martedì 9 maggio 2017

Consip, Woodcock sotto accusa: "Non doveva parlare del caso". - Dario Del Porto, Conchita Sannino

Consip, Woodcock sotto accusa: "Non doveva parlare del caso"

Il pg della Cassazione apre un'azione disciplinare per le frasi riportate da Repubblica. Marco Gasparri conferma ai pm: "A me 100mila euro da Romeo".

NAPOLI - Da accusatore ad accusato. Secondo il Pg della Cassazione, quel magistrato ha violato il riserbo: doveva tacere. Procedimento disciplinare per Henry John Woodcock, il pm napoletano che, insieme alla collega Celeste Carrano, ha indagato su presunte tangenti e cordate nel mega appalto Consip. Si tratta dell'inchiesta madre - i cui atti sono stati poi trasferiti a Roma - che ha portato all'arresto dell'imprenditore Alfredo Romeo, e al coinvolgimento degli eccellenti, tra cui il ministro Luca Lotti e il padre di Matteo Renzi. Un'altra pagina a sorpresa, nella tormentata vicenda: proprio mentre ieri, a piazzale Clodio, fa un altro passo avanti il complesso filone romano e va in scena l'incidente probatorio che cristallizza le dichiarazioni di Marco Gasparri contro Romeo. "Sì, presi 100mila euro da Romeo per consigli e informazioni sulle gare", ribadisce il funzionario Consip di fronte al procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo, e al pm Mario Palazzi.
Ora, però, c'è anche il pm Woodcock a dover dare spiegazioni. Al centro della dura contestazione che gli viene mossa dal Pg Pasquale Ciccolo, finisce il ragionamento riportato da Repubblica lo scorso 13 aprile. Nell'articolo vengono dettagliatamente ricostruite alcune riflessioni del pm sulle ore più tese dell'indagine sul capitano del Noe Giampaolo Scafarto: è l'ufficiale che ha redatto la corposa informativa Consip. A Roma, i pm prima revocano la delega al nucleo, poi mettono sotto inchiesta l'investigatore. Grave l'ipotesi. Aver manomesso un passaggio del dossier, attribuendo a Romeo, invece che al suo consulente Italo Bocchino, questo brano: "Renzi, l'ultima volta che l'ho incontrato...".

Le frasi di Woodcock smentivano sia i contrasti con i colleghi della capitale, sia l'idea di un complotto "investigativo" contro Renzi. Un errore, insomma. "Mi chiedo, ma cui prodest? Perché il capitano ( Scafarto, ndr) avrebbe dovuto fare questo? Perché avrebbe dovuto mettere in atto una pianificazione eversiva contro Renzi? A me pare davvero una cosa da pazzi...". E ancora: "La guerra non esiste. Io sono amico di Ielo, ci sentiamo e ci vediamo. Lo stimo, lavora bene da trent'anni. Certo, ci sono scelte diverse. Ma date alla mia procura il tempo di depositare le carte. Lì c'è la prova di quanta professionalità è stata usata in questa vicenda". Argomentazioni che, secondo il pg della Cassazione, avrebbero interferito con il lavoro dei colleghi, oltre che violato il riserbo. Woodcock, che si è appena espresso pubblicamente a favore della legalizzazione delle droghe leggere, ora prepara la difesa. Ad assisterlo, sarà l'ex procuratore di Torino Marcello Maddalena.

Intanto, a Roma viene interrogato davanti al giudice Gaspare Sturzo, per oltre 5 ore, il funzionario Consip Marco Gasparri. Che conferma tutte le accuse. "Ho preso 100 mila euro da Alfredo Romeo per garantirgli consigli e informazioni sulle gare bandite in Consip": ribadisce l'indagato. Risponde alle domande dei magistrati e degli avvocati Francesco Carotenuto, Giovambattista Vignola e Alfredo Sorge. I legali sembrano tuttavia fiduciosi. "Gasparri ha reso molti chiarimenti rispetto ai precedenti interrogatori - scrivono in una nota - precisando diversi aspetti, ritenuti molto utili alla difesa di Romeo e della società Romeo Gestioni, tanto da ritenere ormai difficilmente configurabili ipotesi di reato e di illeciti".

Romeo è in cella dal primo marzo per corruzione, e ora nei suoi confronti si profila la richiesta di giudizio immediato da parte di Roma. In un altro filone, risultano tuttora indagati: per traffico d'influenze Tiziano Renzi; per violazione del segreto d'ufficio il ministro Lotti, il comandante generale dell'Arma dei carabinieri Tullio Del Sette e il comandante regionale della Toscana Emanuele Saltalamacchia.


http://napoli.repubblica.it/cronaca/2017/05/09/news/consip_woodcock_sotto_accusa_non_doveva_parlare_del_caso_-164970526/

sabato 6 maggio 2017

Stiglitz: “Germania unica beneficiaria dell’euro.” - Alberto Battaglia

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“L’euro funziona, professor Stiglitz?”. Una domanda a bruciapelo, quella inviata martedì scorso nel salotto di Giovanni Floris su La7, alla quale il noto premio Nobel per l’economia ha offerto una risposta altrettanto netta: “No”. Ovviamente, non è la prima volta che ciò viene affermato da un importante economista né è la prima volta che lo stesso Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’Economia, sottolinea questo concetto. Allo stesso tempo l’intervista ha offerto una sintesi del pensiero del professore della Columbia University di New York,. che ha esplorato con sufficiente semplicità una serie di concetti spesso fraintesi o mistificati.
In particolare, cosa succede ai Paesi europei dopo la loro rinuncia irreversibile (secondo quanto ribadito a più riprese dalla Bce) al dominio del tasso d’interesse e del tasso di cambio? “Si è creata divergenza e stagnazione”, il contrario di quanto l’Europa unita avrebbe dovuto fare, sottolinea Stiglitz, “i più ricchi si sono arricchiti i poveri si sono impoveriti”. A questo punto il pubblico presente in studio accorda un forte applauso a scena aperta, mentre il professore precisa che lo “spartiacque” segnato dall’euro continua sempre più ad accentuare tali dinamiche. Alla richiesta, sempre molto schietta di Floris sul fatto che sia, ad esempio, la Germania ad essersi arricchita, al contrario dell’Italia, Stiglitz conferma quello che, a giudicare dalla sua espressione facciale, gli pare una lapalissiana ovvietà. La Germania è “il grande beneficiario singolo” dell’Eurozona.
Non sorprende che il Nobel, per queste sue posizioni critiche, sia stato spesso citato dai partiti euroscettici, fra cui Lega Nord e Front National. Eppure, Stiglitz tiene a segnare la sua netta distanza da questi movimenti: “Se [voi italiani] mi aveste chiesto prima se entrare nell’euro, vi avrei detto non fatelo. Ora che ci siete dentro dovete capire che ci sarà un costo per tutto questo, che si pagherà con il costo della vita”. Ma il problema non è quello di uscire dall’euro, secondo Stiglitz, ma è la riforma dell’Eurozona nel suo complesso e soprattutto se è possibile ottenere “un assenso della Germania sulle riforme necessarie”.
Stiglitz, che propugna una diversificazione dell’euro in più velocità, ritiene di non aver bisogno che un sano dibattito sul futuro dell’euro raccolga gli avalli di figure come quella di Marine Le Pen. Secondo il professore, il punto di fondo è che “ripensare il ruolo dell’euro” è l’unico modo per non entrare in conflitto con il fine per il quale è stato creato: aumentare la coesione dell’Unione Europea.
Quanto al caso Mps, Stiglitz ha fatto sapere in un intervento tenuto ieri all’Università di Siena che “la Bce ha tenuto una posizione troppo rigida“.

Con Soros a Palazzo Chigi l'ultra-capitalismo getta la maschera. - Diego Fusaro

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Lo speculatore e finanziatore di Ong è stato accolto in pompa magna da Gentiloni. Altro che complotto. La classe post-borghese è in una fase cruciale della sua lotta. E non fa nulla per nascondersi.

Lo diciamo da tempo, ma l'impermeabilità del pensiero unico è sconvolgente. Sovrastruttura egemonica santificante i rapporti di forza asimmetrici e iperclassisti dell'orizzonte post-1989, il pensiero unico politicamente corretto offusca senza tregua la visione del reale. Sostituisce il reale con la realtà mediatizzata, confezionata ad hoc dal circo mediatico e da opinion maker nichilisti, post-borghesi e ultra-capitalistici. Le masse pauperizzate e sempre più ridefinite come nuova plebe postmoderna della mondializzazione subiscono in silenzio. Ogni giorno vengono private di qualcosa e, un po' alla volta, perdono tutto, anche i diritti più elementari.
UN SILENZIO ASSORDANTE. Nel silenzio più assordante, ecco che George Soros, lo speculatore finanziatore di Ong, l'apolide filantropo che, con immensa magnanimità, a flusso costante foraggia ogni movimento organico al capitale finanziario (rivoluzioni colorate, legtb, immigrazioni di massa), è stato ricevuto dal premier Paolo Gentiloni. Sì, proprio così. Altro che complotto! Soros accolto in pompa magna dal governo italiano. Intelligenti pauca, dicevano i latini. La lotta di classe procede, spietatamente condotta dagli sradicati esponenti dell'élite finanziaria che distruggono i diritti sociali e le sovranità nazionali, difesi "culturalmente" dal clero accademico, giornalistico e televisivo.
IL MITO IMMIGRAZIONISTA. È chiaro come il sole, solo i fessi non lo vedono. L'immigrazione di massa non è soltanto una oscena pratica di lucro, una abominevole tratta di esseri umani: è un momento fondamentale della lotta di classe gestita da Soros e dalla sua classe post-borghese e ultra-capitalistica. Serve ad abbassare i costi della forza lavoro, a creare lotte orizzontali tra gli ultimi, a imporre il nuovo profilo planetario dell'uomo sradicato, migrante e in perenne mobilità in funzione delle logiche delocalizzanti del capitale liquido-finanziario. Lo vuole la destra del denaro, lo difende vergognosamente la sinistra del costume. Che anziché lottare contro queste pratiche oscene e difendere i lavoratori fa suo il mito immigrazionista, ideologia di completamento del capitalismo finanziario senza radici e senza diritti riconosciuti.

venerdì 5 maggio 2017

Cosa penso dopo aver visto Di Maio parlare ad Harvard. - Francesco Erspamer

Perché a me, italiano negli USA, Luigi Di Maio è parso maturo, equilibrato, aperto.
È con parecchi pregiudizi che mercoledì sono andato alla Kennedy School (la scuola di scienze politiche di Harvard) ad ascoltare Luigi Di Maio, di cui peraltro sapevo pochissimo. Innanzi tutto non sono di quelli che credono che chi è giovane abbia automaticamente ragione, neppure nelle mode e nei consumi figuriamoci in politica. E poi sono ostile alla democrazia diretta, che era lo specifico tema dell’incontro organizzato dall’Ash Center for Democratic Governance and Innovation; è uno dei due o tre punti che finora mi hanno impedito di simpatizzare apertamente per il M5S, pur rendendomi conto che per l’Italia il pericolo di gran lunga più grave sia oggi rappresentato dal PD e che qualunque alternativa sia tatticamente preferibile a un protrarsi e consolidarsi del regime renziano. A indispettirmi ulteriormente, appena entrato nella sala dove di teneva l’incontro, la presenza di troppi italiani, parecchi dei quali palesemente senza alcun legame con Harvard o con gli Stati Uniti: giornalisti di quotidiani italiani e anche, pensavo, militanti del M5S. È una deplorevole usanza nazionale quella di andare all’estero solo per far notizia in patria e di portarsi dietro la claque.
Mi sbagliavo. Di grillini non ce n’erano, o almeno non si sono fatti notare; ben più numerosi i piddini, presenti non per capire o dialogare ma per attaccare il M5S. E Di Maio mi è parso maturo, equilibrato, aperto. Una sola occasione non basta per esprimere un giudizio definitivo; però sono restato positivamente sorpreso e non vedo perché non ammetterlo. Del resto potete farvi la vostra opinione ascoltando la registrazione integrale dell’evento sulla pagina facebook dell’Ash Center; io mi limiterò a poche considerazioni, volte in particolare a smentire i resoconti faziosi con cui i giornali filo-renziani (con in testa La Stampa e prevedibilmente La Repubblica e L’Unità) hanno cercato di trasformare in una débâcle il convincente discorso di Di Maio e le sue lucide risposte alle domande che gli sono state poste.
Significativa la conclusione di Archon Fung, professore di scienze politiche, direttore accademico della Kennedy School e moderatore della serata: “Ciò che avete ascoltato stasera è probabilmente uno dei più interessanti e sensati [la parola inglese che ha usato era mature] tentativi di rinnovare la politica in questa contingenza storica. Credo che nel prossimo futuro vedremo sempre di più emergere nuovi politici e nuovi candidati [e qui ha indicato Di Maio] capaci di inventare nuovi metodi di azione politica per cercare di riprendere contatto con la gente e darle una voce”. È un vero complimento, da parte di uno studioso che nella sua presentazione iniziale era stato cauto e aveva qualificato Di Maio come un rappresentante del “populismo di destra” (presumo che Di Maio avrebbe risposto subito se quell’introduzione fosse stata tradotta in italiano dall’interprete): chi davvero ama la democrazia, ha in sostanza detto Fung, non può snobbare gli sforzi per comprendere e trasmettere le esigenze del popolo – in altri tempi si sarebbe parlato di intellettuali organici.
Per motivi simili Di Maio ha positivamente sorpreso me. Del suo discorso non ho apprezzato l’accenno alla meritocrazia come valore (io penso che il merito non debba portare a una kratía, ossia al dominio, e che la supremazia dei migliori, ammesso e non concesso che sia possibile stabilirla oggettivamente, sarebbe altrettanto pericolosa di una supremazia fondata sulla razza o, mettiamo, sul QI o la prestanza fisica). Altrettanto poco mi è piaciuto il suo vantarsi del rifiuto di finanziamenti pubblici, come se il problema fosse lo Stato e non fossero i privati e le multinazionali. Se potessi dargli consigli, gli suggerirei infine di evitare di parlare di post-ideologia come se ancora vivessimo negli anni sessanta o settanta, quando sarebbe stata una posizione provocatoria (simile a quella del grandissimo Montale della Lettera a Malvolio contro la religione pasoliniana dell’impegno); oggi puzza di deriva liberista, di consumismo delle idee.
Anche perché poi, in realtà, erano anni che non sentivo un discorso così ideologico. Dopo vent’anni di narcisisti preoccupati solo di sembrare di successo (e, peggio, convinti che il successo sia l’unico valore), questo di Di Maio mi è finalmente sembrato un discorso politico, in cui si fanno proposte, si annunciano programmi, si ammettono le difficoltà che si incontreranno e lo stesso ci si sforza di andare avanti; il tutto esposto con competenza e una pacatezza ormai inconsueta in Italia.
Nette alcune precisazioni sul M5S, a smentire le troppe fake news: ha per esempio negato la loro opposizione alle vaccinazioni dei bambini; e ha spiegato che non intendono uscire dalla NATO a patto che la NATO si rinnovi e trovi nuovi equilibri, anche rispetto ai paesi a essa esterni; però ritirerebbero i soldati italiani dall’Afghanistan e non aumenterebbero i contributi finanziari, come invece chiesto da Trump a Gentiloni. Mi è piaciuta anche la sua difesa di un’Europa unita a livello di popoli e di cittadini, non di banche e corporation; “l’euro è diventato più importante dell’Europa” ha detto. Sull’immigrazione ha fatto una distinzione fra profughi e migranti economici; so che non piace a certa sinistra (che però retoricamente parla sempre e solo di scampati a guerre e fame) ma per me è ragionevole e realistica.
Ho sempre pensato che esista una differenza fondamentale fra un consenso ideologico e un consenso tattico; di questo secondo tipo è per esempio la mia convinzione che in assenza e in attesa di una vera sinistra nell’Italia attuale sia utile sostenere il M5S contro il PD, per impedire un totalitarismo liberista ma anche per prevenire l’affermazione di una destra sociale alla Le Pen. Ascoltando Di Maio mi sono però reso conto che esiste un altro tipo di consenso, che in mancanza di termini migliori chiamerei procedurale; in sostanza penso che, almeno per il modo in cui è stato descritto mercoledì sera, il M5S possa contribuire alla ricostruzione di uno spazio politico alternativo rispetto al gossip mediatico promosso da Berlusconi e Renzi. Uno spazio indispensabile per la rinascita della vera sinistra di cui sopra.
Francesco Erspamer, nato a Bari, cresciuto a Parma e in Trentino, laureato a Roma, professore di Letterature romanze a Harvard. Si interessa di letteratura, politica, storia delle idee e cambiamenti culturali. Tra le sue pubblicazioni: La creazione del passato. Sulla modernità culturale e Paura di cambiare. Crisi e critica del concetto di cultura.

Usa, le mail trafugate a George Soros finiscono online: “È architetto di ogni colpo di Stato degli ultimi 25 anni”.

Usa, le mail trafugate a George Soros finiscono online: “È architetto di ogni colpo di Stato degli ultimi 25 anni”

Dc Leaks pubblica i file rubati dai database della Open Society Foundation dell'imprenditore ungherese americano: "A causa sua e dei suoi burattini gli Stati Uniti sono considerati come una sanguisuga e non un faro di libertà e democrazia".

Ci sono i dossier sulle elezioni Europee del 2014 ma anche quelli sul voto nei singoli Stati, i fascicoli sui finanziamenti elargiti alle organizzazioni non governative di tutto il mondo e persino i rapporti sul dibattito politico in Italia ai tempi della crisi dell’Ucraina. Sono solo alcuni dei documenti rubati dai database della Open Society Foundation di George Soros. Appena pochi giorni fa Bloomberg aveva raccontato che, oltre ad aver violato i server del partito Democratico, avrebbero anche trafugato le mail dell’imprenditore americano.
E adesso Dc Leaks ha varato soros,dcleaks.com, un portale interamente dedicato ai documenti trafugati dalle caselle mail del magnate statunitense. Nove categorie – Usa, Europa, Eurasia, Asia, America Latina, Africa, World bank, President’s office, Souk – migliaia di documenti consultabili online o da scaricare in pdf.
Dentro c’è un po’ di tutto: commenti sulle elezioni nei Paesi di mezzo mondo, rapporti sui “somali nelle città europee” e sul bilancio di previsione statunitense, ma anche dossier sulla crisi tra Russia e Ucraina con una serie di allegati che spiegano la posizione dei vari stati Europei sulla vicenda.
In homepage, poi, c’è un post che spiega il motivo della pubblicazione dei file. “George Soros – scrivono gli hacker –  è un magnate ungherese- americano, investitore , filantropo, attivista politico e autore che, di origine ebraica. Guida più di 50 fondazioni sia globali che regionali. È considerato l’architetto di ogni rivoluzione e colpo di Stato di tutto il mondo negli ultimi 25 anni . A causa sua e dei suoi burattini gli Stati Uniti sono considerati come una sanguisuga e non un faro di libertà e democrazia. I suoi servi hanno succhiato sangue a milioni e milioni di persone solo per farlo arricchire sempre di più. Soros è un oligarca che sponsorizza il partito Democratico, Hillary Clinton, centinaia di uomini politici di tutto il mondo. Questo sito è stato progettato per permettere a chiunque di visionare dall’interno l’Open Society Foundation di George Soros  e le organizzazioni correlate. Vi presentiamo i piani di lavoro , le strategie , le priorità e le altre attività di Soros. Questi documenti fanno luce su uno dei network più influenti che opera in tutto il mondo”.
17 agosto 2016

Salvia: proprietà, benefici e controindicazioni.

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La salvia ha molte proprietà, in grado di apportare numerosi benefici. E’ utile contro la tosse, stimola la secrezione di succhi gastrici, mantiene fresco l’alito, tiene puliti i denti. In caso di laringiti e faringiti si può preparare un decotto con le sue cime fiorite. Questa pianta inoltre riesce a combattere gli stati di stanchezza e di depressione. Particolarmente note sono le sue proprietà antinfiammatorie, balsamiche ed espettoranti. Tuttavia, bisogna stare attenti alle controindicazioni, perché è conosciuta anche una reazione da intossicazione neurotossica determinata dall’uso dell’olio essenziale in alti dosaggi.
Le proprietà e i benefici.
La salvia è ricca di diversi acidi, di enzimi, di vitamina B1 e C, di flavonoidi e di sostanze estrogene. In generale, possiamo dire che la pianta riesce a stimolare l’organismo. E’ indicata anche nel caso di ascessi e gengiviti, perché ha ottimi effetti cicatrizzanti. Riesce ad agire contro le infezioni che interessano le vie respiratorie, dà una buona risposta contro la ritenzione idrica, le emicranie e i reumatismi.
Inoltre, si rivela opportuna anche per curare le sindromi mestruali dolorose e i disturbi della menopausa.
Riesce a combattere gli stati di astenia e di umore basso ed è indicata particolarmente nel caso di esaurimento fisico, oltre che per aiutare la memoria.
Riesce a ridurre la glicemia, rivelandosi utile anche nei casi di diabete. Ha delle ottime proprietà antisudorifere e contribuisce a mantenere rinvigorita la pelle, infatti la salvia è usata anche in cosmesi.
I preparati a base di questa pianta sono efficaci per combattere il catarro e l’olio essenziale ha delle notevoli proprietà antisettiche e balsamiche. Per questo si può impiegare opportunamente in caso di mal di gola e di raffreddore.
Le controindicazioni.
Bisogna prestare particolare cautela nell’utilizzare specialmente l’olio essenziale di salvia, perché il suo uso protratto a dosi normali o il suo utilizzo ad un dosaggio eccessivo può determinare manifestazioni neurotossiche.
La sua tossicità può comparire anche con i preparati ad uso topico, come le creme e gli oli da massaggio, che vengono assorbiti dalla pelle o dalle mucose. La salvia è sconsigliata in caso di insufficienza renale.
Inoltre è da tenere presente che non dovrebbe essere usata neanche in gravidanza e durante la fase di allattamento, perché può bloccare la lattazione.

La lettera di Tito Boeri alla Commissione Lavoro della Camera: "Gettate discredito sull'Inps in modo sistematico". - Claudio Paudice



Dura missiva del presidente dell'istituto: "Accuse offensive". La replica dei parlamentari: "Irrispettoso".


"Accuse particolarmente offensive" che fanno pensare a un' "operazione volta sistematicamente a gettare discredito sull'Istituto che gestisce la protezione sociale in Italia". Se così fosse, sarebbe un "gioco pericoloso". È durissima la lettera che il presidente dell'Inps Tito Boeri ha inviato al presidente Cesare Damiano e ai membri della Commissione Lavoro della Camera.
Boeri inizia la sua lettera esponendo un "campionario" delle critiche dei componenti della Commissione nei confronti dell'istituto. Come quella della vicepresidente Maria Luisa Gnecchi: "Mi sembra che l'Inps sia fatta apposta per creare problemi". O quella del presidente Damiano: "Ci sono elementi di perversione nelle circolari dell'Inps".
"Le critiche sono per noi una fonte di stimolo e sono sempre ben accette perché aiutano a fare meglio il nostro lavoro", scrive Boeri. Ma poi precisa:
Ma qui ci sembra di essere in presenza di un'operazione volta sistematicamente a gettare discredito sull'IstitutoTito Boeri
Se così fosse, scrive il presidente dell'Inps, "sarebbe un gioco pericoloso perché finisce per privare l'esercizio del potere legislativo di quei riferimenti tecnici che sono indispensabili perché le leggi diventino operative e affinché, in questo passaggio, 'tra il dire e il fare', non vengano stravolti gli stessi obiettivi che si era posto il legislatore".
Il presidente Inps fa poi una sintesi delle accuse che gli vengono mosse: "1) l'Inps non dà le informazioni oppure dà i dati sbagliati; 2) Inps è sistematicamente in ritardo nell'attuazione delle norme e le interpreta in modo arbitrario.
Quanto alla prima rimostranza, Boeri rammenta che Damiano ha parlato di "comportamento omissivo" dell'Inps nel fornire i dati sulle cosiddette salvaguardie nella sessione della Commissione del 20 aprile scorso. Nonostante, scrive il presidente dell'ente previdenziale, durante quella sessione, "il sottosegretario Cassano vi aveva informato che l'Istituto aveva prontamente trasmesso i dati richiesti al Ministero del Lavoro", da cui era arrivata la richiesta. L'Inps ha "profuso uno sforzo straordinario" nel condividere le sue informazioni, rivendica Boeri ricordando "il potenziamento" della Direzione Studi e Ricerche grazie alla riorganizzazione interna dell'Istituto, fortemente voluta dal presidente Inps, e avvenuto per "migliorare l'utilizzo" dei dati e previsioni Inps "a supporto dei processi decisionali". E poi, precisa, proiezioni su fenomeni complessi sono "inevitabilmente soggette ad errori". "Ciò che occorre capire è se ci siano elementi di sistematicità" di questi errori. Poi attacca:
L'impressione che si ha dalle vostre rimostranze è che di sistematico ci sia il mettere in discussione e spesso svilire ogni proiezione che non corrisponda ai Vostri desiderataTito Boeri

Quanto all'accusa di interpretare e applicare in modo arbitrario le norme, in particolare sulle salvaguardie pensionistiche, Boeri ne rintraccia la responsabilità nel continuo mutamento del quadro normativo. "Il fatto è che le sette macro-categorie di esodati inizialmente individuate sono state progressivamente ampliate al punto da rendere la nozione stessa di esodato alquanto nebulosa".
Boeri fa quindi un elenco "non esaustivo" degli interventi. E precisa che "il controllo della presenza di queste condizioni, sempre più complesse, difficilmente accertabili" è "molto difficile e dispendioso di tempo", in ragione anche del fatto che molti soggetti "fanno domande alla cieca non sapendo se hanno o meno diritto a una certa prestazione". Di qui, secondo Boeri, i ritardi che vengono contestati all'Inps.
Nella conclusione della lettera, Boeri suggerisce quindi ai membri della Commissione di lavorare a più stretto contatto con le amministrazioni che devono attuare le norme, assicurando l'impegno dell'Istituto a "segnalare le criticità nei dispositivi che ne rendessero difficile la traduzione in circolari applicative".
A Boeri hanno replicato alcuni membri della Commissione, lanciando accuse nei confronti del presidente Inps: "Boeri criminalizza l'intera categoria sindacale", afferma Anna Giacobbe, deputata Pd e componente in Commissione Lavoro alla Camera. "Si può dire - spiega - che ci sono stati abusi nell'utilizzo di una norma, e perseguirli per via amministrativa o ricorrendo al magistrato. Oppure si può dire che c'è un privilegio per una intera categoria, e fare un'operazione in sé odiosa di generica criminalizzazione. Il presidente dell'Inps Tito Boeri usa questa seconda strada, e non lo fa certo per ingenuità. Secondo Davide Baruffi, sempre membro Pd della Commissione, Boeri fa "un uso improprio dell'istituto": "Trovo inopportuno che, in qualità di presidente dell'Inps, sforni proposte di riforma, con dovizia di stime e numeri forniti dagli uffici, mentre l'istituto impiega sempre molti mesi per quantificare le nostre proposte, darci stime, fornire numeri".
Damiano a Boeri: "Offende il Parlamento"
La replica più piccata arriva da Cesare Damiano, presidente di Commissione: la lettera di Boeri "offende il Parlamento perché nega l'evidenza dei fatti: tutti i problemi che abbiamo denunciato sono documentati, a partire dalle stime non corrispondenti alla realtà per quanto riguarda le salvaguardie degli esodati. Quanto ai comunicati stampa - dice - anche noi abbiamo una raccolta di quelli di Boeri in qualità di 'legislatore e ricercatore'. Meno di quelli di Presidente Inps. Naturalmente, siamo totalmente disponibili a un rapido confronto".
"Quanto alle interpretazioni delle leggi da parte dell'Inps che riteniamo arbitrarie - prosegue Damiano - facciamo un esempio per tutti: dopo quattro anni di proteste, anche grazie all'intervento del Governo, l'Inps corregge la sua circolare a proposito della pensione anticipata dei nati nel '52 (legge Fornero), concessa, sulla base della circolare dell'Istituto, soltanto a coloro che svolgevano una attività di lavoro dipendente il 28 dicembre del 2011. Se disgraziatamente il lavoratore smetteva di lavorare il giorno prima, non si aveva questo diritto. Una interpretazione assurda e arbitraria, in spregio della legge, successivamente corretta per nostra iniziativa. Corretta come? Escludendo dal computo dell'anzianità i versamenti volontari, il servizio militare, la maternità, la mobilità e il riscatto della laurea. Assurdo". "Anziché lanciare anatemi il Presidente dell'INPS dovrebbe dare qualche spiegazione".
Per Walter Rizzetto di Fratelli d'Italia "sulla base del testo che il Presidente dell'Inps ha inviato alla commissione Lavoro della Camera e che, a mio modo di vedere, riguarda un'area ben circoscritta della commissione stessa, ritengo che, il ministro del Lavoro Poletti si debba destare e, assieme al presidente Gentiloni, prendere una chiara posizione innanzi ad una querelle che non è utile a nessuno. Al contrario risulterà essere parecchio dannosa in seno alle varie decisioni che la commissione dovrà prendere, inficiandone quindi il rapporto con l'Istituto". Per Renata Polverini di Forza Italia Boeri è "irrispettoso degli organi costituzionali". "Chiedo al presidente del consiglio, paolo gentiloni, e ai presidenti di camera e senato, rispettivamente boldrini e grasso, di pensare seriamente al suo ruolo. Urge un ridimensionamento, in quanto l'incarico di boeri è prettamente tecnico e solo marginalmente politico".
Chissà perchè mi aspettavo che avrebbero attaccato l'INPS e Boeri che non gli scodinzola dietro come vorrebbero.....