giovedì 12 marzo 2015

Le teste Moai dell’isola di Pasqua hanno un corpo. - Matteo Rubboli

Le teste Moai dell'isola di Pasqua hanno un corpo 5
Lo sapevate che le teste di pietra giganti dell’isola di Pasqua hanno un corpo? Non si conosce la ragione precisa per cui i mastodontici corpi siano stati interrati, potrebbero esser stati sepolti di proposito, oppure potrebbero esser stati interrati dal tempo. In effetti, perché realizzare una statua per poi interrarla? Le figure, Moai il loro nome scientifico, sono state realizzate fra il 1250ed il 1500 dal popolo Rapa Nui. gli esemplari più grandi pesano sino a 75 tonnellate, e venivano tutti realizzati nella cava di tufo del vulcano Rano Raraku, per poi essere trasportate sino alla costa in un modo ancora oggi sconosciuto. Tradizione locale narra che i Moai camminassero da soli sino alla riva, ma nel 1955 fu dimostrato come, con corde e tronchi, qualche decina di uomini fossero in grado di spostarne una in pochi giorni.
Si ipotizza che le statue avessero un significato benaugurante, e sono quindi rivolte al mare per favorire la pesca. Le più piccole invece si stima potessero avere una valenza raffigurativa di personalità dell’isola, mentre invece è improbabile un significato religioso. Sino a poco tempo fa comunque, non si era a conoscenza del corpo interrato. Per saperne di più, visita il sito ufficiale dell’università che sta eseguendo gli scavi per portare alla luce queste magnifiche realizzazioni dal fascino immutabile del mistero.
Le teste Moai dell'isola di Pasqua hanno un corpo 2
Le teste Moai dell'isola di Pasqua hanno un corpo 3
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mercoledì 11 marzo 2015

Ulivo millenario - La regina.



L’albero d’Ulivo denominato ”La Regina” e’ un’imponente pianta ultramillenaria, della varieta’ autoctona ”Ogliarola Leccese”. Ha un’eta’ stimata di oltre 1.400 anni e misura una circonferenza alla base di circa 14 metri. E’ posizionata in agro di Vernole/Lecce (Puglia), individuabile su Google Maps attraverso le coordinate: 40.33.17.80N – 18.26.85.90E.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10203924761748196&set=a.10202107718963262.1073741826.1496380403&type=1&theater

Chi ci manda Tsipras a parlare con i tedeschi e con la Bce? Ecco il ritratto dell’uomo più importante d’Europa. - Sergio Di Cori Modigliani




Che cosa ne dite di questo signore?
La sua faccia vi ispira?
Secondo voi è pulito, schietto, sincero e ce la farà?
Oppure è semplicemente la maschera di un’eterna finzione che finirà per deludere tutti?
Innanzitutto, il suo nome: si chiama Yani Varoufakis.
Il Wall Street Journal lo ha definito “il falco del radicalismo di sinistra in Europa”.
Ma non è un giornalista o qualcuno in cerca di visibilità televisiva.
Dal 26 Gennaio 2015, costui è il nuovo Ministro delle Finanze della Grecia.
Il suo “protettore”, maestro, (nonché capo ufficio) è lo statunitense James Kenneth Galbraith, un economista e pensatore americano che rappresenta l’indomito spirito antagonista dei liberals d’oltreoceano. Galbraith lo ha voluto a tutti i costi nella università di cui lui è preside, la prestigiosa University of Texas, ad Austin, dopo averlo scoperto come assistente alla cattedra di macroeconomia presso l’Istituto di Studi di Alta Economia a Canberra, Australia.
Varoufakis ha due lauree, una in scienze dell’economia, l’altra in matematica. E’ specializzato nella “teoria dei giochi” ed è un esperto di “simulazione di costruzione di realtà virtuali di composizione e decomposizione della scena finanziaria”.
E’ l’incubo della finanza speculativa internazionale, non tanto per il fatto che avesse potere, non ne aveva nessuno dato che era soltanto l’allievo prediletto di James Galbraith, quanto piuttosto per il fatto che è considerato il più grande esperto tecnico al mondo sui sofisticati giochetti speculativi dell’architettura finanziaria.
Fino a ieri, lo conoscevamo in pochi e il suo potere -tranne che all’interno dei circuiti progressisti statunitensi- era equivalente a zero.
Non è più così.
Da oggi è il Ministro delle Finanze della Grecia.
Da ieri è diventato per la troika, la Bce, la Merkel e Juncker, l’uomo più temibile in assoluto.
Si racconta che il magnate proprietario di Sky, di centinaia di tabloid, e della Fox news, Rupert Murdoch, quattro mesi fa aveva inviato (firmata di suo pugno) una informativa -probabilmente un ordine dall’alto - a tutti gli impiegati della cupola mediatica che fanno parte del suo impero, spiegando che per nessun motivo doveva essere né intervistato, né citato, pena il licenziamento in tronco del giornalista che avesse osato dargli spazio.
Apparso tre settimane fa sulla BBC, aveva dichiarato che “l’Europa non esiste più, è stata sequestrata da una cricca di criminali assetati del sangue pulsante dei cittadini, i quali vogliono dettar legge truccando i conti, alterando i bilanci, distruggendo i diritti civili, approfittando del fatto che nel loro quartiere generale persone davvero molto in gamba, e altamente competenti nel campo dell’alta tecnologia finanziaria, sono in grado di operare seguendo lo schema di un gioco perverso e diabolico che finirà per distruggerci tutti, riportandoci nel buio del medioevo. Datemi la possibilità di sedermi al loro tavolo e spezzo loro la spina dorsale”.
E’ uno che parla così.
Questo è l’uomo che venerdì mattina, 28 Gennaio, alle ore 12, incontrerà nel suo ufficio di Atene gli emissari della Bce, del Fondo Monetario Internazionale, della Commissione Europea, oltre al braccio destro del ministro dell’economia tedesco.
Per averlo lì, Alexis Tsipras ha compiuto un’azione di grande azzardo, da tutti considerata geniale quanto pericolosa. Si è alleato con la destra alla quale ha dato il ministero degli interni e il ministero della difesa affidando loro l’incarico di gestire il disagio sociale, pretendendo in cambio (e ottenendo) carta bianca per Varoufakis.
“Distruggeremo le basi sulle quali hanno distrutto l’Europa, decennio dopo decennio, costruendo un sistema che succhia l’energia e il potere economico da ogni altro membro della società…l’Europa, nelle loro mani, è diventato un riformatore vittoriano, perché questo è il loro progetto: far regredire i popoli e costituire una neo-aristocrazia imperiale di tipo dittatoriale, una vera e propria monarchia assoluta”.
Così si concludeva la sua intervista alla BBC.
Non ha nessuna intenzione di uscire dall’euro e ha ufficialmente dichiarato (poche ore fa) che Mario Draghi può dormire sonni tranquilli a condizione che sia disposto e disponibile a svegliarsi prima che sia troppo tardi; “io sono a disposizione, e posso dire che come Ministro delle Finanze, pienamente appoggiato e delegato dal capo del governo, non andrò alla riunione dell’Eurogruppo cercando una soluzione che sia buona solo per il contribuente greco e cattiva per quello slovacco, irlandese, tedesco, francese, italiano. 
Il divide et impera è finito”.
In Italia, il Sole24ore, a nome della Confindustria, ha pubblicato oggi un articolo su di lui (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-01-27/alle-finanze-falco-varoufakis-economista-accidentale-103043.shtml?uuid=ABFDzdkC) che intitola “Chi è il falco Yani Varoufakis”, in cui leggo tra le righe il timore reverenziale per una personalità con la quale non sarà facile trattare, tanto meno sarà possibile abbindolarlo.
In America, un entusiasta Galbraith, nel commentare l’avvenuta nomina al dicastero delle finanze del suo allievo e adorato pupillo, ha detto “è una grandiosa vittoria per le speranze, le ambizioni e i progetti di ogni progressista europeo che voglia combattere”.
E’ l’osso più duro disponibile sul mercato in Europa.
Staremo a vedere che cosa combina, come se la cava, che cosa ottiene.
E’ presto per dirlo.
Ma mi sembra davvero una ottima notizia per tutti noi europei che a fronteggiare i mastini della guerra e i fondamentalisti finanziari ci vada qualcuno che ha la giusta competenza tecnica e il suo merito se l’è conquistato sul campo.
Non è davvero poco, di questi tempi.
Buona fortuna e che il Signore lo assista.

Moloch horridus - Diavolo spinoso





Scheda Rettili – Ordine Lucertole
Nome: Moloch
Famiglia: Agamidae
Specie: Moloch horridus
Status: Raro
Lunghezza: 15-18 cm.


Descrizione: Il Moloch, una delle lucertole più strane dell’Australia, ha un corpo tozzo e appiattito coperto da grandi spine che gli dà l’aspetto di un cactus. La coppia di spine più grandi è posizionata direttamente sopra gli occhi e una curiosa protuberanza spinosa è presente dietro al collo. Il Maloch è rosso scuro-marrone, con strisce longitudinali irregolari marroni chiare lungo la testa ed il corpo.


Distribuzione: Australia occidentale e centrale. Nel deserto.
Riproduzione: Depone 3-10 uova.
Specie Simili: Rospo cornuto americano.


http://www.animalitaly.it/content/view/1253/9/

Formica del miele. - Giorgio Malferrari





Le formiche da miele che quì descriverò vivono sugli altipiani del Messico, del Texas e del sud degli Stati Uniti d'America.

Appartengono al genere MYRMECOCYSTUS. 

Esse fabbricano, sempre in posizione elevata, dei formicai in forma di cumuli, mediante piccoli sassolini, con un'entrata verticale alla sommità. Il canale d'entrata, di pochi centimetri, mette in comunicazione una galleria orizzontale con molte altre ramificazioni, per un'estensione di circa due metri, che conducono a parecchie camere. 
I formicai contengono, oltre la regina madre, le femmine vergini e le operaie, oltre una quarta categoria d'individui la cui missione sembra essere quella di servire da serbatoi di miele per la comunità. La regina è sempre circondata da una trentina di "guardie" che la spazzolano, la nutrono e l'aiutano mentre depone le uova.
Le formiche "otri" si riempiono di miele fino a gonfiare il loro addome come un grosso "pisello" poi si attaccano alle pareti del soffitto delle loro camerette con le mandibole, rimanendo così sospese per non intralciare il traffico lungo le gallerie, la quantità di miele che contengono le fà pesare fino ad otto volte il loro peso normale.


Se per disgrazia una di queste formiche dovesse cadere al suolo, l'effetto sarebbe disastroso, si spaccherebbe come una bottiglia di vetro, e subito entrerebbe in funzione il servizio di sicurezza del formicaio che velocemente sostituirebbe con una nuova formica quella caduta, col compito di raccogliere il miele e sostituirla, mentre altre porteranno il cadavere fuori dal nido. Lo strano è che solo le formiche di questo tipo possono svolgere questo compito mentre le operaie comuni non sanno fare nulla in questi casi, pensate che esse vengono letteralmente abbandonate anche in caso di catastrofi, di attacchi da parte di nemici, ecc. 

Il miele di queste formiche è come quello delle api, di origine vegetale.
Al calare della notte le operaie partono alla ricerca di una forma di    
"Galle" che una vespina produce pungendo le foglie delle quercie nodulate.
La vespina si chiama CYNIS QUERCUS MELLARIA. 


Una volta trovate queste GALLE con le mandibole ne raschiano l'epidermide, dalle ferite provocate subito comincerà a sgorgare un liquido mellifico che loro s'appresteranno a portare alle formiche otri. Il và e vieni durerà tutta la notte. Nelle stagioni di carestia le formiche di tutto il formicaio attingeranno da questa riserva le sostanze di cui abbisognano e grazie a questi otri viventi il formicaio non correrà mai seri pericoli. Hanno un nemico piccolissimo, un acaro che si sviluppa nei loro formicai a tal punto a volte, da farne morire tutta la popolazione. Sebbene le formiche sappiano rendersi reciproci servizi di toelette, non sanno liberarsi da tali insidiosi parassiti, specialmente intorno alla bocca o fra le antenne. Un altro nemico, questa volta molto più grosso, lo trovano, negli indios del Messico che fanno ricerca dei loro nidi e si deliziano di queste formiche, di cui grazie al miele che contengono, sono enormemente golosi.

Dopo averle fatte saltare in padella, in modo da dare al miele la possibiltè di croccantarle le mescolano con una ricotta di pecora e le mangiano con le "Tortyllas", preferendole di gran lunga a noccioline, croccante, torrone o pop-corn.


http://www.kultunderground.org/art/12252

Decolla l'aereo a energia solare, farà giro del mondo.



Il Solar Impulse è partito da Abu Dhabi con l’obiettivo di circumnavigare il globo in cinque mesi e in 12 tappe. A bordo due piloti-pionieri svizzeri che si alterneranno alla guida per 5.000 chilometri. L’aereo è frutto di 12 anni di ricerca.




Solar Impulse 2: fare il giro del mondo con un aereo al sole. - 


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Si è partiti lunedì 9 Marzo: volo da Abu Dhabi sopra il golfo dell’Oman con destinazione Muscat. Prima tappa, 13 ore. Tutto bene. Oggi si parte per l’India, volo su Ahmedabad passando per il mar Arabico. Si prevede che il giro del mondo venga completato per luglio.
Solar Impulse 2 è composto di 17,000 celle solari ed è fatto con fibre di carbonio e di un materiale speciale misto fra polimeri e carta. Il tutto viene alimentato da batterie al litio. L’aviazione al sole è già in sperimentazione da vari anni ed un primo prototipo, ilSolar Impulse 1, ha già attraversato gli Usa nel 2012. Ma il giro del mondo è molto più complesso e ha portato alla costruzione di un nuovo modello, più grande e sofisticato. Il Solar Impulse 2 è all’avanguardia non solo per il concetto, ma anche per il design: ha una apertura alare più grande di un “Jumbo Jet” Boeing 747 e pesa molto di meno: 2 tonnellate contro 150.
Il pezzo più difficile sarà il volo sul Pacifico: si prevedono cinque giorni e cinque notti di volo. Non sarà facile: l’aereo è piccolo, gli spazi angusti, non si dormirà molto.  Ma se il tutto verrà completato sarà la prima volta in assoluto che si riesce a fare il giro del mondo su un aereo al sole.
I piloti sono Andre Borschbeg e Bertrand Piccard, uomini d’affari ed avventurieri svizzeri con il pallino delle rinnovabili. Mentre loro voleranno, l’aereo sarà controllato da una stazione a terra nel principato di Monaco. Il volo si può seguire su internet. La loro idea è di fermarsi in vari angoli del pianeta durante questi cinque mesi per testimoniare che “yes we can” e che la transizione verso energia diversa da quella fossile è possibile, se lo si vuole.
Cosa diranno i due di tappa in tappa? Che il mondo ed il sole vanno a avanti e non ci sono petrolieri che tengono.
Che si è partiti con forti sussidi governativi che hanno attratto investimenti e innovazione che hanno fatto crescere l’energia solare in modo spettacolare.  Diranno che secondo l’Eia, Energy Information Administration, il sole sarà la fonte primaria di energia nel mondo intero a partire dal 2050. Che il costo dei pannelli fotovoltaici è calato del 70% negli scorsi anni e ci si aspettano ulteriori abbassamenti dei prezzi, man mano che la produzione e la richiesta aumentano. La Deutsche Bank addirittura conferma che se i prezzi del petrolio restano cosi bassi, entro il 2020 l’energia elettrica da solare costerà meno di quella prodotta dal gas. Negli Usa i posti di lavoro da solare sono già di più quelli dell’industria del carbone.
Sono sicura che gli amici petrolieri avranno un sacco di distinguo da aggiungere: anche se ci riescono non si può fare su grande scala, è un esercizio di due ricchi che non hanno niente da fare, il petrolio ci serve ancora. Sarà. Per me, l’avventura di Piccard e Broschbeg è un bellissimo segnale di speranza per il futuro e di ciò che l’uomo, e il suo ingegno, e il suo volere, possono fare, se lo vogliamo.
Non siamo condannati a fare buchi sottoterra. Il sole è lassù.

Riconfermata l’esistenza del pianeta che potrebbe ospitare la vita.



Esiste, non esiste e infine sì: Gliese 581d, l'esopianeta che potrebbe avere le caratteristiche idonee ad ospitare la vita, non è un'invenzione di alcuni astronomi.

Potrebbe sembrare strano che la comunità scientifica possa dividersi sull'esistenza o meno di un pianeta, le cui dimensioni si può immaginare non passino inosservate. Eppure, alla distanza di oltre 20 anni luce anche l'esistenza di un corpo celeste può essere messa in dubbio. Da tempo Gliese 581d, un esopianeta a 20,5 anni luce da noi nella costellazione della Bilancia, fa discutere gli studiosi, di cui una parte ne ha dapprima annunciato l'esistenza, qualificandolo peraltro come pianeta che potenzialmente potrebbe ospitare forme di vita extraterrestre, salvo poi vedersi negare i risultati da un'altra parte della comunità scientifica.

La scoperta di Gliese 581d risale al 2007 e già dal 2009, collocandosi l'esopianeta nella zona di zona Goldilocks, venne individuato come luogo potenzialmente adatto ad ospitare la vita. L'esistenza di questo pianeta e le sue caratteristiche sono state definite nel tempo grazie alla rilevazione dell'attività magnetica proveniente da quella parte dello Spazio. Nel 2014 i ricercatori delle Università della Pennsylvania e di Austin, nel Texas, stroncarono lo studio che aveva affermato l'esistenza dell'esopianeta, spiegando che la stella intorno a cui gravita il pianeta (la nana rossa Gliese 581) emette sostanzialmente lo stesso segnale imputato a Gliese 581d. "Il rumore delle armoniche della rotazione della stella - disse Suvrath Mahadevan, uno degli autori dello studio - appartengono alla stessa gamma di quelle della sua zona abitabile. Questo aumenta il rischio di rilevazioni di pianeti inesistenti”.

E' arrivata in questi giorni la smentita della smentita. Sono i ricercatori delle Queen Mary University di Londra e dell’Università di Hertfordshire a sostenere, dalle pagine di Science, l'esistenza dell'esopianeta. Il metodo utilizzato dagli statunitensi per negare l'esistenza di 581d è discutibile, affermano i ricercatori degli istituti britannici. Guillem Anglada-Escudé, principale autore dello studio, riconosce implicitamente che ad una distanza di 20,5 anni luce non esistono certezze, ma allo stesso tempo se si vuole ammettere, come fanno gli statunitensi, che le prove a sostegno dell'esistenza di Gliese 581d sono insufficienti, allora "dovremmo mettere mano a tutta una serie di osservazioni effettuate e che riguardano pianeti di dimensione persino inferiore. Dobbiamo essere cauti nel formulare le nostre ipotesi e certo il paper di Science Express conteneva affermazioni troppo forti". Di certo, prosegue Anglada-Escudé, "l’esistenza o meno di GJ 581d rappresenta un nodo cruciale per l’astrofisica. Gliese 581d è stato il primo pianeta simile alla Terra ad essere scoperto nella zona Goldilocks, e rappresenta ormai un case study di riferimento per la tecnica Doppler".

http://scienze.fanpage.it/riconfermata-l-esistenza-del-pianeta-che-potrebbe-ospitare-la-vita/