mercoledì 8 maggio 2013

Salerno, convince minorenne a vendere neonato: arrestato ginecologo.



La giovane si era recata dal medico per interrompere la gravidanza. Per eseguire l'aborto, lo specialista le aveva chiesto 6mila euro. Di fronte alle difficoltà economiche della ragazza, era arrivata la proposta: vendere il bambino per 25mila euro.

Ha convinto una madre minorenne a vendere il figlio appena partorito per 25mila euro ed è stato arrestato. Andrea Cozzolino, un ginecologo di Scafati, in provincia di Salerno, è finito in manette con l’accusa di aver fatto da tramite tra una ragazza e una coppia di coniugi, nella vendita di un neonato.
Nei confronti della coppia che ha acquistato il bambino, Elio Miranda e Carmela Giordano, residenti in provincia di Salerno, la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha disposto l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. La posizione del ginecologo, che era in servizio nelle cliniche convenzionate “S. Anna” di Caserta e “Santa Lucia” di San Giuseppe Vesuviano (Napoli), si fa sempre più pesante. Dalle indagini è emerso che il medico eseguiva aborti anche oltre i termini consentiti dalla legge 194. Ed è proprio per questo che era stato contattato dalla giovane.
La minorenne si era presentata nella clinica “S. Anna” chiedendogli di interrompere la gravidanza. Di fronte alla richiesta di 6mila euro avanzata dal medico, la minorenne aveva fatto presente la sua condizione di difficoltà economica. Il dottor Cozzolino l’aveva allora convinta a partorire in quella struttura, promettendole aiuto per disfarsi del bambino ed evitare il riconoscimento del figlio. Il ginecologo aveva in realtà “promesso” ad una coppia della provincia di Salerno, aspiranti genitori, di procurare loro un bambino in cambio della somma di 25mila euro.
Le indagini della squadra mobile della questura di Caserta sono partite dopo una segnalazione della madre naturale a un centro anti-violenza di Santa Maria Capua Vetere, dopo che si era accorta che il bambino venduto alla coppia risultava inserito nello stato di famiglia dei propri genitori. Per questo aveva presentato una denuncia. Ma il dottor Cozzolino l’aveva tranquillizzata, assicurandole che il bambino sarebbe stato riconosciuto dai nuovi genitori. La direzione della clinica “Santa Lucia”, estranea alla compravendita, aveva però comunicato al Comune di residenza della madre vera i dati anagrafici del neonato. La madre del neonato, che ha ottenuto che il bimbo fosse tolto alla coppia che l’aveva acquistato ed affidato ad una casa famiglia, è indagata per violazione della legge sull’ adozione e l’affidamento dei minori. Nei suoi confronti la Procura di Santa Maria Capua Vetere non ha chiesto l’adozione di misure cautelari.

Mafia, azzerati vertici cosche Bagheria. Indagato sindaco leghista: voto di scambio.


Carabinieri


Un'operazione dei carabinieri di Palermo ha portato a decine di arresti a vario titolo. Le accuse sono di associazione mafiosa, estorsione, rapine, detenzione illecita di armi da fuoco, scambio elettorale politico mafioso e traffico internazionale di stupefacenti. Tra gli indagati. Giuseppe Scrivano, primo cittadino di Alimena, candidato del Carroccio.

Azzerati i vertici delle cosche di Bagheria, oltre 30 milioni di euro sequestrati e un sindaco della Lega Nord indagato. E’ questo il bilancio di una vasta operazione antimafia dei carabinieri di Palermo e del Ros, che ha portato a decine di arresti all’alba. Il sindaco è Giuseppe Scrivano, candidato del Carroccio alle ultime elezioni politiche e ora attuale primo cittadino di Alimena, in provincia del capoluogo siciliano. Per lui è arrivato un avviso di garanzia per voto di scambio. Dalle indagini coordinate dalla Dda di Palermo è emerso che alle ultime elezioni regionali dell’ottobre scorso il sindaco, candidato nella Lista Musumeci, ha contattato persone ritenute vicine a Cosa Nostra per ottenere dei voti.
In manette sono finiti i capi storici della cosca di  Bagheria, accusati a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, rapine, detenzione illecita di armi da fuoco, scambio elettorale politico mafioso. Tra gli arresti, anche il reggente e il cassiere del mandamento e i capi delle famiglie mafiose di Villabate, Ficarazzi e Altavilla Milicia. Dall’inchiesta, inoltre, che è stata condotta con la collaborazione della Royal Canadian Mounted Police, è emersa l’esistenza di un accordo tra Cosa nostra di Bagheria e la famiglia mafiosa italo-canadese dei Rizzuto. I legami oltreoceano erano legati al traffico internazionale di stupefacenti.
Le indagini hanno dimostrato come ancora l’organizzazione mafiosa sia strutturata secondo il tradizionale assetto verticistico. Continuano ad essere usati inoltre i vecchi rituali di affiliazione: la ‘punciuta’ e la presentazione dei nuovi affiliati ai mafiosi più anziani. In un’intercettazione ambientale, un uomo d’onore, discutendo con un altro affiliato, paragona le nuove leve a giovani cavalli da trotto, da addestrare – se necessario – anche ricorrendo alle maniere forti: “Quando vedi che nella salita fanno le bizze… piglia e colpisci con il frustino…. sulle gambe… che loro il trotto non lo interrompono… purtroppo i cavalli giovani così sono”, dice.
Le indagini hanno inoltre messo in luce una mafia aggressiva e sempre più camaleontica che, se da una parte continua a vedere nell’imposizione del pizzo la manifestazione più visibile della sua autorità sul territorio, dall’altra è consapevole che, complice anche la crisi economica, è più che mai necessario ricorrere ad altre fonti illecite di guadagno, come, ad esempio, la gestione del gioco d’azzardo. Resta forte la capacità del clan di condizionare le dinamiche politico-elettorali locali.
Dall’inchiesta, infine, condotta con la collaborazione della Royal Canadian Mounted Police, è emersa l’esistenza di un raccordo operativo nel settore degli stupefacenti tra Cosa nostra bagherese e la famiglia mafiosa italo-canadese dei Rizzuto. Documentata, inoltre, la situazione di instabilità interna alle organizzazioni canadesi, degenerata negli ultimi anni in numerosi omicidi.
Nella lista dei beni sequestrati: locali notturni della movida palermitana, agenzie di scommesse, imprese edili e supermercati. Tra questi c’è anche il pub Villa Giuditta, noto in tutta la città.

domenica 5 maggio 2013

Fonte dell'invecchiamento: è nascosta nel cervello. - Silvia Soligon


Cervello_e_invecchiamento

E' l'infiammazione dell'ipotalamo a determinare quando si invecchia.

La fonte dell'invecchiamento è nascosta in un'area del cervello già nota per il ruolo fondamentale svolto nella crecsita, nello sviluppo, nella riproduzione e nel metabolismo: l'ipotalamo. Ad indentificarla sono stati i ricercatori dell'Albert Einstein College of Medicine della Yeshiva University (New York) in uno studio condotto sui topi e pubblicato su Nature “Ciò che è entusiasmante – ha sottolineato Dongsheng Cai, responsabile della ricerca – è che è possibile, almeno nei topi, alterare i segnali all'interno dell'ipotalamo per rallentare il processo si invecchiamento e aumentare la longevità”.

La scoperta si è basata sull'osservazione che durante l'invecchiamento dei tessuti si sviluppano fenomeni infiammatori e che uno dei principali regolatori di questa infiammazione è la proteina NF-kB. Cai e colleghi hanno dimostrato che nei topi l'attivazione di questa proteina nell'ipotalamo accelera significativamente i processi di invecchiamento, riducendo, ad esempio, la forza muscolare, lo spessore dell'epidermide e le capacità cognitive e accorciando la vita. Viceversa, bloccare NF-kB rallenta l'invecchiamento e aumenta l'aspettativa di vita del 20% circa.

Le scoperte dei ricercatori vanno però oltre questi dettagli e hanno svelato che l'attivazione di NF-kB nell'ipotalamo riduce i livelli dell'ormone GnRH, importante per la riproduzione, mentre l'iniezione di questo ormone nell'ipotalamo di topi anziani li protegge dalla difficoltà di produrre neuroni tipica dell'invecchiamento e dal declino cognitivo ad essa associato.


Secondo Cai prevenire l'infiammazione a livello dell'ipotalamo e aumentare la produzione di ormoni tramite iniezioni di GnRH rappresentano due potenziali strategie per aumentare l'apsettativa di vita e trattare disturbi associati all'invecchiamento.

Fisco, tutte le novità: dagli sgravi ai figli ai bonus per i disabili.



Arrivano le novità in materia fiscale introdotte dalla legge di stabilità. Aumentate le detrazioni Irpef per ciascuno figlio a carico. Raddoppia rispetto alla precedente normativa se figlio con disabilità. Semplificate le fatture non superiori ai 100 euro.

Roma, 3 maggio 2013  - Dalla maggiorazione delle detrazioni per i figli a carico al bonus in caso di disabilità, passando per la fattura semplificata. Sono le varie novità fiscali, introdotte dalla legge di stabilità e dal decreto “Cresci Italia”, che si applicano dal 2013, oggetto di una circolare esplicativa dell’Agenzia delle Entrate.

Ecco nel dettaglio le novità:
- DAL 2013, DETRAZIONI PIU’ ALTE PER I FAMILIARI A CARICO  - La legge di stabilità ha innalzato, a partire dal 1 gennaio, gli importi base previsti per le detrazioni Irpef spettanti per ciascun figlio. In particolare, aumenta di 150 euro la detrazione base per i figli di età pari o superiore ai tre anni, passando da 800 a 950 euro, mentre sale di 320 euro quella per i figli più piccoli, cioè di età inferire ai tre anni. In questo caso la detrazione cresce da 900 a 1.220 euro ciascuno.
- IN CASO DI DISABILITA’, IL BONUS RADDOPPIA  -  Se il figlio è una persona con disabilità, lo sconto aggiuntivo da sommare alle detrazioni base che spettano per ciascun figlio a carico sale a 400 euro, quasi il doppio rispetto ai 220 euro garantiti dalla precedente normativa fiscale. In questo caso, quindi, l’importo complessivo da portare in detrazione è di 1.350 euro per i figli di età pari o superiore ai tre anni e di 1.620 per quelli più piccoli.
- ARRIVA LA FATTURA SEMPLIFICATA - Veste semplificata per le fatture di ammontare complessivo non superiore a 100 euro e, a prescindere dall’importo, per la cosiddetta nota di variazione dell’imponibile o dell’imposta.

venerdì 3 maggio 2013

Regione Sicilia, legge mancia da 25 milioni. I deputati “travolgono” Crocetta. - Giuseppe Pipitone


Regione Sicilia, legge mancia da 25 milioni. I deputati “travolgono” Crocetta


Il governatore voleva abolire la famigerata "tabella H" del bilancio, ma la corsa alle clientele ha avuto la meglio. In piena crisi, arrivano soldi a pioggia alle associazioni più disparate, ai presepi viventi e a fondazioni in mano a politici, come Raffaele Lombardo. La protesta dei Cinque Stelle: "Intanto tagliano i fondi al sociale".

Doveva essere abolita, cancellata con un rapido tratto di penna dal bilancio sparagnino della Regione Sicilia. E invece la Tabella H, il capitolo di bilancio simbolo di Mamma Regione che ogni anno elargisce fondi a pioggia a enti e associazioni, è rimasta saldamente al suo posto. “L’hanno voluta i deputati, io volevo cambiare le regole” si è difeso il governatore Rosario Crocetta, che aveva annunciato la morte definitiva di quel capitolo di spesa dalle mille indiscriminate mance.
Secondo i piani del presidente le associazioni meritevoli del contributo regionale dovevano essere individuate dal governo dopo un’attenta istruttoria. Il Parlamento però ha storto il naso. “Onorevoli colleghi, ve la sentite voi di togliere i contributi a queste associazioni?” apostrofava l’aula Totò Cordaro del Cantiere Popolare. Nossignore. Gli onorevoli colleghi dell’onorevole Cordaro ovviamente non se la sono sentita. E l’onorevole mancia da 25 milioni di euro (8 in meno rispetto agli anni passati) è rimasta al suo posto. “Hanno diminuito i contributi alle associazioni che si occupano del sociale mantenendo mance ad una serie di enti di cui non si scorge l’utilità” denuncia Giancarlo Cancelleri del Movimento Cinque Stelle. “Abbiamo deciso – continua Cancelleri – di istituire un osservatorio sulla Tabella H per capire questi contributi a sei cifre come vengono utilizzati e da chi”.
Nel frattempo però enti come la fondazione Federico II tirano un sospiro di sollievo: alla fondazione molto cara al deputato del Pdl Francesco Cascio saranno destinati 264 mila euro per “lo svolgimento dei propri fini istituzionali”. Quali fini istituzionali? Le visite a Palazzo dei Normanni. Contributo confermato, ma ribassato di duecentomila euro, anche per il  Coppem: il Comitato permanente per il paternariato euro mediterraneo incasserà quest’anno 470 mila euro per “promuovere la cooperazione e lo sviluppo locale”.  Quasi un regalo alla precedente maggioranza dato che sul sito web dell’ente si scopre che il presidente è ancora oggi l’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo, attualmente imputato per mafia a Catania.
L’accusa di riciclaggio è finita invece in prescrizione già nel 2009 per il professor Sandro Musco, già consulente dell’ex presidente siciliano Rino Nicolosi, oggi fondatore e presidente dell’Officina di Studi Medievali, associazione a cui spetteranno 250 mila euro di soldi pubblici. Settantotto mila euro invece saranno elargiti all’associazione Lapidei Siciliani, mentre all’associazione siciliana Emigrati e Famiglie spetteranno 45mila euro. Sessantasei mila euro garantiranno anche l’esistenza dello storico Istituto Internazionale del Papiro, mentre 84mila euro rimpingueranno invece le casse della sede palermitana dell’essenziale Società Siciliana di Storia Patria presieduta dall’onnipresente Gianni Puglisirecordman italiano degli incarichi. Il parlamento non ha dimenticato l’importanza dell’Istituto superiore del giornalismo, finanziandolo con 343mila euro, quasi la stessa cifra devoluta all’Autodromo di Pergusa.
Trentamila euro serviranno invece per il funzionamento del centro regionale della fauna selvatica mentre ammonta a ben 415 mila euro il contributo per far sopravvivere la sagra del mandorlo in fiore, i carnevali di Sciacca, Acireale, Termini Imerese, Misterbianco, Barcellona Pozzo di Gotto, Trecastagni e Partanna Mondello, e il leggendario presepe vivente di Custonaci. Esiguo, appena 20 mila euro, il contributo al museo delle ceramiche di Burgio, piccola cittadina di duemila abitanti in provincia di Agrigento, che ha dato i natali a Nelli Scilabra, giovane assessore alla formazione di Crocetta. Al centro Ettore Majorana di Erice finiscono invece ben duecentomila euro: il fondatore del centro è Antonino Zichichi, l’ex assessore ai beni culturali silurato da Crocetta dopo poche settimane dalla nomina.
Il governatore avrebbe voluto sostituirlo con il mecenate Antonio Presti, che però ha rifiutato. In compenso nella Tabella H ci sono anche 80 mila euro per l’associazione Fiumara d’Arte che fa capo proprio a Presti, padrone di casa di Crocetta, dato che il governatore ha fissato la sua residenza all’Atelier sul Mare di Tusa, l’incantevole albergo museo realizzato dal mecenate messinese. Chiude l’elenco delle maxi mance l’Accademia dei zelanti e dei dafnici di Acireale che beneficerà di ben 96mila euro. Qualcuno potrebbe chiedersi: a cosa serve l’Accademia? Il presidente Giuseppe Contarino lo spiega zelantemente sul sito web. “Mette a disposizione di tutti ciò che possiede per fermare l’imbarbarimento e aiutare a crescere. L’Accademia vuole offrire a tutti solidarietà e incentivi per realizzare un nuovo umanesimo”. Chapeau.

Furti nei bagagli in aeroporto, raffica di arresti: in manette 19 dipendenti di Alitalia.

(Xinhua)

Catanzaro - (Adnkronos/Ign) - Altri 30 sottoposti all'obbligo di firma. Sono stati incastrati dai filmati delle telecamere. Le indagini sono scattate in seguito alle denunce dei passeggeri che, una volta a casa, si accorgevano di essere stati derubati. Complessivamente coinvolti 86 impiegati di diversi scali nazionali.
Catanzaro, 3 mag. (Adnkronos/Ign) - Una vasta operazione della Polizia di frontiera, svoltasi questa mattina in tutta Italia, ha fatto luce su una serie di furti nei bagagli da stiva ai danni di passeggeri aeroportuali. L'indagine, coordinata dalla Procura di Lamezia Terme, vede coinvolti complessivamente 86 dipendenti di diversi scali nazionali.
Nell'ambito delle indagini sono stati arrestati a Fiumicino 19 dipendenti di Alitalia-Cai. In tutto sono state 49 le misure cautelari coercitive eseguite all'alba: 19 dipendenti sono stati arrestati mentre altri 30 sono stati sottoposti all'obbligo di firma.
Le indagini sono scattate in seguito alle denunce dei passeggeri che, una volta a casa, all'apertura dei bagagli si accorgevano di essere stati derubati. I dipendenti 'infedeli' sono stati incastrati dai filmati delle telecamere nelle stive degli aerei. Le accuse vanno dal tentato furto al furto aggravato al danneggiamento.
Sono almeno otto gli scali aeroportuali coinvolti nell'operazione Stive Pulite. Gli 86 indagati, destinatari di una misura cautelare, sono tutti dipendenti aeroportuali. I furti sono avvenuti negli aeroporti di Lamezia Terme, Bari, Bologna, Milano Linate, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino e Verona durante le operazioni di carico e scarico dei bagagli.
Alitalia rende noto che, nel corso del 2012, ha attivamente collaborato con la Polizia di Frontiera di Fiumicino e di Lamezia Terme nell'attività investigativa avente come obiettivo l'individuazione dei responsabili dei furti che si sono registrati sui bagagli dei passeggeri della compagnia.
Inizialmente la tratta Roma Fiumicino-Lamezia Terme era risultata la più colpita dal fenomeno che successivamente si è esteso anche ad altri scali nazionali che, seppur in forma minore, sono stati interessati dalla stessa problematica.
Nessun dipendente di Adr è coinvolto nella vicenda. A sottolinearlo, in una nota, è la società che gestisce gli aeroporti romani.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Furti-nei-bagagli-in-aeroporto-raffica-di-arresti-in-manette-19-dipendenti-di-Alitalia_32151053644.html

Governo Letta, ecco i viceministri e i sottosegretari: ci sono Micciché e De Luca.


Enrico Letta

La freschezza del nuovo governo è stata solo una verniciata perché con le nomine che completano la squadra di governo spunta la partitocrazia e anche qualche inquisito. Diventano vice ministri Bruno Archi (Esteri), già teste a difesa nel processo Ruby, e Filippo Bubbico (Interno), che ha un processo in corso per abuso d'ufficio.

Sarà stato usato anche il manuale Cencelli per scegliere i sottosegretari del nuovo governo Letta, ma certamente non si sono spulciati gli archivi delle cronache recenti per evitare qualche improponibile. Insomma la freschezza del nuovo governo è stata solo una verniciata perché con le nomine che completano la squadra di governo spunta la partitocrazia e anche qualche inquisito.
Diventa vice ministro degli Esteri Bruno Archi, già diplomatico in servizio presso la presidenza del Consiglio che, il 5 ottobre 2012, aveva confermato come teste nel processo Ruby ai giudici di Milano che al pranzo istituzionale con l’allora presidente egiziano Hosni Mubarak del 2010 si parlò della giovane come parente del rais. Sottosegretario al Lavoro e Politiche Sociali va Jole Santelli, ex avvocato studio Cesare Previti, fino al 2006 si è occupata di amministrazione della giustizia e leggi ad personam per il Cavaliere: “Furono tutte leggi di interesse generale” e non interventi legislativi per salvarlo dalla furia delle toghe rosse.
Sottosegretario alle Politiche Agricole Forestali e Alimentari arriva Giuseppe Castiglione, coinvolto e poi prosciolto da un’accusa di associazione mafiosa e assolto da un’accusa di turbativa d’asta, e genero dell’ex senatore di Forza Italia Giuseppe Firrarello, condannato in via definitiva a due anni per corruzione e turbativa d’asta. Rocco Girlanda, sottosegretario alle Infrastrutture e Trasportivicinissimo a Denis Verdini tanto che compare nelle intercettazione della Procura di Firenze che indagava sul caso del Credito Fiorentino. Vice ministro dei Trasporti il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, indagato nell’ambito di un procedimento relativo all’inchiesta avviata sul progetto urbanistico Crescent. 
Cosimo Ferri sarà sottosegretario della Giustizia, ex leader di Magistratura Indipendente, mai indagato, ma di lui Giancarlo Innocenzi (ex Agocom) diceva come Berlusconi “aveva trovato una chiave interessante” per bloccare i talk show sui processi di Milano del Cavaliere. Vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico, già tra i saggi nominati da Napolitano, ha un processo in corso per abuso d’ufficio. Gianfranco Miccichè, vice ministro Pubblica amministrazione e Semplicazione, uomo vicinissimo a Berlusconi, considerato un vicerè della Sicilia. Carla Anna Ilaria Borletti dell’Acqua, coniugata Buitoni, ha donato 710.000 euro a Scelta Civica. Doveva entrare nel governo Monti come ministro, ma è entrata come sottosegretario in quello Letta.
C’è anche la senatrice Simona Vicari, sottosegretario allo Sviluppo Economico, che solo qualche giorno fa in una trasmissione aveva detto: “Berlusconi è l’uomo più perseguitato dalla giustizia. E non il più perseguitato della politica, dell’Italia o dell’Europa, ma dell’umanità”. Per l’onorevole Sabrina De Camillis, nessun guaio giudiziario indiretto ma soltanto indiretto con il marito il cavaliere Gaetano Venditti rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta relativa alla contabilità gonfiata dell’Istituto di musica del Molise insieme a Michele Iorio.
Walter Ferrazza, sindaco di Bocenago (Trento) da consigliere insieme a tutta la giunta comunale è stato condannato dalla Corte dei Conti per debiti fuori bilancio e al pagamento di 10mila euro; in contestazione la realizzazione di opere affidate “in totale inosservanza delle basilari norme sull’affidamento di lavori pubblici, della previa individuazione dello specifico intervento e del relativo impegno di spesa, non risultando sussistenti i requisiti richiesti dalla legge per gli interventi di somma urgenza”. Cecilia Guerra era stata al centro di una polemica per aver dato parere negativo all’accantonamento di 150 milioni per strutture di accoglienza da utilizzare per i portatori di handicap rimasti soli o senza tutele
Ai sottosegretari parlamentari ”non sarà corrisposto lo stipendio aggiuntivo”. E chisà cosa avranno pensato quelli che nella scorsa legislatura avevano votato no alla rinuncia del vitalizio (25 novrembre 2010): Sesa Amici, Sabrina De Camillis, Lapo Pistelli, Gianluca Galletti, Paolo Fadda, Gioccahino Alfano, Alberto Giorgetti, Rocco Girlanda, Jole Santelli, Gabriele Toccafondi. Gli altri invece a quella votazione non hanno risposto sì perché erano assenti o in missione.
Il consiglio dei ministri ha deciso inoltre che “gli uffici di diretta collaborazione dei viceministri saranno ridotti e uniformati a quelli dei sottosegretari, con la conseguenza che non ci sarà alcun costo aggiuntivo collegato alla suddetta nomina”.
Presidenza del Consiglio
Giovanni Legnini (Editoria e Attuazione Programma) Sesa Amici (Rapporti con il Parlamento e coordinamento attività di Governo) Sabrina De Camillis (Rapporti con il Parlamento e coord. attività Governo) Walter Ferrazza (Affari Regionali e Autonomie) Micaela Biancofiore (Pari Opportunità) Gianfranco Miccichè (Pubblica Amministrazione e Semplificazione)
Interno
Filippo Bubbico (Viceministro) Domenico Manzione, Giampiero Bocci
Affari Esteri
Lapo Pistelli (Viceministro) Bruno Archi (Viceministro) Marta Dassù (Viceministro) Mario Giro
Giustizia
Giuseppe Beretta, Cosimo Ferri
Difesa
Roberta Pinotti, Gioacchino Alfano
Economia e Finanze
Stefano Fassina (Viceministro) Luigi Casero (Viceministro) Pierpaolo Baretta, Alberto Giorgetti
Sviluppo Economico
Carlo Calenda (Viceministro) Antonio Catricalà (Viceministro) Simona Vicari, Claudio De Vincenti
Infrastrutture e Trasporti
Vincenzo De Luca (Viceministro) Erasmo De Angelis, Rocco Girlanda
Politiche Agricole Forestali e Alimentari
Maurizio Martina, Giuseppe Castiglione
Ambiente, Tutela del territorio e del mare
Marco Flavio Cirillo
Lavoro e Politiche Sociali
Cecilia Guerra (Viceministro) Jole Santelli, Carlo Dell’Aringa
Istruzione, Università e Ricerca
Gabriele Toccafondi, Marco Rossi Doria, Gianluca Galletti
Beni, Attività culturali e turismo
Simonetta Giordani, Ilaria Borletti Buitoni
Salute
Paolo Fadda
La mossa compiuta da Letta è avvenuta al termine di una estenuante giornata in cui si sono susseguiti colloqui e incontri avuti, assieme al ministro per i rapporti con il Parlamento Dario Franceschini, con il reggente del Pdl, Denis Verdini, e i capigruppo di maggioranza di Camera e Senato. Gli interlocutori, specie Verdini, hanno premuto per allargare il numero dei sottosegretari, fissato a 40 (massimo 45). Ma da almeno questo orecchio Letta non ci ha voluto sentire.