martedì 4 novembre 2014

Differenza tra DNA ed RNA.

Il DNA è costituito da un monosaccaride, il deossiribosio (C5H10O4) e dal punto di vista strutturale è formato da due catene unite tra di loro.
L’RNA invece è formato da un monosaccaride differente, il ribosio (C5H10O5), che presenta un atomo di ossigeno in più, ed è costituito da un’unica catena di nucleotidi. Inoltre i due acidi nucleici differiscono per una basa azotata: nell’RNA infatti l’uracile sostituisce la Timina, presente invece nel DNA. hanno due funzioni molto importanti e differenti strettamente correlate.


DNA - Differenza tra RNA e DNA  La struttura del DNA, da Flickr.com
Il  DNA è un acido nucleico, in particolare è detto acido desossiribonucleico che contiene tutte le informazioni genetiche necessarie per la sintesi delle proteine, molecole indispensabili per lo sviluppo degli organismi viventi e per il loro corretto funzionamento. Dal punto di vista chimico il DNA è un polimero organico, è composto cioè da una serie di monomeri denominati nucleotidi. Quest’ultimi sono formati principalmente da tre componenti: il deossiribosio, costituito da 5 atomi di carbonio (pentoso), una base azotata collegata al precedente tramite un legame N-glicosidico e un gruppo fosfato. I nucleotidi inoltre costituiti da quattro diverse basi azotate: adenina, citosina, guanina e timina. La sequenza nella quale si dispongono le basi azotate va a determinare l’informazione genetica di un individuo; inoltre ogni singola base azotata viene “accoppiata” con una base corrispondente (Adenina con Timina e Guanina con Citosina), essendo il DNA formato da 2 catene complementari adiacenti a forma di doppia elica.  Negli organismi eucarioti il DNA è contenuto in strutture chiamate cromosomi, situate all’interno del nucleo. Negli organismi privi di nucleo, come virus e batteri, esso può essere organizzato in cromosomi o meno; ad esempio nei batteri è presente un’unica molecola di DNA a doppia catena di forma circolare. In molti organismi all’interno dei cromosomi sono presenti le proteine della cromatina, che permettono di compattare e controllare la trascrizionedei geni. La replicazione del DNA è il processo molecolare attraverso il quale viene prodotta una copia identica del DNA cellulare, che avviene ogni volta che una cellula si divide, in modo da poter trasmettere l’informazione genetica alla progenie. Il doppio filamento di DNA si divide in due filamenti ben distinti e ognuno di essi funge da stampo per la sintesi di due filamenti complementari, costituiti dall’RNA. Questo meccanismo complesso richiede l’intervento di numerosi enzimi.
RNA - Differenza tra DNA e RNA
La struttura dell'RNA, da Wikipedia.it
L’RNA è l’acido ribonucleico, una molecola polinucleotidica a filamento unico; dal punto di vista chimico l’RNA è molto simile al DNA, ma ha caratteristiche differenti: contiene lo zucchero ribosio (con un gruppo -OH legato al secondo atomo di carbonio); le due coppie di basi azotate che lo compongono sono Guanina – Citosina e Adenina – Uracile. Inoltre l’RNA ha una struttura semplice a singolo filamento (a elica singola). L’RNA è presente in diverse forme, ognuna specializzata in una determinata funzione: RNA messaggero (mRNA), RNA di trascrizione (tRNA), RNA ribosomiale (rRNA). L’RNA messaggero (mRNA) è una molecola che si forma in seguito alla trascrizione del DNA, che porta il codice genetico sul sito della sintesi proteica. Le due estremità differiscono tra loro perché possa essere riconoscibile il corretto senso di lettura. L’RNA transfer (tRNA) è costituito da piccole molecole a forma di trifoglio, ciascuna delle quali porta uno specifico aminoacido. A ogni codone dell’mRNA (ovvero la sequenza di tre basi azotate, specifica per ogni aminoacido) corrisponde un anticodone del tRNA. Infine, l’RNA ribosomiale(rRNA) è il principale costituente dei ribosomi, piccoli organuli cellulari su cui avviene la sintesi proteica.

MiR-941: il mistero del gene comparso dal nulla. - Roberto Crudelini

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Ora conosciamo il gene che ha permesso all'uomo di diventare improvvisamente Sapiens. Un gene che non sembra essere il risultato di un procedimento evolutivo ma di un innesto improvviso.

Due anni fa è passata abbastanza sotto silenzio la notizia che un team di ricercatori dell'Istituto di Genetica e Medicina Molecolare dell'Università di Edimburgo, guidati dal dr. Martin Taylor, ha scoperto nel Dna umano un gene importantissimo che sarebbe legato allo sviluppo cerebrale e che avrebbe la peculiarità di appartenere solo ed esclusivamente al genere umano. L'altra particolarità di quello che potrebbe essere definito il "Santo Graal" per decifrare finalmente il mistero dell'evoluzione umana, è che questo gene, quando emerse all'improvviso più di un milione di anni fa, e per giunta in un arco di tempo incredibilmente breve, era già perfettamente operativo e discendeva da Dna non codificante. In pratica lo abbiamo semplicemente trovato inserito all'interno di quel materiale che la scienza definisce in modo un po' grezzo ma efficace "spazzatura" genetica, le cui funzioni, assolutamente ridondanti, sono a tutt'oggi avvolte dal mistero.

Ricordiamo che i filamenti del Dna, quando subiscono il procedimento di cosiddetta "trascrizione", vengono ricopiati nei corrispondenti filamenti di Rna, ovvero l'Acido Ribonucleico, un polimero organico chimicamente molto simile al Dna, che di questo, potremmo dire, ne è il fedele messaggero in quanto ha proprio la precisa funzione di trascriverne l'informazione genetica. Si dice quindi Dna non codificante ogni sequenza di Dna in un genoma non soggetta alla suddetta trascrizione in Rna e quindi apparentemente senza alcuna immediata utilità pratica.

Secondo gli studiosi scozzesi il gene miR-941 sarebbe comparso dopo la presunta divisione tra scimpanzè e uomo in un macro periodo che ipoteticamente va dai 6 milioni ad un milione di anni fa. Questo gene, dalle origini assolutamente sconosciute, avrebbe in pratica dato un'accelerazione fantastica al processo cognitivo del nostro cervello permettendogli di migliorare in modo clamoroso le sue capacità linguistiche e i propri procedimenti decisionali. In parole povere, senza questo gene noi ora saremmo ancora fermi allo stato evolutivo di ominidi o giù di lì.

Questa scoperta dalle conseguenze inimmaginabili andrebbe comunque inserita in modo corretto e congruo nel complesso percorso-labirinto della ricerca sul mistero dell'origine dell'umanità. Ora noi sappiamo che ad un certo punto, qualcuno dice 200.000 anni fa, ma le ultime ricerche tendono a far risalire l'origine a 800.000 anni più indietro, ha incominciato a vivere sulla terra l'Homo Sapiens, che ha rappresentato, rispetto ai suoi predecessori, un salto quantico quasi inconcepibile. Dalle ultime recenti ricerche sembrerebbe poi che lo stesso Homo Sapiens e il suo cugino prossimo l'Uomo di Neanderthal, non siano stati il risultato dell'evoluzione diretta dall'Homo Erectus, dall'Homo Abilise dall'Homo Rudolfensis, loro predecessori, ma un qualcosa di totalmente differente e autonomo. Va detto poi come lo stesso Homo Sapiens si sia definitivamente evoluto, in pratica abbia fatto il salto definitivo che lo avrebbe portato alla civiltà, soltanto 50.000 anni fa, nel periodo  che corrisponde grosso modo al Paleolitico Superiore, dopo che lo stesso Uomo di Neanderthal era improvvisamente scomparso dalla faccia della terra.

Oltre al gene Mir-941 un altro aspetto che ha reso possibile nell'uomo lo sviluppo quasi improvviso del linguaggio e quindi il conseguente pensiero simbolico e religioso insieme alla coscienza di sé stesso, è stato, a livello anatomico, l'abbassamento della laringe che, grazie al conseguente allungamento del tratto faringeo, ha permesso la propagazione del suono tramite le corde vocali, cosa impossibile al resto degli esseri viventi che popolano la terra. Una modificazione strutturale quasi improvvisa, forse in qualche modo derivante dallo stesso innesto del gene miR-941, che ha comportato in sé anche un grandissimo rischio: quello di farci morire soffocati, perché l'uomo adulto, proprio a causa dell'abbassamento laringeo, non può degluttire e respirare nello stesso momento così come invece riesce a fare un neonato nel quale appunto la laringe non si è ancora abbassata.

Di sicuro, comunque, ora sappiamo che qualcosa di incredibile e di clamoroso ha avuto luogo ad un certo punto della nostra storia, una modificazione genetica, un'aggiunta pescata dal "kit" che il nostro Dna aveva a disposizione nel suo "zaino" e che sembrerebbe essere il frutto di un preciso progetto piuttosto che di un casuale e prolungato processo evolutivo. Un "inserimento" non arrivato verticalmente in seguito ad un lento lavorio di trasformazione ma bensì orizzontalmente, non si sa bene ad opera di chi, che ha modificato il Dna umano a tal punto da proiettare il cervello umano verso l'autocoscienza di sé ma soprattutto verso la conoscenza di un Qualcuno a cui dobbiamo la nostra identità e forse la nostra stessa esistenza. In questo possiamo dire effettivamente che, se esiste un regno dei cieli, questo effettivamente si trova dentro noi stessi ed è quello che  forse ci fa essere a...immagine e somiglianza del nostro stesso "ideatore".  

lunedì 3 novembre 2014

Orange Fiber: è il tessuto inventato da due siciliane utilizzando gli scarti delle arance.



Arance in caduta libera – Ph. Nettapi | Public domain

Loro sono due giovani catanesi, Adriana Santanocito ed Enrica Arena, e la loro “creatura” ha un nome che evoca più sensazioni gustative che non moderne seduzioni fashion. Eppure Orange Fiber non è una bevanda per vegani bensì un nuovo tipo di tessuto ricavato dagli avanzi e dai sottoprodotti dell’industria degli agrumi. Questo prodotto è nato nell’ambito di un progetto condotto in collaborazione con il dipartimento di Chimica dei materiali del Politecnico di Milano, città in cui le due giovani ideamakers hanno condiviso un appartamento per un certo periodo. Sia chiaro che la lampadina del genio non si è accesa in cucina durante una sessione di spremitura di agrumi bensì nell’ambito degli interessi professionali di Adriana Santocito che è esperta di nuovi materiali e tecnologie per la moda; la sua vocazione a sperimentare ha quindi contagiato anche la sua amica Enrica Arena che invece ha una laurea in Cooperazione internazionale.
Numerosi sono già i consensi mietuti a livello internazionale che hanno valso alle due siciliane il Premio Gaetano Marzotto – riconoscimento riservato a nuovi imprenditori e costruttori di futuro che siano in grado di far convivere innovazione, impresa e società – e uno sbarco negli ambienti finanziari della Grande Mela. Orange Fiber si è inoltre classificata tra le migliori startup italiane ai Macchianera Italian Awards, gli oscar della Rete italiana.
Il progetto Orange Fiber non esaurisce in Italia il suo raggio d’azione ma, partito dalla Sicilia dove vengono raccolti e trasformati gli scarti di agrumi, arriva in Spagna dove viene eseguita la filatura, per poi rientrare in Italia, a Como, dove viene realizzato il tessuto, che è un mix di fibra vegetale e seta. Come ultima sorpresa Orange Fiber mostra anche un coté salutista e sostenibile perchè mira a produrre  effetti benefici sulla pelle attraverso l’inserimento nelle fibre di microcapsule contenenti oli essenziali di agrumi e vitamina C a rilascio lento.

Liberi tutti! [intermezzo]


Caso Cucchi, nessun colpevole. Nel rispetto delle tradizioni.

Gli imputati per l’omicidio di Stefano Cucchi sono stati tutti assolti. E poi dicono che lo Stato non protegge.

Il verdetto di primo grado è stato ribaltato. E non vi dico lui nella tomba.

(La sentenza di primo grado è stata stravolta a tal punto che Stefano Cucchi ora è indagato per diffamazione)

Per la morte di Stefano Cucchi nessuno andrà in carcere. Sembra sia pericoloso.


[clicca sulle immagini per ingrandirle]

Tutti gli imputati sono stati assolti in appello. Per vederli beatificati dovremo attendere la Cassazione.

Né gli agenti né i medici sono stati giudicati colpevoli della morte di Stefano Cucchi. Provato col dietologo?

(Cucchi sarebbe morto per denutrizione. Come in un paese del terzo mondo)

I genitori di Cucchi: “Lo hanno ucciso di nuovo”. Tanto hanno visto che si può.

Ora si attendono le motivazioni della sentenza. Scherzo dai, non ce ne frega un cazzo.

(Per commentare la sentenza sarebbe opportuno ascoltare le motivazioni. Ma a Zelig manca una settimana)

Si riaccendono le polemiche per la foto in cui uno degli imputati mostra il dito medio. Di Cucchi.


Il cardine della sentenza Cucchi è l’insufficienza di prove. A ucciderlo fu l’improvvisazione.

Gli imputati: “Non auguriamo a nessuno di subire quello che abbiamo subito noi”. È tremendo sapere di essere stati assolti ingiustamente.

”La nostra unica colpa è quella di essere stati in servizio quel giorno”. Non avrei saputo dirlo meglio.

Giovanardi applaude la sentenza. Cosa vi aspettavate da una frase che inizia con “Giovanardi”?

Secondo Giovanardi “Cucchi doveva essere alimentato coattivamente”. Figurati se c’era una soluzione non violenta.

Ignazio Marino propone di intitolare una piazza a Stefano Cucchi. Sarebbe perfetta per farci manifestare i lavoratori.

Il comune di Roma intitolerà una strada a Cucchi. Così nessuno si lamenta delle buche.



Il sindacato di polizia: “Cucchi è morto in conseguenza di una vita dissoluta”. Consideriamolo un monito per Morgan.

Secondo il segretario Tonelli, Cucchi è morto a causa del suo stile di vita. Fosse stato sano sarebbe sopravvissuto al pestaggio.

“Se uno conduce una vita dissoluta ne paga le conseguenze”. A differenza di chi gliela toglie.

La sorella di Stefano Cucchi: “È il fallimento di uno Stato”. Nonostante tutto è riuscita a trovarci il lato positivo.

Michele Boldrin: “Giustizia di merda in un paese di merda”. Ora rischia una querela da parte della merda.

“Non si può accettare che lo Stato sia incapace di trovare i colpevoli”. Il problema non è mica trovarli.

Ilaria Cucchi: “Per fermarmi dovranno uccidermi”. Eh, ma così non si finisce più.

Intorno ai parenti di Stefano Cucchi si stringono i Sandri, gli Aldrovandi e gli Uva. Io al posto loro mi sparpaglierei.

La famiglia Cucchi: “Meritiamo giustizia”. Occhio, potrebbe far male.



* * *

Autori: sofino, batduccio, george clone, dan11, miguel mosè, luce so fusa, masss, xanax, misterdonnie, sosco, semola, goemon ishikawa, paniruro, lowerome, doctorc, pirata21 e pollo.

http://www.spinoza.it/2014/11/01/liberi-tutti-intermezzo/

La mappa del tesoro di Silvio: scoperti un miliardo e 277 mln. - Paolo Biondani

La mappa del tesoro di Silvio: scoperti un miliardo e 277 mln


E' il primato di Berlusconi rivelato in un libro inchiesta che ripercorre vent'anni di indagini sull'ex Cavaliere tra Milano, Bermuda, Bahamas, Stati Uniti, Svizzera, Hong Kong e San Marino.


MILANO - In Italia c'è abbondanza di evasori. Ma anche in questo campo Silvio Berlusconi non ha rivali. Dopo la condanna definitiva per frode fiscale, consacrata il primo agosto 2013 dalla Cassazione, ora è possibile fare un primo bilancio completo e documentato sui fondi neri scoperti in vent'anni d'indagini sul proprietario della Fininvest. Il conto finale è da primato: almeno un miliardo e 277 milioni di euro. Per guadagnare la stessa cifra un maresciallo della squadra anti-evasione della procura di Milano, che ha uno stipendio di 2 mila euro al mese se fa gli straordinari, dovrebbe lavorare per 53 mila e 208 anni.

Il forziere delle tangenti. 

Nel video-messaggio del 18 settembre Berlusconi si è proclamato "assolutamente innocente" e ha accusato la magistratura di averlo colpito con "una sentenza mostruosa e politica". La riprova del complotto sarebbe la presunta esiguità dell'evasione per cui è stato condannato: 7 milioni e 300 mila euro, nulla per un miliardario come lui. In realtà quella frode è l'unico pezzo di processo che è riuscito a sopravvivere alla legge ex Cirielli, approvata nel 2005 dai suoi parlamentari, che ha dimezzato i termini di prescrizione dei reati. Ma in tutti i gradi di giudizio le sentenze definiscono "colossale" la massa di denaro nero che si è riversata 
sulle società offshore gestite dal gruppo Fininvest e risultate "di proprietà personale di Berlusconi".

L'accusa ha dimostrato che i prezzi dichiarati al fisco per i film americani comprati da Fininvest e Mediaset venivano costantemente gonfiati, per portare soldi all'estero. La condanna definitiva quantifica in 368 milioni e 510 mila dollari il totale dei fondi neri creati, con i contratti truccati, nel solo quinquennio esaminato nel processo, che va dal 1994 al 1998. Di questa "sistematica frode fiscale", spiegano i giudici, Berlusconi è stato "l'ideatore, l'organizzatore e il beneficiario finale": i soldi finivano su conti offshore gestiti dai suoi tesorieri personali. E le stesse sentenze precisano che questa è solo una parte di un enorme patrimonio segreto accumulato "fin dagli Ottanta". 

Le offshore per i figli.

Ora un libro-inchiesta di Paolo Biondani e Carlo Porcedda ("Il Cavaliere Nero", edito da Chiarelettere) ricostruisce come si è formato e in quali paradisi fiscali è stato nascosto l'intero tesoro nero di Silvio Berlusconi, pubblicando per la prima volta i documenti originali che comprovano le accuse.

Il processo Mediaset è nato da una costola delle indagini di Tangentopoli, che già negli anni Novanta avevano portato alla scoperta delle prime 64 società offshore del gruppo Fininvest, attive tra il 1989 e il 1994-95. La tesoreria centrale si chiamava All Iberian: un sistema di conti esteri "non ufficiali" che ha finanziato "operazioni riservate" per un totale di 1.550 miliardi di lire (775 milioni di euro). Un fiume di denaro nero utilizzato, tra l'altro, per pagare tangenti a politici come Bettino Craxi e per corrompere il giudice civile romano che ha regalato il gruppo Mondadori alla Fininvest. Per questo primo tesoro offshore il Cavaliere aveva ottenuto l'impunità, dopo le elezioni del 2001, grazie alla contestatissima legge che ha trasformato quel gigantesco falso in bilancio in una semplice contravvenzione a prescrizione ultra-rapida: le sentenze definitive però spiegano che Berlusconi "non può certo dirsi innocente".

Il processo Mediaset, quello che ha portato alla condanna finale, è partito dalla scoperta dei depistaggi organizzati per fermare Mani Pulite: documenti sottratti alle perquisizioni, conti svuotati per far sparire i soldi, fino alla corruzione del testimone chiave, l'avvocato inglese David Mills. L'obiettivo di tante manovre di "inquinamento probatorio", come le ha definite il pm Fabio De Pasquale, era nascondere le offshore personali di Berlusconi, tra cui spiccano le società Century One e Universal One: due forzieri esentasse con almeno 252 milioni di dollari. Le carte fatte sparire nel 1996, e ritrovate solo nel 2003-2004, riguardano anche la società Bridgestone, intestataria di uno yacht e di una villa da 12 milioni di dollari alle Bermuda: un regalo offshore di papà Silvio alla figlia Marina Berlusconi. Il Cavaliere, inoltre, controlla personalmente un sistema di conti alle Bahamas, che hanno ricevuto almeno 26 milioni di dollari fino al 1998, attraverso un grossista di carni di Montecarlo, trasformato in improbabile venditore di film. 

Non bastasse, c'è il nero italiano. Nella sentenza definitiva del processo per le tangenti alla Guardia di finanza, chiuso nel 2001, si legge che la Fininvest aveva notevolissime "disponibilità extra-bilancio" già negli anni Ottanta: almeno 65 milioni di euro. Un patrimonio nero così quantificato dagli stessi giudici della Cassazione che in quel caso avevano assolto il Cavaliere, spiegando che i manager della Fininvest avevano davvero corrotto 12 finanzieri tra cui un generale, ma lui poteva non saperlo.

Un altro tesoro nascosto è invece attualissimo. Nel processo Mediaset il ruolo di primattore spetta a Frank Agrama, imprenditore del cinema con base a Los Angeles, condannato a tre anni. La sentenza definitiva lo bolla come un "intermediario fittizio", che incassava il nero e lo spartiva segretamente con Berlusconi. Nel solo quinquennio 1994-98, le tv del Cavaliere hanno speso 200 milioni di dollari per acquistare film della Paramount attraverso quel fortunatissimo mediatore americano. Ma al colosso di Hollywood è arrivato soltanto un dollaro su tre. Ben 55 milioni li ha trattenuti Agrama "senza svolgere alcuna attività". E altri 80 milioni di dollari sono rispuntati sui conti delle solite offshore personali di Berlusconi.

Di tutti questi fondi neri, nessuna autorità italiana è mai riuscita a sequestrare un solo centesimo. La sentenza Mediaset ha condannato Berlusconi, per effetto della ex Cirielli, a risarcire solo 10 milioni di euro. Meno di un trentaseiesimo dei profitti accumulati con la frode fiscale di cui è stato riconosciuto colpevole.

(23 novembre 2013)

domenica 2 novembre 2014

Mantide orchidea.



Nome scientifico: Hymenopus coronatus

Ordine: Mantoidei

Famiglia: Hymenopodidae

Il gruppo delle mantidi è molto antico, quando sulla Terra apparvero i primi uomini, questi insetti esistevano già da circa 30 milioni di anni! La colorazione vivace, anche nelle tonalità del rosa e del verde brillante, ed i disegni lungo il corpo, permettono a queste specie di mimetizzarsi perfettamente con i fiori sui quali si posano, in attesa della preda. Le ali anteriori possono avere striature o disegni a spirale, oppure vistose macchie circolari simili ad occhi. Nelle femmine le ali sono generalmente di ridotte dimensioni. Il ciclo biologico inizia con la deposizione delle uova in una ovoteca ben ancorata alla vegetazione. Le giovani ninfe iniziano a cacciare le prede non appena la loro cuticola si è indurita. La mantide orchidea abita le foreste tropicali di tutto il mondo eccetto l'Australia. Le espansioni fogliari simili a petali sulle tibie e la vivace colorazione fanno sì che la mantide assomigli moltissimo alle orchidee in cui si nasconde. Questa somiglianza le garantisce una mimetizzazione perfetta: i predatori come uccelli e lucertole la scambiano per un'orchidea. Immobile la mantide attende che una vittima si avvicini. L'unico suo movimento è un lento dondolio che la fa rassomigliare ad un delicato fiore che ondeggia per la brezza. Ignari del pericolo piccoli insetti si posano sul fiore per cibarsi del dolce nettare; quando uno di essi raggiunge la portata delle potenti zampe raptatorie della mantide, scatta l'attaco e il piccolo insetto non può nulla contro la forza imponente delle zampe armate di spine acuminate. 

http://www.insetti.org/curiosita/mantide-orchidea.php

sabato 1 novembre 2014

Zuppa di Cipolle Bianche. Francesco De Agazio



Ingredienti per 4 persone.

- 5 cipolle bianche
- 1 litro e mezzo di brodo vegetale
- 3 cucchiai di farina
- olio extravergine di oliva
- sale
- pepe
- crostini di pane o pane raffermo


Preparazione


Per prima cosa bisogna sbucciare le cipolle e tagliarle a fette abbastanza sottili, di circa un centimetro. 
Mettere in una pentola due cucchiai di olio extravergine di oliva e subito dopo aggiungere tutte le cipolle a soffriggere nella pentola per circa dieci minuti. Aggiungere a questo punto due pizzichi di sale e una spolverata di pepe e mescolare bene. 
Aspettare che le cipolle perdano un po' della loro acqua e diventino morbide. In caso vi sembrino ancora dure potete lasciare le cipolle fino a venti minuti, stando attenti che non si attacchino al fondo della pentola.
Una volta che le cipolle sono abbastanza appassite potete aggiungere il brodo vegetale caldo. Fatelo arrivare al bollore prima di aggiungerlo alle cipolle, altrimenti interrompete la cottura della zuppa e il risultato non sarà soddisfacente.
Mescolare bene il brodo alle cipolle e lasciare cuocere per 45 minuti a fuoco molto basso, mescolando di tanto in tanto e prestando sempre attenzione che la zuppa non diventi troppo asciutta. Non vi preoccupate del contrario perché passato il tempo di cottura necessario dovete aggiungere la farina alla zuppa, in modo che diventi cremosa al punto giusto. La dose media consigliata è di tre cucchiai di farina, setacciati con l'aiuto di un colino, ma controllate sempre che la zuppa non risulti troppo densa o troppo liquida. 
Quando aggiungete la farina ricordatevi di mescolare energicamente in modo da non creare fastidiosi grumi nella zuppa. 
La cipolla generalmente si sfalda e aiuta la zuppa a essere cremosa. In caso però i pezzi di cipolla non fossero di vostro gradimento potete passare il composto con un frullatore ad immersione.
A questo punto si può scegliere se gustare la zuppa direttamente così, con l'aggiunta di crostini di pane tuffati nel piatto oppure scegliere la variante della zuppa che conclude la sua cottura in forno. In questo caso dovete possedere delle cocotte di ceramica, dove adagerete sul fondo delle fette di pane raffermo. 
Sopra dovete versare la zuppa ancora calda e spolverare la superficie con un po' di pangrattato. Mettere in forno preriscaldato per venti minuti, a 180 gradi e lasciare per gli ultimi 5 minuti la funzione grill accesa. 
In questo modo sulla superficie della zuppa si formerà un crosticina molto appetitosa.
Servire con un filo d'olio extravergine a crudo e gustare ancora calda.


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