Non siamo così ingenui da meravigliarci se il governo Draghi assolda alcune multinazionali, tra cui l’americana McKinsey, per farsi assistere sul Recovery Plan. E non siamo neppure così sprovveduti da stupirci se i partiti che ieri accusavano Conte di “aggirare il Parlamento” (con la cabina di regia chiesta dall’Ue per monitorare spese e lavori, non per la stesura del Piano) e “sostituire i ministeri e le Camere con task force e consulenti” (dopo che il Parlamento aveva approvato la prima bozza e ricevuto la seconda) e oggi non muovono un sopracciglio sulla privatizzazione del Next Generation Eu. Lo stupore l’abbiamo esaurito e diamo tutto per scontato: anche il doppiopesismo della grande stampa, passata dall’imputare una “gestione personalistica e autoritaria” all’unico premier che parlamentarizzava il Recovery (tutto scritto dai suoi ministri) all’osannare il nuovo premier che “riscrive il Piano tutto da solo” e ora si scopre che si fa dare una mano da consulenti privati e stranieri, come se fosse ancora a Bankitalia o alla Bce.
Draghi però è persona seria e uomo di mondo, ergo deve conoscere il significato di “trasparenza”. O, per dirla più chic, “accountability”: il dovere di chi amministra la cosa pubblica e il denaro pubblico di render conto dell’uso che ne fa. Ora, per rendere conto, bisogna per forza parlare. Draghi non l’ha fatto sul suo primo Dpcm, mandando avanti Speranza e financo la Gelmini. Ma ora dovrà farlo su McKinsey&C., possibilmente in Parlamento dove – come gli ha ricordato l’ex sottosegretario Pd Antonio Misiani – aveva assicurato che “la governance è incardinata nel Mef in strettissima collaborazione coi ministeri competenti”. Ora si scopre che ci sono pure McKinsey e altre multinazionali ancora ignote. Contrattualizzate e retribuite con denaro pubblico. Chi le ha scelte? Con quali criteri? Perché quelle e non altre? A quali informazioni strategiche hanno accesso?. Perché non usare le strutture tecniche dei ministeri, della PA e delle partecipate di Stato (da Cdp a Invitalia)? Perché non fare un bando di gara per far emergere i migliori? È un caso che il ministro Colao venga da McKinsey? Perché nessuno l’ha comunicato al Consiglio dei ministri e al Parlamento, che l’hanno appreso da Fatto e da Radio Popolare, e solo dopo il Mef s’è affrettato a precisare l’incarico a McKinsey da 25mila euro (sotto la soglia per le gare), senza dire una parola sulle altre tre società ingaggiate? È vero, come dice il Mef, che McKinsey ha già studiato i Recovery Plan di altri Paesi Ue. Ma, come non dice il Mef, ha redatto pure il piano Saudi Vision 2030 di Bin Salman, quello del Nuovo Rinascimento renziano. Tutto normale?
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/03/07/perche-non-parli-2/6124985/
Nessun commento:
Posta un commento