venerdì 23 aprile 2021

“Renzi sr. mi indicò russo, ma Romeo non me lo ricordo”. - Marco Lillo e Valeria Pacelli

 

Ai magistrati. Chierichetti: “Mi sarò limitata a passare il numero a Lotti, non mi chiese di prendere contatti”.

Lunedì prossimo ci sarà l’udienza preliminare dell’indagine Consip. Il Gup Annalisa Marzano dovrà decidere se e chi dovrà andare a processo e chi dovrà essere prosciolto.

La questione più delicata dal punto di vista politico è quella di Tiziano Renzi. Insieme all’imprenditore campano, Alfredo Romeo, e ad altri rischia il processo per traffico di influenze e turbativa di gara.

Intanto però la Procura di Roma, in questi mesi – dopo la chiusura dell’inchiesta di dicembre scorso – ha svolto un’attività integrativa d’indagine. I nuovi accertamenti nascono da un’informativa depositata nel procedimento napoletano, sempre su Romeo ma per altri fatti, che riguardava i messaggi trovati nel telefonino di Carlo Russo, amico di Tiziano Renzi, anche lui indagato. Il 1° febbraio, dopo l’acquisizione dell’informativa napoletana, è stata interrogata, come persona informata sui fatti, Eleonora Chierichetti, ex collaboratrice di Matteo Renzi quando era sindaco di Firenze e poi approdata nella segreteria di Luca Lotti a Palazzo Chigi. Per capire perché la Procura ha deciso di sentire la Chierichetti, bisogna dunque tornare all’informativa dei carabinieri napoletani. Il 10 aprile 2015, secondo i carabinieri, Tiziano Renzi “comunicava a Russo il numero del cellulare di Eleonora Chierichetti”. Due ore dopo aver ricevuto il contatto da Tiziano Renzi, Russo scrive: “Eleonora buongiorno, scusa se ti disturbo. Posso chiamarti? Grazie, Carlo Russo”. Tre giorni dopo, il 13 aprile 2015, Paola Grittani, collaboratrice di Romeo, invia a Russo il numero della Romeo Gestioni. “Dr. Ecco il numero della segreteria dell’avvocato. Si preoccuperanno di passare la telefonata n. 081******* saluti”. Due minuti dopo, Russo invia quel numero al cellulare della Chierichetti: “081******* avv. Romeo”.

Questi messaggi vanno contestualizzati. Un mese prima di quegli sms, il 4 marzo 2015, Russo porta Alfredo Romeo dal tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi (non indagato, che dice di aver parlato di un finanziamento lecito al Pd, da lui rifiutato). Il 22 aprile 2015 – 8 giorni dopo l’invio del sms di Russo a Chierichetti – Russo e Tiziano Renzi incontrano l’Ad allora in carica di Consip, Domenico Casalino, in un bar di Roma.

Tre mesi dopo quell’sms, Tiziano, Russo e Romeo si incontrano il 16 luglio 2015 a Firenze. Nella settimana successiva, Tiziano organizza un incontro con ‘il colorato’, alias, secondo i pm, l’appena nominato Ad di Consip, Luigi Marroni. Poi, secondo Marroni, Tiziano gli raccomanda Russo e questi gli fa pressioni per la gara Fm4 in favore di una società. Quale? Marroni esclude Romeo ma non ricorda il nome.

Il 1° febbraio scorso la Chierichetti, sentita come testimone, ha spiegato: “Premetto di conoscere Tiziano Renzi sin da quando ero bambina perché siamo dello stesso paese. Durante il governo di cui era presidente suo figlio Matteo, in numerose occasioni(…) ho avuto modo di sentirlo telefonicamente; in particolare spesso Tiziano (…) mi chiamava per chiedere di fissare appuntamenti tra persone che lui mi segnalava e il sottosegretario e poi ministro Lotti. Normalmente non mi specificava le ragioni di questi appuntamenti, solo a volte specificava il ruolo ricoperto da queste persone”.

Tra i “nominativi” indicati da Tiziano Renzi, spiega la donna, c’era dunque Russo. “Anche in epoca successiva, sempre presentandosi come persona accreditata da Tiziano Renzi – aggiunge la donna – Russo chiese più volte, anche in modo insistente, di essere ricevuto da Luca Lotti, tanto nel periodo in cui questi era sottosegretario alla Presidenza quanto nel periodo in cui era ministro. Ricordo perfettamente, come peraltro è successo per altre persone, che Lotti mi disse di non avere interesse a incontrarlo e pertanto, come non di rado mi è accaduto in situazioni simili al fine di interrompere seppure cortesemente questa insistente richiesta di colloqui, ho provveduto a riceverlo io”.

La Chierichetti dice di averlo ricevuto due o tre volte “nell’arco di due o tre anni”, in un bar in Galleria Colonna a Roma. “(…)È possibile che in quelle circostanze, sia pure fugacemente, Russo possa avermi fatto cenno ai motivi di queste sue insistenti richieste di colloquio, ma non ne ho affatto memoria”. Per la Chierichetti, quindi, Lotti non incontrò mai Russo.

Un dato che è un po’ dissonante con una circostanza già rivelata dal Fatto: nell’ottobre 2014, Michele Emiliano chiedeva a Lotti se fosse il caso di incontrare un tal Carlo Russo che si accreditava come amico suo. E Lotti rispondeva via sms: “‘Lo conosciamo (…) Ha un buon giro ed è inserito nel mondo della farmaceutica. Se lo incontri per 10 minuti non perdi il tuo tempo’”.

Ma torniamo al verbale della Chierichetti. Pur non ricordando il contenuto delle conversazioni con Russo, la donna dice di non poter “escludere che in una di queste circostanze possa aver nominato Romeo, ma allora questo nominativo non mi diceva nulla”. “Precedentemente alla diffusione di notizie sulla stampa che legavano Alfredo Romeo a Consip – aggiunge in un altro passaggio del verbale la Chierichetti – e che hanno portato al coinvolgimento nelle indagini di Lotti non sapevo neppure chi fosse Romeo. (…) Quando ricevetti questo numero come era prassi per comunicazioni di questo tipo, mi sarò limitata a comunicarlo a Lotti (…). Dopo aver comunicato questo numero non sono stata onerata di prendere contatti né in quella circostanza né successivamente”. L’ex ministro oggi al Fatto esclude di aver ricevuto il numero di Romeo che mai ha conosciuto.

Al Fatto Romeo a gennaio ha raccontato una versione che stride con quella resa a febbraio al pm da Chierichetti. L’imprenditore ha spiegato che l’obiettivo era invitare Matteo Renzi a un convegno che stava organizzando: “Per il convegno mi aveva chiamato in aprile (2015) anche una signora della Segreteria di Palazzo Chigi. Mi aveva dato assicurazioni ma non se ne fece niente”. Romeo non fa il nome della Chierichetti ma sembra probabile che riferisca a lei.

Il punto è che, se Romeo dice il vero, non era Lotti, bensì Matteo Renzi, il suo ‘obiettivo’ quando nell’aprile 2015 cercava un contatto telefonico con Palazzo Chigi, organizzato da Carlo Russo. Dunque la domanda da fare a Eleonora Chierichetti è sempre la stessa: lei ha dato a qualcuno quel numero? A Lotti, a Renzi o a chi?

Se ci sarà un processo sarà la sede per proporla.

ILFQ

Nessun commento:

Posta un commento