giovedì 15 marzo 2018

Le tasse calano per le multinazionali (-9%) ma non per i cittadini (+6%). - Enrico Marro








Sul fatto che la grande crisi finanziaria del 2008 abbia rappresentato uno spartiacque storico pochi hanno dubbi. Anche sotto il profilo della pressione fiscale, con i Governi alle prese con il contenimento del deficit e la riduzione dei debiti pubblici. Il risultato è che nei Paesi Ocse il livello di tassazione sulle persone fisiche dal 2008 a oggi è aumentato in media del 6%, secondo i dati di Kpmg, mentre la pressione fiscale sulle imprese è scesa del 5%. Fin qui restiamo nel regno della logica: non tartassare le imprese in teoria significa sostenere il lavoro, e quindi i redditi delle persone fisiche.
Quello che però fa impressione è come le grandi multinazionali riescano a “tagliarsi” le tasse a una velocità quasi doppia rispetto alla media delle imprese: secondo uno studio del Financial Times, dal 2008 a oggi le big corporation sono riuscite a diminuire del 9% la tassazione sui profitti rispetto al periodo precrisi, grazie anche alle note tecniche di elusione legalizzata effettuate parcheggiando montagne di denaro in sofisticate scatole societarie all’estero.
Ma le grandi multinazionali, elusione a parte, hanno anche raccolto i frutti della corsa mondiale ad abbassare la corporate tax, con diversi Paesi in competizione per attrarre le grandi società. L’aliquota media per le imprese nei Paesi Ocse, che superava quota 32% nel 2000, è progressivamente calata al 26% nel 2008 e al 25% nel 2015, come attesta lo studio “Tax Policy Reforms in Oecd”. I Paesi che hanno tagliato di più nel periodo 2000-2015 risultano essere Germania, Canada, Grecia e Turchia, con le soltanto Ungheria e Cile che hanno ritoccato verso l’alto le aliquote.
Anche l’Italia, dal 1° gennaio 2017, ha ridotto dal 27,5% al 24% l’Ires, l’imposta sul reddito delle imprese, mentre da quest’anno la riforma fiscale voluta da Donald Trump ha quasi dimezzato la corporate tax statunitense, passata dal 35% al 21% con un risparmio stimato per le società di circa 500 miliardi di dollari.
Il risultato della gara globale ad attrarre le grandi compagnie è che dal 2000 a oggi, stando allo studio del Financial Times, le maggiori multinazionali mondiali sono riuscite a “tagliarsi” le tasse di un terzo del totale. Il gettito fiscale perduto è stato compensato dall’aumento di altre imposte, spiega invece l’analisi dell’Ocse, in particolare l’Iva, che nei Paesi Ocse è passata da un’aliquota media del 17,6% nel 2008 al 19,2% nel 2015.
Un esempio da manuale resta quello dell’Irlanda. La famosa corporate tax al 12,5% che fin dall’inizio degli anni Duemila ha fatto la fortuna della Tigre Celtica si ritrovava, negli anni Ottanta, all’astronomico livello del 50%. Con un Pil che continua a macinare record proprio grazie alle multinazionali che hanno spostato la loro sede nell’isola di Smeraldo “fondendosi” con controparti irlandesi, Dublino è un ottimo esempio di come un’aggressiva detassazione possa far correre il prodotto interno lordo. E di come le multinazionali abbiano gioco facile, in questo risiko fiscale planetario, a lasciare che siano i cittadini (o le piccole imprese) a contribuire alle finanze pubbliche dei singoli Stati.

mercoledì 14 marzo 2018

Polizia smantella setta, adepti ridotti in schiavitù.

Una setta (arch) © ANSA

Cinque indagati, gestivano la vita delle vittime e pretendevano donazioni.

Vittime manipolate e ridotte in schiavitù attraverso il rigido controllo dell'alimentazione e la negazione di ogni contatto con il mondo esterno: sono le accuse nei confronti degli appartenenti ad una setta che operava nel campo dell'alimentazione macrobiotica tra le Marche e l'Emilia Romagna, smantellata dalla Polizia.

Cinque le persone indagate al termine delle indagini delle squadre mobili di Ancona e Forlì, supportate dal Servizio centrale operativo, con accuse che, a vario titolo, vanno dall'associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù ai maltrattamenti, dalle lesioni aggravate all'evasione fiscale. L'inchiesta è partita all'inizio del 2013 grazie alla denuncia di una ragazza: ai poliziotti la giovane ha raccontato di aver creduto ai benefici miracolosi promessi dal capo della setta - un noto imprenditore del settore macrobiotico - secondo il quale la sua dieta sarebbe stata in grado di guarire malattie incurabili.
Attraverso il controllo dell'alimentazione e la negazione dei contatti con il mondo esterno, la setta era riuscita a gestire ogni aspetto della vita degli adepti, fino a pretendere da loro diverse donazioni di denaro. Agli indagati vengono anche contestati una serie di reati di natura finanziaria per aver evaso il pagamento delle tasse per centinaia di migliaia di euro.
Le indagini della Polizia hanno accertato che il rigido stile di vita imposto dal maestro, attraverso le cosiddette diete MA.PI, (dal nome del maestro) in numero di 5 (gradualmente sempre più ristrette e severe) e le lunghe conferenze da lui tenute, durante le quali si parlava per ore della forza salvifica della sua dottrina alimentare, erano volte a plasmare un asservimento totale delle vittime. Tutta la loro vita era gestita dal maestro che riusciva a manovrare a suo piacimento il mondo macrobiotico e si avvaleva dei suoi collaboratori, facenti parte della "segreteria", attraverso "capizona" e "capicentri", dislocati in varie parti d'Italia, all'interno dei "Punti Macrobiotici". Gli adepti venivano convinti ad abbandonare il loro lavoro e in genere ad abiurare la precedente vita e a "lavorare" per l'associazione quale ringraziamento per il messaggio salvifico ricevuto; di fatto si trattava di sfruttamento, costretti a lavorare per molte ore e, nella migliore delle ipotesi, sottopagati.
Così iniziò Ron Hubbard con Scientology....
Ora è un impero economico...religioso...
Chissà perchè tutte le religioni sono ricchissime....

Nel paese di Messina Denaro quasi nessuno paga tasse: evasi 42 milioni.



A Castelvetrano, in provincia di Trapani, i commissari che gestiscono il comune sciolto per mafia hanno scoperto un sistema "legalizzato" che coinvolgeva imprese e cittadini.
Una mancata riscossione del 65% delle imposte e un fenomeno di "evasione legalizzata". Sono cifre e parole della Commissione straordinaria che amministra Castelvetrano, città d'origine dell'ultimo capomafia, Matteo Messina Denaro. Secondo quanto accertato dai commissari, negli ultimi cinque anni, il centro trapanese si sarebbe trasformato in una zona franca che ha prodotto un buco fiscale di 42 milioni di euro.
Cartelle in prescrizione.
La Commissione, alla guida del comune dopo lo scioglimento della giunta per infiltrazioni mafiose, ha scoperchiato una realtà nella quale l'evasione di aziende, commercianti e cittadini era diventata norma: dal 2012 al 2017, nelle casse pubbliche sono arrivate meno della metà delle imposte dovute per rifiuti, immobili e servizio idrico. Cifre mai riscosse e mai recuperate. Perché, come afferma il presidente della commissione Salvatore Caccamo, "avveniva regolarmente che le ingiunzioni fiscali andassero in prescrizione, dopo cinque anni. A volte tornavano indietro perché il destinatario era sconosciuto o incerto". A dicembre 2017 stavano per scadere 1.400 cartelle esattoriali. Questa volta però la Commissione le ha nuovamente notificate.

I danni per lo Stato.
Di mezzo ci sono anche meccanismi di elusione che utilizzano escamotage fiscali per pagare poco o nulla: cambio dell'assetto societario, trasferimento di gestione ad altri soci, cessione di rami d'azienda. Per evitare che il comune collassasse, tra il 2012 e il 2017 Castelvetrano ha ricevuto 32 milioni dallo Stato, fondi che ora dovranno fare il percorso inverso e ritornare indietro. Per fermare l'emorragia adesso i commissari hanno ottenuto un'anticipazione di 6,3 milioni riservati ai Comuni sciolti per mafia e utili per pagare gli stipendi e iniziare a pagare una parte dei debiti pregressi. Si punterà poi a riscuotere le tasse dovute per il 2017, che ammontano a 12 milioni di euro: 1,3 di entrate tributarie; 1,2 di addizionale Irpef; 6,7 di Tari e igiene ambientale; 1,6 i Tarsu; 115mila euro per occupazione di suolo pubblico; 100mila di pubblicità; 25mila di affissioni pubbliche.

Mafia e concessioni edilizi.
I debitori più corposi sono tre aziende: Saiseb, la società che ha costruito l'impianto di depurazione, che deve al comune 1,7 milioni; Trapani Servizi, ente gestore della discarica (700mila euro). 
Il comune ha stipulato piani di rientro e di rateizzazione che hanno già permesso di recuperare 1,5 milioni di euro. "Un segnale", lo definisce Caccamo. Spulciando il bilancio, la Commissione si è imbattuta in casi singolari. Negli anni Novanta, il collaboratore di giustizia Francesco Geraci riferì che Messina Denaro stesse pianificando la nascita di Castelvetrano 2, un quartiere sul modello di Milano 2. La Commissione ha verificato che i permessi di costruzione sono stati concessi come favore nei confronti di soggetti vicini alla criminalità. "La periferia di Castelvetrano - sottolinea Caccamo - ha avuto un'espansione urbanistica impressionante. Molte lottizzazioni sono camuffate. Abbiamo riscontrato delle lottizzazioni abusive e stiamo provvedendo alla revoca di alcune concessioni".

Morto Stephen Hawking, ha raccontato i buchi neri.



L'astrofisico di fama mondiale si è spento all'età di 76 anni nella sua abitazione a Cambridge.

L'astrofisico di fama mondiale Stephen Hawking è morto all'età di 76 anni. Lo afferma un portavoce della sua famiglia. Hawking è morto nella sua abitazione a Cambridge. "Siamo profondamente addolorati nell'annunciare che nostro padre è morto - affermano Lucy, Robert e Tim, i figli di Hawking -. E' stato un grande scienziato e un uomo straordinario il cui lavoro continuerà a vivere per anni. Il suo coraggio e la sua perseveranza, insieme al suo brillante humor, hanno ispirato molti nel mondo". Hawking soffriva di sclerosi laterale amiotrofica che lo ha costretto sulla sedia a rotelle per la maggior parte della sua vita da adulto: la malattia gli era stata infatti diagnosticata all'età di 21 anni.


Professore dell'Università di Cambridge, Hawking ha ridefinito la cosmologia proponendo l'idea che i buchi neri emettono radiazioni e poi evaporano. Lo scienziato ha infatti attuato la teoria quantistica ai buchi neri, che emettono radiazioni che li fanno poi evaporare. Questo processo aiuta a spiegare la nozione che i buchi neri sono esistiti a livello micro fin dal Big Bang e che più piccoli sono più velocemente evaporano. Il suo libro 'Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo', pubblicato nel 1988, gli ha assicurato fama mondiale, con 10 milioni di copie vendute in 40 diverse lingue.


martedì 13 marzo 2018

Auto della Consulta usata per shopping e trasferimenti della moglie, si dimette il giudice Zanon.



"Sono sereno e conto di poter dimostrare l’assoluta insussistenza del reato" il commento del giurista.


La Corte Costituzionale perde uno dei suoi giudici. Si è dimesso Nicolò Zanon, 56 anni, giurista torinese, Cavaliere di Gran Croce dell'ordine al merito della Repubblica Italiana, nominato da Giorgio Napolitano e considerato in quota centrodestra, perché indagato dalla Procura di Roma per peculato d'uso.
L'ipotesi di reato ruota attorno all'auto blu con autista cui Zanon ha diritto di "uso esclusivo", come ogni giudice della Consulta. E che Nicolò Zanon — contesta il Procuratore aggiunto Paolo Ielo, titolare dell'inchiesta — per due anni, dal novembre 2014 al marzo 2016, regolarmente per due settimane al mese, quando non era a Roma, avrebbe messo a completa disposizione delle necessità di sua moglie, la signora Marilisa D'Amico, anche lei legale e docente universitaria, ex consigliera comunale Pd a Milano.
"Sono sereno e conto di poter dimostrare l'assoluta insussistenza del reato che mi viene contestato. Tuttavia, per rispetto dell'etica istituzionale e della funzione che ricopro nonché per il rispetto che porto verso la Corte Costituzionale, ho ritenuto di presentare le mie dimissioni al presidente della Corte della Corte Giorgio Lattanzi" ha affermato Zanon.
Fonti investigative qualificate, scrive La Repubblica, riferiscono che il ragionamento del giudice costituzionale e Cavaliere di Gran Croce davanti al procuratore Ielo non sia andato molto al di là di una causidica puntualizzazione sull'aggettivo — "esclusivo" — che per regolamento disciplina l'assegnazione e l'uso della benedetta macchina blu. "Uso esclusivo" del bene — avrebbe argomentato Zanon — significherebbe che non se ne debba rendere conto a nessuno. Che della macchina, insomma, ognuno sarebbe legittimato a fare quel che gli pare. Come fosse un'auto aziendale. Ma si tratta di un'auto guidata da un autista e i buoni carburante sono pagati dalla Consulta.
Un incarico come il suo investe la persona di responsabilità e applicazione delle regole stabilite, non gli conferisce onnipotenza e protervia, come farglielo capire?
Oltretutto, la giustificazione espressa dal Zanon, che per l'uso "esclusivo" del bene si dovesse intendere un uso a discrezione del destinatario, tenuto conto che è a spese della collettività, mi sembra poco accettabile se formulata da un giudice che dovrebbe essere il garante dell'applicazione delle leggi. 

Compravendita senatori, indagine della Corte dei Conti sul danno di immagine causato da Berlusconi all’Italia.

Compravendita senatori, indagine della Corte dei Conti sul danno di immagine causato da Berlusconi all’Italia

L'indagine è partita dopo la fine del processo penale, che ha visto il leader di Forza Italia prescritto. In primo grado era stato condannato a tre anni per la corruzione dell'ex senatore Sergio De Gregorio, che prese 3 milioni per passare dall’Idv al centrodestra e far cadere Prodi. La magistratura contabile potrebbe chiedergli di risarcire lo Stato per le conseguenze, tra cui l'aumento dello spread.

Il “privato corruttore” Silvio Berlusconi – come lo ha definito la sentenza di appello che ha sancito la prescrizione del reato – rischia di dover risarcire di tasca propria lo Stato per il “danno di immagine” e gli effetti sullo spread. Lo scrivono Il Tempo e il sito di Repubblica, dando conto di un’indagine della Corte dei Conti del Lazio sui 3 milioni di euro versati nel 2006 dall’ex premier al senatore Sergio De Gregorio per farlo passare dall’Idv al centrodestra e far cadere il governo di Romano Prodi, che aveva vinto le elezioni ma a Palazzo Madama aveva una maggioranza debole.
L’indagine, scrive il quotidiano di Largo Fochetti, è partita dopo la fine del processo penale. Che ha visto Berlusconi prescritto in appello dopo che, in primo grado, era stato condannato a tre anni per corruzione in concorso con l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola. I giudici di secondo grado avevano comunque sancito che l’ex premier “ha pacificamente agito come privato corruttore e non certo come parlamentare nell’esercizio delle sue funzioni” in quanto “le dazioni di denaro effettuate da Berlusconi, tramite Lavitola, a De Gregorio sono state effettuate quale corrispettivo della messa a disposizione del senatore e, quindi, della sua rinuncia a determinarsi liberamente nelle attività parlamentari di sua competenza, e non certo come mero finanziamento al Movimento Italiani nel Mondo. Tant’è vero che il 24 gennaio 2008, votando la sfiducia alla maggioranza della quale solo quattro mesi prima faceva parte, De Gregorio contribuì a mettere la parola fine al secondo esecutivo guidato da Romano Prodi”.

La Corte dei Conti indaga sugli effetti di quella manovra sul differenziale di rendimento tra i Btp italiani e i corrispettivi tedeschi, che dopo la caduta di Prodi si allargò da 43 punti fino ai 522 del novembre 2011, alla fine del quarto governo Berlusconi. La magistratura contabile potrebbe chiedere al leader di Forza Italia di compensare il Paese per quel danno, scrive Repubblica, oltre a chiedere “fino al doppio del valore della tangente pagata o intascata” da un pubblico ufficiale o da un dipendente della pubblica amministrazione.
Nuovi guai per il collezionista di reati...
Non sa resistere, se intravede un possibile reato da commettere, lo commette!

Pino Aprile a Nemo: "Ecco perché il Sud è stato e sarà sempre una colonia del Nord".