domenica 22 settembre 2013

Trapani, “cimice” nella Procura che indaga sui rapporti tra mafia e politica. - Rino Giacalone


Il microfono non collegato scoperto all'ingresso del tribunale riservato ai magistrati, aperta un'inchiesta. Intanto si moltiplicano le scritte minacciose contro i pm impegnati nelle inchieste delicate sull'area grigia intorno al boss Messina Denaro. Persino nell'ascensore di casa del procuratore Viola.

Una cimice, inattiva, rinvenuta all’ingresso del Palazzo di Giustizia riservato a pm e e giudici, nuovi anonimi indirizzati ai magistrati dal contenuto tenebroso accompagnati da proiettili inesplosi, graffiti e scritte minacciose comparsi anche in luoghi non frequentati dai pm ma ad alcuni di essi destinati. Tutto questo accade a Trapani e già da qualche tempo. In questi giorni ci sono state alcune “repliche”. Intimidazioni che paiono finalizzati a creare tensione in questo ufficio giudiziario storicamente esposto nella lotta alla criminalità fatta dai “colletti bianchi”.
Intimidazioni che sembrano collocarsi nel puzzle di una serie di inchieste in corso, come quelle relative a malefatte nel mondo della sanità, a compravendita di voti ad Alcamo e a un maxi ammanco nella Diocesi di Trapani, dalle quali viene fuori l’esistenza di raffinate regie che per anni tra politica e mafia hanno mosso in modo illecito interessi pubblici e privati. Inchieste per le quali è alto il numero degli indagati, tra questi politici e professionisti.
Sui nuovi episodi intimidatori c’è l’assoluto “no comment” del procuratore Viola e dei magistrati. La scoperta della cimice collocata all’ingresso riservato a pm e giudici risale a luglio scorso ma la notizia si è appresa solo oggi. Su questo episodio indaga la Procura di Trapani e viene mantenuto il più completo segreto anche su chi abbia scoperto la microspia. Escluso che si tratti di un carabiniere come riportato da alcune agenzie di stampa. Una cimice che non poteva funzionare perché priva di un alimentatore.
Sul resto delle “intimidazioni” indaga invece la Procura di Caltanissetta. Nuove scritte minacciose sono comparse ancora nell’ascensore dell’abitazione palermitana del procuratore Viola. In parte scritte con un pennarello, altre scritte con un punteruolo, la cosa che inquieta un po’ è quella che è anche uno scritto fatto con qualcosa di appuntito quello scoperto domenica scorsa all’interno di un supermercato di Castelvetrano, la città del boss Matteo Messina Denaro. Un “graffito” molto simile a quello comparso nei luoghi frequentati dal procuratore Viola, e però il destinatario del messaggio minaccioso era in questo caso il pm Tarondo, il magistrato che si sta occupando di sequestri e confische di beni, di processi delicati, come quello contro il senatore D’Alì e i contatti con la mafia dei Messina Denaro.
Non è una novità scoprire che poteri forti e occulti riescono a muoversi bene negli ambienti giudiziari a Trapani. Nel tempo periodicamente ci sono state indagini che hanno fatto scoprire l’esistenza di ” terminali” negli uffici giudiziari a contatto con soggetti mafiosi o comunque appartenenti alla cosiddetta “area grigia”. Forse le indagini oggi in corso a Trapani si stanno nuovamente avvicinando a questi contesti e c’è chi perciò cerca di mettere paura a chi indaga.
Siamo, ormai, governati dalla mafia, grazie ai compromessi di politici corrotti.

CHIUDONO LIBRERIE ,LOCALI ,CIRCOLI E NEGOZI E APRONO SALE SLOT.



CHIUDONO LIBRERIE ,LOCALI ,CIRCOLI E NEGOZI E APRONO SALE SLOT!!!BENVENUTI NEL PAESE DEL GIOCO D'AZZARDO L'ITALIA!!
Hanno passato oramai il limite del sopportabile il governo del malaffare continua senza vergogna IL SUO PIANO CRIMINALE , sta cancellando senza alcun ripensamento la cultura e la dignita' di un popolo dando spazi sempre maggiori alle societa' del malaffare!Mi chiedo PERCHE'? Hanno capito che quando un popolo lo si riduce alla fame ed e' sull'orlo della disperazione questi esercizi esercitano sulle menti di un poloplo una certa dipendenza!!!!Perche' non hanno applicato la multa 96 miliardi di euro invece penano ad un condono???Con 96 miliardi di euro potevano fare 10 anni di reddito di cittadinanza oppure diminuire il cuneo fiscale sulle aziende oppure regolarizzare i precari della scuola insomma potevano servire ad dare una bella scossa al nostro sistema fiscale ......BISOGNA FERMARLI MANDARLI A CASA VIA TUTTI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI ANCHE SE GIA' LO E'...


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GRECIA PARALIZZATA / SCIOPERI GENERALI A CATENA, SCUOLE CHIUSE, UFFICI CHIUSI, TRASPOSTI FERMI. LO STATO CROLLA.


ATENE - Anche oggi, per il secondo giorno consecutivo, la Grecia e' paralizzata a causa dello sciopero proclamato dall'Adedy, uno dei due maggiori sindacati del Paese che raggruppa i dipendenti del settore pubblico, contro la misura di messa in mobilita' di migliaia di dipendenti statali decisa dal governo conservatore del premier Antonis Samaras.
Sabato 21, intanto, si riunira' di nuovo il Consiglio direttivo del sindacato per decidere il futuro delle mobilitazioni in base alle decisione che scaturiranno dalle assemblee dei lavoratori. Da parte sua, la Gsee, l'altro maggiore sindacato che rappresenta i lavoratori del settore privato, ha invitato gli aderenti ad avanzare le loro proposte a riguardo in attesa della riunione della direzione della Confederazione, in programma per la fine del mese, che dovra' decidere sulle modalita' della lotta.
Intanto, sul fronte delle scuole, comincia oggi una nuova tornata di assemblee generali degli insegnanti delle scuole medie e superiori chiamati a decidere sul futuro delle loro mobilitazioni mentre per domani e' in programma una riunione dei rappresentanti delle organizzazioni di base (Elme) per prendere le decisioni finali, mentre gli insegnanti delle scuole elementari, da ieri in sciopero, decideranno in merito sabato prossimo. Nel frattempo, in una lettera inviata ai genitori degli alunni, hanno chiesto solidarieta' nella loro battaglia. (ANSA).

venerdì 20 settembre 2013

Le pennichelle della Corte Costituzionale.

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Anche un bambino sa che il Porcellum è incostituzionaleLa Corte Costituzionale non lo ha capito subito, ha avuto bisogno di tempo. 
Sono passati sette anni e il presidente neo eletto Gaetano Silvestri ha espresso stupito "perplessità": "Ci sono aspetti problematici rispetto al premio di maggioranza". Che siano i segretari di partito a nominare i parlamentari non scandalizza nessuno?
La Corte Costituzionale non ha mosso un dito, ma ha agito con la velocità di un lampo per impedire l'abolizione dello spreco delle Province e l'abolizione dei privilegi delle pensioni d'oro


E il lodo Alfano in vigore dall'agosto 2008 al 7 ottobre 2009? TREDICI MESI! La legge "Disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato" è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale dopo più di un anno per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione. 
Cosa facevano i giudici? 
Una pennichella istituzionale motivata dalla loro età? Il lodo Alfano che rendeva alcuni cittadini più uguali degli altri come i maiali di Orwell nella Fattoria degli animali doveva essere cassata in cinque minuti.


I giudici della Corte (a parte il nuovo nominato Amato, il tesoriere di Bottino Craxi) chi sono? Ne avete mai sentito parlare? 
Percepiscono 427.416,99 euro all'anno, più di 35.000 al mese. Per fare cosa? I cittadini devono sapere.


La Corte è formata da 15 persone in prevalenza nate negli anni '30. Cinque elette dal Parlamento, in sostanza dai partiti, cinque elette dal presidente della Repubblica di turno, quindi da una diretta emanazione dei partiti, e cinque dalla magistratura. 
Si può dire quindi che la Corte è un organo politico e non di garanzia.


La Costituzione è scritta in modo chiaro, un documento comprensibile a tutti i cittadini, un ragazzo delle medie inferiori la saprebbe interpretare senza alcun problema. Ha solo 139 articoli. Una giuria popolare sarebbe più efficiente e più puntuale della Corte Costituzionale. Bisogna pensarci.

http://www.beppegrillo.it/2013/09/le_pennichelle_della_corte_costituzionale.html

Tu puoi dire frocio? - Rita Pani.

A sinistra i cittadini normali, a destra i cittadini diversamente normali con cariche politiche o istituzionali.

Ho molto rispetto per tutti i miei amici di diverso orientamento sessuale, quindi a mo’ di premessa vi esorto a non dire “ho ‘n zacco di amichi gay”; è l’anticamera dell’animo razzista.
Esultiamo! Abbiamo in discussione una legge – severa – contro l’omofobia. Una legge all’italiana.
In sintesi, e senza cavillose spiegazioni, funzionerà così:
“A tutti i cittadini normali, sarà fatto divieto di dare del frocio a chicchessia.”
Clap! Clap! Clap! “ I cittadini diversamente normali, ricoprenti ruoli politici, di livello o istituzionali, potranno invece continuare a dar del culattone, frocio, recchia, caghino a loro discrezione, in quanto negando loro questo diritto, si potrebbe ledere il sacrosanto diritto all’opinione e alla libertà di parola.
Spelliamoci le mani in un applauso: Clap! Clap! Clap!
Chiedo scusa, e lo faccio veramente, per aver scritto così con amara ironia, ma è tale lo sconforto, l’umiliazione e la vergogna di far parte di questo paesetto derelitto, che non avrei potuto scriverlo diversamente.
Mai! Mai una volta, che si faccia a meno di marcare il solco che divide il popolo dal potere. Mai una volta che si operi per cancellare la disparità che ci ingabbia, prigionieri di questo tempo maledetto.
Provate  pensare a un raduno leghista, a quel sacco di merda di borghezio, o bossi, o calderoli le cui uniche locuzioni comprensibili, durante uno dei loro “comizi” sono negher e culattone. Provate a pensare a quella cosa pietosa di giovanardi, a tutti coloro che negli anni si sono distinti per aver dato a Rosy Bindi dell’ “uomo”. Provate a pensare che ne sarebbe stato di questo fior fiore di statisti, se anche l’Italia si fosse svegliata di buon mattino con una parvenza di civiltà. Sarebbe stato un disastro, il neo-politichese sarebbe stato tutto da riscrivere.
Siamo ormai senza vergogna.
Questa è la legge che ci meritiamo tutti, per aver fatto sì che tutte le questioni venissero raggruppate in una soltanto: la questione morale.
Ridicoli ormai, fino alla fine.

Rita Pani (APOLIDE)