Se la politica, intesa come arte di governare, funziona bene, ci si sente al sicuro e la si segue volentieri, ma quando diventa ostaggio degli interessi economici e non si cura di ripianare le falle accumulatesi nel tempo, diventa nebulosa, impenetrabile, incomprensibile e la si abbandona.
Con Conte avevamo raggiunto l'apice della governabilità, ci sentivamo al sicuro e ci siamo riavvicinati ad essa, ora, con la caduta del governo Conte e con l'avvento di Draghi, un tecnico al governo, ricominciamo a riprovare quel senso di sbandamento insopportabile, nauseabondo; non riusciamo a comprendere perché la strada precedentemente intrapresa, scorrevole, lastricata di buoni propositi, foriera di progresso, di giustizia uguale per tutti, debba tornare a ridiventare tortuosa, impraticabile, incomprensibile, nebulosa.
Inizialmente ho sperato tanto che Draghi, descritto come un deus ex machina, potesse riprendere la linea intrapresa da Conte, ma ciò che incomincio ad intravedere non mi piace per niente, sta tornando tutto come prima, sta vincendo la parte peggiore della politica, già agonizzante da svariati anni, ora in via di estinzione definitiva.
cetta.
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