Il mio manuale personalizzato di rieducazione “Cancella il Conte che è in te” si fonda (anzi si fondava) su due capitoli fondamentali. Il titolo del primo è un imperativo categorico: Basta con i Dpcm!
Impone lo studio mnemonico della dottrina di cui siamo debitori al professore Sabino Cassese che sul tema si è più volte espresso con parole severe ma giuste. “Prima o poi anche la Corte costituzionale boccerà le misure anti-Covid del governo Conte, allora si riconoscerà che i Dpcm e i decreti sono illegali. Mancavano strumenti adatti? Lo strumento c’è ed è il decreto legge” (intervista a La Verità del 4.1.2021). Secondo il giudice emerito della Consulta, i limiti costituzionali previsti per interventi straordinari come il famigerato Dpcm non sono stati superati con la pandemia da Covid-19. Leggiamo avidamente che “la Costituzione ne detta tre: straordinarietà, necessità e urgenza. Prenda la seconda ondata della pandemia: era straordinaria? Non era stata prevista? Non si potevano, quindi, apprestare per tempo gli strumenti per fronteggiarla?”. Parole sacrosante, alle quali dal giorno della meritata cacciata di Conte ho cercato di uniformarmi, convinto che, generosamente, il professor Cassese aveva preferito non calcare la mano: la necessità di contrastare il cosiddetto Covid non era stata forse ampiamente sopravvalutata?
Si può immaginare dunque il mio sgomento alla notizia che il governo Draghi – sigh, il governo Draghi – ha approvato un nuovo Dpcm valido fino al 6 aprile, inclusa Pasqua. Mi sono sentito come lo sciamano Jake Angeli spedito da Donald Trump all’assalto di Capitol Hill e poi indegnamente mollato. Tradimento! Non riuscivo a raccapezzarmi finché non è comparsa la figura del ministro Speranza, lascito del passato regime e sicuramente parte attiva nella losca congiura del Dpcm riesumato. Senza arrossire, egli ha spiegato che per contrastare le varianti del virus occorre fare in fretta e il Dpcm resta “lo strumento più immediato”. Un grido erompe dal mio foro interiore: perché il professor Cassese tace! Calma, non dubitare, probabilmente l’emerito già invoca sollecite pronunce contro il mostro giuridico mentre batte pancia a terra i tribunali della Repubblica. Spero a questo punto che non si rinneghi il secondo caposaldo del nuovo Rinascimento di Palazzo Chigi: basta riunioni con il favore delle tenebre! “Penso che alle 11 di sera ci sia poca gente lucida”, ha detto un altro saggio, Franco Bernabè. Vero, e spesso ci scappa anche il ruttino.
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