domenica 9 settembre 2012

SCALFARI IL CALABRESE E I NOTAV. - Biagio Simonetta

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Nel suo ultimo editoriale su Repubblica, Eugenio Scalfari ha affrontato il tema Tav in Val di Susa. Lo ha fatto palesando la sua approvazione verso un progetto i cui lavori "sono in ritardo di sei anni e tutte le indagini geologiche, economiche, ambientali, impiantistiche che dovevano esser fatte sono state fatte". Scalfari, però, non ha fatto alcun riferimento allo studio di 360 fra docenti, ricercatori e professionisti che invece boccia senza appello il progetto Alta velocità Torino-Lione. Sarà stata una dimenticanza, la sua. Mica l'ha fatto apposta.

Poi il fondatore di Repubblica ci ha regalato corsi e ricorsi storici avanzando una strana tesi circa le performance dei nuovi treni. Scrive Scalfari: "Oggi la tecnologia consente di riproporre il treno e gli ecologisti dovrebbero essere in festa ai cortei favorevoli all'Alta Velocità". Da domani, insomma, si dovrebbe far festa perché si buca una montagna che sprigionerà amianto e uranio in tutta la Val di Susa. 

Infine, sempre Scalfari, s'è concentrato sugli studenti no-Tav, e in particolar modo su quelli dell'Università della Calabria: "Perché sono contrari? Ho letto che tra i più contrari ci sono gli studenti dell'Università della Calabria. Sono di origini calabresi e conosco bene quei territori". Scalfari conosce così bene la Calabria che nel suo lungo appello pro-Tav non fa alcun riferimento alla 'ndrangheta egemone in Piemonte. Il calabrese Scalfari dimentica (non lo fa apposta) che mentre si vuole scavare una montagna così da trasportare merci più velocemente da Lione a Torino, le stesse ferrovie hanno spaccato l'Italia, sopprimendo la maggior parte dei treni che collegano il Sud al Nord, eliminando i treni notte, compiendo un primo passo verso la secessione leghista. Anche per questo, caro Scalfari, protestavano i miei conterranei calabresi. 

Chiudo citando un altro passaggio dell'editoriale: "I giovani dell'Università della Calabria ne avrebbero di problemi da affrontare". Anche i giornalisti, caro Scalfari. Anche i giornalisti.


http://www.cadoinpiedi.it/2012/03/05/scalfari_il_calabrese_e_i_notav.html

Prodi condannato dalla Corte di Giustizia Europea , ma non si deve sapere !


Romano Prodi è stato condannato dalla Corte di Giustizia Europea per azioni compiute quando era Presidente della Commissione e nessuno dei media importanti nazionali, sia della carta stampata che soprattutto della TV, sempre pronti a guardare nel letto dei politici, ne ha fatto cenno? Queste le motivazioni di condanna espresse dalla Corte a carico del Prof. Prodi: 1 – aver fornito al Parlamento Europeo notizie false e non documentate; 2 – aver emesso comunicati che mettevano in dubbio l’onorabilità di alti dirigenti che non si erano sottomessi alle sue imposizioni; 3 – aver tentato di ostacolare la giustizia. I fatti che hanno portato alla condanna risalgono al 2002-2003 e si riferiscono a una contorta vicenda relativa all’Eurostat, innescata dalla lettera di una funzionaria che si riteneva discriminata. L’inchiesta è iniziata per capire se tali irregolarità fossero state effettuate su iniziativa di dirigenti o addirittura dallo stesso responsabile della Commissione, Prodi.
È cominciato così il rimbalzo delle responsabilità, nonché la “fughe di notizie” – questo afferma la sentenza – depistate verso giornali amici. Proprio per la paura di rivangare anche questioni irrisolte del passato (gli scheletri nell’armadio: Iri, Nomisma), Prodi ha pensato bene, da far suo, di chiudere con un colpo di mano gli Istituti, ma, non avendo elementi per mandare a spasso un migliaio di persone li ha destituiti tutti dai loro incarichi, tenendoli a non fare nulla fino alla pensione!
In Italia questi si sarebbero trovati un secondo lavoro, e comunque tutti a ringraziare il benefattore che paga senza far fare niente; ma all’estero, qualcuno dal senso civico sviluppato e con un sano amor proprio, si sente discriminato e sottostimato… e si lamenta.
Col suo modo di fare credeva di passarla franca, padroncino anche all’estero, ma, fortunatamente, da quelle parti sanno bacchettare le mani come agli studentelli presi con le mani nella marmellata, anche se si tratta di Professoroni.
Di Marinella Tomasi

"Tsurushi-Gumo"



Altro esempio di nube lenticolare sulla stato di Washington (USA)

Nube lenticolare sul Monte Shasta

Altro caso di nube lenticolare sul Monte Fuji

I giapponesi la chiamano “Tsurushi-Gumo”, ovvero nube lenticolare. Si tratta di uno straordinario effetto avvenuto vicino al monte Fuji, dopo il passaggio del super tifone Gucholche ha attraversato recentemente il Giappone. Un fenomeno raro per la stagione, apparso per appena 30 minuti, che si verifica in particolari condizioni quando i venti attorno al Monte Fuji diventano forti, oppure come è successo in questo caso, dopo il passaggio delle tempeste tropicali.   

Queste nuvole speciali si formano quando l'aria calda-umida colpisce la montagna, che a sua volta “impone” un sollevamento forzato lungo i suoi ripidi versanti, favorendo la concentrazione del vapore acqueo. Le nuvole così formate sono chiamate dai giapponesi “kasa-gumo”, che diventano poi “tsurushi-gumo" una volta aver attraversato la montagna. I ripidi versanti del Monte Fuji, modellano così le nubi, conferendo la tipica forma lenticolare discoidale, che tanto somiglia a quella di un UFO. Secondo un antico proverbio giapponese, la formazione di queste nuvole sono un segnale che il tempo sta cambiando.


http://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/disco-volante-a-fianco-del-monte-fuji--e-la--tsurushi-gumo--58099

La sporca storia del latte e perché non piace a Hollywood.



Dopo avervi raccontato la storia del viaggio di un pomodoro dalla serra al supermercatoecco la sporca storia del latte. Prendo spunto dal libro di Lorenzo Acerra Niente latte siamo a Hollywood in cui si spiega dell’impatto devastante sulla salute e sul Pianeta di questo prodotto derivato animale che ci è sempre stato presentato e indotto come un alimento salutare e innocente. Acerra lo racconta attraverso le scelte alimentari dei Vip: del perché un Prince o una Sheryl Crow o un Jim Carrey abbiano bandito dalla loro tavola il latte e i suoi derivati. Curiosità Vip a parte ma avete notato da quanto latte siamo circondati? Per soddisfare questa enorme proposta di alimenti a base di latte si è arrivati a far produrre a una mucca tra i 20 e i 40 litri di latte al giorno contro i 6 litri che produce per natura.
Fateci caso: l’offerta di prodotti a base di latte da almeno un decennio sembra essersi deduplicata. Da alimento nutriente per l’infanzia siamo passati al latte buono per tutto, facile prodotto da usare in preparazioni sia dolci sia salate. Nel 2011 Assolatte nel suo rapporto annuale scriveva che ogni italiano consuma 56 litri di latte all’anno: il 44,7% lo prende fresco e il 56,3% lo compra a lunga conservazione perché costa meno (gli italiani sono condizionati dal prezzo quando fanno la spesa). Un americano ne beve oltre 100 litri all’anno, un europeo mediamente ne beve tra gli 85 e i 90 litri all’anno.

Ci hanno presentato a tutti indistintamente un bicchiere di latte durante la nostra infanzia, dicendoci di berlo perché ci avrebbe rese forti le ossa; tutti abbiamo bevuto almeno un cappuccino; mangiato un gelato; la panna; il burro, le merendine al latte e i formaggini; l’ovetto al latte, i biscotti al latte e ripieni di crema di latte; il formaggio cremoso e con pochi grassi che puoi spalmare e mettere sulla pasta o nei dolci indistintamente; le ricotte,i latticini e i formaggi a pasta molle che riempiono interi scaffali dei banchi frigo nei supermercati;i bicchieri pieni di yogurt di ogni genere con o senza fermenti lattici, con o senza grassi ma tutti a parte rare eccezioni stracolmi di zucchero; e se ci sono intolleranti e allergici al latte? Sia mai che non si allineano nei consumi: per loro latte senza lattosio et voilà il prodotto è fatto. Non contenti abbiamo anche signore della Tv che ci propongono ogni santo giorno estivo o invernale le ricette “formaggiose”, “lattose”, “burrose” o “yogurtose”. Per non parlare del latte occulto infilato in decine di preparazioni: dai salumi, ai prodotti da forno, alle paste fresche, ai dolci e dolciumi e non e della pubblicità che è arrivata a presentarci la mozzarella come antidepressivo per le pene d’amore! Ma probabilmente la lista è molto più lunga e me ne saranno sfuggiti moltissimi altri.
L’analisi del perché siamo giunti a questo punto l’ha fatta Thierry Souccar nel saggio Lait, mesonges et propagande in cui senza ombra di filosofia vegan si racconta di come in Francia alla fine della Seconda Guerra Mondiale e su spinta degli americani sia stata innestata la cultura del “latte fa bene” senza che in precedenza fosse mai esistita.
Ma sapete quanto costa alla nostra salute e all’ambiente una mucca da latte? Una mucca ha il latte dopo aver partorito il suo vitello e ne produce circa 6 litri al giorno. Negli allevamenti intensivi di mucche da latte sono state selezionate e nutrite per produrre tra i 20 e i 40 litri di latte al giorno; terminata una gravidanza sono inseminate subito per continuare a produrre latte; il vitello è allontanato dopo 3 giorni; dopo 5 o 6 anni di gravidanze e super produzione di latte sonbo animali esausti e destinati alla macellazione: diveranno fettine e bistecche a buon prezzo poste nelle asettiche vaschette di polistirolo del supermercato. Una mucca da latte beve per super produrre 200 litri di acqua al giorno.
Chi fa un costante uso di carne e latte nella propria alimentazione, riesce ad assumere in un anno fino a nove cicli di antibiotici. Gli antibiotici non sono l’unica sostanza che l’uomo assume bevendo latte. Gli animali costretti alla vita sedentaria in un box poco più grande di loro, gli impedisce di smaltire le sostanze ormonali che andranno a finire nel latte e nell’uomo. Molti medici sono convinti che esista una relazione tra latte animale e malattie come l’osteoporosi, diabete e perfino tumori. Alcuni pediatri consigliano l’assunzione di latte bovino solo dal secondo anno di vita del bambino da integrare con latte vegetale e consigliano di non dare latte prima della nanna perché può portare ad insonnia e disturbi nel sonno. Sono inoltre presenti pericolosi pesticidi ed agenti chimici, utilizzati per aumentare la produzione di foraggio destinato agli allevamenti.
Negli Usa lo scorso luglio è stata inviata una petizione dal PCRM Physicians Committee for Responsible Medicine, al Ministero per l’Agricoltura per eliminare il latte dai menù scolastici di 55 milioni di ragazzini americani portando in evidenza recenti studi che dimostrerebbero che il latte nella dieta quotidiana apporta troppi grassi e che ci sono migliori fonti per l’approvvigionamento di calcio quali latte di soia, di riso, fagioli e verdure fresche come i broccoli e non ulktima l’acqua ricca di calcio.


Grazie a Promiseland per i tanti post dedicati al latte.

Gelosie e dissapori nel favoloso mondo M5S. - Barbara Collevecchio


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Amélie (Audrey Tautou) in una scena del film
Caso Favia, solo gli ingenui possono stupirsi e gridare allo scandalo. Da che mondo è mondo quando c’è un leader forte i gregari fanno a gara per entrare nelle sue grazie. Se questo non accade o se si esce fuori dalla corte, iniziano dissapori, subentrano le maldicenze e… Benvenuti nella realtà.
Credo che in troppi si siano pateticamente illusi o abbiano irrealisticamente preteso che nel movimento di Grillo non accadesse mai nulla di imbarazzante come un litigio interno ma le dinamiche di gruppo sono queste ovunque. Certo il movimento deve pretendere democrazia interna ai massimi livelli proprio perché si propone come novità rispetto alle bassezze dei vecchi partiti. Ma pretendere il favoloso mondo di Amelie in un movimento reale fatto di esseri umani con tutte le dinamiche che gli sono proprie, è ridicolo.
I detrattori si attaccano a tutto pur di infangare, chi è attivo nel movimento colga l’occasione di stimolo che viene da questa storia. Il resto ce lo dirà il futuro.

Se il siciliano Vincenzo Nibali vince il giro della Padania. - Ignazio Coppola


Vincenzo Nibali, messinese, ciclista dell’estremo Sud soprannominato “lo squalo dello Stretto” ha vinto la II edizione del giro della ‘Padania’, corsa in cinque tappe dal Piemonte al Veneto passando per l’Emilia, gara organizzata, promossa e fortemente voluta dalla Lega Nord. La notizia dal punto di vista sportivo non fa una grinza, ma la fa dal punto di vista del paradosso per il fatto che un siciliano ‘doc’ vinca appunto il giro della Padania leghista.
Ora che un siciliano, razza inferiore del profondo Sud – di quel Sud che è la palla al piede allo sviluppo del Paese e che vive alle spalle dei settentrionali – abbia vinto il giro della Padania è un schiaffo morale e sportivo ed uno smacco insopportabile che ha fatto diventare schiumanti e “verdi” di rabbia più delle loro camicie, delle loro cravatte e dei loro fazzoletti i dirigenti leghisti alla Borghezio,
Salvini, Calderoni e la famiglia Bossi in testa hanno avuto la brillante idea di promuovere questo giro della Padania. E uno dei maggiori artefici, prima di cadere in disgrazia, pare sia stato lo stesso Renzo Bossi, meglio noto come il Trota, con delega nel partito allo sport, avendo promosso oltre che la nazionale della Padania, lo stesso giro della Padania. (sopra, a sinistra, Vincenzo Nibali, foto tratta da cyclingnews.com)
Mal gli è ne incolse, dopo gli altri danni per le note vicende procurate al suo partito, se alla fine a vincere il giro è stato il meridionalissimo e siculissimo Vincenzo Nibali. Il quale pare abbia dichiarato alla fine della corsa, in maniera molto riservata, per non dispiacere i leghisti esterrefatti, sconcertati e schiumanti di rabbia per il suo successo, che ci teneva, per il fatto di essere siciliano e meridionale, a vincere il giro della Padania ancor più che l’’Olimpiade e lo stesso campionato Mondiale che si correrà nei prossimi giorni a Limburg in Olanda
Pare che dopo questo incidente di percorso della inattesa vittoria di Vincenzo Nibali ci sia stata a Pontida un urgente riunione del dipartimento dello sport della Lega Nord, assente il Trota destinato ad altri incarichi, dove per correre ai ripari si è deciso irrevocabilmente per i giri della Padania nei prossimi anni di non invitare più meridionali e ancor che siciliani. Così l’onore sportivo della Padania sarà salvo prima che il destino possa giocare ulteriori brutti scherzi come quelli di quest’anno. (a destra, foto tratta da spaziociclismo.it)
“Nibali l’imprevisto” a tal proposito così titolava ieri la Gazzetta dello sport e poi così proseguiva : “Il destino gioca brutti scherzi vincenti. Il Padania non poteva premiare due corridori meno padani di chi ha vinto la quinta ed ultima tappa, Carlos Bentancur , e di chi ha vinto il giro Vincenzo Nibali. Se non altro per le distanze geografiche: Bentancur è nato dall’altra parte del mondo in Colombia a Ciud Bolivar e Vincenzo Nibali è lo ‘squalo dello Stretto’, quello di Scilla e Cariddi , cioè di Messina”.
Grazie Vincenzo per avere dato a noi siciliani e ai meridionali questa significativa , pregnante ed eloquente soddisfazione e auguri per il tuo prossimo campionato mondiale. Una maglia iridata conquistata da un siciliano ad un campionato del mondo val bene mille maglie verdi con rune celtiche conquistate al giro della Padania.
Del resto a ben pensare la Padania non esiste e non è mai esistita, la rifiuta e la disconosce persino la memoria del computer che sottolinea in rosso quando appunto proviamo a scrivere la parola Padania, è solo un escremento geografico presente nelle menti bacate di quelle camice verdi che promuovono giri ciclistici per certificarne l’esistenza.

Tanto rigore per nulla e alla fine Draghi tira fuori il bazooka. Ma l’austerità non è finita.


Da 537 (24 luglio) a 370 punti (ieri, 6 settembre) con la possibilità concreta di ulteriori ribassi: tanto è sceso lo spread tra Buoni del Tesoro italiani e titoli di stato tedeschi al solo annuncio di “acquisti illimitati” dei titoli dei paesi periferici da parte della banca centrale. A Mario Draghi non è servito, per ora, neppure muovere un dito per tenere a bada i “mercati” (o per essere più precisi la speculazione). E’ quello che molti hanno definito il “bazooka” della BCE, contro il quale nessuno speculatore può confrontarsi. Secondo la Bundesbank, che ha votato contro, la BCE sta violando i trattati. Ma questo davvero ora non importa a nessuno.
Qualche riflessione, quindi, è d’obbligo. La prima è che tutto ciò che è stato raccontato sull’attenzione dei mercati alle politiche fiscali (restrittive) dei paesi, sulla “credibilità”, sulla “fiducia”, era poco più che propaganda. I mercati hanno tranquillamente ignorato il fiscal compact, la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio, la riforma dell’art.18, il taglio alle pensioni (e le migliaia di esodati). Tutte queste politiche non hanno e non potevano avere un’influenza positiva sullo spread. Ma l’hanno avuta e l’avranno ancora, di segno negativo, sull’economia reale.
La seconda riflessione consegue dalla prima: se tutto quanto si è fatto finora è stato pressoché inutile (a parte le manovre della BCE), allora si potevano adottare le misure annunciate ieri da Draghi già all’inizio della crisi dei debiti sovrani, risparmiando all’Europa tre anni di pena. Ovviamente non vi erano le condizioni politiche per farlo, ma ciò non toglie nulla all’obiezione. Se Draghi non sta violando i trattati oggi, non li avrebbe violati neppure ieri.
La terza riflessione riguarda il futuro. Il presidente della BCE ha ribadito più volte che gli acquisti saranno “condizionati” al rispetto di impegni da parte dei governi e al coinvolgimento del Fondo Monetario Internazionale. Pur senza entrare nei dettagli, è chiaro di cosa Draghi stava parlando: austerità di bilancio, riduzione dei salari (in ogni rapporto la BCE insiste su questo punto), ridimensionamento del welfare.
Ma chi sta già attuando politiche di questo genere non sta affatto migliorando le sue performance economiche. Al contrario.
In Portogallo, altro paese “aiutato”, l’economia si sta contraendo (-3,3%) più delle già pessime aspettativementre le entrate fiscali diminuiscono a causa della recessione. Una strategia quindi che non solo distrugge l’economia reale, ma anche nel breve termine compromette le stesse finanze pubbliche. Certo, lo spread di questi paesi è sceso, ma è una ben magra consolazione di fronte ad una economia in caduta libera.
In Grecia la situazione è ormai oltre il limite della civiltà. La Spagna è ad un passo dalla richiesta di aiuti per le sue disastrose finanze.
Per quel che riguarda l’Italia le previsioni peggiorano: ieri l’OCSE ha annunciato un crollo del 2,4% del PIL nel 2012, contro l’1,7% delle previsioni precedenti. E il Financial Times sembra non avere dubbi: anche l’Italia chiederà gli “aiuti” europei entro l’anno, delegando le politiche economiche alla trojka BCE-UE-FMI.
L’ultima riflessione riguarda l’efficacia delle mosse annunciate dalla BCE. Lo scenario migliore sarebbe quello in cui la banca centrale non fosse costretta ad attivare concretamente i programmi di acquisto. C’è da sperare cioè che i mercati percepiscano la minaccia del bazooka come insuperabile, così che la speculazione sui titoli dei paesi periferici si fermi senza nessun atto concreto della Banca centrale. Se invece così non fosse, l’ulteriore rigore dei bilanci pubblici al quale gli acquisti verrebbero subordinati procurerebbe danni forse peggiori che lo spread stesso, come spiegato in precedenza.
Infine è ancora da chiarire come la BCE “sterilizzerà” l’acquisto dei titoli dei paesi periferici per non incrementare l’offerta di moneta e quindi (nella sua visione) alimentare l’inflazione.
Intanto l’Europa rimane ancora per qualche giorno con il fiato sospeso: il 12 settembre la Corte costituzionale tedesca deciderà se l’ESM è conforme alla legge fondamentale.
Concludiamo con una nota positiva. Il quotidiano tedesco Welt ieri ha titolato nell’edizione on line: “I mercati finanziari festeggiano la morte della Bundesbank”. E questa sarebbe davvero una bella notizia.