martedì 4 agosto 2020

Il sistema Maxwell: la villa di Clinton e le notti di Andrea. - Sabrina Provenzani

Il sistema Maxwell: la villa di Clinton e le notti di Andrea

Il Metropolitan Detention Centre di Brooklyn è “noto” per essere una prigione infernale, mal finanziata, con poche guardie e poco personale. In quest’inferno Ghislaine Maxwell, presunta procacciatrice di ragazzine per i piaceri sessuali di Jeffrey Epstein, è rinchiusa dal giorno del suo arresto, il 2 luglio, con accuse che vanno dall’adescamento di minori a fini sessuali all’associazione a delinquere. Ci è finita dritta dal paradiso, la villa del New Hampshire dove si nascondeva dal suicidio di Epstein e che, si è scoperto in seguito, pur dichiarandosi nullatenente, ha acquistato di recente per un milione di dollari. La buona notizia per lei, l’unica, è che un tribunale statunitense ha accolto la sua richiesta di bloccare, almeno fino a settembre, l’imminente pubblicazione di documenti “molto indiscreti’ sulla sua vita sessuale. Non è una vittoria di Pirro: le attività sessuali di Ghislaine con Epstein, già ex fidanzato, sarebbero rilevanti per dimostrare il suo coinvolgimento nel reclutamento e addestramento delle decine di donne, ai tempi minorenni, che oggi la accusano di averle adescate. Il resto le sta franando intorno. Altri documenti, già resi noti e risalenti a un processo per diffamazione del 2016, descrivono nei dettagli il “sistema Maxwell-Epstein”. Una bomba che fa tremare ricchi e potenti, nomi di vip registrati nel famigerato libro nero di Epstein, e sembra solo la punta dell’iceberg.
Rivelazioni che entrano nei dettagli del presunto coinvolgimento, fra gli altri, del principe Andrea e dell’ex presidente Usa, Bill Clinton. Clinton ha cercato di prendere le distanze dal caso, ma dal processo emerge una storia diversa. Frequentava regolarmente Epstein; avrebbe viaggiato sul suo jet privato in almeno 17 occasioni con giovanissime e, circostanza molto compromettente, sarebbe il proprietario di una villa nell’isola caraibica di St James’, feudo di Epstein e già ribattezzata PaedoIsland, l’isola dei pedofili, dove Epstein abusava delle giovanissime o le “metteva a disposizione” di amici facoltosi e senza scrupoli con lo scopo di ricattarli.
La principale accusatrice del sistema Epstein-Maxwell, Virginia Giuffre, ricorda di aver visto Clinton sull’isola, dove si sarebbero tenute orge durate giorni. Lui nega di averci mai messo piede. E sempre la Giuffre ha rivelato per prima il coinvolgimento del principe Andrea, con cui sarebbe stata indotta da Ghislaine ad avere rapporti sessuali quando era ancora minorenne, prima nella casa della Maxwell a Londra e poi nel ranch messicano di Epstein, per un intero weekend, in cambio di 1.000 dollari generosamente offerti da Jeffrey. Circostanze sempre negate da Andrea: ma, sempre che la Giuffre dica la verità, il rapporto del principe con il duo al centro degli abusi appare molto più profondo di quanto sostenuto finora. Sarebbe stato il terzogenito della regina Elisabetta a introdurre Ghislaine nell’alta società newyorchese nei primi anni 90, quando, dopo la morte sospetta del padre, il magnate Robert Maxwell, lei aveva deciso di allontanarsi da Londra. Lui a chiedere clemenza per l’amico Jeffrey ai pubblici ministeri della Florida in un caso di abusi su una 14enne nel 2007, finito con una condanna. Ed emergono anche possibili tentativi di insabbiamento: secondo un ex ufficiale della Guardia Reale, i turni delle guardie del corpo di Andrea, indispensabili all’Fbi per ricostruire i suoi spostamenti nelle date (siamo nel 2001), che lo potrebbero compromettere, sarebbero stati distrutti dopo soli 2 anni.

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