lunedì 22 giugno 2015

Case abusive a Mondello, indagato anche l'ex capo dell'Edilizia privata. - Sara Scarafia

Case abusive a Mondello, indagato anche l'ex capo dell'Edilizia privata
Una foto simbolica del reparto anti abusivismo della polizia municipale

Sono tre i dipendenti del Comune nel mirino della procura. Daniela Rimedio sino a 2010 era la dirigente dell'ufficio.

Non solo due funzionari: nell'indagine sull'abusivismo (leggi l'articolo) che ha scosso Palazzo delle Aquile è coinvolta anche una dirigente. Si tratta di Daniela Rimedio, attualmente allo Sport, che tra il 2007 e il 2010 sedeva invece a capo del settore Edilizia Privata. L'indagine riguarda una lottizzazione in via Miseno, a Mondello: nei giorni scorsi il giudice per l'udienza preliminare Daniela Cardamone ha respinto la richiesta di archiviazione per prescrizione e ha imposto al pubblico ministero Daniele Paci ulteriori indagini su 18 persone che, in concorso, potrebbero aver commesso i reati di lottizzazione abusiva e violazione della normativa in materia paesaggistica.

Sotto inchiesta sono finiti due uomini di punta degli uffici tecnici del Comune: si tratta degli architetti Mario Li Castri  -  numero due del vice sindaco Emilio Arcuri  -  e di Giuseppe Monteleone, funzionario all'Edilizia privata. Abitano entrambi in via Miseno: le indagini dovranno accertare se le case che hanno acquistato in fase di realizzazione dal proprietario del terreno, anche lui indagato, sono state costruite in violazione delle norme a tutela delle zone vincolate come quella di Mondello. Secondo il gip per realizzarlo si sarebbe dovuta seguire la procedura del piano particolareggiato: un iter complesso a tutela delle zone con vincoli paesaggistici che prevede pure un passaggio obbligato in Consiglio comunale. E invece sarebbe stata scelta la via più breve, il cosiddetto piano planovolumetrico. 

La Rimedio, ex dirigente dell'Edilizia privata finisce sotto indagine perché l'ufficio da lei guidato avrebbe portato avanti una attività di "natura quantomeno negligente" rilasciando la concessione. La Rimedio si difende: "Non ricordo nemmeno quale sia la pratica  -  dice  -  il dirigente non fa l'istruttoria ma rilascia la concessione alla fine se ci sono tutti i pareri". 

Li Castri, nei giorni scorsi, aveva invece sottolineato la figura di "acquirente in buona fede". I proprietari delle villette insomma avrebbero comprato case in costruzione ignorando l'iter seguito precedentemente per la lottizzazione. Ma nel verbale la polizia giudiziaria segnala la realizzazioni in diverse abitazioni pure di opere che non sarebbero state oggetto di concessione  -  piscine e verande  -  e solleva dubbi sulla natura della compravendita: risulterebbe che i singoli acquirenti abbiano acquistato soltanto "i terreni liberi" e non gli immobili.

L'indagine è arrivata in un momento delicatissimo per l'amministrazione comunale che entro fine mese dovrà scegliere i nuovi dirigenti a termine: Monteleone e Li Castri  -  architetti ritenuti di grande esperienza  -  sono in pole position per la guida dei settori tecnici più importanti, dal Centro storico all'Urbanistica. Il bando pubblicato dal Comune per la ricognizione scade il 28 gennaio.


http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/01/23/news/case_abusive_a_mondello_indagato_anche_l_ex_capo_dell_edilizia_privata-105553583/ 

sabato 20 giugno 2015

Un nesso tra antimateria e spiritualità? - Emiliano Soldani


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Con la scoperta dell'antimateria, è iniziata la "rivoluzione della fisica", che porterà ad osservare fenomeni completamente nuovi. L'antimateria ci permette ad esempio di ricevere informazioni dal futuro, che attiveranno il DNA nelle sue potenzialità di espressione animica.

Lo scorso aprile, il laboratorio di ricerca svizzero CERN ha rilasciato una dichiarazione di risonanza mondiale: nel loro acceleratore di particellele, il Large Hadron Collider (Lhc, il più grande del mondo), dopo le prime collisioni avvenute all’energia record di 13.000 miliardi di elettronvolt (13 TeV), è stata rinvenuta l’antimateria sotto forma di un flusso di positroni (elettroni a carica positiva) all’interno dei raggi cosmici.
In ambito scientifico questa scoperta stabilisce inequivocabilmente l’esistenza della materia oscura, dopo decenni di speculazioni teoriche, iniziate nel lontano 1933, allorché Fritz Zwicky, noto astronomo svizzero, compì particolari rilevazioni sulla velocità di rotazione delle stelle intorno ai nuclei galattici. Infatti Zwicky notò una esagerata velocità di rivoluzione stellare, che poteva essere giustificata solo ipotizzando un surplus di forza di gravità, calcolata sulla base della teoria di gravitazione universale di Newton.
Dal momento che la gravità è direttamente proporzionale alla massa di un corpo fisico, occorreva ipotizzare l’esistenza di una massa aggiuntiva di materia dalle proprietà sconosciute, che aveva un effetto sulla gravità stellare, spiegando così l’aumento di velocità del moto dei corpi celesti osservati. Così l’antimateria venne semplicemente teorizzata e molti fisici si cimentarono da allora in calcoli matematici che ne dimostravano l’esistenza. Tuttavia sino a poche settimane fa nessuna evidenza scientifica aveva messo a tacere le logiche argomentazioni dei suoi detrattori.
Dalla scienza allo spirito
Il fatto che per noi svela aspetti squisitamente spirituali, aprendo il campo ad un arguto filosofeggiare che impegnerà certamente le più brillanti menti del nostro tempo, è la peculiare composizione fisica dell’antimateria rinvenuta: un flusso di positroni.
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La materia oscura presenta una carica elettrica opposta rispetto a quella della materia luminosa e quindi non si vede.
I positroni infatti sono materia a carica positiva, bilanciata dalla consueta materia elettronica con cui ci confrontiamo in ogni istante. Fin qui, nulla da eccepire, dato che appare logico ed opportuno che questa materia oscura presenti una carica elettrica opposta rispetto alla materia luminosa.
Ma Richard Feynman, fisico statunitense Premio Nobel nel lontano 1965, in un suo celeberrimo lavoro volto a schematizzare il comportamento delle particelle subatomiche attraverso la teorizzazione dei Diagrammi di Feynman, dimostrò che nel preciso istante in cui un flusso di materia positronica incontra materia elettronica, gli elettroni di quest’ultima, stravolgendo il loro naturale spin di rotazione, misteriosamente si accordano ai positroni ed iniziano a viaggiare a ritroso nel tempo!
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Il Premio Nobel per la Fisica Richard Feynman (1918-1988).
Quindi occorre abbandonare l’idea che dall’incontro tra materia e antimateria ne sarebbe risultata solo una colossale esplosione denominata processo di annichilazione. Piuttosto bisogna accettare l’idea che sia possibile invertire il flusso temporale e viaggiare a ritroso nel tempo. Quest’assunto non è affatto nuovo, poiché è il caposaldo dell’interpretazione transazionale della fisica quantistica (annunciata nel 1986) di John Cramer, fisico della Washington State University, che si basa sul concetto di ordine sintropico divergente dal futuro.
Un campo di coscienza ed energia
Facciamo un passo indietro, per ultimare il posizionamento di tutti i tasselli del domino che ci permetteranno interessanti riflessioni di carattere spirituale e filosofico, intendendo l’aggettivo spirituale nella sua classica accezione, “ciò che è proprio dello Spirito”, intendendo quindi lo Spirito come un agente creativo.
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Il matematico Luigi Fantappié (1901-1956).
Nel 1941 un matematico italiano, Luigi Fantappiè, coniò il termine sintropia, il cui significato è tendenza alla convergenza. Fantappiè partì da studi sulla relatività ristretta e sull’equazione di Schrödinger, che volevano giustificare le osservazioni empiriche negli esperimenti sulla doppia fenditura, nei quali l’elettrone si comportava in accordo all’idea dei soggetti sperimentatori. L’equazione di Schrödinger era relazionata all’interpretazione di Copenaghen della quantistica, in base alla quale l’uomo poteva vantare poteri quasi divini sulla natura, semplicemente osservando e trasformando l’oggetto della sua attenzione.
Fantappiè invece smentisce tale possibilità, che peraltro non trova riscontro alcuno a livello macrocosmico, ed introduce un concetto rivoluzionario: l’esistenza di un ordine implicito codificato in un campo di coscienza ed energia, che dal futuro accorda ogni aspetto del creato ad una volontà di massimizzazione delle forme di vita, volta al trionfo della biodiversità.
In altre parole il nostro Fantappiè, seguito da David Bohm e da una pletora di fisici che sposarono i suoi assunti, dimostrò l’evidenza di un ordine implicato superiore, ove tutti i potenziali quantici esprimibili sono contenuti. Il processo di osservazione a questo punto non crea realtà, bensì seleziona tra infinite possibilità codificate in linee temporali future ciò che si vuole collassare nel presente, manifestandolo in questo mondo. La teoria transazionale della fisica quantistica prova inconfutabilmente che le onde quantiche possono viaggiare a ritroso nel tempo.
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Un’immagine che illustra il campo morfogenetico della coscienza.
Se interpoliamo questi assunti con le tesi di noti biologi molecolari quali Rupert Sheldrake, oppure genetisti del calibro di Glen Rein, che affermano l’esistenza di un campo informato di coscienza che accorda il comportamento di tutto ciò con il quale è in risonanza, allora possiamo serenamente accogliere l’idea che questo campo informazionale intelligente contiene informazione vibrante nel futuro che condiziona la realtà espressa nel presente. E forse l’antimateria è proprio il mezzo usato da questo campo per trasmettere alla materia finalità e compiti, tra infinite variabili esprimibili. Come se la materia oscura fosse la bacchetta del direttore di orchestra che sincronizza i musici per la realizzazione di una melodia il cui fine è massimizzare l’espressione della vita.
Entrare in risonanza con la sapienza iniziatica
Tale prospettiva ridimensiona nettamente il nostro ego, che invece risultava forse eccessivamente esaltato dall’interpretazione di Copenaghen, e ci mette nella posizione di ascoltarci seriamente, in un’introspezione volta a conoscere come possiamo sintonizzarci con quest’ordine implicito dal sapore divino. Tanto più che coloro che si sono permessi l’accordatura alla sintropia, ravvisano l’azione di una sorta di forza sottile, che silenziosamente muove i tasselli e combina ogni sincronicità affinché vengano realizzati gli aneliti più profondi, i desideri animici che raramente riusciamo a manifestare. d04117be-f127-4274-a164-e4cc8a6c6b3aAllora forse dovremmo entrare in piena risonanza morfica (parafrasando Sheldrake) con il campo informazionale colmo di intuizioni da un futuro nel quale abbiamo espresso pienamente ogni volontà animica, sperimentando una felicità illimitata.
Ma come fare? La chiave è nella sapienza iniziatica di alchimia trasformativa, piuttosto che nella visione olistica della tradizione orientale, che alcuni fisici come David Bohm hanno avuto a cuore di approfondire, per trarre il massimo vantaggio dalle antiche conoscenze portate alla ribalta dalla fisica quantistica.
Al fine di entrare in risonanza con un campo di coscienza impersonale e collettivo dobbiamo sentire di essere come lui, per sintonizzarci sulla sua stessa lunghezza d’onda. Essere come questo campo significa lasciare andare l’inutile identificazione con la personalità, somma del nostro passato e del nostro carattere ed attitudini nel presente, senza temere la perdita dell’individualità, che è invece memoria della splendida peculiarità animica di ognuno di noi. La memoria del nostro passato è codificata nella materia elettronica che tutti conosciamo. Tale materia è il rallentamento frequenziale di una luce informata con il nostro karma collettivo, affinché in questo gioco si possa sperimentare l’illusione della solidità.
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La scoperta dell’antimateria al CERN.
L’antimateria invece rappresenta il rallentamento e la condensazione in forme manifeste di un’informazione proveniente dal futuro, ove il karma non esiste ed in suo luogo sono presenti intuizioni potenti, finalizzate alla nostra più autentica felicità.
Dobbiamo quindi accettare di affrancarci dalla personalità per riposare nella certezza che la nostra anima immortale potrà avere ogni strumento per spiccare il volo, trovando il giusto equilibrio di attenzione tra materia ed antimateria. Siamo stati troppo a lungo vincolati all’osservazione di ciò che era espresso, perdendo la poesia della sintropia trasmessa dall’antimateria.
Osservando coscientemente i nostri potenziali quantici esprimibili, nella certezza animica di non voler più indossare fittizie maschere personali, possiamo essere Uno con il campo informazionale ed integrare tutta l’antimateria di cui l’anima necessita per la piena realizzazione di sé!

Democrazia sospesa per proteggere BILDERBERG 2015. - Marco Ferini




I segreti del club Bilderberg. L'Austria blinda con 2.100 poliziotti, esercito e posti di blocco il meeting annuale dei potenti del mondo. Sul tavolo del convegno ci sono importanti argomenti di interesse pubbilco, ma cittadini e giornalisti sono tenuti a distanza.

http://www.la7.it/la-gabbia/video/democrazia-sospesa-per-proteggere-il-bilderberg-18-06-2015-157576

venerdì 19 giugno 2015

Pasticcio Ice: conti pignorati per pagare gli ex dipendenti Buonitalia. - Anna Morgantini

Pasticcio Ice: conti pignorati per pagare gli ex dipendenti Buonitalia

Ufficiali giudiziari all'attacco presso Monte dei Paschi e Poste italiane. Dove l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane hai suoi depositi. E' l'ultimo atto della querelle giudiziaria avviata dopo la chiusura della società del ministero delle Politiche agricole. Avvenuta in seguito all'allegra gestione dell'era Zaia.

Ufficiale giudiziario in azione e conti pignorati per mezzo milione di euro. E siamo solo all’inizio: il pasticcio Buonitalia – in breve, 19 persone che verranno pagate per non lavorare – rischia di costare ai contribuenti italiani almeno un paio milioni. Merito dell’Ice-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (nota ai più come ex Ice, il vecchio Istituto per il commercio estero), sottoposta ai poteri di indirizzo e vigilanza del dicastero dello sviluppo economico. Due settimane fa l’ufficiale giudiziario ha bussato al Monte dei Paschi di Siena, filiale di via Franz Liszt 21, e alla sede di Poste Italiane, in viale Europa, dove l’Agenzia dispone di conti correnti e fondi di investimento, e ha consegnato i primi atti di pignoramento per conto di tre ex dipendenti Buonitalia. E per la gioia di Riccardo Maria Monti, il presidente dell’Agenzia-Ice, altri costosi decreti ingiuntivi sono in arrivo nei prossimi giorni.
La storia è surreale. Buonitalia era la società creata dal ministro An all’Agricoltura Gianni Alemanno per la promozione all’estero dei prodotti agroalimentari italiani. E’ stata chiusa nel 2011 per via della gestione allegra all’epoca di Luca Zaia, ma il decreto di soppressione prevedeva il trasferimento di funzioni, fondi e personale all’Agenzia-Ice. L’Ice era un altro carrozzone di Stato soppresso da Giulio Tremonti nel 2011 e resuscitato da Corrado Passera nel 2012, che gli ha cambiato nome e ha poi messo a dirigerlo Monti, un suo vecchio amico di famiglia. Bene: soldi e funzioni di Buonitalia Monti se li è presi, ma i 19 dipendenti, nonostante la carenza di organico lamentata dall’Agenzia e nonostante la loro evidente specializzazione nel made in Italy agroalimentare, li ha lasciati a spasso.
E a spasso sono tuttora. Così, mentre l’Agenzia procedeva a nuove assunzioni senza gare o concorsi (ilfattoquotidiano.it ha segnalato anche il caso anomalo di un portavoce da 105 mila euro) i 19 hanno dato il via a una vera e propria guerra giudiziaria: il 31 luglio 2013 il tribunale del lavoro di Roma ha dichiarato l’illegittimità del loro licenziamento; il 13 gennaio 2014 il Tar del Lazio ha accertato l’inadempienza dei ministeri competenti condannandoli a “provvedere entro 60 giorni” all’assunzione dei “buonitaliani”, previa verifica della loro idoneità; il 28 gennaio 2014 l’Agenzia-Ice è stata condannata a “dare immediata attribuzione alle disposizioni illegittimamente disattese e ad assumere i ricorrenti”, come spiega in un’interrogazione il senatore Aldo Di Biagio (AP). Il 7 ottobre il giudice del Lavoro Capaccioli ha dato ragione, per l’ennesima volta, a cinque ex dipendenti di Buonitalia, imponendo all’Ice di immetterli in ruolo e risarcirli degli stipendi mancati. Risultati? Zero.
Nessuna risposta neanche ai decreti ingiuntivi (rispettivamente per 100 mila euro, 150 mila e 250 mila euro) presentati da tre ex dipendenti. La palla è così passata all’ufficiale giudiziario, che ha pignorato presso le banche «conti correnti e/o titoli e/o azioni e/o obbligazioni e comunque qualsiasi altra somma dovuta, a qualsiasi titolo, a Ice-Agenzia (…) fino alla concorrenza della somma precettata».
Ma la somma rischia di lievitare ancora. I risarcimenti di cui sopra, infatti, riguardano solo il periodo intercorso tra il decreto di trasferimento del personale e l’avvio della «procedura di idoneità selettiva» nel dicembre 2014. Una specie di concorso, diciamo. Ma secondo quanto denunciato in due diverse interrogazioni dal senatore Di Biagio e dal deputato Massimo Fiorio (Pd), la Commissione ha dichiarato “non ammissibili” tutti i candidati provenienti da Buonitalia. Da qui: nuovi ricorsi al Tar, nuovo lavoro per gli avvocati, nuovo calvario per i senza lavoro. E, oltretutto, nuove spese in arrivo per i contribuenti. Totale previsto, a spanne, sui 2 milioni di euro. Soldi pubblici. Con un paradosso finale: “Tali somme saranno corrisposte dall’Ice a fronte di nessuna prestazione di lavoro”, commenta amaro Di Biagio. Insomma, gli ex dipendenti di Buonitalia, alla fin fine, verranno pagati per non aver potuto lavorare, nonostante ci abbiano provato a tutti i costi. Dirà qualcosa, la Corte dei Conti, al momento di approvare il bilancio dell’Agenzia? E, soprattutto, chiederà conto a qualcuno dell’eventuale danno erariale?

Roma, spesi 360 milioni di troppo Campidoglio, "guai a toccare i salari". - Beatrice Bortolin


Sotto accusa le indennità accessorie non dovute e versate al personale tra il 2008 e il 2013. Un cancellamento di quelle voci rischia di scatenare una vera rivoluzione nella Capitale. 

Quei salari accessori sono stati "indebitamente erogati" da Roma Capitale. I salari accessori sono quelle versati al personale del Comune di Roma tra il 2008 e il 2013, ma non dovuti secondo il ministero dell'Economia, che punta il dito su quei bonus "a pioggia" ai dipendenti del Campidoglio: 360 milioni in tutto.
E così sul Comune arriva l'ennesima bufera, come racconta il "Messaggero". Quei soldi vennero dati prima della riforma del sistema, durante l'amministrazione del centrodestra. E adesso il Comune dovrebbe azzerare, o almeno dimezzare, il fondo del salario accessorio per i prossimi anni, per evitare una procedura della Corte dei Conti. 

Ma si rischia una vera rivoluzione. La giunta Marino avverte che un provvedimento del genere determinerebbe "problemi di ordine pubblico", con i romani che dovrebbero fare i conti con servizi fondamentali drasticamente ridotto dagli asili nido alla polizia municipale, agli uffici comunali. E i lavoratori non accetterebbero certo di buon grado l'eventuale sforbiciata. I dipendenti già minacciano: "Bloccheremo la città per il Giubileo". 

Marino si trova a dover fare i conti con un buco creato dai suoi predecessori, come hanno stabilito gli ispettori del Tesoro. E ci arriva dopo mesi di guerra con i sindacati per riformare quella gestione, tra uno sciopero generale, manifestazioni dei dipendenti, e minacce del suo vice Luigi Nieri, che parla il rischio dimissioni: "Se, come assessore al Personale, dovrò scegliere da che parte stare, starò con i dipendenti".

Nel mirino del Tesoro c'è soprattutto il fondo degli extra salariali, quelli che servono per premiare la produttività dei dipendenti del Comune di Roma. Questi premi sono stati evidentemente gonfiati e distribuiti a pioggia, diventando aumenti mascherati da bonus. Le norme per gli enti locali dicono che il Campidoglio dovrà recuperare i soldi erogati illegittimamente prendendoli dallo stesso fondo, 62 milioni annui. "Marino faccia le sue valutazioni", conclude Graziano Delrio.

Sindacati sul piede di guerra - "Se toccano i già esigui salari dei lavoratori sarà guerra: dalle vie legali fino allo sciopero generale". Lo dice Sandro Bernardini della Uil Fpl. "Metteremo in atto tutte le forme di protesta necessarie", gli fa eco Roberto Chierchia della Cisl Fp.

Zanetti: input Mef noti,sindacati irresponsabili - "Il salario accessorio non poteva essere dato a pioggia, ma doveva essere agganciato alla produttività del dipendente". E' il commento del sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, che poi attacca i sindacati: "Insieme alla peggiore politica hanno trasformato in barzelletta le valutazioni di produttività nella Pubblica amministrazione".

Alexis Tsipras e Vladimir Putin sanciscono l'alleanza: soldi in cambio di un gasdotto. - Stefano Vergine

Alexis Tsipras e Vladimir Putin sanciscono l'alleanza: soldi in cambio di un gasdotto

Firmato a San Pietroburgo un accordo «storico», dice il governo greco. Atene farà passare sul suo territorio il metano di Gazprom diretto in Europa. L'opera costerà 2 miliardi e verrà finanziata interamente dalla Russia. Che potrebbe concedere anche un pagamento anticipato sui diritti di transito.

Alexis Tsipras e Vladimir Putin sanciscono l'alleanza: soldi in cambio di un gasdotto.
 
A Bruxelles i negoziati per il salvataggio della Grecia sembrano in stallo, con gli investitori sempre più spaventati dalla possibilità che Atene e le sue banche possano fallire. Ma c'è un altro tavolo su cui la Grecia sta giocando. Si trova in Russia e il risultato di questa partita potrebbe avere conseguenze in tutta Europa.

Venerdì mattina, durante il forum economico di San Pietroburgo, i governi di Atene e Mosca hanno firmato un accordo per la costruzione di un gasdotto. Un tubo che porterà il metano russo nel Paese ellenico passando per la Turchia. E che permetterà al presidente Vladimir Putin, salvo imprevisti, di realizzare il suo principale obiettivo di politica estera: continuare ad essere, attraverso il colosso pubblico Gazprom, il maggiore fornitore di energia dell'Europa. 

Per comprendere l'importanza dell'accordo firmato a San Pietroburgo («storico», lo ha definito il governo ellenico) bisogna guardare la mappa del Vecchio Continente e concentrarsi sui principali tubi che portano il metano russo in Europa. Fino ad oggi le vie del gas più importanti son state due. Una, chiamata North Stream, arriva in Germania passando per le acque del Mar Baltico. L'altra è costituita da una rete di gasdotti che attraversa l'Ucraina. Il problema di Mosca è proprio qui: visto che Kiev ha deciso di recidere il cordone ombelicale che l'ha tenuta per secoli legata al Cremlino, Putin non può più fidarsi dell'ex alleato e, volendo mantenere il predominio sul mercato energetico europeo, deve trovare un'alternativa. Quale? La via del Sud, cioè quella che attraversa il Mar Nero e arriva in Europa passando per il Mar Mediterraneo.

In principio era il South Stream. Così era stato ribattezzato il gasdotto pensato per entrare in Europa da Sud. Poi il progetto è saltato a causa del veto europeo. Ma è ricomparso poco dopo con un altro nome: Turkish Stream. Si tratta di un tubo che permette di raggiungere lo stesso obiettivo, ma attraversando nazioni diverse. La Turchia, innanzitutto, che non fa parte dell'Unione europea. E ora anche la Grecia, i cui legami con Bruxelles sono a dir poco in crisi.

Del gasdotto in questione per ora non si conosce granché. Si chiamerà South European pipeline, avrà una capacità annuale di 47 miliardi di metri cubi. La costruzione inizierà l'anno prossimo e finirà nel 2019, lo stesso anno in cui scadrà il contratto di Gazprom con l'Ucraina per il transito del metano. Si sa anche che, per via della legge europea, il controllo del tubo non potrà essere di Gazprom, visto che quest'ultima sarà anche il fornitore di gas. Su questo punto, il Cremlino ha annunciato che la proprietà dell'infrastruttura sarà divisa equamente fra la Grecia e la Veb, la banca di sviluppo russa. Fonti vicine a Gazprom dicono a "l'Espresso": l'azienda «rispetterà pienamente la legge in questione, ma si aspetta un approccio corretto da parte della Commissione europea sullo sviluppo del progetto». Come dire: niente più veti, come avvenuto nel caso del South Stream. 

Al di là dei dubbi sulla reale proprietà del gasdotto, resta un quesito più importante da risolvere per il futuro della Grecia e quello dell'Unione europea. Perché il governo di Tsipras, mentre cerca di convincere la Troika a salvarla, firma un'alleanza strategica con quello che oggi è un dichiarato nemico dell'Occidente, con tanto di sanzioni economiche appena rinnovate? Insomma, per quale motivo irritare i propri creditori proprio ora? Secondo Chris Weafer, analista finanziario di Macro Advisory, che vive in Russia da oltre vent'anni, «siglando l'accordo sul gasdotto in questo momento, Atene sta mandando un segnale di questo tipo a Bruxelles: siamo un partner importante per la sicurezza energetica, meglio averci dentro l'Unione europea che fuori».

C'è però anche un motivo strettamente economico dietro l'accordo. «La proposta di cui stanno discutendo Atene e Mosca», spiega ancora Weafer, «prevede due benefici diretti: uno sconto sulle forniture di gas e i ricavi derivanti dalle tariffe di transito. Il vantaggio più immediato è legato a quest'ultimo punto. Per aiutare Tsipras, la Russia potrebbe infatti pagare in anticipo una parte delle tariffe di transito. Si tratta di miliardi di dollari di cui Atene ha disperato bisogno, e credo che già nelle prossime settimane potremmo assistere ad un accordo del genere».

Di questo scambio, ufficialmente, finora i due governi non hanno parlato. Ciò che hanno reso noto riguarda il costo del gasdotto: 2 miliardi di euro. Tutti finanziati dalla Russia attraverso la Veb, la banca di sviluppo nazionale. Annunciando la firma dell'accordo, il ministro dell'Energia della Grecia, Panagiotis Lafazanis, ha dichiarato: «L'opera non connetterà solo Grecia e Russia ma tutti gli europei. Il nostro è un messaggio di stabilità e amicizia». Chissà se la pensano così anche ai vertici della Commissione europea, dove da anni l'obiettivo della politica energetica è uno: far in modo che l'Europa sia meno dipendente dal metano di Putin. Non proprio quello che succederà se il tubo immaginato a San Pietroburgo verrà realizzato.