lunedì 19 aprile 2010

Il ministro dei temporali (in un tripudio di tromboni) - Andrea Scanzi


Dunque, riassunto delle puntate precedenti. Gianfranco Fini non sa cosa fare da grande. Gino Strada è un terrorista. Un giornalista trasandato (gran figo, devo dire) ha cacciato Emilio Fede da Santoro. Lady Ravetto ha detto che Crozza non la fa ridere. Dio ha ribadito di non avere grande mira quando punta giornalisti e aerei,Staino ha fatto una bella vignetta e, soprattutto, ho imparato a fare la pasta in casa. Dio, se sono bravo. E’ in questi casi, oltre che quando mi paragono a Paragone, che prorompo in un innamoramento mistico e sensuale per me stesso.

Nel frattempo voi continuate a dire, scrivere e pensare falsità. Ci mancava solo la manifestazione per Emergency, notoria nonché efferata succursale di Al Qaeda. Siete esecrabili. Adesso che ve li hanno liberati, spero non andrete avanti con i vostri piagnistei inaccettabili. Siete pure pallosi. Ancora credete alle manifestazioni. Ah ah ah (ah ah ah).
Fortuna che c’è
Annozero. Cioè, no: fortuna che c’è il contraddittorio. Cioè, no: fortuna che a Santoro piacciono i pollai (e i processi mediatici).

Tre miti (e l’Assioma Gian Pieretti)

Nella mia vita ho avuto solo tre miti.
Il primo è stata Rosario Dawson, soprattutto quando abbiamo passato la notte insieme, bevendo Ronco e giocando a freccette con l’effigie di Luigi Amicone come bersaglio (10 punti per la fronte, 30 il naso, 50 gli occhi, 100 la coerenza)

Il secondo è stato Edward Luttwak. Luttwak mi ha sempre attratto, anche fisicamente. E’ l’incarnazione del Ministro della Guerra. Lui, quando è stanco, mica suda: produce napalm. Direttamente dai pori della pelle. Lo guardi e senti Wagner che pulsa nelle viscere. Neanche Kubrick nel Dottor Stranamore era arrivato a tanto. Luttwak non è un uomo: è Masters of War di Bob Dylan con le gambe.

Il terzo mito è stato, era e resta Jeeg Robot La Russa. Il migliore amico di Fiorello (questa arriva tardi). Il ministro buttafuori. Quello che, quando parla, sembra quasi ruttare, ma se ruttasse sarebbe più fine.
Ecco: ad
Annozero ho visto insieme, peraltro in contesto a loro avverso, Luttwak e La Russa. E mi sono inebriato. Luttwak e La Russa insieme sono come una bomba all’idrogeno al quadrato. Al cubo. All’ennesima potenza. Il rumore che fanno è di cingoli e lamiera.
Le loro parole sono molotov assestate contro il sistema precostituito (di cui pure rappresenterebbero in via teorica custodi).
I loro strali sono sale sparso nelle ferite dei cazzoni pacifisti.
I loro anatemi sono calci in culo alla frasi fatte della società civile.
Davanti a loro, assiso con approccio sacrificale e proteso verso l’ennesimo martirio, sedeva Gino Strada. Era lì per dimostrare che
l’Assioma Gian Pieretti (Se sei buono ti tirano le pietre) è tuttora in voga, come il Codice Rocco e quella canzone di Michele Novaro nelle canzoni di Rino Gaetano.
C’è riuscito, persino troppo bene.
Urge, qui, una seria esegesi. Here we are (cit).

La Russa Domina

Breve riassunto dei minuti precedenti. Luttwak ha appena detto che la colpa della guerra sono le organizzazioni non governative(daje). Il Ministro dei Temporali (in un tripudio di tromboni), eccitatocome Gabriele Pontello in uno dei suoi amplessi migliori, ha sentenziato che Gino Strada non può richiedere la solidarietà degli italiani, perché lui non ha mai detto di essere contro il terrorismo (e già questo, in qualsiasi altro paese, basterebbe per scendere in piazza).

A tale accusa, Gino Strada, a suo agio in tivù come Giuliano Ferrara a una sfilata di anoressici, risponde esortando a non fare discorsi “apodittici” (parola che ovviamente La Russa non ha mai sentito in vita sua). L’incomunicabilità tra i due è evidente. Ignazio continua a interrompere (Tecnica Droide). Gino prova ad argomentare (che idea anacronistica, “argomentare”: si vede che ultimamente non vive in Italia e fa troppe vacanze in Afghanistan).

L’infanzia allegramente guerreggiante di Jeeg Robot La Russa

Al minuto tre, Strada afferma: “Noi siamo contro chiunque usi violenza”. Parte un applauso (retorico come tutti voi), ma questa frase per La Russa è come la bistecca alla fiorentina per i vegani. Inaccettabile. Come bestemmiare in Chiesa (cit). La Russa è cresciuto (non molto) in un
nowhere fato di camicie nere e manganelli, olio di ricino e allegre sassaiole per sentirsi vivo. Dirgli in faccia che si è “contro qualsiasi violenza”, è atto di estrema maleducazione. Siete proprio stronzi, quando fate così. Perché gli rovinate le sue utopie? Perché non giocate con i suoi soldatini? Siete davvero insufflati di odio e invidia. Uffa.
Non solo: Gino Strada difende pure i partigiani (come andare in casa di Biscardi e parlar bene dei congiuntivi). Evidentemente l’eversivo Strada se le cerca. Dai, Jeeg Robot, reagisci. Battilo come un tamburo. Sii tuono e folgore come solo tu sai. Trattalo come se fossi un repubblichino e lui una staffetta partigiana (facile, per La Russa, come gioco di ruolo). Arrabbiati come quella volta dal Lambe, dallo Sposini.
E la reazione c’è. Puntuale. Irata e definitiva. In difesa e a baluardo della Democrazia. Quella cosa sporca che siamo soliti chiamare democrazia (cit).

Jeeg Robot ri-va alla guerra (e noi affanculo)

“Che vuol dire? (eh, appunto: lui non sa cosa voglia dire. Per lui il pacifismo è una pustola). Quindi i terroristi sono brave persone ei terroristi sono gli italiani gliamericani e gli inglesi (come sempre non ha capito una beata ceppa di minchia). Mi sembrava di capire così (ed è questo il problema). Ah (ah). Cioè secondo lei i nostri soldati italiani quando intervengono in Hafkanistan (sic) e usano legggggidddimmamente (sic) la forza per salvare magari delle popolazioni sono dei terroristi? Questo lei sta dicendo (ma anche no). (qui va su d’ugola, con un innalzamento esponenziale dei Decibel-Rutto) Io mi vergogno di queste affermazioni (anch’io delle tue) di fronte a dei ragazzi che fanno il loro dovere. Mi vergogno (e già questo è un inizio. Con quella faccia lì, e quelle idee lì, vergognarsi sarebbe quasi inevitabile). Mi vergmiverrgogno ioooooo (yabadubi yabadibi-bo) non dico a lei di vergognarsi (magari non lo dicesse). Mi vergogno io mi vergogno io (sì, abbiamo capito) di sentire queste affermazioni. (Alza ancora di tono) Lei sta dicendo che i soldati italiani, che usano la forza legittimamente quando vi (?) sono richiesti (?) dalla necessità del dovere del loro impegno (e della nostra consecutio andata in malora) sono equiparabili a dei terroristi (non l’ha mai detto). Ma si rende conto di quello che sta dicendo?” (classica frase conclusiva delle tirate larussiane: prima spara una quantità industriale di minchiate, poi dice all’altro se si rende conto delle cazzate – che dice lui. Sarebbe come se io, dopo avere preso a mazzate un’auto, andassi dal proprietario e gli urlassi. “Ma ti rendi conto di quello che hai fatto?”. Lui. Mica io)

Il calvario di Osama Bin Gino

Jeeg Robot c’è riuscito un’altra volta: l’ha buttata in vacca. Il suo terreno preferito. D’ora in poi guerreggerà in ciabatte, facendo scempio del sovversivo Strada. C’mon.

“E’ lei che sta cambiando argomento lo sa (no, non lo sa. Perché non è vero). Non dico più niente guardi (MAGARIIIIIIII). Sta facendo l’esegesi (questa credevo diusarla solo io, porca di una miseria. “Esegesi”. Oh, ci son rimasto male) l’esaltazione del terrorismo (come no. Del resto, gli amici chiamano Strada “Osama Bin Gino”). (Parla Santoro). Se non si vergogna lui (Strada), non si vergogna nessuno (crede di avere fatto una battuta micidiale e ride: non se lo fila nessuno. La Russa ci rimane male e incassa a fatica, imprecando impercettibilmente e uccidendo con efferatezza un acaro posato sui baffi). (Strada riparte col suo pacifismo del menga. Cita Einstein, “Non si può umanizzare la guerra. La guerra si può solo abolire”. Che palle, Gino. Quanto sei anacronistico. Ma aggiornati e mettiti al passo coi tempi, cribbio. Che so, butta là almeno un bestemmione, metti gli zebedei sul tavolo. Fai vedere che quelli di sinistra non sono solo pacifisti che vanno coi trans. Macché, niente. Strada arriva perfino a chiedere a La Russa se non sarebbe meglio un mondo senza guerra: come aver chiesto a Hitler se sarebbe stato meglio un mondo con più ebrei). “Sì, ci credo (a un mondo senza guerra). Attraverso Emergency sicuramente (ha fatto la battuta: RIDETE. O vi passa alle armi). E allora, su, via. Sia serio (ancora: lui dice agli altri di essere serio. Cencio dice mal di Straccio, cit. Che idolo. What a man).

La frase del secolo

Preparatevi, la Russa sta per pronunciare (anzi pronun
ziare: diffidate da chi dice “denunziare” e “pronunziare”. Quasi sempre è gente astemia, che mette le infradito, usa l’ombrello se nevica e quando ha l’orgasmo chiude gli occhi).
Eccola, la frase. Eccola.
“Guardi: il pacifismo unilaterale (
ossimoro buttato là a casaccio, sperando nell’effetto sorpresa come quando si sgancia un peto a un concerto) ha solo portato alla sopraffazione di chi credeva al pacifismo (?) nei confronti di chi invece (??) continuava a usare le armi (???)”.

Ragazzi, rileggete bene la frase. Rileggetela più volte. E’ straordinaria: non vuol dire niente. Niente. Assolutamente niente. E il bello è che Jeeg l’ha detta con quel fare puntualmente tronfio, di chi è convinto d’aver fatto scacco matto al nemico.
Povero lui. O poveri noi.
Di questo passo, a tarda sera, io e il mio illustre cugino De Andrade saremo gli ultimi cittadini liberi di questa famosa città civile, e solo perché avevamo un cannone nel cortile. Un cannone nel cortile. Cit.

P.S. E ora scusatemi, ma vado a iscrivermi su Facebook al gruppo Renzo Bossi faccelo vede’ faccelo tocca’.

http://scanzi-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/04/19/il-ministro-dei-temporali-in-un-tripudio-di-tromboni/


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