa che tutte queste considerazioni riguardano le lavoratrici donne in senso generale, siano esse del settore privato che di quello pubblico: il doppio ruolo prescinde dal settore lavorativo.
*Responsabile Area Previdenza e Soluzioni Applicative di IRSA, Membro ufficio stampa Ordine AttuariCancro: nuove terapie da simulazione computerizzata.
Come fanno le cellule tumorali a crescere e riprodursi in maniera abnorme all’interno dell’organismo umano? Attraverso particolari meccanismi di adattamento, tra i quali l’alterazione del metabolismo, cioè del modo in cui assorbono e processano i nutrienti di cui hanno bisogno per sopravvivere e crescere. L’applicazione di un modello matematico può aiutare gli scienziati a capire quali siano i geni che favoriscono queste alterazioni del metabolismo delle cellule del cancro e a mettere a puntoterapie specifiche.
Lo sostengono i ricercatori israeliani Tomer Shlomi e Eytan Ruppin, rispettivamente dell’Istituto israeliano di tecnologia di Haifa, (Technion), e dell’Università di Tel Aviv. Hanno messo a punto un modello matematicoche è in grado di prevedere quali sono i geni essenziali alla crescita delle cellule tumorali e pubblicano oggi i risultati sulla rivista Molecular Systems Biology.
E’ un potenziale passo avanti nella direzione delle cure personalizzate: può permettere di identificare principi attivi e terapie che prendono di mira e ostacolano la crescita delle cellule tumorali, minimizzando gli effetti tossici sui tessuti sani.
Terapie ancor più specifiche sono rese necessarie dal fatto che lealterazioni del metabolismo legate al cancro cambiano a seconda deltipo di tumore e addirittura da persona a persona.
Shlomi, Ruppin e colleghi hanno dimostrato che quando si sa già che alcunigeni metabolici specifici vengono disattivati in certi tipi di tumore, è possibile con i modelli messi a punto prevedere quali trattamenticolpiranno selettivamente il cancro senza disturbare il metabolismo dei tessuti sani. Questo potrebbe portare a terapie tumorali nuove, con meno effetti indesiderati.
Sono state scrutinate 772 reazioni e 683 geni. Alla fine della ricerca gli studiosi hanno individuato 199 geni che si presume siano coinvolti nella crescita del tumore studiato nel modello. 52 hanno un alto punteggio citostatico, ovvero esercitano un’azione di rallentamento del metabolismo cellulare del cancro. Sarà su questi che si dovrà lavorare mettendo a punto terapie ad hoc.
marta.buonadonnaNapoli non subirà in silenzio la tua vendetta!
giovedì 23 giugno 2011
Intercettazioni, Minzolini al Tg1: ''Improprie e di dubbia utilità''
Il volto del potere.
Appena un gradino al di sotto degli invisibili, stanno gli audio-potenti: quelli che non vanno in tv però le telefonano, incombendo con voce monologante sugli ospiti effigiati in studio. Scendendo di un gradino ulteriore, ecco il potente distaccato: si fa vedere, ma in collegamento da un'altra sede, ritratto sul maxischermo con le dimensioni di un poster di Mao. Comunque appare, quindi conta già poco. Chi invece non conta proprio niente sono gli habitué. Le marionette abbarbicate alle poltroncine, che si agitano per strappare un primo piano alla telecamera, bofonchiando il mantra «io non ti ho interrotto tu non mi interrompere». Il popolo senza speranza li disprezza e li vota. Il potere senza volto li disprezza e li usa.