venerdì 27 marzo 2020

Bertoleso - di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano del 27 Marzo


Bertolaso lunedì stringeva mani ad Ancona senza i guanti e con la ...

Tutto ci divide da Bertolaso tranne il sentimento di umanità che ci fa tifare per lui, così come per tutti gli altri malati. Ma più leggiamo le cronache del suo contagio, più ci domandiamo che diavolo sia saltato in mente alle volpi delle Regioni Lombardia e Marche di reclutarlo. A noi, per sconsigliarne l’ingaggio, bastavano i precedenti nell’emergenza terremoto e in tutte le altre (finte) di cui B. lo nominò supercommissario con pieni poteri. Ma ora il Messaggero aggiunge motivi più attuali in uno straziante ritratto dell’Eroe dei Due Mondi partito dal Sudafrica per salvare l’Italia con le nude mani, il “super medico” che “non è tipo da adagiarsi nel letto”, ma “lavora, coordina, decide via telefono e computer” e “nel suo isolamento tutt’altro che remoto lo chiamano tutti, da Conte ad Arcuri, da Berlusconi a Salvini e a Meloni, da Zingaretti e a mezzo mondo”, “convinto che ancora una volta in hoc signo vinces”.
Il virus, secondo CaltaNews, potrebbe averlo ghermito lunedì nelle Marche, dove un filmato lo immortala con la mascherina sbagliata e resa comunque vana dalle allegre strette di mano senza guanti che, contro ogni regola e buon senso, Mister Wolf distribuisce a chiunque passi di lì. O forse alla Fiera di Milano, “parlando con tutti, avendo mille contatti e scambiando continue parole, oppure nel palazzo della Regione lombarda”. Così ora chiunque l’ha incontrato è in quarantena: i suoi “quattro collaboratori”, il “governatore marchigiano Ceriscioli, il presidente del consiglio regionale e altri”. Tutti tranne Fontana, perché è appena uscito dall’altra quarantena e poi “l’ho visto solo due minuti” e in due minuti quel bradipo del Corona non fa in tempo. Ma “come sarebbe accaduta la trasmissione?”, domanda il Messaggero.
“Bertolaso non fa mistero di sentirci poco da un orecchio”. Ohibò. “E si avvicina ai suoi interlocutori per ascoltare bene quello che hanno da dire”. Purtroppo, “se non c’è distanza di sicurezza di almeno un metro, il virus può attaccare”. Già, ormai lo sanno pure i quidam de populo: possibile che non lo sappia il supermedico superconsulente superesperto? Forse lo sa ma, mezzo sordo com’è, non può tenere la giusta distanza: metti che uno gli dica “ospedale” e lui ordini un cordiale, o un pedale, o un maiale, o un pitale. Non sia mai. Quindi, a furia di tendere l’orecchio a questo e quello, uno infetto deve avergli sputato in un occhio. Ma benedett’uomo: non poteva dirlo prima che, oltre a essere a rischio per i suoi 70 anni, è pure audioleso e affetto dal raptus compulsivo delle strette di mano, e restarsene in Africa? Con tutti i guai che ha la Lombardia, le mancava giusto lui.


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