l sito del Council on Foreign Relations (CFR) sottolinea in maniera esplicita come il denaro che l’Italia perderebbe in seguito a un default della Grecia è in realtà quello che il nostro paese ha impegnato per il salvataggio delle banche francesi sovraesposte. Se ne possono dedurre due considerazioni: la prima, evidente, è che non è stata la Grecia a usufruire dei soldi; la seconda, che nella socializzazione delle perdite dai debiti privati ai debiti pubblici, quello che conta non è la nazionalità delle banche, ma la partecipazione di ogni paese a questa “Unione europea per il salvataggio della finanza”.
di Benn Steil e Dinah Walker
2 luglio 2015
Nel marzo 2010, due mesi prima dell’annuncio del primo salvataggio greco, le banche europee erano esposte sulla Grecia per 134 miliardi di €. Le banche francesi, come mostrato nella figura qui sotto, erano di gran lunga le più esposte: 52 miliardi di € – 1,6 volte più della Germania, undici volte l’Italia, e sessantadue volte la Spagna.
I 110 miliardi di € di finanziamenti erogati alla Grecia dal FMI e dall’Eurozona a maggio 2010 hanno permesso alla Grecia di evitare il default sulle sue obbligazioni verso queste banche. In assenza di tali prestiti, la Francia sarebbe stata costretta a un piano di salvataggio di massa del suo sistema bancario. Invece, le banche francesi sono state in grado di eliminare virtualmente la loro esposizione verso la Grecia vendendo le obbligazioni, portandole a scadenza, e subendo una parziale ristrutturazione nel 2012. Il piano di salvataggio ha sostanzialmente socializzato gran parte della loro esposizione all’interno della zona euro.
L’impatto di questo salvataggio clandestino delle banche francesi si fa sentire ora, con la Grecia sul punto di uno storico default. Mentre a marzo 2010 circa il 40% del totale dei prestiti europei alla Grecia passava per le banche francesi, oggi è solo lo 0,6%. I governi hanno coperto la falla, ma non in proporzione a quella che era la esposizione delle loro banche nel 2010. Piuttosto, in proporzione al loro capitale versato alla BCE – che nel caso della Francia è solo il 20%.
Di conseguenza, la Francia è effettivamente riuscita a ridurre la sua esposizione totale – bancaria e sovrana – verso la Grecia di € 8 miliardi, come si vede nella figura qui sopra. All’opposto, l’Italia, che nel 2010 non aveva praticamente nessuna esposizione verso la Grecia, ora ha un’esposizione massiccia: 39 miliardi di €. Complessivamente, l’esposizione tedesca è di un importo analogo – 35 miliardi di €. Anche la Spagna ha visto la sua esposizione espolodere, passando da quasi nulla nel 2009 ai 25 miliardi di € di oggi.
In breve, la Francia è riuscita a utilizzare il salvataggio greco per scaricare 8 miliardi di € di debito spazzatura sui suoi vicini, caricandoli con decine di miliardi in più che essi avrebbero potuto evitare se nel 2010 alla Grecia fosse stato semplicemente permesso di fare default. Il risultato è che oggi Italia e Spagna sono molto più vicine alla crisi finanziaria di quanto dovrebbero essere.