martedì 25 settembre 2012

Ha, ha, ha....



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=501607559849431&set=a.438282739515247.107576.438277562849098&type=1&theater

Afghanistan: cercano bombe, trovano neonata.



KABUL - Una unita' di soldati polacchi della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) hanno avuto una incredibile sorpresa alcuni giorni fa quando, esaminando un pacco sospetto abbandonato sul ciglio della strada nella provincia nord-orientale afghana di Kunar, non hanno trovato un ordigno esplosivo da disattivare, ma una neonata con non piu' di due giorni di vita. ''Avevamo dato l'allarme per una possibile bomba artigianale (ied) collocata dai talebani - ha detto ai media un portavoce del contingente polacco dispiegato nella base di Waghez - ed avevamo adottato tutte le precauzioni del caso. Ma e' stata grande la sorpresa quando abbiamo sentito che all'interno del pacco qualcosa si muoveva''. I soldati hanno sollevato il coperchio di cartone, riferisce il quotidiano online Khaama Express, ed hanno visto una neonata avvolta in un asciugamano. Trasportata alla base, la bimbetta e' stata visitata dai medici del pronto soccorso che l'hanno trovata in buona salute. C'e' stato un po' di imbarazzo, racconta poi il giornale, perche' la struttura non era attrezzata per assistere ed alimentare un neonato. Ma poi un soldato e' stato incaricato di una missione speciale: andare nella farmacia del vicino centro abitato per comprare un biberon, latte e alimenti per neonati. Adesso la bambina, a cui e' stato dato il nome di Pola in ricordo del paese a cui appartengono i soldati che l'hanno salvata, verra' consegnata alle autorita' governative afghane che dovranno cercare i genitori, o assisterla in un centro per minori.

http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/primopiano/2012/09/25/Afghanistan-cercano-bombe-trovano-neonata_7526804.html

COMPRAVANO DISABILI A 30 EURO E LI SCHIAVIZZAVANO PER UN BUSINESS MILIONARIO. - Germano Milite


Accattonaggio

Un vero e proprio giro d’affari costruito sullo sfruttamento di disabili, anche mentali, di età compresa tra i 20 e i 75 anni. Trasportate direttamente dalla Romania, le vittime venivano ridotte in schiavitù e costrette a fare accattonaggio e a commettere furti. In tutto un centinaio di persone, tutte portatrici di handicap, era gestita da un gruppo di criminali rumeni poi fermati dalla polizia locale di Milano.
L’indagine, iniziata circa un anno fa e coordinata dal pm della Dda Antonio Sangermano, ha permesso agli agenti di operare in blitz in zona Biseglie (Via Calchi Taeggi) e di liberare le prime 32 persone e ad arrestare due degli aguzzini (che in tutto sarebbero più di 10). Sui criminali pende un ordine di custodia cautelare con l’accusa di tratta e riduzione in schiavitù, associazione a delinquere aggravata dalla transnazioalità, dall’essere più di dieci persone e nei confronti di portatori di handicap.
DISABILI VENDUTI PER 30 EURO GARANTIVANO ENORMI INTROITI
Ma quanto costa uno schiavo oggi? Le vittime venivano acquistate da famiglie rumene molto povere per una somma che si aggirava tra i 30 e i 50 euro (a seconda anche del grado di handicap). Trasportati a Milano in condizioni disumane (ore ed ore chiusi in dei furgoni senza poter uscire), riuscivano a garantire un giro d’affari enorme agli sfruttatori. Sparsi per tutta la provincia di Milano, infatti, tra furti ed accattonaggio riuscivano a racimolare fino a 60.000 euro al giorno. Un business di milioni di euro, dunque, ben collaudato e che veniva reso “sicuro” da alcune persone dell’organizzazione criminale che si preoccupavano di tenere sotto controllo i disabili durante il "lavoro". Nessuno di loro, pur volendo, poteva tenere per sé ciò che rubava o che raccoglieva con l'elemosina. I cambio gli schiavi ricevevano solo cibo ed acqua necessari a garantirnee la sopravvivenza. 
Il comandante della polizia locale, Tullio Mastrangelo, ha assicurato che gli altri membri dello spietato gruppo verranno catturati in tempi brevi.

Roma, direttore delle Poste del Senato arrestato per spaccio di cocaina.


Roma, direttore delle Poste del Senato arrestato per spaccio di cocaina


Operazione dei carabinieri della stazione Valmontone che hanno eseguito 10 misure cautelari: tra le persone coinvolte anche un autista di bus di linea e un agente di polizia locale che si sarebbero prestati anche con le loro auto di servizio a smerciare droga.

Il direttore dell’ufficio delle Poste del Senato è stato arrestato dai carabinieri per spaccio di cocaina. L’uomo è ritenuto il braccio destro di un boss albanese che gestiva i pusher nella parte sud dell’hinterland di Roma. 
L’arresto è avvenuto nell’ambito di una alleanza italo-albanese per il rifornimento e lo spaccio di cocaina nel territorio della provincia a sud della Capitale. L’organizzazione è stata scoperta dai militari della Stazione Valmontone che, alle prime luci dell’alba, hanno avviato la notifica di 10 misure cautelari (6 in carcere e 4 agli arresti domiciliari) nei confronti di 3 albanesi e 7 italiani. 
Con Orlando Ranaldi, di 53 anni, originario di Olevano Romano, in manette anche un vigile urbano del Comune di Valmontone, Stefano Gallo, e un autista della Cotral, Alessandro Mele, che si sarebbero prestati, anche con le loro auto di servizio, a smerciare droga per conto della banda. Sono state avviate decine di perquisizioni nei confronti di altri soggetti legati a vario titolo alle attività della banda. Durante l’indagine, durata circa sette mesi, sono stati arrestati diversi soggetti in flagranza di reato e sono state sequestrate centinaia di dosi di cocaina.
“E’ drammatico. Siamo esterrefatti. Non è un dipendente del Senato, ma delle Poste che mandano i loro dipendenti” commenta il senatore della Lega e questore Paolo Franco.  

Gli stipendi d'oro dell'Ars.


ARS
I 90 deputati dell’ Assemblea regionale siciliana godono di stipendi d’oro a cui si aggiungono contributi che piovono sui gruppi parlamentare di cui fanno parte e che valgono circa 13 milioni all’anno.
L’indennità di base netta, come riporta il Giornale di Sicilia, per ogni onorevole è di 5.390 euro al mese. Nel caso in cui il deputato non versa i contributi per la reversibilità del vitalizio, lo stipendio base sale a 5.642 euro netti.
Ogni deputato incassa anche 3.500 euro al mese netti a titolo di diaria (per pagare per esempio spese di segreteria). Inoltre ci sono anche i rimborsi per le spese di trasporto in treno, aereo e nave è previsto un rimborso forfettario annuo di 10 mila euro. Inoltre è prevista una seconda indennità da 15.979 euro all’anno per le spese di trasporto in auto sostenute per spostarsi dalla provincia di provenienza a Palermo. Ma una somma aggiuntiva, 6.646 euro, la percepisce anche chi è di Palermo.
A ogni deputato è assegnato un gettone da 4.150 euro all’anno per spese telefoniche e servizi on line.
Inoltre le somme descritte sopra sono dovute a ogni deputato per il solo fatto di avere un seggio all’Ars. Ma un gettone aggiuntivo è dovuto se si ricoprono cariche all’interno del Parlamento: ogni presidente di commissione incassa mensilmente altri 3.316 euro netti, i vice presidenti percepiscono 829 euro aggiuntivi e i segretari 414. I deputati questori hanno un bonus aggiuntivo mensile di 4.642 euro netti. I due vice presidenti dell’Ars aggiungono allo stipendio e alla diaria altri 5.149 euro netti al mese e il presidente dell’Ars ha un gettone aggiuntivo di 7.724 euro al mese.
S.C.

Polverini, l'ultima furbata. - Emiliano Fittipaldi



Prima di dimettersi aveva promesso di mettere on line i conti della sua lista. Invece sul sito sono uscire solo cifre generiche e nemmeno una spiegazione sulle spese folli. Ma un dato emerge comunque: il denaro pubblico veniva regalato ai politici attraverso improbabili associazioni.

«Tutte le ricevute della Lista Polverini saranno sul sito entro sette giorni, ho sempre mantenuto gli impegni, figuriamoci in un momento come questo», ha promesso urbi et orbi Renata Polverini qualche giorno fa. «Da ieri i nostri conti sono on line e non c'è una lira che non sia giustificata o giustificabile», ha detto trionfante lunedì mattina Mario Brozzi, capogruppo della lista in Consiglio Regionale. 

Come dire che loro, quelli della lista Polverini, non hanno nulla da nascondere. Sarà anche vero, peccato che oggi sul sito  del gruppo non c'è una ricevuta nemmeno a pagarla, ma solo tre fogli excel che documentano meno della metà delle spese dell'anno 2011.

Soprattutto, manca ogni riferimento ai dettagli di due delle voci di spesa più importanti del bilancio: quella dei "compensi per i collaboratori" (pari a 379 mila euro) e quella relativa a "bar, alberghi e ristoranti", che nel 2011 ha sfiorato i 200 mila euro, quasi dieci volte più di quello speso dal Partito democratico, il doppio di quanto usato dal Pdl. In pratica, ognuno dei 13 consiglieri della lista Polverini ha avuto per mangiare e soggiornare quasi 1.000 euro in più al mese, oltre stipendio, diaria, indennità e bonus vari).

La discovery della Polverini ha dunque il sapore di una furbata, perché sui documenti pubblicati non v'è traccia dei pagamenti più sensibili per la pubblica opinione: quelli per i pranzi e i soggiorni dei politici «sostenuti per diffondere tra la società civile la conoscenza dell'attività del gruppo consiliare», e i versamenti a portaborse e consulenti vari. La Polverini si è anche dimenticata di segnalare come, perché e a chi sono andati i 91mila euro spesi per «prestazioni professionali» di varia natura. 

I tre elenchi pubblicati riguardano fatture riferite ai 886 mila euro per la stampa manifesti e la diffusione attività del gruppo, ai 4.849 euro di "spese varie (qualche bolletta Acea), e ai 110 mila euro spesi per riunioni, convegni e incontri assortiti. 


Ma spulciando la lista e facendo qualche visura, si fa comunque qualche scoperta interessante. L'11 febbraio il Gruppo Polverini, per esempio, ha girato 8.750 euro all'Associazione "Lazio Liberale" per «un incontro con i cittadini per la diffusione delle attività del gruppo».  

Nel file, scorrendo le voci, c'è un altro versamento all'associazione: stesso importo e stessa data. Stavolta il giustificativo è «supporto all'azione politica per diffusione attività gruppo». Sapete di chi è l'associazione con cui la Lista Polverini è stata così generosa? Di Andrea Bernaudo, consigliere regionale del Pdl eletto nella Lista Polverini, l'uomo accusato da Franco Fiorito di aver bevuto champagne e pasteggiato a ostriche a sbafo dei soldi del gruppo.  

Il think-tank del consigliere s'è dunque beccato per un giorno 17.500 euro. Non basta: il finanziamento della Lista Polverini all'associazione di Bernaudo continua pure a maggio 2011, con un altro bonifico, sempre da 8.750 euro. Possibile che Renata e i suoi fedelissimi in Regione non ne sapessero nulla?

Soldi sono andate pure ad associazioni di danza, a circoli bocciofili, all'associazione "Il Bel Paese" (su Internet c'è ne una con sede in Serbia, a Novi Sad), a sigle mai sentite (l'associazione Forti ha avuto 10 mila euro per organizzare un incontro sul calcio), e a tanti preti: dall'Ordine equestre del santo sepolcro di Gerusalemme ai Legionari di Cristo,  dall'Istituto dei Salesiani Pio XI all'associazione Madonna della Sanità.

Qualcosina è andata persino al Senato della Repubblica, a cui la Lista Polverini ha dato 750 euro per il fondamentale convegno su «fiscalità ed abusivismo in odontoiatria».  

Alla fine della lista della spesa si arriva a un milione. All'appello ne manca un'altro. «Stipendi e ristoranti? Francamente non lo so. Abbiamo rendicontato tutto quello che ci hanno dato», risponde Brozzi all'Espresso «Le voci mancanti? Francamente mi stai parlando di cose che mi portano in alto mare. Devo chiedere al commercialista e poi di richiamo».

Appena il consigliere ci richiamerà, aggiorneremo questo articolo.


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/polverini-lultima-furbata/2191627

L’Italia dei valori presenta un’interrogazione pro-Sallusti



Antonio Di Pietro entra in sala stampa ed esordisce con una battuta: “Ma chi me lo diceva a me che finivo per fare una conferenza stampa per difendere Sallusti”. Il leader dell’Idv chiede al governo di intervenire per evitare che il direttore de “Il Giornale” finisca in carcere. Mercoledì si concluderà in Cassazione – dopo una pesante condanna di secondo grado – il processo per un articolo firmato con pseudonimo e pubblicato nel 2007 su Libero. Di Pietro spiega: “Serve una modifica dell’articolo 595 del codice penale, altrimenti possono intervenire le Camere già nelle prossime ore, emanando un ddl in sede legislativa in Commissione Giustizia”. “Con Sallusti – sottolinea il leader dell’IdV – ho decine e decine di cause in corso e ho dovuto ripassarle tutte mentalmente prima di venire qui. Ma il rischio che non possiamo correre e’ quello di imbavagliare la democrazia”. E a chi gli fa notare di pensarla come il Pdl, Di Pietro risponde con un sorriso: “Peggio, ho fatto di piu’, mi son messo sullo stesso piano di Sallusti”. L’ex magistrato ha precisato inoltre di aver presentato una interrogazione ”a risposta immediata” sul caso di Alessandro Sallusti, il direttore del ”Giornale”, che rischia il carcere per somma di condanne a causa di reati di diffamazione a mezzo stampa, per conoscere gli intendimenti dei ministri della Giustizia e per i rapporti con il Parlamento. ”La risposta la avremo mercoledi’ alle 15 in Aula”, ha concluso Di Pietro.  
di Manolo Lanaro

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/09/24/litalia-valori-presenta-uninterrogazione-sallusti/205562/