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giovedì 5 maggio 2016

Il tram elettrico senza binari e senza cavi circola a Parigi. - Pino Bruno

Bluetram Bolloré a Parigi

A Parigi è in circolazione Bluetram: costa cinque volte meno di un mezzo tradizionale, non ha binari o fili e si ricarica in venti secondi alla fermata. Il tempo di far salire e scendere i passeggeri.


Il tram dei desideri è elettrico e costa cinque volte meno di un tram tradizionale, perché non ha bisogno di binari o linee aeree. Si ricarica in venti secondi ogni due chilometri, mentre i passeggeri salgono e scendono. Bluetram è già in circolazione dal 15 novembre scorso a Parigi. Due mesi di prova sulla linea degli Champs-Elysees, grazie alla collaborazione tra l'azienda Blue Solutions del gruppo Bolloré, il Comune di Parigi e l'azienda dei trasporti urbani RATP.

La soluzione proposta da Blue Solutions è agile, non richiede dispendiosi interventi infrastrutturali ed è a costo zero per il Comune. Per installare i terminali nelle fermate tra Place de l'Etoile e Concorde ci sono voluti soltanto tre giorni, e altrettanti ce ne vorranno per rimuoverli alla fine dei due mesi di sperimentazione. I Bluetram potrebbero essere una delle risposte all'appello del sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, che vuole togliere dalla circolazione tutti i mezzi pubblici alimentati a diesel entro il 2020, per migliorare la qualità dell'aria in città.

BlueSolutions ha progettato Bluetram elettrici di varie dimensioni, da 12, 18 e 24 metri, in grado di trasportare da 100 a 400 passeggeri. Quelli utilizzati per la sperimentazione sono da 6 e 12 metri, quest'ultimo con 200 chilometri di autonomia. Il Bluetram è dotato di batterie ai polimeri di litio-metallo (LMP) ad alta capacità di stoccaggio di energia, che hanno tempi di ricarica molto brevi. La stessa ricarica avviene automaticamente grazie ad un connettore telescopico, quando il mezzo si arresta alla fermata per far salire e scendere i passeggeri.

connettore telescopico Bluetram Bolloré

La sperimentazione si sta svolgendo mentre Parigi ospita la Conferenza mondiale 2015 sul clima. Negli ultimi quattro anni a Parigi le 3000 Autolib elettriche del car-sharing del gruppo Bolloré hanno percorso 110 milioni di chilometri. 

mercoledì 30 dicembre 2015

Palermo, tram del maxi-appalto costretto a girare vuoto. Il bilancio? Già in rosso. - Giuseppe Pipitone

Palermo, tram del maxi-appalto costretto a girare vuoto. Il bilancio? Già in rosso

Rischiava di costare alle casse del capoluogo siciliano una stangata da 328 milioni di euro: fondi Ue che sarebbero stati bloccati se non fosse stato operativo entro il 31 dicembre. E la magistratura indaga, dai lavori cominciati senza un progetto esecutivo alle costose consulenze elargite per nomina diretta.

Otto anni di lavori, più di trecento milioni di euro di spesa, settimane di collaudo infinito, e un bilancio che nasce già in passivo. In mezzo ci sono le indagini della procura, una durissima relazione dell’Anticorruzione e un fuoco incrociato di polemiche. È in questo variopinto scenario che a Palermo tornerà a sfrecciare il tram, quasi un secolo dopo l’ultima corsa, datata 1947. Altri tempi, dato che questa volta l’affare tram rischiava di costare alle casse del capoluogo siciliano una stangata da 328 milioni di euro: fondi dell’Unione Europea che sarebbero stati bloccati se il progetto non fosse stato operativo entro il 31 dicembre.
Bruxelles vuole indietro i soldi del tram? Che problema c’è? Smontiamo i binari e glieli spediamo indietro”, commentavano ironici i consiglieri comunali di Forza Italia. “Col tram diminuiranno furti e rapine”, vaneggiava, invece, il sindaco Leoluca Orlando, consapevole che la questione stava per trasformarsi in un vero e proprio disastro per la sua giunta: nonostante i cantieri avessero finito da mesi il loro lavoro, infatti, mancavano sia il denaro che gli uomini per gestire il servizio. Alla fine, però, dopo una seduta fiume durata più di 24 ore e terminata la vigilia di Natale, il consiglio comunale ha dato il via libera al contratto per mettere la gestione della rete tranviaria nelle mani di Amat, la società comunale che si occupa già del trasporto pubblico su gomma.
Un via libera nato tra le polemiche, dato che è arrivato con i voti del centro destra e dei consiglieri comunali fedeli a Orlando, mentre il Pd ha già iniziato la raccolta firme per chiedere il ritiro della delibera. Il motivo? Il primo cittadino finanzierà la gestione del nuovo mezzo pubblico imponendo la "Zona a traffico limitato" nel centro storico cittadino. I conti sono presto fatti: gestire il tram costa 22 milioni di euro all’anno, tra manutenzione (dieci milioni), energia elettrica (quattro milioni e mezzo), autisti (sei milioni) e pulizie (quasi trecentomila). Con la Ztl, che costerà 100 euro all’anno per ogni veicolo che entrerà in centro (anche per i residenti), l’eterno sindaco palermitano (in carica già nel 1985) stima di mettere in cassa una trentina di milioni l’anno. “Bisogna opporsi a questo scippo in piena regola”, tuonano i consiglieri dem.
Il nodo della Ztl, però, non è l’unico che anima la protesta dei professionisti dell’antitram. “Nel primo anno – dice la consigliera Nadia Spallitta – il tram costerà circa 22 milioni e prevede incassi per 4 milioni, mentre nel secondo anno costerà 17 milioni e l’incasso dovrebbe restare lo stesso”. Come dire che il nuovo trasporto pubblico palermitano nasce già con un rosso di almeno 13 milioni di euro all’anno: buco che verrà appunto ripianato solo con i soldi della nuova Ztl.
Ma non solo. Perché a correre sui binari non sono solo le polemiche, ma soprattutto le inchieste giudiziarie che cercano di fare luce su quindici anni di appalti a nove cifre. Il progetto di una nuova linea tranviaria del capoluogo siciliano prende corpo nel 2000 quando la Banca europea d’Investimenti dà l’ok ad un finanziamento da 160 miliardi di lire. Da quel momento in poi comincia la tipica sagra del rinvio molto cara alla burocrazia nostrana: il progetto dovrà attendere cinque anni per essere autorizzato, i cantieri verranno inaugurati nel 2006, ma i lavori cominceranno solo nel 2007. Manco a dirlo, il costo per realizzare l’opera lievita a dismisura: il primo appalto viene assegnato per 192 milioni di euro, più del doppio rispetto al primo finanziamento, quindi spuntano varianti, consulenze, bonus per più di 80 milioni di euro. È per questo motivo che nel 2013 Raffaele Cantone prende carta per segnalare “anomalie e difformità” nell’intera operazione: dai lavori cominciati senza un progetto esecutivo alle costose consulenze elargite per nomina diretta.
Il dossier dell’Anticorruzione finisce sui tavoli dei pm Roberto Tartaglia e Maurizio Agnello, che già due anni fa avevano aperto un fascicolo sulla vicenda. Indagine che è ancora in corso, mentre pochi giorni fa un altro sostituto procuratore, Daniela Varone, ha ordinato agli uomini della guardia di finanza di andare in Municipio per sequestrare ogni singolo documento sulla rete tranviaria. E mentre si attende che le indagini degli inquirenti facciano luce sui vari punti oscuri del maxi appalto, il tram ha già iniziato la sua corsa tra le vie della città: solo che è completamente vuoto. In attesa che il consiglio comunale approvasse il contratto di servizio con l’Amat, e aspettando ancora oggi il via libera della Regione Siciliana, i conducenti sono obbligati ogni giorno ad un collaudo infinito: il tram c’era, i binari pure, ma mancavano i soldi e i gestori per fare partire il servizio. E così, ogni mattina gli autisti mettono in moto il tram, provano i freni, si fermano ai semafori, ripartono, senza che alcun passeggero sia mai potuto salire sui luccicanti vagoni bianchi costruiti dall’austriaca Bombardier. Uno spettacolo surreale che dovrebbe finire entro il 31 dicembre, ma che nel frattempo va avanti da quasi un mese: come dire che in Sicilia i paradossi riescono a materializzarsi persino sui binari.

lunedì 28 dicembre 2015

La Procura indaga sul tram Blitz della finanza in Comune. - Riccardo Lo Verso

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Il tram di Palermo

PALERMO - Mentre il Consiglio comunale discute come e quando fare partire il Tram, la Guardia di finanza sequestra il contratto di appalto dell'opera pubblica.

C'è un'inchiesta della Procura della Repubblica. 

Il pubblico ministero Daniela Varone ha firmato una delega di indagini agli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria che nei giorni scorsi e stamani si sono presentati negli uffici della Ragioneria generale del Comune in via Roma. Si sono fatti consegnare i plichi che riguardano i costi di esecuzione dell'opera. Inutile cercare, in questa fase, di saperne di più. Così come non è ancora chiaro se si tratti di una nuova indagine oppure un seguito di quella aperta nel 2013.

Allora il fascicolo era a carico di ignoti. Dubbi venivano sollevati sulla gestione del mega appalto dal punto di vista amministrativo e contabile. Si va dalle presunte irregolarità nei pagamenti - alcuni lavori potrebbero essere stati pagati più volte - alla valutazione delle indennità per gli espropri dei terreni. I pubblici ministeri titolari del fascicolo erano e sono Maurizio Agnello e Roberto Tartaglia. Stavolta il pm è un altro. Magistrato diverso inchiesta diversa?

Il progetto del tram risale agli anni Novanta, ma i primi passi concreti furono mossi nel 2000, quando la Banca europea degli investimenti stanziò 161 miliardi di vecchie lire per un'opera decisiva per la mobilità della città di Palermo. Opera che alla fine costerà 230 milioni di euro. È sui costi lievitati che si vuole fare luce?

Nel dicembre scorso fu il commissario nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, a sentire puzza di bruciato e ad allertare la Procura della Repubblica e quella regionale della Corte dei Conti. Cantone mise per iscritto che “le problematiche rilevate per l'appalto sono molteplici e per lo più legate alla gestione dello stesso in fase esecutiva”. Nel mirino finirono le consulenze affidate nel 2005 e le varianti. Per Cantone “non risulta che siano state effettuate procedure comparative per il conferimento degli incarichi, finalizzate ad evitare che la scelta sul collaboratore risultasse arbitraria” La gara viene aggiudicata nel 2006 per 191,9 milioni di euro. Ma nel 2008 non c'è ancora il progetto esecutivo e così si procede per stralci. E spuntano varianti per 81,8 milioni di euro, approvate senza che Roma, che metteva il 60% del finanziamento, sapesse nulla. Cantone puntava il dito proprio sulle varianti: per l'Authority sono modifiche sostanziali: “Di fatto si è proceduto all'avvio dei lavori e le opere sono state eseguite in assenza di un progetto esecutivo compiutamente definito, valutato e approvato da tutti gli enti preposti allo scopo”. C'è un collegamento fra il lavoro dell'Authority e il blitz dei finanzieri? Di certo c'è che gli uomini guidati dal colonnello Francesco Mazzotta da qualche spulciano le carte sulla grande opera pubblica. Proprio mentre la politica - il Consiglio comunale è in corso - cerca di trovare una soluzione al paradosso: tutto è pronto, ma manca il contratto di servizio. E le carrozze girano a vuoto.   


http://livesicilia.it/2015/12/22/inchiesta-tram-palermo-blitz-finanza_698775/

venerdì 1 maggio 2015

Palermo anni 50/60.



Palermo anni 50/ 60. Avevamo una rete di filobus elettrici, che copriva tutta la città. Ecologica e silenziosa. Tutto smantellato, esempio di ottusità dei nostri amministratori.

Franco Scrimali