Intanto l’ipotesi di Tobin tax e attesa per una raffica di dati macroeconomici dagli Stati Uniti nel primo pomeriggio (comprese le richieste di sussidi di disoccupazione) stanno appesantendo tutte le Borse europee. L’indice Stxe 600, che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, cede oltre due punti percentuali, con Parigi in calo del 3,31% e Francoforte del 3,46%. Male anche Madrid (-2,99%). Milano cede il 3,74%.
Chiudono in calo le cinesi, con Hong Kong e Shanghai che superano l’1% di perdite. L’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong ha terminato le contrattazioni bruciando 272,76 punti, pari a -1,34% rispetto alla chiusura precedente, finendo a 20.016,27 punti. La giornata, cominciata con l’indice a -0,14%, ha visto le contrattazioni arrivare anche in territorio positivo dopo poche ore, per poi cominciare a scendere fino al calo definitivo. Negativa anche Shanghai, che ha chiuso in flessione dell’1,61% a 2.559,47 punti.
Male anche la Borsa di Tokyo che per la seconda seduta consecutiva, viene trascinata al di sotto della soglia psicologica dei i 9.000 punti a causa soprattutto dei timori degli investitori nipponici riguardo i rischi di un’altra recessione negli Usa. Alla tendenza negativa ha inoltre contribuito l’apprezzamento dello yen sui mercati valutari, considerato eccessivo e potenzialmente nocivo per l’export giapponese. In chiusura l’indice Nikkei dei 225 titoli principali e’ sceso cosi’ ai nuovi minimi, toccando quota 8.943,76 dopo aver lasciato sul terreno 113,50 punti apri all’1,25%. Male oggi è andato anche il Topix relativo all’intero listino, che a sua volta ha perso 9,34 punti pari all’1,20% per attestarsi infine a quota 767,31.
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