Incarichi pubblici, posti di potere nelle banche, cattedre univerisitarie e le immancabili consulenze. Da Andrea Gemma ai fratelli Clarizia, passando per la consorte del ministro dell'Interno, ecco i nomi e cognomi degli angeli di Angelino.
Ma sa pure che è l’uomo giusto per risolvere certi problemi.
Così, quando un suo amico imprenditore si vede recapitare un’interdittiva antimafia dalla prefettura di Udine e gli confida che ha scelto Gemma per difendersi, Cavallo telefona al giovane avvocato per sollecitarlo: «Professore, volevo dirti che hai nelle mani le palle di Claudio De Eccher», ironizza lo scorso luglio Frank col legale, senza sapere di essere intercettato dai pm di Firenze. «Frank! Io ti ringrazio della tua raccomandazione affettuosa, del tuo, come dire, consiglio...», risponde Andrea. «Perché noi non ci conosciamo tanto bene, ma ho sempre trovato in te un atteggiamento di grande benevolenza, simpatia, disponibilità nei miei confronti».
La fiducia di Frank è ben riposta: in 35 giorni Gemma risolve il casino, e ottiene dal Tar del Friuli una sentenza che sospende l’interdittiva antimafia e critica pesantemente la decisione del prefetto. Un trionfo per lui e per De Eccher, a cui però viene un mezzo infarto tre mesi dopo, quando riceve la parcella del suo nuovo legale: 650 mila euro. «Frank! E che madonna! Sto’ Gemma è un delinquente! Una roba allucinante Frank! Cioè, io in 40 anni non ho mai visto una roba del genere! Persona pessima eh... pessima!».
GEMELLI DIVERSI
L’imprenditore forse non conosce il mercato: i servigi dei “Mr Wolf”, soprattutto di quelli bravi, costano caro. E Andrea Gemma non è certo un avvocato qualsiasi, ma la punta di diamante di una rete di potere gigantesca, una lobby compatta e sconosciuta che ha nel ministro Angelino Alfano uno dei suoi cardini principali, e nei professionisti Renato e Angelo Clarizia due incursori fenomenali.
Un gruppo i cui interessi spaziano da incarichi pubblici da centinaia di migliaia di euro a cattedre di importanti università, dal business delle curatele fallimentari alle poltrone di cda di partecipate come Eni. In un intreccio di rapporti professionali e amicali, di scambi e di favori, che coinvolgono non solo banchieri e avvocati, ma anche il ministro dell’Interno e sua moglie Tiziana Miceli.
Andiamo con ordine, partendo dall’inizio. Spulciando vecchie carte dell’università di Palermo, si disegna il profilo di un’amicizia antica. «Andrea Gemma sta ad Alfano come Marco Carrai sta a Matteo Renzi», raccontano dalla Sicilia. In realtà, se la coppia di Firenze s’è conosciuta ai tempi dei boyscout, l’avvocato e il ministro dell’Interno si sono incontrati dopo la laurea in giurisprudenza, che il primo ha preso alla Luiss di Roma e il secondo alla Cattolica di Milano.
Entrambi figli d’arte (Angelino è il rampollo di un notabile della Dc di Agrigento, Gemma di Sergio, avvocato con studio avviatissimo nella Capitale), le loro strade si incrociano grazie a Salvatore “Savino” Mazzamuto e alla professoressa Rosalba Alessi, due mammasantissima di diritto privato a Palermo.
Andrea Gemma
È falso, come hanno scritto alcuni giornali, che Gemma avesse conosciuto Alfano perché suo tutor ai tempi dell’università. Ma è certo che nel 1998 - nonostante i tanti impegni politici (al tempo Angelino era presidente del gruppo di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana) - il futuro segretario di Ncd riesce a trovare il tempo per vincere un dottorato in “Diritto d’impresa”, tenuto proprio dalla Alessi.
I due ragazzi di belle speranze si conoscono allora (Gemma e Mazzamuto scriveranno due libri insieme) e si piacciono subito. Moderati ma ambiziosi, scrivono qualche articolo su “Europa e diritto privato” (rivista diretta da Mazzamuto, la Alessi è nel comitato scientifico) e promettono di non lasciarsi più. Finora nessuno dei due ha tradito il giuramento.
DI PADRE IN FIGLIO
Se Angelino scala rapidamente posizioni in Forza Italia e diventa prima ministro poi delfino «senza quid» di Berlusconi, Andrea alla politica preferisce gli affari e la carriera accademica. Leggenda vuole che Gemma sia un ragazzo prodigio che s’è fatto da solo. In realtà il talento è ereditato dal padre Sergio, un professionista assai affermato negli ambienti che contano della Città eterna, liquidatore di decine di aziende, ex consigliere di amministrazione della Banca del Mezzogiorno e della Unicredit Medio Credito, sindaco e presidente di collegi sindacali di aziende pubbliche come Equitalia Giustizia, Trenitalia, Fs Logistica e Sogin.
Un curriculum sterminato, a cui nell’ottobre 2011 aggiunge anche l’incarico di commissario straordinario della Banca commerciale di San Marino. Sul Monte Titano Gemma senior viene chiamato da due vecchi amici, il professore Renato Clarizia, ordinario di diritto privato all’Università Roma Tre e presidente della Banca centrale della piccola Repubblica, e da Mario Giannini, braccio destro di Clarizia e fratello di Giancarlo, l’ex potente presidente dell’Isvap.
Quella a San Marino per Gemma sarà un’esperienza sfortunata: si dimetterà infatti dopo nemmeno due mesi di lavoro; ufficialmente per «motivi personali», in realtà perché travolto da uno scandalo finanziario di cui - ancora oggi - non sono chiari i contorni. È un fatto che Gemma nel dicembre 2011, nonostante sulla banca gravasse un regime di blocco dei pagamenti, autorizzò un bonifico da oltre un milione di euro verso la Finanziaria Infrastrutture, gestita dall’ex segretaria di Giancarlo Galan Claudia Minutillo. Le polemiche investirono in pieno anche Clarizia, ma il prof è ancora saldo al suo posto.
Di poltrone, in realtà, Clarizia ne ha due. Quella in banca e quella dietro la cattedra all’ateneo Roma Tre, università in cui Gemma junior è diventato ricercatore nel 2003. Clarizia, inoltre, è anche il segretario della commissione d’esame che l’8 novembre 2013 gli ha assegnato una nuova, prestigiosa cattedra da associato in diritto privato a Roma Tre.
“L’Espresso” ha letto il verbale della procedura, scoprendo che al bando dell’ateneo ha fatto domanda un solo candidato. A chi piace vincere facile? Ma a Gemma, naturalmente, che da un anno e mezzo somma la nuova docenza e quella ottenuta nel 2006 all’Università di Palermo.
TRA MOGLIE E MARITO
Andrea conosce assai bene non solo il suo mentore Renato Clarizia, ma anche il fratello Angelo, altro avvocato di fama con origini salernitane. Da anni i due professionisti lavorano a braccetto, e da poco hanno anche vinto (con un raggruppamento temporaneo d’impresa) l’importantissima gara per i servizi legali dell’Expo da 630 mila euro.
Un colpaccio, solo l’ultimo di una lunga serie: leggendo un’ordinanza del Tar Lazio della fine 2011, infatti, risulta che Angelo Clarizia ha ottenuto consulenze legali pure per la Valtur, di cui Gemma era diventato commissario straordinario qualche settimana prima. E quando Andrea, lo scorso 3 febbraio, non è potuto andare a difendere il partito di Alfano (da una recente sentenza del Consiglio di Stato risulta che Gemma difende anche l’Ncd), ha mandato proprio il socio d’affari Angelo a rappresentare gli interessi del Nuovo centro destra. Ma non è tutto.
Spulciando una deliberazione del comune di Lacco Ameno, a Ischia, si scopre che con lo studio di Angelo Clarizia ha lavorato anche la moglie di Alfano, l’avvocato Tiziana Miceli: i due fino al 2014 hanno infatti curato gli interessi di una società (la Serit) di cui Gemma è commissario straordinario.
«L’avvocato Miceli tiene a precisare che l’unica consulenza da lei svolta a favore di una pubblica amministrazione, ad oggi, è quella ricevuta dall’assessore alla Sanità della Regione Sicilia nel 2003-2004», si legge in una richiesta di risarcimento danni mandata a “l’Espresso” tre anni fa. In realtà - come dimostrano alcune carte del Tar Sicilia - la moglie di Angelino ha difeso altri enti pubblici, come il comune di Casteltermini, un’azienda ospedaliera di Palermo, l’Istituto autonomo Case popolari di Palermo (guidato fino al 2001 dal forzista Diego Cammarata) e la provincia di Agrigento, incarico assegnatole nel 2006 quando il presidente era Vincenzo Fontana, attualmente deputato regionale in Sicilia dell’Ncd.
Oggi la Miceli è titolare di uno studio romano poco conosciuto (la “RM Associati”, con sede a Piazza Navona), che non ha un sito internet e non ama farsi pubblicità sul web. Nella RM, oltre a Tiziana, c’è un altro avvocato di Angelino, Fabio Roscioli. Dopo gli incarichi in Sicilia sembra che le cose stiano andando bene anche nella capitale: non solo nel 2010 Tiziana ha guadagnato 229 mila euro (la moglie del ministro dell’Interno ha dato il consenso per pubblicare la dichiarazione dei redditi solo quell’anno), “l’Espresso” ha scoperto che la Miceli tra fine 2014 e inizio 2015 s’è aggiudicata dalla Consap (la concessionaria dei servizi assicurativi pubblici controllata dal ministero dell’Economia) ben cinque consulenze nuove di zecca.
Gli importi, si legge nelle determine firmate dall’amministratore delegato Mauro Masi (ex dg della Rai in quota berlusconiana) «saranno quantificati all’esito delle attività». Speriamo, per le casse pubbliche, non siano troppo alti.
IL VILLAGGIO DEL CONSIGLIERE
Intanto Andrea, una volta guadagnata la cattedra e puntellata l’alleanza con i Clarizia, comincia a darsi da fare anche con il suo studio legale. Come il padre ha buone entrature nel settore pubblico: così, giovanissimo, nel 2008, il capo dell’Isvap Giancarlo Giannini (poi indagato per corruzione nell’affaire Ligresti) lo nomina commissario liquidatore di Alpi Assicurazioni, incarico a cui ne seguiranno una mezza dozzina. Alfano, diventato Guardasigilli, lo chiama pure al ministero della Giustizia a fare «il soggetto attuatore giuridico del Piano Carceri», ovviamente a cachet.
Ma il legale con la faccia d’angelo deve alla politica anche un’altra poltrona di peso: il 18 ottobre 2011 il ministro del Pdl Paolo Romani decide di promuoverlo come commissario straordinario della Valtur, azienda stritolata dalla crisi e dalle vicende giudiziarie della famiglia Patti. La nomina sembra quantomeno inopportuna: il papà di Gemma, Sergio, era stato infatti presidente del collegio sindacale del colosso dei Patti tra il 1999 e il 2002. Per la cronaca Alfano - diventato segretario del Pdl qualche settimana prima della nomina dell’amico - ad agosto 2011 aveva trascorso le vacanze proprio in un villaggio Valtur della Grecia, godendo di uno sconto di 3.500 euro. Grazie, sostenne qualcuno, all’amicizia con i Patti. «Alfano non ha intrattenuto nessun rapporto con Carmelo Patti sebbene lo abbia conosciuto», spiegò furioso il suo avvocato Roscioli, oggi socio della moglie. «In occasione di alcuni soggiorni ha semplicemente conseguito sconti previsti da catalogo o normalmente praticati a personaggi pubblici».
Gemma e Angelino sono tipi che vanno dritti per la loro strada. Così nel 2013 Andrea per volontà dell’ex prefetto di Palermo Giuseppe Caruso (nominato nel 2010 dal governo Berlusconi e poi diventato direttore dell’Agenzia dei beni confiscati alla mafia) diventa pure commissario dell’Immobiliare Strasburgo, un colosso che gestisce le proprietà (valgono centinaia di milioni) confiscate ai boss della famiglia Piazza. Passano pochi mesi, e Alfano mette il fedelissimo nella lista dei consiglieri della più importante azienda pubblica del paese, l’Eni, con un compenso da 80 mila euro lordi l’anno più bonus (che per il 2014 si avvicinano ai 50 mila euro).
Angelino è uno che non si dimentica mai degli amici che stima. Così il professor Mazzamuto, antiche (e scolorite) simpatie di sinistra, trasferitosi anche lui all’Università Roma Tre, nel 2008 diventa consigliere personale del ministro della Giustizia. Arrivato Mario Monti a Palazzo Chigi, Angelino riesce a sponsorizzarlo addirittura come sottosegretario alla Giustizia (alcuni ricordano ancora quando si prese i fischi della Camera per essere intervenuto parlando con le mani in tasca), mentre nel 2013 - quando Alfano è vicepremier del governo Letta - lo convoca come suo «consigliere giuridico» con un bonus (recitano i documenti ufficiali) da 50 mila euro l’anno. Oggi Mazzamuto è passato all’Interno, dove ha ottenuto l’ennesimo incarico come «consigliere per le politiche della formazione». Stavolta, pare, a titolo gratuito.
L’ISOLA DEI COMPENSI
Anche la Alessi (che Stefania Giannini ha incontrato qualche giorno fa per discutere del pasticcio dell’abilitazione nazionale di diritto privato, «mi ha dato solo un suo parere», spiega il titolare dell’Istruzione) grazie a qualche succoso incarico pubblico è riuscita ad arrotondare il suo stipendio accademico: nel lontano 1999 la professoressa fu nominata dall’allora assessore all’Industria della Regione Sicilia Giuseppe Castiglione (al tempo vicino all’Udeur, oggi braccio destro di Alfano in Sicilia e sottosegretario dell’Ncd sotto inchiesta) come commissario liquidatore di vecchi carrozzoni improduttivi, tra cui l’Ente minerario siciliano e l’Ente siciliano per la promozione industriale.
Sono passati 15 anni, ma le società e Alessi sono ancora lì: facendo i conti della serva (sappiamo che nel 2006 prendeva 44 mila euro per ogni ente, scesi nel 2012 a 33 mila), la prof di Angelino ha incassato circa un milione in tre lustri. Non male davvero, per due società morte che nessuno sembra voler seppellire.
È falso, come hanno scritto alcuni giornali, che Gemma avesse conosciuto Alfano perché suo tutor ai tempi dell’università. Ma è certo che nel 1998 - nonostante i tanti impegni politici (al tempo Angelino era presidente del gruppo di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana) - il futuro segretario di Ncd riesce a trovare il tempo per vincere un dottorato in “Diritto d’impresa”, tenuto proprio dalla Alessi.
I due ragazzi di belle speranze si conoscono allora (Gemma e Mazzamuto scriveranno due libri insieme) e si piacciono subito. Moderati ma ambiziosi, scrivono qualche articolo su “Europa e diritto privato” (rivista diretta da Mazzamuto, la Alessi è nel comitato scientifico) e promettono di non lasciarsi più. Finora nessuno dei due ha tradito il giuramento.
DI PADRE IN FIGLIO
Se Angelino scala rapidamente posizioni in Forza Italia e diventa prima ministro poi delfino «senza quid» di Berlusconi, Andrea alla politica preferisce gli affari e la carriera accademica. Leggenda vuole che Gemma sia un ragazzo prodigio che s’è fatto da solo. In realtà il talento è ereditato dal padre Sergio, un professionista assai affermato negli ambienti che contano della Città eterna, liquidatore di decine di aziende, ex consigliere di amministrazione della Banca del Mezzogiorno e della Unicredit Medio Credito, sindaco e presidente di collegi sindacali di aziende pubbliche come Equitalia Giustizia, Trenitalia, Fs Logistica e Sogin.
Un curriculum sterminato, a cui nell’ottobre 2011 aggiunge anche l’incarico di commissario straordinario della Banca commerciale di San Marino. Sul Monte Titano Gemma senior viene chiamato da due vecchi amici, il professore Renato Clarizia, ordinario di diritto privato all’Università Roma Tre e presidente della Banca centrale della piccola Repubblica, e da Mario Giannini, braccio destro di Clarizia e fratello di Giancarlo, l’ex potente presidente dell’Isvap.
Quella a San Marino per Gemma sarà un’esperienza sfortunata: si dimetterà infatti dopo nemmeno due mesi di lavoro; ufficialmente per «motivi personali», in realtà perché travolto da uno scandalo finanziario di cui - ancora oggi - non sono chiari i contorni. È un fatto che Gemma nel dicembre 2011, nonostante sulla banca gravasse un regime di blocco dei pagamenti, autorizzò un bonifico da oltre un milione di euro verso la Finanziaria Infrastrutture, gestita dall’ex segretaria di Giancarlo Galan Claudia Minutillo. Le polemiche investirono in pieno anche Clarizia, ma il prof è ancora saldo al suo posto.
Di poltrone, in realtà, Clarizia ne ha due. Quella in banca e quella dietro la cattedra all’ateneo Roma Tre, università in cui Gemma junior è diventato ricercatore nel 2003. Clarizia, inoltre, è anche il segretario della commissione d’esame che l’8 novembre 2013 gli ha assegnato una nuova, prestigiosa cattedra da associato in diritto privato a Roma Tre.
“L’Espresso” ha letto il verbale della procedura, scoprendo che al bando dell’ateneo ha fatto domanda un solo candidato. A chi piace vincere facile? Ma a Gemma, naturalmente, che da un anno e mezzo somma la nuova docenza e quella ottenuta nel 2006 all’Università di Palermo.
TRA MOGLIE E MARITO
Andrea conosce assai bene non solo il suo mentore Renato Clarizia, ma anche il fratello Angelo, altro avvocato di fama con origini salernitane. Da anni i due professionisti lavorano a braccetto, e da poco hanno anche vinto (con un raggruppamento temporaneo d’impresa) l’importantissima gara per i servizi legali dell’Expo da 630 mila euro.
Un colpaccio, solo l’ultimo di una lunga serie: leggendo un’ordinanza del Tar Lazio della fine 2011, infatti, risulta che Angelo Clarizia ha ottenuto consulenze legali pure per la Valtur, di cui Gemma era diventato commissario straordinario qualche settimana prima. E quando Andrea, lo scorso 3 febbraio, non è potuto andare a difendere il partito di Alfano (da una recente sentenza del Consiglio di Stato risulta che Gemma difende anche l’Ncd), ha mandato proprio il socio d’affari Angelo a rappresentare gli interessi del Nuovo centro destra. Ma non è tutto.
Spulciando una deliberazione del comune di Lacco Ameno, a Ischia, si scopre che con lo studio di Angelo Clarizia ha lavorato anche la moglie di Alfano, l’avvocato Tiziana Miceli: i due fino al 2014 hanno infatti curato gli interessi di una società (la Serit) di cui Gemma è commissario straordinario.
«L’avvocato Miceli tiene a precisare che l’unica consulenza da lei svolta a favore di una pubblica amministrazione, ad oggi, è quella ricevuta dall’assessore alla Sanità della Regione Sicilia nel 2003-2004», si legge in una richiesta di risarcimento danni mandata a “l’Espresso” tre anni fa. In realtà - come dimostrano alcune carte del Tar Sicilia - la moglie di Angelino ha difeso altri enti pubblici, come il comune di Casteltermini, un’azienda ospedaliera di Palermo, l’Istituto autonomo Case popolari di Palermo (guidato fino al 2001 dal forzista Diego Cammarata) e la provincia di Agrigento, incarico assegnatole nel 2006 quando il presidente era Vincenzo Fontana, attualmente deputato regionale in Sicilia dell’Ncd.
Oggi la Miceli è titolare di uno studio romano poco conosciuto (la “RM Associati”, con sede a Piazza Navona), che non ha un sito internet e non ama farsi pubblicità sul web. Nella RM, oltre a Tiziana, c’è un altro avvocato di Angelino, Fabio Roscioli. Dopo gli incarichi in Sicilia sembra che le cose stiano andando bene anche nella capitale: non solo nel 2010 Tiziana ha guadagnato 229 mila euro (la moglie del ministro dell’Interno ha dato il consenso per pubblicare la dichiarazione dei redditi solo quell’anno), “l’Espresso” ha scoperto che la Miceli tra fine 2014 e inizio 2015 s’è aggiudicata dalla Consap (la concessionaria dei servizi assicurativi pubblici controllata dal ministero dell’Economia) ben cinque consulenze nuove di zecca.
Gli importi, si legge nelle determine firmate dall’amministratore delegato Mauro Masi (ex dg della Rai in quota berlusconiana) «saranno quantificati all’esito delle attività». Speriamo, per le casse pubbliche, non siano troppo alti.
IL VILLAGGIO DEL CONSIGLIERE
Intanto Andrea, una volta guadagnata la cattedra e puntellata l’alleanza con i Clarizia, comincia a darsi da fare anche con il suo studio legale. Come il padre ha buone entrature nel settore pubblico: così, giovanissimo, nel 2008, il capo dell’Isvap Giancarlo Giannini (poi indagato per corruzione nell’affaire Ligresti) lo nomina commissario liquidatore di Alpi Assicurazioni, incarico a cui ne seguiranno una mezza dozzina. Alfano, diventato Guardasigilli, lo chiama pure al ministero della Giustizia a fare «il soggetto attuatore giuridico del Piano Carceri», ovviamente a cachet.
Ma il legale con la faccia d’angelo deve alla politica anche un’altra poltrona di peso: il 18 ottobre 2011 il ministro del Pdl Paolo Romani decide di promuoverlo come commissario straordinario della Valtur, azienda stritolata dalla crisi e dalle vicende giudiziarie della famiglia Patti. La nomina sembra quantomeno inopportuna: il papà di Gemma, Sergio, era stato infatti presidente del collegio sindacale del colosso dei Patti tra il 1999 e il 2002. Per la cronaca Alfano - diventato segretario del Pdl qualche settimana prima della nomina dell’amico - ad agosto 2011 aveva trascorso le vacanze proprio in un villaggio Valtur della Grecia, godendo di uno sconto di 3.500 euro. Grazie, sostenne qualcuno, all’amicizia con i Patti. «Alfano non ha intrattenuto nessun rapporto con Carmelo Patti sebbene lo abbia conosciuto», spiegò furioso il suo avvocato Roscioli, oggi socio della moglie. «In occasione di alcuni soggiorni ha semplicemente conseguito sconti previsti da catalogo o normalmente praticati a personaggi pubblici».
Gemma e Angelino sono tipi che vanno dritti per la loro strada. Così nel 2013 Andrea per volontà dell’ex prefetto di Palermo Giuseppe Caruso (nominato nel 2010 dal governo Berlusconi e poi diventato direttore dell’Agenzia dei beni confiscati alla mafia) diventa pure commissario dell’Immobiliare Strasburgo, un colosso che gestisce le proprietà (valgono centinaia di milioni) confiscate ai boss della famiglia Piazza. Passano pochi mesi, e Alfano mette il fedelissimo nella lista dei consiglieri della più importante azienda pubblica del paese, l’Eni, con un compenso da 80 mila euro lordi l’anno più bonus (che per il 2014 si avvicinano ai 50 mila euro).
Angelino è uno che non si dimentica mai degli amici che stima. Così il professor Mazzamuto, antiche (e scolorite) simpatie di sinistra, trasferitosi anche lui all’Università Roma Tre, nel 2008 diventa consigliere personale del ministro della Giustizia. Arrivato Mario Monti a Palazzo Chigi, Angelino riesce a sponsorizzarlo addirittura come sottosegretario alla Giustizia (alcuni ricordano ancora quando si prese i fischi della Camera per essere intervenuto parlando con le mani in tasca), mentre nel 2013 - quando Alfano è vicepremier del governo Letta - lo convoca come suo «consigliere giuridico» con un bonus (recitano i documenti ufficiali) da 50 mila euro l’anno. Oggi Mazzamuto è passato all’Interno, dove ha ottenuto l’ennesimo incarico come «consigliere per le politiche della formazione». Stavolta, pare, a titolo gratuito.
L’ISOLA DEI COMPENSI
Anche la Alessi (che Stefania Giannini ha incontrato qualche giorno fa per discutere del pasticcio dell’abilitazione nazionale di diritto privato, «mi ha dato solo un suo parere», spiega il titolare dell’Istruzione) grazie a qualche succoso incarico pubblico è riuscita ad arrotondare il suo stipendio accademico: nel lontano 1999 la professoressa fu nominata dall’allora assessore all’Industria della Regione Sicilia Giuseppe Castiglione (al tempo vicino all’Udeur, oggi braccio destro di Alfano in Sicilia e sottosegretario dell’Ncd sotto inchiesta) come commissario liquidatore di vecchi carrozzoni improduttivi, tra cui l’Ente minerario siciliano e l’Ente siciliano per la promozione industriale.
Sono passati 15 anni, ma le società e Alessi sono ancora lì: facendo i conti della serva (sappiamo che nel 2006 prendeva 44 mila euro per ogni ente, scesi nel 2012 a 33 mila), la prof di Angelino ha incassato circa un milione in tre lustri. Non male davvero, per due società morte che nessuno sembra voler seppellire.
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