Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
venerdì 1 gennaio 2016
giovedì 31 dicembre 2015
mercoledì 30 dicembre 2015
MA CHI E' SERENELLA FUKSIA??
• Vota 253 volte diversamente dal proprio gruppo;
• Vota contro l'autorizzazione a procedere per istigazione al razzismo su Calderoli che ha paragonato il ministro Kyenge a un orango;
• Vota contro i 5stelle sulla rendicontazione dei partiti;
• E' assente nel voto sul Senato e nelle 2 votazioni di bilancio 2014 e 2015;
• E' contraria sulla riorganizzazione della PA;
• Esprime più volte critiche al M5S ed è favore a Renzi;
• Lavora spesso con i parlamentari espulsi dal M5S;
• E' assente quasi a una votazione su 3;
• Fa i complimenti alla Boschi per il suo discorso alla richiesta di sfiducia presentata proprio dai 5stelle;
• A differenza di quanto deciso dal suo gruppo, si oppone fino all’ultimo all’arresto di G. Bilardi (Ncd), per le spese pazze in Calabria;
• A marzo 2014 viene sfiduciata dal suo meet up di base che la valuta distante dai problemi del territorio e non idonea a rappresentarli in quanto parla solo per esprimere la propria opinione;
• A marzo 2014 Grillo e Casaleggio la salvano dall'espulsione;
• Sul suo blog ci sono 750 commenti, banna in modo permanente tutti i detrattori e ne restano solo 50;
• Firma un emendamento che dice che le coppie anche dello stesso sesso possono firmare un’unione civile “a patto che abbiano la stessa residenza e convivano ininterrottamente da almeno 3 anni”.Interrogata su questa astrusità, dice di non saperne niente.Subito dopo aggiunge che la residenza non ha senso mentre il domicilio sì (chissà perché);
• Partecipa a una cena con Uber e parlamentari del PD;
• Nel 2014, sempre in ritardo con la rendicontazione dichiara che farla è difficile e lei ha altro da fare;
• E' da giugno che, contro ogni sollecito, non dà quanto deve, si scusa dicendo che il suo portaborse è malato;
• E' a favore del jobs act,della cancellazione dell'art.18, della buona scuola e della Boschi........
Enzo Arighi
Palermo, tram del maxi-appalto costretto a girare vuoto. Il bilancio? Già in rosso. - Giuseppe Pipitone
Rischiava di costare alle casse del capoluogo siciliano una stangata da 328 milioni di euro: fondi Ue che sarebbero stati bloccati se non fosse stato operativo entro il 31 dicembre. E la magistratura indaga, dai lavori cominciati senza un progetto esecutivo alle costose consulenze elargite per nomina diretta.
Otto anni di lavori, più di trecento milioni di euro di spesa, settimane di collaudo infinito, e un bilancio che nasce già in passivo. In mezzo ci sono le indagini della procura, una durissima relazione dell’Anticorruzione e un fuoco incrociato di polemiche. È in questo variopinto scenario che a Palermo tornerà a sfrecciare il tram, quasi un secolo dopo l’ultima corsa, datata 1947. Altri tempi, dato che questa volta l’affare tram rischiava di costare alle casse del capoluogo siciliano una stangata da 328 milioni di euro: fondi dell’Unione Europea che sarebbero stati bloccati se il progetto non fosse stato operativo entro il 31 dicembre.
“Bruxelles vuole indietro i soldi del tram? Che problema c’è? Smontiamo i binari e glieli spediamo indietro”, commentavano ironici i consiglieri comunali di Forza Italia. “Col tram diminuiranno furti e rapine”, vaneggiava, invece, il sindaco Leoluca Orlando, consapevole che la questione stava per trasformarsi in un vero e proprio disastro per la sua giunta: nonostante i cantieri avessero finito da mesi il loro lavoro, infatti, mancavano sia il denaro che gli uomini per gestire il servizio. Alla fine, però, dopo una seduta fiume durata più di 24 ore e terminata la vigilia di Natale, il consiglio comunale ha dato il via libera al contratto per mettere la gestione della rete tranviaria nelle mani di Amat, la società comunale che si occupa già del trasporto pubblico su gomma.
Un via libera nato tra le polemiche, dato che è arrivato con i voti del centro destra e dei consiglieri comunali fedeli a Orlando, mentre il Pd ha già iniziato la raccolta firme per chiedere il ritiro della delibera. Il motivo? Il primo cittadino finanzierà la gestione del nuovo mezzo pubblico imponendo la "Zona a traffico limitato" nel centro storico cittadino. I conti sono presto fatti: gestire il tram costa 22 milioni di euro all’anno, tra manutenzione (dieci milioni), energia elettrica (quattro milioni e mezzo), autisti (sei milioni) e pulizie (quasi trecentomila). Con la Ztl, che costerà 100 euro all’anno per ogni veicolo che entrerà in centro (anche per i residenti), l’eterno sindaco palermitano (in carica già nel 1985) stima di mettere in cassa una trentina di milioni l’anno. “Bisogna opporsi a questo scippo in piena regola”, tuonano i consiglieri dem.
Il nodo della Ztl, però, non è l’unico che anima la protesta dei professionisti dell’antitram. “Nel primo anno – dice la consigliera Nadia Spallitta – il tram costerà circa 22 milioni e prevede incassi per 4 milioni, mentre nel secondo anno costerà 17 milioni e l’incasso dovrebbe restare lo stesso”. Come dire che il nuovo trasporto pubblico palermitano nasce già con un rosso di almeno 13 milioni di euro all’anno: buco che verrà appunto ripianato solo con i soldi della nuova Ztl.
Ma non solo. Perché a correre sui binari non sono solo le polemiche, ma soprattutto le inchieste giudiziarie che cercano di fare luce su quindici anni di appalti a nove cifre. Il progetto di una nuova linea tranviaria del capoluogo siciliano prende corpo nel 2000 quando la Banca europea d’Investimenti dà l’ok ad un finanziamento da 160 miliardi di lire. Da quel momento in poi comincia la tipica sagra del rinvio molto cara alla burocrazia nostrana: il progetto dovrà attendere cinque anni per essere autorizzato, i cantieri verranno inaugurati nel 2006, ma i lavori cominceranno solo nel 2007. Manco a dirlo, il costo per realizzare l’opera lievita a dismisura: il primo appalto viene assegnato per 192 milioni di euro, più del doppio rispetto al primo finanziamento, quindi spuntano varianti, consulenze, bonus per più di 80 milioni di euro. È per questo motivo che nel 2013 Raffaele Cantone prende carta per segnalare “anomalie e difformità” nell’intera operazione: dai lavori cominciati senza un progetto esecutivo alle costose consulenze elargite per nomina diretta.
Il dossier dell’Anticorruzione finisce sui tavoli dei pm Roberto Tartaglia e Maurizio Agnello, che già due anni fa avevano aperto un fascicolo sulla vicenda. Indagine che è ancora in corso, mentre pochi giorni fa un altro sostituto procuratore, Daniela Varone, ha ordinato agli uomini della guardia di finanza di andare in Municipio per sequestrare ogni singolo documento sulla rete tranviaria. E mentre si attende che le indagini degli inquirenti facciano luce sui vari punti oscuri del maxi appalto, il tram ha già iniziato la sua corsa tra le vie della città: solo che è completamente vuoto. In attesa che il consiglio comunale approvasse il contratto di servizio con l’Amat, e aspettando ancora oggi il via libera della Regione Siciliana, i conducenti sono obbligati ogni giorno ad un collaudo infinito: il tram c’era, i binari pure, ma mancavano i soldi e i gestori per fare partire il servizio. E così, ogni mattina gli autisti mettono in moto il tram, provano i freni, si fermano ai semafori, ripartono, senza che alcun passeggero sia mai potuto salire sui luccicanti vagoni bianchi costruiti dall’austriaca Bombardier. Uno spettacolo surreale che dovrebbe finire entro il 31 dicembre, ma che nel frattempo va avanti da quasi un mese: come dire che in Sicilia i paradossi riescono a materializzarsi persino sui binari.
Ztl e aumenti strisce blu Azioni legali contro il Comune.
Azioni legali a tutela dei cittadini contro l’ennesimo ‘tassa sul macinato’ imposta dal Comune di Palermo. Le annuncia il portavoce provinciale di Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale , Raoul Russo, in una nota nella quale esprime la più totale disapprovazione del movimento al ‘nuovo balzello introdotto surrettiziamente con l’approvazione del contratto di servizio AMAT, alla vigilia di Natale dall’Amministrazione Orlando’.
“A Palermo con il nuovo pass dal costo di cento euro, (oltre bolli e diritti, quindi almeno 120 reali) è stata istituita una nuova, odiosa,” tassa sul macinato”, sulla pelle dei palermitani. A farlo è stata l’amministrazione Orlando, con il supporto dei suoi consiglieri e di quelli della “sedicente” opposizione, che hanno consentito l’approvazione del nuovo contratto di servizio dell’ AMAT, che prevede ( illegittimamente ?) anche la nuova tariffazione per l’ingresso nelle ZTL”.
“Approvare una tariffa del genere, che non prende in considerazione la tipologia delle auto, la cilindrata, la capacità reddituale, le necessità dei residenti e dei lavoratori, uniti all’aumento de numero e del costo delle strisce blu, costituisce nei fatti, soltanto un atto vessatorio nei confronti dei cittadini, spremuti come limoni per tenere in piedi i conti della fallimentare amministrazione comunale”.
“Non siamo contro l’avvio del Tram ,anzi, ma riteniamo che per sostenerne i costi l l’amministrazione non può tartassare oltremodo i cittadini, che peraltro, per poter accedere alla ZTl, non ne potranno usufruire, dato che le linee non le percorrono. Peraltro, essendo in assoluto ritardo sia il passante ferroviario, sia la chiusura dell’anello, cioè le altre due opere fondamentali del sistema integrato di mobilità urbana, coloro i quali devono accedere in città o comunque nelle ZTl, in presenza di un sistema di trasporto pubblico assolutamente insufficiente, non avranno alternative valide all’utilizzo del mezzo privato, vanificando qualsiasi effetto potenzialmente positivo in termini di riduzione di inquinamento ambientale”.
“In questo contesto – aggiunge Russo-fà sorridere l’enfasi posta da parte dei consiglieri comunali del “cosiddetto “ centro- destra, sul risibile sconto ottenuto di venti euro rispetto alla previsione iniziale, barattata con il sostanziale via libera al provvedimento della giunta Orlando.
“ FdI-AN supporterà tutte le iniziative legali di associazioni e di singoli cittadini, atte a promuovere procedure giudiziarie per dichiarare illegittimi questi atti assolutamente “pazzeschi”e dall’impatto assolutamente negativo per la città”.
“ FdI-AN supporterà tutte le iniziative legali di associazioni e di singoli cittadini, atte a promuovere procedure giudiziarie per dichiarare illegittimi questi atti assolutamente “pazzeschi”e dall’impatto assolutamente negativo per la città”.
“Ci ripromettiamo altresì di incontrarci nei prossimi giorni, con tutte quelle forze politiche e sociali, che vogliano condurre una reale campagna di opposizione al malgoverno cittadino, capace in prospettiva, di costruire una proposta alternativa seria, coerente e credibile, in termini di uomini e programmi, in vista delle prossime elezioni amministrative”.
Nel Das c'erano fibre di amianto, allarme ricercatori.
Possibili esposti tra bimbi, insegnanti e operai di 40 anni fa.
Fibre di amianto utilizzate in passato in una pasta per modellare, il celebre "Das", possono aver causato esposizione alle fibre pericolose ad un'ampia varietà di utenti di 40 anni fa, compresi i bambini, insegnanti, artigiani e per coloro che erano addetti alla produzione. Sono i risultati di una ricerca pubblicati dalla rivista scientifica "Scandinavian Journal of Work Environment and Health". La pasta per modellare con amianto è stata prodotta dalla Adica Pongo in Italia dal 1963 al 1975.
Lo studio, rende noto la Asl 10 di Firenze, è stato condotto da ricercatori italiani dell'Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica (Ispo), dell'Azienda Sanitaria e dell'Università di Firenze, che hanno rilevato tra il 1963 e il 1975, la presenza di amianto nel "Das", la pasta per modellare a suo tempo prodotta dalla ditta Adica Pongo di Lastra a Signa (Firenze), chiusa ormai dal 1993. La ricostruzione storica del prodotto ha permesso di stabilire che circa 55 milioni di confezioni di "Das" contenenti amianto sono stati prodotti e venduti sul mercato interno sia internazionale in 13 anni, con un numero di utenti nell'ordine dei milioni. Il "Das" veniva esportato in Olanda, Inghilterra, Norvegia e Germania.
Per i primi tre anni "Das" è stato commercializzato in polvere da miscelare con acqua e successivamente in pasta pronta all'uso. Dal 1976 in poi l'amianto fu sostituito con la cellulosa. La ricerca è stata resa possibile grazie al contributo fornito da alcuni ex dipendenti di Adica Pongo. Inoltre, i ricercatori sono riusciti a reperire le fatture dell'acquisto dell'amianto, oggi depositate nell'Archivio di Stato di Torino insieme alla documentazione del produttore, l'Amiantifera di Balangero.
Esperto, rischio solo se polverizzato
Da un punto di vista sanitario "scatta un 'rischio di esposizione'" alle fibre di amianto contenute nel 'Das' prodotto tra il 1963 e il 1975, la pasta per modellare usata nelle scuole, da artisti e artigiani, "solo se questo materiale dovesse essere polverizzato e inalato in quantità apprezzabili. Questo vuol dire che se in casa venissero tuttora conservati oggetti realizzati all'epoca, essi sono sicuri, si possono tenere, purché per qualche motivo non vengano polverizzati". Così Stefano Silvestri, igienista del lavoro presso l'Ispo di Firenze, chiarisce alcuni aspetti della ricerca scientifica pubblicata insieme a ricercatori di Asl 10 e Università di Firenze sul Das che venne prodotto dall'Adica Pongo, azienda di Firenze chiusa nel 1993, e che veniva utilizzato nelle scuole, da artigiani, da artisti.
Silvestri ha anche precisato che "il rischio era maggiore tra il 1962 e il 1966 quando il Das era venduto in polvere e doveva essere amalgamato con acqua per creare l'impasto da modellare; poi venne venduto come pasta fino al 1975, sempre con amianto". A volte nelle case ci sono oggetti e ricordi realizzati con il Das come statuette, vasellame, soprammobili, posacenere, calchi di figure varie. "In ogni caso se si polverizzasse uno di questi oggetti ci sarebbe un 'rischio di esposizione' - ha ancora precisato Silvestri - che non significa rischio di contrarre malattie tumorali a causa dell'amianto".
Esperto, rischio solo se polverizzato
Da un punto di vista sanitario "scatta un 'rischio di esposizione'" alle fibre di amianto contenute nel 'Das' prodotto tra il 1963 e il 1975, la pasta per modellare usata nelle scuole, da artisti e artigiani, "solo se questo materiale dovesse essere polverizzato e inalato in quantità apprezzabili. Questo vuol dire che se in casa venissero tuttora conservati oggetti realizzati all'epoca, essi sono sicuri, si possono tenere, purché per qualche motivo non vengano polverizzati". Così Stefano Silvestri, igienista del lavoro presso l'Ispo di Firenze, chiarisce alcuni aspetti della ricerca scientifica pubblicata insieme a ricercatori di Asl 10 e Università di Firenze sul Das che venne prodotto dall'Adica Pongo, azienda di Firenze chiusa nel 1993, e che veniva utilizzato nelle scuole, da artigiani, da artisti.
Silvestri ha anche precisato che "il rischio era maggiore tra il 1962 e il 1966 quando il Das era venduto in polvere e doveva essere amalgamato con acqua per creare l'impasto da modellare; poi venne venduto come pasta fino al 1975, sempre con amianto". A volte nelle case ci sono oggetti e ricordi realizzati con il Das come statuette, vasellame, soprammobili, posacenere, calchi di figure varie. "In ogni caso se si polverizzasse uno di questi oggetti ci sarebbe un 'rischio di esposizione' - ha ancora precisato Silvestri - che non significa rischio di contrarre malattie tumorali a causa dell'amianto".
lunedì 28 dicembre 2015
La Procura indaga sul tram Blitz della finanza in Comune. - Riccardo Lo Verso
Il tram di Palermo
PALERMO - Mentre il Consiglio comunale discute come e quando fare partire il Tram, la Guardia di finanza sequestra il contratto di appalto dell'opera pubblica.
C'è un'inchiesta della Procura della Repubblica.
Il pubblico ministero Daniela Varone ha firmato una delega di indagini agli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria che nei giorni scorsi e stamani si sono presentati negli uffici della Ragioneria generale del Comune in via Roma. Si sono fatti consegnare i plichi che riguardano i costi di esecuzione dell'opera. Inutile cercare, in questa fase, di saperne di più. Così come non è ancora chiaro se si tratti di una nuova indagine oppure un seguito di quella aperta nel 2013.
Allora il fascicolo era a carico di ignoti. Dubbi venivano sollevati sulla gestione del mega appalto dal punto di vista amministrativo e contabile. Si va dalle presunte irregolarità nei pagamenti - alcuni lavori potrebbero essere stati pagati più volte - alla valutazione delle indennità per gli espropri dei terreni. I pubblici ministeri titolari del fascicolo erano e sono Maurizio Agnello e Roberto Tartaglia. Stavolta il pm è un altro. Magistrato diverso inchiesta diversa?
Il progetto del tram risale agli anni Novanta, ma i primi passi concreti furono mossi nel 2000, quando la Banca europea degli investimenti stanziò 161 miliardi di vecchie lire per un'opera decisiva per la mobilità della città di Palermo. Opera che alla fine costerà 230 milioni di euro. È sui costi lievitati che si vuole fare luce?
Nel dicembre scorso fu il commissario nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, a sentire puzza di bruciato e ad allertare la Procura della Repubblica e quella regionale della Corte dei Conti. Cantone mise per iscritto che “le problematiche rilevate per l'appalto sono molteplici e per lo più legate alla gestione dello stesso in fase esecutiva”. Nel mirino finirono le consulenze affidate nel 2005 e le varianti. Per Cantone “non risulta che siano state effettuate procedure comparative per il conferimento degli incarichi, finalizzate ad evitare che la scelta sul collaboratore risultasse arbitraria” La gara viene aggiudicata nel 2006 per 191,9 milioni di euro. Ma nel 2008 non c'è ancora il progetto esecutivo e così si procede per stralci. E spuntano varianti per 81,8 milioni di euro, approvate senza che Roma, che metteva il 60% del finanziamento, sapesse nulla. Cantone puntava il dito proprio sulle varianti: per l'Authority sono modifiche sostanziali: “Di fatto si è proceduto all'avvio dei lavori e le opere sono state eseguite in assenza di un progetto esecutivo compiutamente definito, valutato e approvato da tutti gli enti preposti allo scopo”. C'è un collegamento fra il lavoro dell'Authority e il blitz dei finanzieri? Di certo c'è che gli uomini guidati dal colonnello Francesco Mazzotta da qualche spulciano le carte sulla grande opera pubblica. Proprio mentre la politica - il Consiglio comunale è in corso - cerca di trovare una soluzione al paradosso: tutto è pronto, ma manca il contratto di servizio. E le carrozze girano a vuoto.
http://livesicilia.it/2015/12/22/inchiesta-tram-palermo-blitz-finanza_698775/
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