sabato 28 gennaio 2012

Ha la piscina e 14 appartamenti ma chiedeva aiuti al Comune.


La Finanza: «A Padova scoperti duemila falsi poveri». E’ sempre più guerra ai «furbetti». Fojadelli e Idv: «Gogna pubblica»

La casa con piscina segnalata dalla Finanza (web)
La casa con piscina segnalata dalla Finanza (web)

PADOVA — E’ sempre più guerra all’evasione in Veneto. Ieri la Guardia di Finanza di Padova ha smascherato, grazie ad un’operazione che ha visto la collaborazione di Università, enti locali e alcune associazioni di categoria, altri duemila falsi poveri o «cittadini fiscalmente disonesti», come sono stati definiti dalle stesse Fiamme gialle. Tra i «furbetti» pizzicati dai controlli anche una pensionata di Vigodarzere, L.S., 70 anni, che era riuscita a nascondere al fisco una villa con piscina e 14 immobili, tutti ovviamente affittati in nero. Secondo gli inquirenti la donna si era «dimenticata» di dichiarare canoni di locazione riscossi per quasi 300mila euro. Una cifra «monstre». La pensionata, risultata fuori regola, tuttavia, non si era accontentata di celare allo Stato le entrate dovute alla sua attività immobiliare; ma aveva avuto anche la sfrontatezza di chiedere (e ottenere) dalla amministrazione pubblica sgravi e agevolazioni riservati ai meno abbienti.
Nel 2011, in particolare, la donna, che percepiva circa 4600 euro mensili di affitti, aveva pensato di richiedere al proprio Comune di residenza prestazioni economiche assistenziali, dichiarando l’appartenenza ad un nucleo familiare indigente. Mentre nel 2002 aveva richiesto e, anche in questo caso, ottenuto il rimborso delle tasse universitarie sostenute per il figlio. Oltre a quello dell’anziana di Vigodarzere, i militari della Finanza di Padova, agli ordini del comandante di compagnia Luca Modestino Gelormino, ha scoperto anche altri casi di evasione, sebbene meno gravi, che fanno salire a circa 2,5 milioni di euro l’ammontare di «nero» emerso dai controlli incrociati. La stretta contro gli evasori sembra dunque aumentare di vigore. E dopo i controlli di Cortina degli ispettori del fisco e i sempre più numerosi patti anti-evasione siglati dai sindaci dei Comuni del Veneto con l’Agenzia delle Entrate (circa sessanta le municipalità coinvolte), ora c’è chi soffia con ancora più forza sulla fiamma. E’ il caso, per esempio, dell’ex procuratore di Treviso, Antonio Fojadelli, che, a proposito dell’opportunità di rendere nota l’identità degli evasori fiscali ha utilizzato parole pesanti, sostenendo che «siccome la minaccia della pena non è sufficiente, bisogna utilizzare anche l’arma della vergogna pubblica».
Fojadelli ha quindi precisato: «Non sto sostenendo la gogna, ma sto sostenendo semplicemente il fatto che per frenare l’illecito occorre anche la deterrenza e cioè l’adeguata paura della sanzione che potrà capitare. Sapere che se ti sei macchiato di una colpa che riguarda tutti quanti, dovrai risponderne a tutti quanti». Ma è il caso anche dell’Italia dei Valori, il cui consigliere regionale veneto Gennaro Marotta, ha chiesto che anche in Italia, come in Grecia, venga messo on line l’elenco degli evasori totali. «In Grecia l'hanno chiamata la "lista della vergogna" - ha sottolineato Marotta -. Hanno pubblicato l'elenco di 4.152 evasori fiscali, che devono alle casse pubbliche 15 miliardi di euro. Loro sono messi male, al loro livello speriamo di non arrivarci mai, ma perché non li imitiamo su questo fronte? Perché non pubblichiamo on line l'elenco degli evasori totali italiani? Non ci trovo nulla di male che i cittadini sappiano, finalmente, chi aggira le regole e frega il prossimo. Sapere che il vicino di casa non ha mai pagato una lira, pur avendo case e macchine, farebbe arrabbiare più di qualcuno, costringendo chi ha frodato per anni tutta l'Italia e tutto il Veneto a cambiare registro. Se lo spauracchio di vedere il proprio nome in un elenco su internet dovesse cambiare le cose, pubblichiamolo subito ».
Giovanni Viafora

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