domenica 28 marzo 2021

Il Merlo beccato: per dire “burino” a Conte inciampa su Teodosio & C. - Sergio Rinaldi Tufi

 

Un editoriale di Marco Travaglio (27 marzo) ci ricorda ancora una volta, citando una serie di inaudite denigrazioni di Conte, con che stampa abbiamo a che fare: ed è inutile ricordare a quelle “firme” eccellenti che Conte vola nei sondaggi, perché è proprio questo che scatena il loro rozzo livore. Rozzo? Rileggiamo Francesco Merlo su Repubblica:

"Conte è “come Teodosio che davvero credette di poter fare l’imperatore di Roma pur essendo un ispanico, un provinciale, un burino”. In realtà, è Merlo che crede di poter fare il giornalista pur essendo, apparentemente, un non-scolarizzato. Se avesse frequentato una qualsiasi scuola, avrebbe dovuto vedere sulle pareti della sua aula (un tempo c’era sempre) una carta dell’Impero Romano al massimo della sua espansione, cioè all’età di Traiano (98-117 d.C.): quello che il Senato definì “optimus princeps

”era anche lui nato in Spagna, ben prima di Teodosio. Dunque anche Traiano era un burino? E lo era anche il successore Adriano (117-138 d.C.), colui che riorganizzò quell’immenso territorio? Ma torniamo a Teodosio, imperatore fra 379 e 395. Era il difficilissimo periodo dell’impero tardoantico, ma riuscì a padroneggiare gli eventi: è noto come “Teodosio il Grande” (se lo annoti, Merlo). Nel 380 pubblicò un editto che obbligava i sudditi a vivere nel Cristianesimo. Non mancò (come molti, purtroppo) di macchiarsi le mani di sangue, ma era uno che volava alto: memorabili i suoi rapporti con Sant’Ambrogio, con cui condivise la lotta all’eresia ariana, ma con cui ebbe anche momenti di fortissima tensione. Praticò un’illuminata politica di buoni rapporti con i Barbari, accogliendoli all’interno dell’Impero e arruolandone molti nell’esercito. Poi potremmo aggiunger grossi interventi architettonici e urbanistici a Costantinopoli. Merlo, un consiglio non richiesto da parte di un attempato professore: smettetela, Lei e i Suoi colleghi, di sparare la prima cosa che vi passa per la testa, guidati da un solo criterio: più è odiosamente insultante, meglio è. Oltretutto non serve a nulla (si riguardi, appunto, i sondaggi). Buon lavoro.

IlFattoQuotidiano

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